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Gay & Bisex

Pallavolisti 03


di Membro VIP di Annunci69.it archer81
24.06.2017    |    19.910    |    3 9.6
"Bastò un tiro a stordirmi leggermente e a darmi quel senso di leggerezza che mi faceva stare bene e probabilmente un sorriso ebete comparve sul mio volto..."

Fui costretto a rinchiudermi in una delle toilette per sfogare la tensione erotica accumulata ed con pochi colpi di mano riuscii velocemente a sborrare una ingente quantità di seme che imbrattò le piastrelle del bagno.

Non potevo rimanere ancora a lungo lontano dagli altri per non destare sospetti o suscitare in loro curiosità che avrebbe portato a domande a cui non sarei stato in grado di rispondere; mi sciacqui il volto arrossato e cercai di riprendere un aspetto normale nonostante il mio cuore battesse fortemente e lo sentissi quasi in gola.

Fortunatamente nessuno chiese nulla e, dopo poco, tra mille imbarazzi da parte mia Mirko mi riportò a casa come se non gli avessi mai segato il cazzo.

Passarono ancora delle settimane senza che ci fosse occasione di ritrovarsi in situazioni analoghe seppur da parte mia ci fosse un latente desiderio di poter ripetere certe esperienze e la fantasia galoppasse incontrollata soprattutto durante le mie frequenti masturbazioni.

Poi ci ritrovammo nuovamente a dover sostenere una trasferta abbastanza lunga ed impegnativa e, casualmente o forse non del tutto, mi ritrovai in macchina con Giacomo alla guida e Mirko accanto a lui; la partita non fu entusiasmante e, nonostante gli sforzi ed il forte dispendio di energie, non riuscimmo ad uscire vincitori.

Sulla via del ritorno l’atmosfera non era delle migliori e Mirko e Giacomo discutevano con passione degli schemi applicati e degli scambi giocati cercando di individuare gli aspetti più critici e le aree di miglioramento.

Eravamo ormai alle porte della città ed era quasi mezzanotte, pur essendo quasi alle porte dell’inverno la temperatura non era proibitiva seppur l’umidità si facesse sentire e Giacomo cominciò ad insistere con Mirko sulla necessità di rilassarsi un po’ prima di tornare a casa.

Il capitano non era molto concorde con l’idea dell’amico rispondendo a bassa voce, sperando forse che io non sentissi, che con me presente forse non era il caso; le insistenze di Giacomo però erano continue finché Mirko cedette ed acconsentì facendosi promettere però che avrebbero fatto in fretta.

Uscirono con l’auto dalla statale entrando dapprima in una piazzola di sosta e poi infilandosi in una stradina abbastanza stretta circondata da alberi e cespugli fino ad arrivare ad uno spiazzo in aperta campagna.

Scesero dall’auto e mi invitarono a fare lo stesso; eravamo in piedi sotto la luce della luna e capii subito che l’intento di Giacomo era quello di fumarsi una canna in tutta tranquillità. Insieme a Mirko si appoggiò all’auto e cominciarono a passarsi la canna facendo dei tiri profondi e rilassanti.

Io li guardavo stando davanti a loro, come mio solito imbarazzato non avendo mai provato a farmi una canna. Mirko mi invitò a fare un tiro dal quale io non mi sottrassi non volendo fare almeno questa volta la figura del ragazzino.

Bastò un tiro a stordirmi leggermente e a darmi quel senso di leggerezza che mi faceva stare bene e probabilmente un sorriso ebete comparve sul mio volto considerate le battute e le prese in giro dei due ragazzi verso di me.

Giacomo era evidentemente su di giri e continuava a dire che per concludere bene la serata ci sarebbe voluta una bella sborrata, ridendo poi sguaiatamente per le sue battute triviali. Mirko che invece non sembrava essere particolarmente inebetito sorrideva alle battute dell’amico dicendo che se voleva poteva trovarsi qualche zoccola sulla statale per svuotarsi le palle.

Andarono avanti così per alcuni minuti fino a quando Giacomo disse che almeno una sega doveva tirarsela e si slacciò quindi i jeans abbassando leggermente i boxer e tirando fuori il cazzo barzotto cominciò a segarselo.

Aveva un bel cazzo in erezione, con una cappella abbastanza grossa che sormontava un’asta più minuta e che sembrava leggermente sproporzionata ma che nel complesso attirava l’attenzione, soprattutto la mia che, complice la canna, mi ero subito eccitato.

Dopo pochi istanti anche Mirko tirò fuori il suo cazzo e cominciò a menarselo fissandomi negli occhi e invitandomi ad avvicinarmi mentre Giacomo si segava con velocità ed intensità.

Mossi i pochi passi che ci separavano allungando la mano per poter segare il cazzo di Mirko ma avvicinandomi a lui mi appoggiò la mano sulla spalla forzandomi ad abbassarmi e quasi ad inginocchiarmi: avevo a pochi centimetri dal mio fiso il pisello duro e dritto del mio capitano e, seppur desideroso di provare ciò che per mesi ormai stavo sognando, rimasi fermo.

Dal canto suo Mirko cominciò ad agitare il suo cazzo colpendomi le guance con un suono sordo e forte prima di puntare la cappella sulle mie labbra forzandole leggermente; senza molte resistenze feci entrare all’interno della mia bocca la sua cappella gustando il sapore di pulito misto al gusto salato di qualche goccia di presperma che aveva cominciato ad uscire.

Era Mirko a condurre il gioco muovendo il bacino e spingendo all’interno della mia cavità orale il suo cazzo; ero passivo di fronte al pompino che stavo facendo a Mirko lasciando decidere a lui velocità ed intensità degli affondi prima che decidesse di estrarre il suo cazzo dalla mia bocca e mi ordinasse di leccargli la cappella.

La mia lingua saettava velocemente sul glande di Mirko mentre mi tenevo ai suoi glutei per non cadere a terra scendendo ogni tanto a leccare anche l’asta e le palle del mio capitano che non capivo se stesse apprezzando il mio sforzo dato che non emetteva nessun gemito o sospiro.

Continuai a leccare e succhiare in punta il cazzo di Mirko per alcuni minuti fino a che riprese in mano le redini del gioco e ripuntò la cappella sulle mie labbra e prendendomi per la nuca cominciò a scopare la mia bocca spingendo spesso fino in fondo il suo cazzo che si spingeva nella mia gola provocandomi conati di vomito che non facevano desistere il mio capitano dallo scoparmi intensamente.

Avevo perso la cognizione del tempo e stavo cominciando ad apprezzare quelle pompate profonde emettendo dei piccoli gemiti strozzati dal fatto che la mia bocca e la mia gola erano occupati dal cazzo di Mirko che pompava con sempre maggior velocità fino ad estrarre di colpo il suo pene per sborrare.

Quattro o forse cinque getti di sborra partirono dal cazzo di Mirko centrando parzialmente il mio viso e finendo per la restante parte a terra; la sensazione della sborra calda sulla mia pelle non mi schifava ma anzi mi arrecava ancor più eccitamento.

Mirko era nel frattempo scomparso dalla mia vista ed era andato a ripulirsi prendendo una salviettina dal borsone in macchina per poi lanciarmelo e permettermi di pulirmi a mia volta mentre Giacomo aveva nel frattempo acceso un’altra canna ed appoggiato alla macchina si complimentava con l’amico per lo spettacolo che gli aveva regalato dicendogli però che avrebbe potuto avvisarlo ed evitare di sborrare da solo e godersi anche lui della bravura del ragazzino.
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