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Lui & Lei

Vado a prendere Silvie...


di renko
05.03.2021    |    5.404    |    3 9.6
"La prima volta che l'ho vista a casa dei nonni, qualche anno fa, ne sono rimasto abbagliato..."
Attenzione che se continuate a leggere vi beccate un'altra puntata della "saga" con protagonista Mara e sua cugina Silvie. Per chi non ha letto i precedenti racconti con le due cuginette protagoniste faccio un breve riassunto.
Mara è la moglie di Paolo, il dottore del mio paesino nell'alto Veneto, gran puttaniere e fedifrago. Stufa di grattarsi le corna, generosamente ricambiate col sottoscritto in realtà, l'ha finalmente mollato e da un paio d'anni viviamo insieme. Silvie è una meravigliosa francesina che a volte viene a passare l'estate dai nonni materni, zii di Mara. La prima volta che l'ho vista a casa dei nonni, qualche anno fa, ne sono rimasto abbagliato. Nonostante la mia goffaggine e qualche pasticcio che non sono riuscito ad evitare, ho potuto godere delle sue grazie, e che grazie! Ciliegina sulla torta: le due cuginette non disdegnano di rotolarsi tra le lenzuola fra loro, e una volta ho partecipato anch'io alla "merenda" a base di patatine! Ah dimenticavo, siamo verso la fine dei meravigliosi anni ottanta!
Devo ammettere che sono un po' eccitato! Silvie torna in Italia dopo tre anni di assenza e la ospitiamo io e Mara, i nonni sono rimasti in Francia, troppo anziani per viaggiare. Arrivo in aeroporto giusto in tempo per vedere i primi passeggeri uscire dalle porte scorrevoli. Sono circondato da un allegro chiacchiericcio di erre mosce di gente pronta a godersi la vacanza italiana. Cerco la mia francesina tra la massa di transalpini rumorosi.
Finalmente appare in tutto il suo splendore! Sandaletti con un accenno di tacco, minigonna jeans molto mini, maglietta senza maniche con generosa vista sulle colline d'oltralpe, capelli raccolti in una coda di cavallo che lasciano scoperta la nuca e un visino sbarazzino che mi incanta ogni volta che lo vedo!
Mi corre incontro e mi abbraccia felice, la stringo a me e ho subito la conferma che tette e culo sono belli sodi oltre che disegnati da Pininfarina! Ci scambiamo subito tre baci sulle guance, recupero quei venti centimetri di distanza che mi permettono di perdermi nei suoi occhi da cerbiatta e le sussurro: "Tutto qui?"
Le si allarga un sorriso malizioso, una sbuffatina di finta insofferenza, uno sguardo buttato al cielo e mi incolla le labbra sulla bocca facendosi largo con la lingua fino ad incontrare la mia.
Un bacio "alla francese" direbbe uno scrittore spiritoso!
Non mi staccherei più da lei, la sua bocca è fresca e sa di fragola, la sua pelle calda fa venir voglia di percorrerla tutta molto lentamente, stringo leggermente la nuca di questa meraviglia della natura e, dopo l'ultimo turbine di mucose, mi stacco malvolentieri da lei. Recupero il bagaglio e in un lampo siamo in auto diretti verso casa.
In auto ci scambiamo le solite chiacchiere di chi non si vede da molto tempo. Ha un mezzo ragazzo a Parigi, niente di serio. I genitori stanno per separarsi, non in modo indolore. Io la aggiorno sul menage tra me e Mara, la casa, i vicini, le voci in paese su di noi, bla, bla, bla...
"Sono contento che finalmente sei tornata, passeremo dei bei giorni insieme, vedrai".
"Sì, non vedo l'ora di riabbracciare Mara. Mi è mancata molto ultimamente. Sai come siamo legate, anche se viviamo distanti."
Eh sì, lo so eccome! Ho ancora in mente la visione di queste due strafighe che si leccano a vicenda e si torturano i capezzoli rotolandosi sul letto davanti alla mia erezione da record. Il ricordo di quel pomeriggio indimenticabile mi fa allungare la mano ad accarezzare la gamba nuda di Silvie. Risalgo verso il capolinea scostando il gonnellino che non oppone la minima resistenza. Anche lo slippino bianco si scansa confermando l'assenza di peli lì dove osano le aquile (o un altro tipo di uccello!).
"Fermo, che sono tutta sudata!"
Mi sgrida la mangiatrice di lumache, poco convinta in realtà. Faccio inversione di marcia con la mano e raggiungo lentamente il ginocchio stringendolo con le dita.
"Io mi fermo, ma sappi che mi costa una bella fatica. Ma ti sei vista? Faresti eccitare anche un morto!"
"Voglio proprio vedere se è vero..."
La sua manina esperta mi apre la zip e si intrufola alla ricerca del giocattolo nascosto. Lo trova subito perché era già in pre-allarme da quando Silvie si è seduta in auto e ho avuto conferma che, come la cugina, è allergica al reggiseno. Decide che nei miei calzoni c'è poco spazio e me lo tira fuori avendo cura di far uscire anche le "olive" allegate. La lenta sega che inizia è accompagnata da un massaggio alle palle che mi lascia senza fiato.
"Mah, me lo ricordavo più grosso! Si vede che Mara e la vicina di casa te l'hanno consumato!"
"Prova con la respirazione bocca-a-cappella, forse torna quello di una volta..." Propongo incrociando il suo sguardo eccitato. Si passa la lingua sulle labbra in modo sensuale senza staccare gli occhi dai miei. La mano stringe un po' la presa e aumenta il ritmo della sega. Vuole farmi aspettare ancora un po' per aumentare la mia eccitazione, ma più di così non saprei proprio cosa possa aumentare...
Finalmente si china verso il mio amichetto, compagno di tante avventure, e sento la sua lingua accarezzarmi la cappella gonfia. Qualche lapppata per prepararmi e poi lo fa sparire magicamente in un sol boccone, sento la sua bocca morbida e calda che accoglie il mio fratellino al colmo della felicità. Con una mano sulla sua nuca nuda accompagno il movimento lento e sapiente della porcellina. Ogni volta ne ingoia un po' di più, quando risale si sofferma a succhiarmi la punta, la lingua saetta impazzita sulla mia asta. Che pompino magistrale!
Miracolosamente riesco a restare in strada nonostante mi manchi il respiro e il cuore pompi anche più della francesina appoggiata alle mie ginocchia! Forse per controllare che effettivamente io stia ancora guardando la carreggiata si gira verso di me e candidamente, sbattendo le lunghe ciglia da cerbiatta, mi chiede: "Ti piace?"
Mi piace? Se mi piace? Ma vi pare una domanda da fare a un povero cristo in piena estasi pompinesca che dura ormai da qualche chilometro? Ho tutto il cazzo nella gola di una strafiga da paura, che me lo ciuccia divinamente, sono a un passo dallo scaricare tutto il "prodotto interno lordo" nella bocca più sensuale che abbia mai attraversato le Alpi, e mi chiede se mi piace!!!
"Hhhhhssssmmmmmffffff..... (è più o meno il verso che riesco ad emettere concentrandomi attentamente). Ccccosì cccosì....." Le rispondo, perché non riesco proprio a non cercare di essere spiritoso in ogni occasione!
"E se faccio così?" Mi risponde maliziosa.
Cari amici miei che sprecate il vostro tempo a leggermi, non saprò mai quale acrobazia si sia inventata la maialina, ma improvvisamente sento una vampata di calore risalirmi dall'inguine alla pancia, una mano invisibile entrarmi nello scroto e requisire tutto lo sperma disponibile per portarselo via con grande prepotenza.
Un orgasmo sconvolgente mi svuota le palle in un istante. Ho eruttato una quantità di lava bollente nella bocca di Silvie che ha iniziato a inghiottire tutto quello che era possibile senza smettere di pompare nemmeno un istante. Sento i versi che emette nella lotta per non sprecare nemmeno una goccia di succo e mi eccito ancora di più.
Cerco disperatamente di recuperare fiato e... non credo ai miei occhi!
Come "ai miei occhi" direte voi, che caspita c'entrano adesso. E invece no, sono proprio gli occhi che vedono una paletta rossa comparire improvvisamente dal bordo della strada e agitarsi nervosamente su e giù ad intimarmi di fermare l'auto! Attaccata alla paletta c'è una mano che sbuca da una divisa blu che termina con una visiera nera su cui si riflette una fiamma argentata...
"Cazzo, i Caramba!" riesco a sussurrare appena mi entra un minimo di aria nei polmoni. Si vede che l'ossigeno ha svegliato il mio neurone attivo che immediatamente mi ordina di schivare la divisa blu, ormai a pochi metri dal paraurti, di rallentare e accostare una ventina di metri oltre i militari che dallo specchietto retrovisore mi guardano increduli.
Silvie si rialza e intuisce dalla mia espressione che siamo nei guai. Si ricompone alla meglio ma ci sono evidenti tracce della marachella che ha appena combinato, poco male... rimedia subito raccogliendo con le dita le gocce schizzate sul viso e sulla maglietta, poi con un sorriso sornione se le pulisce con la lingua senza smettere di fissarmi!
Sono ancora in ammirazione dello sconvolgente spettacolo quando sento bussare sul finestrino. E' la stessa mano che spuntava dalla divisa blu che mi fa segno di abbassare il vetro. Eseguo mestamente con lo sguardo più avvilito che riesco a produrre.
"Buongiorno, come mai non si è fermato all'alt?" mi chiede brusco con un accento siciliano.
"Buongiorno a lei, mi dispiace davvero ma ero distratto e non l'ho vista subito, ma come vede mi sono fermato appena ho potuto. Se avessi frenato bruscamente sarebbe stato pericoloso per le auto che mi seguivano a distanza ravvicinata." cerco di essere più gentile possibile ma anche convinto che la strana manovra che ho fatto sia da giustificare, speriamo di convincerlo...
"Patente e libretto!" taglia corto il siculo, poco convinto dalle mie parole. Si affaccia al finestrino per controllare l'interno dell'auto e in quel momento vede il visino della francesina che gli sorride innocente.
"Non stavamo mica correndo troppo veloci, vero?" gli chiede arrotando le erre come solo lei sa fare.
Il caramba non può che perdersi nei suoi occhioni sfanalanti, resta senza parole e con la bocca aperta guarda prima lei e poi me, poi ancora lei e ancora me, abbassa lo sguardo e vede il mio fratellino che, provato dalla dura lotta con la lingua della bella turista, giace privo di vita sul campo di battaglia...
Realizzo che sono perduto, non ho scampo questa volta. Chissà cosa mi aspetta adesso? Silvie invece, accortasi che il carabiniere mi fissa l'uccello incredulo, con la massima naturalezza allunga la mano e delicatamente me lo rimette nei pantaloni, tira su la zip e gli dà due colpetti come a dire: "adesso vai a riposare, caro", poi rivolge alla divisa blu il sorriso più innocente del mondo.
Passano pochi secondi, che a me però sembrano secoli, nessuno dei tre sa più cosa dire. A sbloccare la situazione è il carabiniere che con un mezzo sorriso e scuotendo il testone mi restituisce patente e libretto, si porta la mano alla fiamma argentata in segno di saluto e rialzandosi ci dice:
"Andate, andate, ma mi raccomando signorina, il freno a mano è quello lì, più vicino a lei...!"
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