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Lui & Lei

Troia in discoteca


di culettosodo
03.05.2012    |    12.854    |    12 9.1
"Dicevo che entro nella dark room, mi si fa incontro Franco, il ragazzo di prima, sguaina il cazzo e mi dice "Ti prego, la mia ragazza è andata fuori a..."
Carissimi,
voglio raccontarVi di una bella notte, finalmente. Vi voglio dire tutta la verità, senza aggiunte presuntuose.

Dopo mezzanotte, body in pizzo nero, scarpe rosse e parrucca bionda, sono andata a Trezzano, per vedere com'era il movimento dopo anni che non ci mettevo piede.
Dopo un paio di giri ho rimorchiato uno di Lecco ed ho passato quasi due ore con lui in un tranquillo parcheggio. Brizzolato, sulla quarantina, giaccone di pelle nera, inizialmente si era mostrato beffardo e sicuro di se poi, rendendosi conto che per me non si trattava esattamente della prima volta, aveva cominciato con le incertezze e con le cadute, non di stile si intende. Ma io imperterrita sculettavo allegra mentre glielo succhiavo a lungo, con lui che mi accarezzava la pelle e attraverso il perizoma mi stuzzicava dolcemente il buchino.
Alla fine, aiutato dalla mia pazienza e dal sorriso, mi ha dato quello che volevo, guardandomi nello specchio Narciso che porto sempre in macchina; mentre mi sbatteva faticosamente vedevo attraverso i vetri coperti di vapore passanti indaffarati, luci che si accendevano in lontananza.
A non più di dieci metri di distanza si ferma un’auto, ne scende una famigliola di rientro dalla settimana bianca, poi scarponi , slitta, caschi. I figli giocano e non hanno nessuna intenzione di scaricare, allora il padre, cappellino a pon pon stile anni ’60, imbraccia una racchetta e fa tre passi come per minacciarli, la madre li richiama e si portano scocciati la loro roba. Passano sbuffando a due metri da noi e non si accorgono di nulla; li avrei salutati con un sorriso, ma temevo di dare al padre un’altra incombenza faticosa, quella di spiegare alla prole che ci stava a fare una così lì dentro. Voto complessivo finora: discreto.

Una volta rientrata tra le vie trafficate vicino ad un motel, mi sono resa conto che c'era troppa concorrenza di trans, e che lì l’Antitrust non sarebbe mai arrivata; quindi con un viaggio di 15 minuti sono andata in una disco della zona Sempione, arrivando davanti all'ingresso illuminato intorno alle 4.00. Ogni volta che mi capita di percorrere con i tacchi alti le decine di metri che separano dall’ingresso, penso che a chi abita lì vicino debbano fare una strana impressione questi quasi due metri di bionda che tenta una improbabile camminata da vamp, ma che in realtà rischia il clamoroso capitombolo ad ogni passo, soprattutto nelle grate vicino all‘ingresso, dove già una volta rimasi prigioniera con le mie scarpine color corallo.

Lì dentro credimi, è stato divertente e Ve lo voglio raccontare:
forse ero l'unica travesta italiana, c'era una filippina da copertina di Glamour, che ballava spesso sul cubo, perfino troppo perfetta per i ragazzi un po‘ sbracati che bazzicano da quelle parti; poi sono arrivate 15 sudamericane, e circa una settantina di maschi, alcuni con fidanzata al seguito. Mi hanno offerto due drink e con calma mi sono diretta alla dark room, permettendomi di rifiutare le avances di chi pareva già abbastanza "bevuto"; presa da improvvisa ed incrollabile sicurezza nelle mie doti, accetto solo che uno si inchini dietro di me - mi dico - ; ne vedo finalmente uno, lo prendo e di forza gli spingo la testa contro il mio culo, che comincia a leccare con dedizione, mentre alcuni ragazzi fanno capolino sullo sfondo.
Bell’inizio- mi dico - non credevo.

Poi, verso le 5.30, discoteca piena, io sola in fondo alla stanza a specchi semibuia, seduta in sorridente ed interrogata attesa, con 7 ragazzi (li ho contati) che mi vengono incontro. Il primo si fa avanti sguainando il cazzo; non avendo le lenti, mi chino di lato e noto che merita, la cappella aveva già un diametro di 7-8 cm. Comincio devotamente a succhiarlo mentre la parrucca bionda gli accarezza su e giù dolcemente la pelle delle gambe. Mentre la mia vista può spaziare soltanto sui genitali del ragazzo, mi rendo conto di avere qualcun altro impaziente al fianco e quindi mi alzo, sporgendo in fuori il culetto morbido e depilato, e dopo un secondo sento mani vogliose che lavorano le mie chiappe: a questo punto il ragazzo che stavo devotamente succhiando si impunta "no, c'ero prima io!" mi rivolta contro il muro e faccio appena in tempo a mettergli la crema lubrificante che già mi sta stantuffando con impegno. L'altro ragazzo, che aveva misurato prima le mie terga, mi impone a questo punto di prenderglielo in bocca, ti giuro che era più grosso dei precedenti: passo così alcuni minuti, non so quanti perchè sto bene, percepisco che altri ragazzi a distanza di un paio di metri, si stanno disperatamente masturbando, nella speranza di prendere a breve il posto dei primi due. Il primo, professionalmente impegnato in colpi di media intensità e ritmo, viene ansimando un filino ed il secondo, di scatto e con decisione mi tira dalla sua parte, nell'angolo vicino allo specchio; è autoritario, forse troppo, pensa evidentemente che le femmine di qualsiasi tipo, vere o presunte, vadano prese per puttane, quindi in malo modo. Lo fermo, metto anche a lui il preservativo, lo guardo dall'alto dei miei 185 cm più i tacchi come per dirgli "se mi monti è perchè lo voglio anch’io, chiaro!". Mi volto appoggiando le mani sul muro e lui me lo schiaffa di forza dentro: fortunatamente ero già molto aperta, altrimenti con i suoi 25 cm (non meno) mi avrebbe sventrata. Continua ad essere molto deciso, ma adesso la cosa non mi dispiace, mi abbandono lentamente ai suoi colpi di ariete, le mie urla sono coperte dalla musica quasi assordante, vedo con la coda dell’occhio dei capelli lunghi che appaiono all'ingresso, sono sudamericane che vedono la stanza molto occupata e si ritirano.
Lo scopatore, poco più che ventenne, deve essere un capo di branco, perchè noto che gli altri ragazzi si sono ritirati di un paio di metri, come a lasciare libero il capo di soddisfarsi senza rivali. Le sue mani mi stringono sempre più forte le chiappe e lui mi sbatte con ritmo sempre più veloce, sto andando in trance, come quei monaci danzanti dell'Anatolia che girando vorticosamente su se stessi arrivano a perdere conoscenza; mentre le mie urla soffocano, capisco che questo è piacere allo stato puro, vorrei non smettesse mai. Alla fine, biascicando un secco ma dovuto "troia!" viene; tira fuori una canna che mi rendo conto finalmente essere da cavallo e se da una parte sono soddisfatta dell’aver retto a cotali dimensioni, dall’altra il mio sederino ne risente, i miei fianchi pure, non sono più una ragazzina. Lui se ne va senza neanche un “Ciao“, se no che uomo sarebbe, gli altri mi guardano imploranti, ma io non me la sento più.

Sono come presa da misticismo, penso che per stasera ho dato, è saggio limitarsi, in fondo sono una femmina di cultura e di mondo, non una vacca da monta.
Vado a risistemarmi in bagno, brevemente perchè lì circolano individui fatti e strafatti, non vorrei mi chiedessero due euro puntandomi il coltello.
Torno sulla pista da ballo, dove incontro Franco, un ragazzo che mi aveva più volte sorriso in precedenza, mentre al bancone del bar era con un suo amico con la faccia da seminarista; mi presenta la sua ragazza, romana, mora con gli occhi verdi, una vera gnocca. Le dico che Roma è la città più bella del mondo, ma che non ci vivrei perchè in fondo sono un’ingenua, lì invece sono tutti paraculi e se tu non lo sei finisce che vivi male; lei nega, dice che quelli che conosce sono tutti bravi ragazzi e che non avrebbe mai lasciato Roma se non per il fidanzato. Che cosa avrà poi lui? Sarà anche carino in viso, ma a me interessa altro.
Mi dirigo nuovamente alla dark room, accompagnata da un ragazzo di Campobasso, che fa il motociclista e vuole sapere tutto di me e della vita notturna, pensando che io sia un'enciclopedia vivente del sesso; deve avermi visto mentre scopavo e si è fatto delle strane idee. Quando vado a ballare gli lascio la borsetta e prima di sedermi mi sposta la sedia come un gentiluomo. Tenero. Dicevo che entro nella dark room, mi si fa incontro Franco, il ragazzo di prima, sguaina il cazzo e mi dice "Ti prego, la mia ragazza è andata fuori a fumare!". Io lo guardo ridendo come a dire "allora il paraculo sei tu!" e mi metto a succhiare molto lentamente, sperando che quella sigaretta finisca e la bella in qualche modo si accorga dello stronzo, quanto è stronzo!. Dopo due minuti lui deve scappare e tornare in pista, senza essere venuto (ah, ah, ah!), con la nerchia gonfia che fatica a rientrare nei pantaloni stretti. Vado in pista, mi metto a ballare vicino alla ragazza romana, dicendole "è furbo il tuo ragazzo!" Lei "perché me lo dici, forse mi ha tradito??" ed io "No, guarda, non ti ha tradito con nessuna donna, credimi!!!" . Mentre mi allontano lei mi guarda a bocca aperta, forse sta per capire, però io ho fatto tardi, sono quasi le sette del mattino.
Mi dirigo al guardaroba, dove lavora un ragazzo imbacuccato con la sciarpa perché lì arriva una presa d’aria gelida, mentre nel resto della discoteca si superano i 30 gradi. Sto per presentare il numerino e mi accorgo che 3 ragazzini imberbi, segni di acne sul viso, mi guardano e sorridono. Mi invitano a sedere, vengono dall’Argentario e sono felici quando gli parlo della laguna di Orbetello e del pesce spada che si vendeva a tranci sul molo di Porto Santo Stefano, prima che questa usanza sembrasse poco igienica; gli dico scandalizzata :“ma siete dei ragazzini, quando rientrate a casa?” e loro stupiti “no, noi tre abbiamo diciotto anni” come a dire che il quarto è minorenne. Mi frulla nel cervello un carosello di pensieri, forse sarebbe carino che mi prendessi cura di questi regazzini dispersi nella metropoli, potrei insegnar loro tante cose…Ma No, mi viene in mente quell’insegnante che faceva le ripetizioni nuda a Nova Milanese, quante ne sta passando…..! Mi vergogno di averlo solo pensato, in bocca al lupo e salutatemi l’isola del Giglio!
Mi aiutano a rimettermi il cappotto; la musica è diventata assordante, le brasiliane sono nude e tette al vento, ho voglia di dormire.
Così è finita la nottata.
Voto: ottimo!

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