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Confessioni di una troiona (2)


di culettosodo
24.05.2013    |    15.485    |    3 8.4
"Io urlo ancora dal dolore, ma adesso con meno foga, ormai mi ha sfondato per bene il culo profumato e mi sta cavalcando senza ritegno, ora mi piace davvero,..."
.....mi abbasso, non guardo più nello specchio che troneggia voluttuoso sopra il letto, voglio assaporare ad occhi chiusi la dolcezza ed il vigore quanto Aurora sta per farmi. Mi aspetto di sentire il calore tenero del suo glande penetrarmi lentamente, per poi allargare il buco muovendosi ritmicamente, ma con sapiente dolcezza.

E invece dopo una prima sortita lenta e quasi intimidita, il suo pene turgido ed impertinente è così duro e impaziente che accelera di forza nel culo penetrandolo tutto in una frazione di secondo, e facendomi urlare come una scrofa ferita al mattatoio “Aaaahhhh!”. Provo a stringere le chiappe - sono molto più robusta della mia odierna padrona, dovrei riuscire a frenare i suoi colpi per me dolorosi - e invece lei spinge con tanta foga avanti e indietro che pare un’invasata dal sesso, una ménade posseduta dal dio Dioniso che gli ha ordinato di incularmi senza pietà: “Prendi, vacca, prendi…oh che gran culo che hai!!”. Io urlo ancora dal dolore, ma adesso con meno foga, ormai mi ha sfondato per bene il culo profumato e mi sta cavalcando senza ritegno, ora mi piace davvero, vorrei che non smettesse mai, la mia testa comincia a girare e ad abbandonarsi al piacere “uuaaahh…siiiiii”. Con la punta della lingua tocco le labbra ancora piene di rossetto, per farle capire che mi piace davvero, che tra i tanti suoi trofei ora ha anche il mio culo e poi mi lascio andare ai suoi colpi continui e generosi, che riempiono l’aria dello splendido rumore dei suoi fianchi che si infrangono ritmicamente contro la pelle dei miei glutei...

Dopo vari minuti, non so dire quanti, di inculata potente e selvaggia, Aurora si ferma ansimando e noto che si alza sulle ginocchia, come per farmi qualcosa che mi sistemerà del tutto, chissà cosa mi domando… Prende una calza di nylon rimasta sul bordo della poltroncina di raso e, stringendomi le gambe con le sue ginocchia affinché io non provi a recalcitrare, mi prende con movimenti delle braccia secchi e decisi prima un polso e poi l’altro, e me li lega stretti stretti, facendomi male; io mi lamento per quella mossa imprevista e così prepotente, che mi toglie l’appoggio delle mani sul letto e mi fa cadere con il naso imbellettato nella coperta, ma in realtà in fondo mi piace essere maltrattata ed usata, mi fa sentire proprio come la troiona che fino allora ho vista riflessa nello specchio.
Lei è indifferente a qualsiasi mio lamento, mi tira per i polsi ora legati e mi urla: “alzati , troia, che voglio vedere come ti muovi davanti a tutti; voglio vedere quanto sei puttana!” e così dicendo sfila dai miei pantaloni la cintura di cuoio, come a dire: ”ora ti torturo con i tuoi stessi strumenti e vedremo come godi e come ti piace “. Non le dico nulla, fingo di soffrire questi maltrattamenti, di non sopportare più le costrizioni che lei mi impone, ed invece sono curiosa ed ansiosa al tempo stesso; ho le mani legate e così non posso impedire ad Aurora di assestarmi una tremenda sculacciata, la più forte della serata, così forte che noto la sua mano arrossata e penso che deve avermi stampato palmo e cinque dita sul culone morbido e bianco. Aurora è una padrone così esperta, mi fa sentire proprio una puttana, come tante donne vorrebbero tanto essere trattate ma non hanno il coraggio di dirlo!
Aurora apre la porta della stanza e mi spinge fuori senza tanti complimenti, piantando la sua scarpina di lacca rossa con tacco 15 sul mio fondo schiena ora tanto bistrattato: “fuori, zoccola, ora ti scopo in pubblico, visto che lo vuoi tanto..!”. Io inciampo leggermente con il tacco di metallo sulla soglia della stanza e vado a sbattere contro il muro di fronte, vicino alle auto posteggiate dei clienti, con il cofano ancora caldo.
Mentre penso con sollievo che avrei potuto farmi male davvero contro quel muro ruvido, sento il rumore delle auto nella vicina superstrada, intuendone i fari che si incrociano nell’incipiente serata. Aurora si ferma sulla soglia della camera, la cintura di cuoio tra le mani, e mi guarda con compiaciuto disprezzo: “Eh, se facessero una piccola deviazione, potrebbero vedere quanto sei troia!”; già, magari qualcuno scenderebbe dall’auto con il cazzo sguainato per farmi la festa, wow, come nei sogni più spinti!
Mentre siamo lì, una di fronte all’altra a fissarci in quel lungo duello erotico che lei è destinata a stravincere, passa a pochi metri un’auto con a bordo un distinto signore sulla sessantina ed una donna dai capelli cotonati, sembrano un Direttore e la sua Segretaria; Aurora sembra volerci sottrarre alla vista di quella tenera coppia in cerca di casto e collaudato sesso clandestino: mi passa la cintura intorno al collo e mi tira verso di lei, come se volesse farci rientrare nella stanza, invece mi ritrovo in ginocchio, con la bocca davanti a quel cazzo prepotente che mi ha posseduto fino a pochi istanti prima……(continua alla prossima puntata)
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