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La sua troia - VI - Amica


di NoOne8
09.07.2022    |    5.400    |    0 9.6
"“Tu invece come stai?” Chiese la moglie, per provare a cambiare discorso prima di essere pressata da altre domande..."
“Allora, com’era il ristorante l’altra sera?” Chiese Chiara, dall’altra parte del telefono.
Serena si sentii quasi sollevata che quella conversazione stesse avvenendo a distanza. Per quanto Chiara fosse la sua migliore amica, la sola menzione del ristorante era stata sufficiente a farla diventare paonazza. Come per nascondersi, la donna si rigirò sul letto, rimanendo a pancia in sotto.
“Molto carino! Peccato che abbiamo dovuto scappare via quasi subito…”
“Ah, com’è? Successo qualcosa?” La interrogò ancora Chiara.
“Nulla di che. È solo che mi sono sporcata appena ci hanno portato il vino…”
Beh, è vero, pensò tra sé e sé.
“Sempre la solita tu eh! Col vino non ci capisci più niente”
Veramente è il cazzo di Marco che non mi fa capire più niente, stava per rispondere.
“Ah ah, lo so.” Dissimulò con una risata finta.
“Vabbè, almeno spero fosse buono.”
“Ah sì sì, era proprio buono.” Le labbra di Serena si curvarono in un sorriso malizioso autocompiaciuto.
“Per il resto, come è andata la serata? Marco se l’è presa tanto per l’incidente?”
“Tutto bene alla fine, mi ha inculata tornando verso casa, ma in effetti un po’ me lo meritavo!”
Oh, se me lo sono meritata…
“Ahahahah, poverino dai, ci teneva così tanto!”
Proprio in quel momento, sulla soglia della camera apparve Marco, ancora bagnato dalla doccia, con un asciugamano arrotolato intorno alla vita. Girata verso la finestra, Serena non si accorse di nulla, forse anche per la telefonata con l’amica.
“Sì infatti, ma mi sono fatta perdonare!”
Marco si fermò un momento a studiare la donna, sdraiata sul letto con addosso solo un babydoll di pizzo nero e un perizoma coordinato che le esaltava perfettamente le natiche tonde e sode. Dell’altro lato della conversazione non poteva sentire quasi nulla, ma era incuriosito dalle parole della moglie.
“Non lo metto in dubbio, porca!” Scherzò Chiara.
“E fai bene!” rispose Serena.
Non ne hai idea, pensò, ricordando come si era fatta riempire il culo nel parco pubblico, eccitata all’inverosimile dall’idea che qualcuno potesse vederli o sentirli. Il solo pensiero era stato sufficiente e farle sentire uno strano calore tra le gambe, che assecondò per un istante, spingendo il bacino verso il basso, strusciando il monte di Venere sul letto, un dettaglio che Marco non mancò di registrare immediatamente.
“Dai, sono contenta che le cose vi stiano andando meglio. Fino a qualche settimana fa mi sembravi veramente stranita.”
“Sì, in effetti ora è tutta un’altra storia…” Rivelò la donna che, ricordando le ultime settimane, alimentò inavvertitamente quella voglia spontanea, continuando a strusciarsi sul materasso. Il marito, ancora immobile alle sue spalle, sorrise notando quello che le stava succedendo. Serena si stava eccitando senza alcuno stimolo reale da parte sua, semplicemente pensando a come la trattava.
“Tu invece come stai?” Chiese la moglie, per provare a cambiare discorso prima di essere pressata da altre domande. Avrebbe voluto dirle tutto, ma non sapeva come e, nel dubbio, pensava fosse meglio farlo di persona.
Prima che il nuovo discorso rischiasse di spegnerla, Marco decise di non perdere l’occasione che gli si stava concretizzando davanti. Si inginocchiò silenziosamente, avanzando fino a trovarsi davanti i piedi nudi della sua donna. Quindi, mentre Serena annuiva al resoconto dell’amica, cominciò a baciarle languidamente le piante, alternando tra piede destro e sinistro.
Colta di sorpresa, Serena si girò, ma prima che potesse dire anche solo una parola, il marito le fece cenno di rimanere in silenzio, tornando poi a concentrarsi sull’oggetto del suo desiderio, iniziando lentamente a risalire lungo le gambe, leccandole e baciandole il collo dei piedi, i polpacci, la parte posteriore del ginocchio… Si stava prendendo tutta la calma del mondo, sentendo l’effetto che stava avendo sulla moglie.
Il respiro di Serena si stava facendo più affannato e stava continuando a strusciarsi sul materasso, ma il movimento adesso si era fatto molto più intenso.
“Ah sì? E che voleva?” Rispose all’ultima affermazione dell’amica con una voce più gutturale, sforzandosi a dirlo tutto d’un fiato. Voleva provare a farla parlare il più possibile, per concentrarsi sulle attenzioni del marito. Fortunatamente, la domanda fu quella giusta, Chiara iniziò un monologo ricapitolando tutta la storia con una vecchia fiamma che si era fatta risentire recentemente.
Marco riprese la sua piacevole scalata verso le natiche della moglie. Bacio dopo bacio, si fece strada fino all’interno coscia. Gli bastò poggiare le mani sui fianchi di Serena perché lei inarcasse la schiena, alzando il fondoschiena fino a mostrare le labbra umide al suo uomo, protette solo dal filo sottile del perizoma.
Era una vista troppo invitante. Il marito scostò l’ostacolo con un dito, incastrandolo oltre la circonferenza di un gluteo, quindi allargò le natiche con i pollici e affondò il volto tra le gambe della moglie, leccando su e giù, dal clitoride fino all’ano, gustandosi ogni goccia della sua eccitazione al sapore di Donna.
“Mmmh…” mugugnò distrattamente, in preda al piacere.
“Tesoro, tutto ok?” Chiese immediatamente l’amica interrompendo il discorso.
“Sì… scusa, è solo che oggi fa veramente caldo ed è entrata una folata di aria fresca…” Provò a giustificarsi Serena, impegnandosi a mantenere un tono normale.
“Ah ok… sembrava una folata molto piacevole!” Scherzò Chiara, ignara di quanto stava avvenendo dall’altra parte del telefono.
“Ma che… Insomma, stavolta che voleva Francesco?” Tagliò subito corto per far ripartire il monologo dell’amica, ma l’idea che potesse aver intuito qualcosa la eccitò ancora di più, al punto che arretrò ulteriormente il fondoschiena sulla faccia del marito, che non si era fermato neanche per un istante.
Che puttana esibizionista, pensò Marco, sentendo il culo della donna premergli insistentemente sul viso. Di tutta risposta, accelerò il ritmo, concentrandosi sempre di più sul clitoride. Intanto, una mano si fece strada lungo il fianco della moglie, fino a scoprirle un seno, palpandolo con decisione e pizzicando il capezzolo duro come uno spillo. Voleva farla impazzire e ci stava riuscendo.
Serena soffocò un altro gemito mordendosi le labbra, ma la foga con cui il marito la stava leccando non le avrebbe permesso di rimanere in silenzio ancora a lungo, stava sentendo un orgasmo montare da dentro la figa e voleva solo urlare il suo piacere. Quindi, visto che la sua amica stava continuando il suo racconto indisturbata, decise di mutare il microfono del telefono.
“Aaaah!” urlò senza doversi più contenere.
Marco si staccò un attimo, tra il preoccupato e il divertito per quella situazione.
“Ma non stai al telefono?”
“Non fermarti! Non fermarti! Continua a leccarmi la figa!” gli ordinò lei, rispingendo la testa tra le sue gambe con una mano.
Quel gesto lo fece impazzire. Il marito riprese il suo lavoro con ancora più veemenza, leccando furiosamente il clitoride della moglie, mentre con la mano le stringeva il seno come per farlo scoppiare.
“Sììì!! Così!!! Fammi godere!!” Gridò Serena senza più riuscire a chiudere la bocca per il piacere che stava provando.
La donna cominciò a strusciarsi sul viso del marito, come se volesse scopargli la lingua. Dall’altra parte, anche Marco non stava capendo più molto, l’impeto della moglie e gli umori della sua figa spalmati su tutta la faccia lo avevano ipnotizzato, voleva sentirla strillare il suo orgasmo e bere tutto.
“Oddio così! Continua! Ci sono quasi! Più forte!”
L’uomo fece un ultimo sforzo e aumentò ancora di più la velocità della sua lingua, come se fosse una macchina. Leccandola da dietro, il suo naso era praticamente nella figa della moglie, che continuava a muoversi facendolo entrare e uscire, riempendogli le narici del suo meraviglioso odore.
“Sììììììì! Sìììììì! Vengoooo!!!” La mano della donna tornò a immobilizzare la nuca del marito tra le gambe, spingendolo con forza così che non riuscisse ad allontanarsi di un millimetro mentre gli spasmi muscolari si susseguivano in un orgasmo intenso e molto, molto bagnato.
Marco leccò avidamente tutti gli umori di Serena, finché la presa sulla testa non si allentò. Una volta libero, colse l’occasione per raggiungere la moglie dall’altra parte del letto, baciandola appassionatamente per farle sentire il sapore del suo piacere. Mentre le loro lingue si massaggiavano in un vortice di saliva e umori, la mano dell’uomo si arrotolò intorno i lunghi capelli castani della donna, tirandola quindi via da quel bacio bagnato.
“Lo vuoi?” le chiese, lasciando cadere a terra l’asciugamano, così che il suo cazzo duro e già umido svettasse davanti agli occhi adoranti e goduriosi della moglie.
“Sììììì!” Sbiascicò Serena, lanciandosi sul bastone di carne davanti a lei a fauci spalancate.
“Ah, ah, ah…” La apostrofò il marito, tirandola indietro per i capelli, obbligandola a guardarlo negli occhi.
“Se vuoi prendere in bocca questo cazzo come una brava troia…” Cominciò, afferrandosi l’uccello alla base con la mano libera, strusciandolo lentamente da guancia a guancia sul viso della moglie.
“… devi togliere il muto al telefono…” continuò, dandole delle sonore pisellate in faccia.
“… non vorrai mica lasciare la tua amica a parlare da sola, no?” Concluse con un sorriso sadico, sfregando la cappella gonfia sulle labbra bagnate e socchiuse della donna.
Completamente inebriata e posseduta dal profumo virile di quel cazzo proprio sotto le sue narici, Serena non ebbe neanche bisogno di considerare l’idea. Senza pensarci si staccò subito il telefono dall’orecchio.
“Brava puttana.” La complimentò il marito prima che toccasse il tasto per riattivare il microfono. Quindi, la premiò buttandole il suo grosso cazzo in gola.
La donna assecondò subito il movimento, scorrendo con le labbra fino a metà asta, massaggiando con la lingua la cappella del suo uomo, che reagì buttando la testa indietro, deciso a godersi ogni momento di quel pompino “segreto”.
Purtroppo però, Serena fu costretta a staccarsi quasi subito per rispondere all’amica.
“Non ci credo… è un coglione” Rispose, provando a riprendere fiato senza farsi sentire dall’altra parte del telefono.
Costretta a portare avanti la conversazione, la donna non aveva alcuna intenzione di abbandonare il suo uccello, che infatti stava segando lentamente con la mano libera.
“Quindi? Alla fine come l’hai liquidato?” Chiese a Chiara, ricominciando a dedicarsi con gusto alla cappella paonazza di fronte a lei, delineandone la circonferenza con lunghe leccate bagnate.
Il servizietto della moglie, insieme alla visione di lei, combattuta tra quella telefonata e il suo membro duro e caldo, stavano mandando Marco in estasi. L’uomo continuava a incoraggiare la donna con lente carezze sui capelli, senza che ci fosse alcun bisogno di spingere: la testa della moglie affondava sul cazzo non appena se ne presentasse l’occasione.
La delizia del padrone però fu interrotta bruscamente ancora una volta, quando Serena si ritrasse per rispondere nuovamente all’amica.
“Ma come ancora non l’hai mandato a fanculo? E che aspetti?” Chiese lei, alzando la voce.
Spazientito, Marco si chinò verso l’orecchio della donna.
“Siediti.” Le sussurrò l’ordine con tono secco.
Serena obbedì subito, raccogliendosi prima sulla ginocchia e quindi scivolando a sedere sul bordo del letto.
“Brava. Ora apri le gambe, puttana.” Continuò Marco, vedendo le guance della moglie arrossire al suo comando. Sicuramente pensava che l’avrebbe scopata lì e subito, mentre era ancora al telefono con l’amica. Nonostante questo, assecondò comunque la richiesta. Stava diventando sempre più chiaro che Serena non gli avrebbe mai negato nulla.
Ancora chino sull’orecchio della donna, l’uomo le portò una mano sulla figa, allargandola con anulare e indice, percorrendone la lunghezza con il medio, con cui quindi la penetrò. Era ancora bagnata dall’orgasmo di poco prima o, forse, era già accesa per il prossimo.
“Che troia che sei… la tua amica ti sta confessando i suoi problemi e la tua figa non pensa ad altro che godere…” Le sussurrò ancora, continuando a torturarla con le dita.
Serena riuscì a rimanere in silenzio, soffocando un gemito, ma il suo respiro si stava facendo gradualmente più pesante.
Lentamente, Marco si allontanò dall’orecchio della moglie, abbassandosi in ginocchio tra le sue gambe, baciandole dal ginocchio all’intorno coscia, intorno alle labbra gonfie e bagnate, riscendendo poi dall’altra gamba e ricominciando così il giro, stringendo a mano a mano il campo, ma stando bene attento a non baciarle mai la figa. Voleva farla impazzire e il respiro di Serena gli stava confermando il suo successo.
Quando l’uomo cercò il volto della sua troia, la trovò con il capo buttato indietro, la mano con il telefono adesso era più distante dall’orecchio, mentre quella libera aveva scoperto i seni ed era impegnata a pizzicarsi i capezzoli. Forse Chiara stava ancora parlando, ma Serena si era del tutto estraniata quella conversazione. Era sua.
Con molta attenzione, Marco si avvicinò alla figa della moglie, adesso ancora più bagnata, e cominciò a baciarla delicatamente lungo le labbra. Intanto, la mano destra cercò il cassetto del comodino e, senza farsi sentire, lo aprì, prendendo il primo vibratore che trovò a portata: il rabbit.
La lingua dell’uomo stava dando lunghe pennellate al sesso della donna, schiudendole le labbra, sentendo il piacere di Serena crescere a ogni passata. Finalmente, poggiò la testa del vibratore sull’entrata della figa, muovendolo un po’ per lubrificarlo a dovere, prima di penetrarla.
“Mmmh…” arrivò un gemito di Serena che, per quanto soffocato, sicuramente era stato sentito anche dall’amica.
Soddisfatto, Marco accese la vibrazione al giocattolo, quindi, senza lasciarne l’impugnatura, si rialzò, tornando all’orecchio di Serena.
“Ti piace?” Le chiese, pompandole il vibratore nella figa con un movimento lento ma deciso.
“Sììì…” Sospirò Serena, tirando sempre più indietro la testa.
La mano dell’uomo si strinse ancora una volta intorno ai capelli della moglie, forzandole la testa così che dovesse guardarlo negli occhi.
“Vuoi venire ancora, vero cagna?” Le chiese retoricamente, a voce bassa.
La donna rispose solo annuendo, guardandolo con occhi supplichevoli. Le labbra di Marco si curvarono in un sorriso soddisfatto.
“Allora è il caso di tappare quella bella bocca.” Affermò allontanandosi, spingendole la testa sul cazzo.
La donna non oppose alcuna resistenza, spalancò la bocca fino a quando l’asta del marito non le arrivò alla gola, abbracciandone quindi la circonferenza con le sue labbra carnose, assecondando le spinte del padrone mentre con la mano afferrò la base del giocattolo per continuare a scoparsi la figa.
Dopo averle stantuffato la faccia per alcuni secondi, Marco le spinse la testa ancora più giù, fin quando le labbra non arrivarono a baciarle le palle. Tenendole la nuca stretta a sé, continuò a pomparla con violenza, finché non sentì la moglie soffocare sul cazzo, sfilandosi quindi dalla sua bocca con un movimento repentino.
“Aaaah!” Inspirò sonoramente Serena, mentre una gran quantità di bava e sperma le grondava lungo il mento, colando sul seno e continuando a scendere fino alla figa bagnata. Con una mano, il padrone le spalmò il liquido su tutta la faccia, infilandole tre dita in gola, obbligandola a guardarlo negli occhi mentre si dimenava incessantemente sul vibratore.
Tenendola saldamente per il mento, cominciò a sbatterle il cazzo bagnato in faccia.
“Cosa sei?” Le chiese con sguardo penetrante.
“La tua troia!” Questa volta Serena non riuscì a controllarsi, ormai era troppo eccitata da tutto quello che le stava succedendo e non gliene fregava più nulla di cosa potesse pensare l’amica dall’altra parte del telefono.
“E cosa vuoi?” La incoraggiò.
“Bere la tua sborra!” Gli rispose quasi pregandolo, continuando a scoparsi il giocattolo ancheggiandoci sopra.
“E allora prendila.” Ordinò Marco, penetrandole nuovamente la bocca con un movimento repentino.
Non appena ebbe ricominciato a fotterle la faccia, sentì tutto il corpo della moglie contrarsi in preda a un altro potente orgasmo. Di tutta risposta, strinse a sé la testa della donna, affondandole il cazzo nella gola e, raggiunto il suo limite, iniziò a inondarla con copiosi fiotti di sborra calda.
Quando i primi spruzzi più grandi si furono esauriti, sfilò il membro dalla bocca della donna, finendo di venirle sul seno, mentre tutto ciò che non era riuscito a ingoiare le colava giù dal mento.
Lo sguardo di Serena era soddisfatto almeno quanto il suo.
“Hai visto, non è stato così difficile, no?” Le chiese Marco, accarezzandole i capelli con dolcezza.
“Cosa?” Rispose la moglie, leccandosi le labbra.
“Dire a Chiara cosa sei diventata…” Spiegò lui, guardando lo smartphone che nell’impeto del momento era stato lanciato sul cuscino, ma il cui schermo rivelava la telefonata ancora attiva.
La donna sgranò gli occhi, afferrando immediatamente il telefono e appoggiandoselo all’orecchio.
“Che cazzo ho appena sentito Serena?” Urlò l’amica dall’altra parte, con tono contrariato e malizioso.

Continua...
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