Gay & Bisex

L'oasi


di pomponio
26.12.2019    |    1.498    |    4 9.9
"Nonostante fossi bello largo per la serata precedente, faceva fatica ad entrare ma è entrato, in piedi spingeva appoggiando le sue cosce sulle mie..."
Partire è ogni volta un’emozione e, nonostante abbia volato tante volte, c’è sempre quel qualcosa in più che ti agita come se fosse a prima volta, specialmente se sai di tornare in un posto meraviglioso.
Anche se in autunno inoltrato, l’aeroporto era alquanto affollato ed il tempo non passava mai. In certe condizioni anche un minuto ti sembra un’eternità e tutti quei controlli non sembravano finire mai.
Riesco finalmente a salire sull’aereo e dopo tutte le dimostrazioni di sicurezza si riesce a decollare. Un volo breve, poco più di un’ora, ma dalla partenza all’arrivo, cambiava un mondo. Dall’Italia all’Africa cambia tutto, profumi, suoni, temperatura, lingua. Cercando di evitare i soliti tassisti ladroni riesco ad arrivare alla stazione dove trovo il treno che mi porterà alla tanto amata oasi ai margini del Sahara.
Prendo posto nel solito alberghetto e mi faccio una doccia per riprendermi un poco.
Si è fatta sera ed un giretto nella piazza dell’oasi è doveroso, anche nella speranza di ritrovare qualche amico conosciuto nell’ultima visita o conoscerne di nuovi.
Mentre chiacchieravo con un gruppo di ragazzi, mi sento chiamare, voltandomi rivedo Aziz, un ragazzone alto, magro con il suo abito berbero che tanto mi piace.
Ci salutiamo con affetto con i soliti 4 baci ed un abbraccio. Sono felice di rincontrarlo e, a quanto pare, anche lui. Aziz ha un accampamento ad una decina di km dall’oasi, in pieno deserto, composto da varie tende nelle quali porta turisti per vedere il tramonto nel Sahara e passare la notte prima di ritornare all’oasi in groppa ai cammelli. Lui parla discretamente bene italiano oltre ad un numero indefinito di altre lingue imparate dai viaggiatori di varie nazioni.
Già l’ultima volta che ci eravamo visti mi aveva invitato a vivere l’esperienza ma, onestamente, non trovavo la cosa molto comoda e mi sembrava superflua anche perché potevo vedere i tramonti direttamente dall’oasi e poi dormire comodamente in albergo.
Dopo un po di chiacchiere torna ad invitarmi dicendomi che doveva andare solo a smontare le tende, la stagione era finita e riportava tutte le tende a casa. Non era un invito interessato, sarei solo stato gradito ospite suo e di un suo collaboratore.
Non vedendomi ancora molto convinto, chiama l’altro ragazzo che sarebbe venuto con noi per presentarmelo e cercare con lui di convincermi. Arriva un pennellone alto come Aziz, un viso sorridente ed una bocca piena di denti bianchissimi, due occhi neri incantevoli che mi porge una mano enorme e mi saluta con simpatia.
Come potevo rifiutare? Mi informo sulla comodità dei letti e la possibilità di fare anche una doccia. Tutti e due mi rassicurano che non c’è nessun problema di nessun genere.
Praticamente all’alba partiamo con cinque cammelli, tre portavano noi e gli altri sarebbero stati caricati con il materiale da riportare indietro.
Scopro finalmente il famoso accampamento, erano rimaste poche tende, la maggior parte erano già state portate via dai miei amici. Mentre loro smontavano il rimasto, passeggiavo nei dintorni con la mia macchina fotografica ed immortalavo le dune del deserto ed i ragazzi al lavoro. Un pranzo fugace a base di cous cous portato da casa ed un po di rilassamento bevendo thè caldo. Arriva il tramonto, uno spettacolo incredibile, veder scomparire il sole dietro le dune ha un fascino che non si può descrivere, bisogna vederlo.
Al momento di andare a letto mi rendo conto che è rimasta solo una tenda ed una specie di doccia all’esterno senza particolari protezioni che potessero garantire una certa privacy. Aziz mi dice che loro fanno la doccia insieme per consumare meno acqua possibile e che se non avessi avuto problemi potevo farla con loro...e certo che non ho avuto problemi. In tre completamente nudi ci mettiamo sotto un rivolo di acqua riscaldata dal sole. Tra sguardi maliziosi da parte di Aziz ed Abdul, cosi si chiama l’amico, qualche erezione che non è mancata da parte di tutti, noto due uccelli veramente “interessanti”. Tutti e due circoncisi come tradizione araba, ma di dimensioni notevoli e molto simili tra loro.
Al momento di entrare in tenda, mi accorgo che per terra c’era un solo grande letto ricavato dall’unione di 3 materassini e mi dicono che l’hanno uniti per il freddo della notte, vicini saremmo stati più caldi.
Ormai avevo la certezza che la notte avremo dormito poco...
Mi sono messo nel centro, ci siamo coperti ed hanno spento la lampada.
Aziz davanti a me cercava la mia mano che era già pronta per portarsela sull’uccello duro come un legno mentre Abdul, dietro di me, poggiava il suo cazzo sulle mie chiappe. Liberatomi dalle incertezze e dai timori, mi sono eccitato ed ho cominciato ad accondiscendere alle loro proposte. Aziz mi fece capire che voleva che glielo succhiassi, costringendomi cosi ad una posizione che esponeva il mio deretano alle voglie di Abdul che stava tentando inutilmente di infilarmelo in culo senza nessuna lubrificazione...non entrava. Succhiavo voracemente Aziz e, con un po di saliva ho bagnato sia l’uccello di Abdul che il mio culo e cosi quel palo cominciava ad entrare.
Un piccolo sussulto di dolore ha fermato Abdul che mi ha sussurrato se doveva fermarsi ed invece di rispondere ho spino bene il culo indietro per farlo entrare fino all’ultimo millimetro e poi l’ho pregato di stare fermo per qualche attimo permettendo che si dilatasse con calma. In quattro voraci pompate Aziz mi ha riempito la bocca ansimando come una locomotiva, questo ha dato vigore ad Abdul che ha cominciato a pomparmi lentamente e delicatamente.
Si sono detti qualcosa in arabo ed Abdul ha sfilato il suo cannone dal mio culo girandomi e mettendomelo in bocca mentre Aziz che adesso mi stava dietro, ci ha messo il suo. Anche qui un breve sussulto, la cappella di Aziz è più abbondante dell’altra ed al suo ingresso, ne ho notato la differenza. Con mia grande sorpresa Abdul mi ha sfilato il suo uccello dalla bocca per infilarci mezzo metro della sua lingua, non me lo aspettavo, baciava in un modo divino mentre Aziz ci dava dentro con impegno dopo essere già venuto una volta. Non dimenticherò mai quei baci, un vero portento, ma dopo qualche minuto mi ha rimesso il cazzo in bocca per venire copiosamente anche lui.
Al suo ansimare, anche Aziz è arrivato per la seconda volta. Si è alzato per andare a darsi una sciacquata, lasciando campo libero ad Abdul che non ha esitato a mettermi a pecora rinfilarmelo in culo, ormai bello aperto e lubrificato, tanto che non ci ha messo molto a finire la seconda. Tutti ci siamo rinfrescati e tornati a letto ma questa volta mi sono messo su un fianco verso Abdul, cercando la sua bocca e mi sono accorto che anche lui faceva la stessa cosa. Abbiamo ricominciato con i baci, caldi e profondi tanto che il suo uccello non ha tardato a ritornare in piena vita ed a volere le mie attenzioni. Non me lo sono lasciato ripetere, ero eccitatissimo, io non ero ancora venuto. Mi sono messo in ginocchio per succhiarlo meglio esponendo il culo al vento, ma non per molto. Aziz non si è lasciato scappare l’occasione e trovandosi le mie chiappe completamente aperte davanti al muso, ha cominciato a leccarmelo con particolare maestria. Non ci stavo capendo più un cazzo, godevo come poche volte nella vita, poi Aziz mi ha di nuovo infilato mentre con le mani mi teneva per i fianchi sfiorandomi il cazzo. Quella situazione ci ha portato a venire praticamente tutti insieme, urlando come maiali. La scopata finiva li, ormai stanchi e soddisfatti ci siamo addormentati. Ho dormito come un ghiro, tanto che la mattina mi hanno svegliato loro con una tazza di caffè che mi hanno portato completamente nudi ed il cazzo duro...inutile dire che se il buon giorno si vede dal mattino, ho, con piacere, sbocchinato tutti e due. Alla luce del giorno ho potuto vedere bene i corpi di tutti e due, esili ma muscolosi al punto giusto, come hanno quasi tutti i ragazzi di 25 anni e due cazzi veramente degni di nota.
Siamo arrivati all’oasi nel primo pomeriggio, salutandoci con i soliti convenevoli come se nulla fosse accaduto ma con la mia promessa di tornare presto, magari nello stesso periodo per “accompagnarli” a smontare l’accampamento.
La mattina dopo sarei dovuto partire, quindi non ci siamo dati appuntamenti per la sera, ero troppo stanco per fare tardi. Sono andato a cena da Samir, un bel ragazzo col quale avevo scopato qualche anno addietro che ha un piccolo ristorantino, ma nel frattempo si era sposato e non avevamo avuto più occasione di stare insieme.
Non c’erano molti clienti e si è seduto con me chiacchierando dei vecchi tempi e raccontandomi di aver preso in gestione un piccolo albergo dove stava facendo lavori per renderlo più moderno. Alla fine della cena, mi ha invitato a vedere i lavori e se potevo dargli qualche consiglio. Ho accettato ma dicendo che non volevo fare troppo tardi perché sarei dovuto partire la mattina presto. L’albergo è proprio accanto al ristorante quindi sarebbe stato tutto molto veloce. Entriamo e vedo un sacco di poltrone e divani ammucchiati per permettere restauri sui muri. Mi porta al piano superiore per chiedermi consigli su come arredare una terrazza...si, la terrazza...in men che non si dica me lo trovo nudo davanti a me che mi dice che anche lui ha poco tempo e bisogna sbrigarsi. Ricordavo vagamente il suo uccello, ma lo ricordavo per la particolare larghezza. Dopo qualche sapiente slinguazzata, mi ha girato e siamo passati al sodo. Nonostante fossi bello largo per la serata precedente, faceva fatica ad entrare ma è entrato, in piedi spingeva appoggiando le sue cosce sulle mie abbracciandomi e stringendomi come piace a me...se lo ricordava ancora.
Mentre mi sussurrava che si ricordava ancora delle notti passate insieme tempo fa, in fondo erano passati solo 6 anni, rallentava le sue pompate e, baciandomi nel collo, arrivava con forti scossoni di piacere.
Stavo seduto nella sala d’imbarco dell’aeroporto africano chiedendomi se tutto ciò fosse veramente accaduto, era successo tutto cosi velocemente ed inaspettatamente da sembrare solo un sogno, quando squilla il telefonino, rispondo ed è Aziz che mi saluta dicendomi che già gli manco...allora era tutto vero...devo riorganizzarmi per un'altro viaggio.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per L'oasi:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni