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Gay & Bisex

Sottomissione - Capitolo 8 - il ritorno


di met811
25.03.2020    |    6.023    |    3 8.6
"Non potevo credere ai miei occhi..."
“Non trovate” disse Dario a voce alta ”che faccia davvero caldo stasera per la stagione in cui siamo?” non vi dispiacerà se mi metto comodo. Odio sudare e sgualcire la camicia” detto questo si tolse la camicia e rimase a petto nudo e si tolse le scarpe rimanendo a piedi nudi.
“sentitevi liberi di fare lo stesso se credete…. Siamo tra uomini”
Come se avesse lanciato un sasso nello stagno tutti sembravano non stessero aspettando altro.
Si alzarono in piedi e cominciarono a togliesi alcuni indumenti.
Il signor Amedeo si tolse la camicia e le scarpe e non lo avevo mai visto così felice. I ragazzi muscolosi fecero lo stesso, persino i miei colleghi restarono a torso nudo in tutto questo Mattia e Francesco continuavano a riempire i calici di vino e l’atmosfera era davvero allegra.
Il figlio del mio capo, Matteo aveva smesso di guardare il cellulare e anche lui si era spogliato almeno in parte suo padre uomo del sud all’antica continuava a ridere e scherzare e a fare battute alcune anche a sfondo sessuale.
Dario fece cenno anche a me di spogliarmi e io esegui la richiesta togliendo il dolcevita e le scarpe rimanendo a piedi nudi.
“Avete visto che fisico che ha messo su il nostro buon Luca? Mario, guardi i pettorali, tocchi tocchi sono frutto di sacrifici e di costante allenamento.” Si era rivolto al mio capo area che subito non si era fatto pregare e mi aveva messo le sue mani addosso palpandomi ovunque.
A quel punto notai un grosso rigonfiamento al suo pube. L’effetto delle erbe di Dario aveva fatto effetto.
“Su su ora basta toccarlo, me rovina” disse Dario ridendo “Matteo piuttosto togli le scarpe a tuo padre e fagli un bel massaggio sono sicuro che apprezzerebbe” Il figlio come fosse ipnotizzato si inginocchiò ai piedi del padre ed eseguì l’ordine.
Il dato era tratto e la serata poteva da li in poi prendere solo una determinata piega.
Anche mio fratello Enrico si era tolto il maglioncino che indossava ed era rimasto in jeans. Poi si era chinato sotto il tavolo per togliersi le scarpe ma non era più tornato al suo posto ora che notavo bene.
Senza farmi troppo notare scostai il lembo della tovaglia e gurdai sotto il tavolo.
Non potevo credere ai miei occhi.
Il mio fratellino mezzo nudo stava succhiando il cazzo di Dario sotto la tavola e con una foga e un trasporto che mi lasciarono allibito come se non avesse fatto altro.
Sotto al tavolo notai che c’era altro movimento Amedeo stava ciucciando il cazzo di uno dei ragazzi.
Tornai a guardare Dario che rideva compiaciuto del servizietto che gli stava facendo mio fratello.
Matteo aveva iniziato non solo a massaggiare ma a leccare i piedi del padre che gradiva e ogni tanto mugolava di piacere.
Nessuno sembra scandalizzato dalla cosa anzi tutti stavano godendo della situazione.
“E’ il tuo momento” disse Dario
Si alzò in piedi togliendo il giocattolino a mio fratello che dal rumore prodotto fu fortemente contrariato e con il cazzo fuori dai pantaloni disse forte.
“Be Signori, mi sembra che la serata si sia scaldata a sufficienza. Ora Luca vi farà vedere cosa è capace di fare.
“Spostiamoci nella taverna dove c’è una sala relax per il caffè e il dolce”
Dario si tolse i pantaloni e rimanendo completamente nudo fece strada. Nessuno si imbarazzò della cosa anzi molti seguirono il suo esempio lasciando i vestiti a tavola.
Mio fratello usci da sotto il tavolo in quel momento e mi guardò con aria lussuriosa e piena di desiderio.
Io distolsi lo sguardo. Dario mi aveva fatto un cenno di seguirlo e io dovevo ubbidire.
La stanza relax nel seminterrato era una playroom.
Maxischermo da oltre 85 pollici, due sling appese al soffitto un grande divano/letto che prendeva due pareti e ai muri mensole contenenti ogni sorta possibile di dildo, plug e giochi erotici.
Era li che Dario portava gli schiavetti per divertirsi.
A fianco della sala vi era un bagno enorme con due docce, una piccola sauna e all’occorrenza una vasca idromassaggio.
Dario aveva rimodernato da pochi mesi usando i miei soldi ma a me non importava se questo era un suo desiderio.
Entrai per secondo nella stanza dopo Dario.
“Eccoci qui, fate come se foste a casa vostra ma ho una sola richiesta. Vorrei che Luca intrattenesse come sa fare tutti i nostri ospiti. Coraggio Luca non essere timido.
Cosa volete vedere in TV faccio io? “
Accese il grande schermo che illuminò la stanza e partì immediatamente un porno gay che non lasciava nulla all’immaginazione.
Io ero veramente impietrito ma la mia volontà di schiavo era ormai temprata da anni di sottomissione.
Nel frattempo tutti si erano seduti o distesi sul grande divano e mi fissavano.
Mi slacciai i jeans e li tolsi rimanendo completamente nudo. Legai i capelli dietro la testa e mi misi a 4 zampe.
Mi avvicinai al primo. Era uno dei miei colleghi. Era già mezzo svestito. Iniziai a leccargli i piedi uno per uno con passione e con foga. Lui non si ritrasse anzi. “E bravo il direttore, lo sapevo che eri un succhia cazzi… toh succhia questo “ ed estrasse il suo cazzo di dimensioni normali ma molto odoroso e io come un automa iniziai a succhiarlo.
Eccitati dalla scena gli altri del gruppo iniziarono ad incitare il diretto interessato apostrofandomi con le peggiori parole.
I tre ragazzi schiavetti di Dario a un suo cenno si denudarono e iniziarono a lavorarsi ognuno uno degli ospiti.
Mike il ragazzo di colore diede il cazzo da ciucciare al Signor Amedeo che non perse un secondo e ci si fiondò in un lampo segandosi il cazzo con l’altra mano.
Matteo il figlio del capo era intento da prima a guardare i dildo in bella mostra sulle mensole.
“Inizia da uno di piccole dimensioni se non l’hai mai preso gli disse Dario andando al suo fianco e palpandogli il culo e ne scelse uno per lui. “Lubrificalo bene e poi provalo.” Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si posizionò in un angolo della sala a divertirsi con il nuovo giocattolo.
Dario si sedette sulla poltrona che era sul lato corto della sala della sala e accesa la sua pipa si godeva la scena.
Io non la smettevo di succhiare ma da dietro sentivo che qualcuno mi palpava il culo. Era il mio capo area che arrapato era dietro di me e stava per incularmi con il suo cazzo.
Non avevo voglia di prenderlo in culo non ora infatti non ero nemmeno eccitato dalla situazione nonostante succhiare il cazzo mi piacesse sempre molto.
Dario sembrò intuire il mio pensiero. “Alberto, guarda tuo figlio come impara in fretta” disse sghignazzando e distolse la sua attenzione che si posò sul figlio diciottenne Matteo. Io guardai con la coda dell’occhio.
Il ragazzino nudo aveva piazzato il dildo con la ventosa attaccato al muro e a 90 lo prendeva tutto in culo.
E godeva… madonna se godeva.
“Vai più vicino dai, fagli sentire l’odore del cazzo del papà vedrai la reazione” aggiunse Dario.
Alberto come un automa nudo si avvicinò al figlio che strabuzzando gli occhi sempre stantuffandosi il culo nel dildo gli prese il cazzo in erezione e cominciò a succhiarglielo con foga.
Era troppo per il mio capo area cinquantenne tempo due colpi e venne direttamente tra le fauci del figlio che non perse nemmeno una goccia ma visibilmente dispiaciuto che il gioco fosse finito così presto.
“Non temete, il gioco e il divertimento può andare avanti finchè ne avremo voglia.” Disse Dario e lanciò sul tavolo diversi blister delle pastiglie azzurre che ogni giorno dava anche a me perché mi voleva sempre eccitato e voglioso.
Alberto si fiondò a prenderne una e poi si sedette sul divano a godersi lo spettacolo attendendo il magico effetto.
Ma mio fratello Enrico in tutto questo dove era finito? Era da un po’ che non lo vedevo. Alla mia destra c’era il signor Amedeo che era montato a cavalcioni di Mike e stava prendendo tutto il suo cazzo in culo godendo. Ma Enrico? L’occasione per vedere la stanza mi fu data dal collega che stavo ancora succhiando.
“Girati che ti lecco il culo che voglio scoparti lurida troia” Mi girai a 90 dando le spalle al divano e porgendogli il mio culo depilato da leccare e guardai intorno.
Il dopo cena si era trasformato in un orgia e probabilmente questo era lo scopo di Dario fin dall’inizio.
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