Racconti Erotici > incesto > Sex con mamma.Sogno o realtà? Cap. I Parte I
incesto

Sex con mamma.Sogno o realtà? Cap. I Parte I


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
13.03.2024    |    25.376    |    45 9.6
"” Quante volte avevo desiderato di poter fare l'amore con lei ma, ogni volta che succedeva, scartavo l'idea al pensiero che essendo mia madre, non fosse..."
Fin da quando avevo 13/14 anni, ero già affascinato dal mondo femminile, non tanto quello delle ragazzine che trovavo fossero, in molti casi, un po' superficiali nel voler essere à la page in fatto di moda, cosmesi, acconciature e quant'altro fosse finalizzato alla bellezza mentre invece, erano le donne già grandi che mi piaceva osservare, quelle più o meno dell'età di mia madre che, all'epoca, aveva da poco compiuto 31 anni.
Le trovavo belle e affascinanti nei loro abiti e nel vederle camminare con passo elegante sui tacchi alti facendo ondulare ritmicamente il fondoschiena, pensavo sempre più frequentemente che mi sarebbe piaciuto tanto essere nata femmina.
In quegli anni, sognavo di diventare presto grande e, magari, conoscerne una che mi parlasse di quel mondo e di come era bello essere donne ma il tempo, purtroppo, sembrava passare esageratamente lento e, perciò, i giorni, i mesi e gli anni trascorrevano con uguale ed esasperante lentezza.
A dire il vero, ero un ragazzino parecchio precoce e già da un bel po' ero stato investito dalla classica “tempesta ormonale” dell'adolescenza e, di pari passo, era cresciuto forte, un grande interesse verso le cose del sesso che mi aveva portato a godere del piacere della masturbazione.
Tutto ciò, forse era dovuto anche alla vicinanza di mia madre che per me era la mamma più bella del mondo ed io l'adoravo immensamente, era una giovane donna, simpatica, affettuosa e, fin da bambino ma anche in quegli anni di preadolescenza, mi esternava il suo amore abbracciandomi stretto stretto e dandomi tanti bacini sulla fronte e sulle guance che io ricambiavo allo stesso modo rimanendo inebriato dal profumo della sua pelle e nel sentire il suo seno pieno e sodo premermi il petto che mi procurava sempre una strana eccitazione che mi faceva palpitare forte il cuore.
Ero felice insieme a lei e, quando uscivamo per una passeggiata o altro, spesso captavo negli sguardi maschili, qualcosa che mi appariva un sorta di forte desiderio e mi sentivo fiero di avere una mamma così bella.
Mio padre invece era sempre assente per lavoro che lo portava in posti lontanissimi da casa e tornava solo per una decina di giorni al mese, così, lei era diventata il mio unico punto di riferimento e rappresentava ai miei occhi la mia àncora perché la vedevo forte e sicura e che mi avrebbe potuto aiutare in quella fase della mia vita così delicata.
Non avevo, però, il coraggio di parlarle di quel senso di eccitazione che provavo quando vedevo in TV qualche splendida attrice o ballerina, figurarsi poi, di quella stessa forte eccitazione che mi assaliva quando la guardavo di nascosto mentre si vestiva o si spogliava in camera sua.
Era bellissimo vederla, dopo la doccia, nella camera matrimoniale mentre si sfilava con grazia l'accappatoio e, nuda, rimirarsi nel grande specchio dell'armadio girandosi di lato per controllare la sua silhouette e poi girarsi per guardarsi il fondoschiena con grande attenzione ma anche con grande soddisfazione per il suo corpo perfetto e, subito dopo, spalmarsi la crema sulle lunghe gambe, sui fianchi perfetti e sul prosperoso seno che accarezzava a lungo.
Dopo, iniziava a vestirsi con calma a partire dalle autoreggenti velatissime al reggiseno push up che le alzava ancor di più le già sode tette di IV misura con turgidi capezzoli rosa immersi in due areole leggermente più scure.
La sera tardi invece, prima di andare a dormire, la guardavo togliersi gli indumenti di sopra e restare con la sola bellissima lingerie e ripetere quella consuetudine, quasi un rito, del rimirarsi allo specchio.
In quei momenti, di ritorno dalla serata con le amiche del cuore, quando restava con una lingerie particolarmente sexy, un reggiseno trasparente sotto il quale si vedevano i capezzoli che spingevano il tessuto, le calze a rete tenute su da un reggicalze allacciato in vita e un perizoma piccolissimo che metteva in risalto la forma del bacino e dei fianchi e dietro che “copriva” a malapena lo spacco delle natiche, mi sembrava di una bellezza unica, una dea.
Pensavo, allora, che mio padre era stato davvero fortunato ad aver sposato una donna così bella ma a causa del suo lavoro che lo teneva lontano da casa per tanto tempo, non aveva la possibilità di godere della presenza di quella meraviglia.
Spesso però, al di là dei suoi sorrisi e delle carezze che mi faceva, avvertivo un velo di tristezza nei suoi occhi e qualche volta, mentre ero a letto prima di addormentarmi, la sentivo lamentarsi lievemente come se stesse sommessamente piangendo e, dopo un po', questo lamento diventava una serie di gemiti fino a concludersi in un sommesso soffocato grido.
Finalmente, anche se lentamente arrivarono i 17 anni, ero felice di essere diventato più grande e, perciò una sera, preoccupato per questi lamenti che ancora sentivo quasi ogni sera, entrai nella sua camera senza bussare.
La vidi sobbalzare sul letto e coprirsi velocemente con le lenzuola, poi mi guardò un po' accigliata.
“Che c'è Fede, perché entri così all'improvviso senza neanche chiedere il permesso? Non stai bene, hai fatto magari qualche brutto sogno?”
“No, mamma. Scusami se sono entrato senza bussare ma ero molto preoccupato, ho sentito che ti lamentavi e sono corso qui perché avevo paura che fossi tu a stare male. ”
“Tranquillo, va tutto bene. Stavo solo facendo uno stranissimo sogno e, forse mi sono lamentata proprio per questo ma adesso è tutto passato”
“Se vuoi, mi fermo qui e aspetto che ti riaddormenti e, poi, torno nel mio letto.”
“Oh, grazie tesoro sei davvero un bravo ragazzo. Facciamo così, ti va di dormire qui accanto a me? Ti metti al posto di Stefano e ci addormentiamo insieme, così siamo tutti e due più tranquilli.”
Mi stesi, allora, di fianco a lei ma la spiegazione che mi aveva dato non mi appariva molto convincente e continuavo a rimuginarci sopra.
Però, che bello stare vicino a lei come come quando ero un bambino e mi permetteva di dormire nel lettone e per farmi addormentare mi raccontava bellissime fiabe mentre mi accarezzava.
Mi girai verso di lei e non potei non pensare a quanto fosse bella, lei mi guardò e sorridendomi mi accarezzò la guancia.
“Sei dolcissimo. Mi sento molto meglio ora. Mi abbracci fino a quando mi addormento?”
Si girò dall'altra parte mettendosi, come ricordavo facesse sempre, in posizione “fetale”.
Sentivo, attraverso l'orecchio poggiato sul cuscino, il mio cuore che batteva forte.
Mi accostai al suo corpo facendo coincidere il mio col suo e l'abbracciai sul fianco sinistro ma, inavvertitamente, la mia mano sfiorò leggermente il suo seno.
Subito, spostai la mano ma lei la riprese e la rimise di nuovo dove stava prima.
“Tesoro, sei un ragazzo meraviglioso. Grazie che ti prendi cura di me, la tua presenza mi è di grande conforto e mi fa sentire molto più serena e protetta.”
Pochi secondi dopo, il suo respiro si fece regolare e leggero, forse si era addormentata.
La strinsi di più ma, non mi ero reso conto come, per il piacere di starle così vicino e, soprattutto, sentire il suo corpo aderente al mio, mi avesse portato ad una così forte erezione.
Stavo per scostarmi velocemente perché mi sentivo imbarazzato anche se il piacere che provavo era assolutamente immenso, quando sentii la sua voce, un po' impastata dal sonno, che con voluttà diceva
“Oh, amore mio, che bello sentire il tuo cazzone che mi spinge dietro. Dai fammelo sentire ancora, ti prego. Fammi godere.”
Restai impietrito. A chi si rivolgeva? Forse stava solo sognando? E se sognava, perché stava sognando questo mentre le stavo dietro col mio cazzo così duro per l' eccitazione? Possibile che stesse parlando proprio a me?
Scartai, subito, questa ultima idea che mi era balzata in testa, no non era possibile che si stesse riferendo proprio a me.
Restai ancor più strabiliato, però, quando disse di nuovo “Dai amore, mettilo dentro, ho voglia di te, ti ho apettato tanto e non resisto più ad averlo dentro di me”
Non capii più niente, pensai che forse stessi sognando anch'io e non me ne ero ancora accorto.
Ma, allora, se quello era anche il mio sogno, perché continuare a restare lì impalato come un allocco? Se era così, voleva significare che lei era davvero sempre stata la donna dei miei sogni e che male ci sarebbe stato nel continuare a sognare?
Buttai il cuore oltre l'ostacolo ed iniziai a palparle, con la mano, i fianchi, poi scesi sulle natiche, era completamente nuda.
“Sì amore mio, toccami. E' bellissimo sentire la tua mano che mi accarezza.” mi disse con la voce sempre un po' impastata che mi fece pensare che stesse davvero sognando.
La mano scese ancora un po', lei aprì leggermente le cosce, infilai un dito vicino alla vagina, era totalmente depilata, osai di più e leggermente cominciai a far passare il dito lungo attraverso le grandi labbra, ebbe un fremito, spinsi il dito verso l'orifizio vaginale, era bagnatissimo.
“Come è duro!” continuò sempre con la stessa voce ma con una leggera trepidazione.
“Mamma” sussurrai al suo orecchio “Stai dormendo?”
Come risposta, emise un mugolio e spinse il suo bacino indietro.
“Amore mio, entra dentro di me”
Non capii più niente, tirai fuori dallo slip il mio bastone di carne e appoggiai la cappella appena dietro l'orifizio della vagina.
Questa volta il mugolio si trasformò in un lungo gemito
“Ho voglia di te. Scopami è da tanto che lo desidero.”
Quante volte avevo desiderato di poter fare l'amore con lei ma, ogni volta che succedeva, scartavo l'idea al pensiero che essendo mia madre, non fosse assolutamente possibile.
Questa volta, però, abbracciato a lei, splendida e con addosso solo una leggerissima camicia da notte che le era salita fin sopra le natiche scoprendo quel magnifico culo e che diceva quelle parole e col mio cazzo durissimo appena appoggiato al suo orifizio vaginale e l'eccitazione salita al massimo, non resistetti e lentamente diedi una spinta in avanti.
La vagina era calda e scivolosa e metà dell'asta seguì la cappella,allora piano piano continuai la penetrazione e, poi per una manciata di secondi, restai fermo dentro di lei.
“Amore che meraviglioso cazzo che hai, bello grosso e durissimo. Fammi godere”
Come un automa, iniziai ad andare avanti e indietro tenendola per il fianco, poi aumentai la velocità, i suoi gemiti aumentarono in sincronia con i miei affondi.
Stavo scopando la donna dei miei sogni e per la quale mi ero segato per anni ed ora sembravano stessero per avverarsi ma, forse per l'eccessiva eccitazione, dovuta ai suoi gemiti sempre più lunghi, avvertii che stavo per godere.
Uscii, allora, velocemente e feci appena in tempo a scostarmi e a rimetterlo nello slip che sentii vari spruzzi del mio seme.
" Ti prego, non ti fermare. Rimettilo dentro e fammelo sentire tutto!” disse in un gemito che sembrava di piacere.
I miei slip erano diventati fradici per tutto il liquido che era uscito ripetutamente, fui tentato di penetrarla di nuovo ma il suo respiro, all'improvviso, ridiventò regolare e pensai, perciò, che fosse caduta in pieno sonno e che forse stava sognando un altro sogno nel quale non era più quello di poco prima.
Con delicatezza, allora, mi scostai da lei e me ne tornai nella mia cameretta, da un lato ero felice di esserle entrato dentro almeno per un po' e aver assaporato il tepore della sua figa e dei suoi umori, mentre dall'altro mi vergognavo molto di averlo fatto avendo creduto, erronemente, che volesse me.
Dormii pochissimo, quella notte per entrambe le cose ma, appena l'eccitazione tornò imperiosamente e non resistetti più e mi masturbai più e più volte pensando a lei.
Al risveglio, mi ricordai di aver sborrato negli slip e li toccai, erano fradici di sperma e, facendo mente locale, mi venne in mente che magari un po' di quel liquido aveva lasciato una macchia sulle lenzuola.
Tornai, perciò, nel letto matrimoniale per accertarmi che fosse tutto a posto. Era quasi l'alba e la luce del giorno che stava per iniziare, rischiarava la stanza e il letto nel quale lei stava ancora dormendo nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata qualche ora prima ma, forse per il caldo di quei giorni, il lenzuolo era totalmente scostato in basso.
Non potei fare a meno di ammirarla ancora una volta, era straordinariamente bella, la gamba sinistra piegata verso il seno e l'altra stesa lasciavano bene in vista la vagina perfettamente rasata e quel perfetto culo sodo e rotondo.
Mi avvicinai con cautela, spostai il lenzuolo e la macchia della mia sborra era lì, ad una decina di centimetri dal suo corpo, a testimoniare il mio piacere che era eruttato dal mio cazzo.
La toccai, era ormai secca e perciò non avrei potuto in alcun modo pulirla.
Venni preso dal panico, cosa mi avrebbe detto dopo averla vista quando avrebbe tolto le lenzuola per lavarle?
Andai a prendere un piccolo asciugamano, lo bagnai con acqua calda, poi tornai sul letto per passarlo sulla macchia.
La trovai che si era girata dall'altra parte, i bei seni appoggiavano, adesso, uno sul letto e l'altro dritto e con entrambi i capezzoli duri e puntati verso di me, sembravano invitarmi a leccarli e succhiarli.
Non potevo farlo anche se una parte di me mi diceva "Dai, fallo. Non vedi quanto sono belli e invitanti?"
Dovetti lottare contro di me per resistere a quel richiamo come Ulisse che si fece legare all'albero della nave per evitare di gettarsi in mare per raggiungere le Sirene.
Il mio albero fu la macchia sul lenzuolo, e perciò spostai la mia attenzione su quell maledetta macchia e lentamente, cominciai a strofinarla sperando che poco alla volta sparisse ma niente, non voleva andarsene anzi diventò anche più larga.
Alla fine mi arresi fu impossibile cancellarla anche se la paura che si potesse arrabbiare e chiedermi perché mai avessi sborrato, aumentava sempre di più.
Potevo mai dirle che era successo perché l'avevo scopata? Un figlio che si scopa la madre? Che spiegazione avrei mai potuto darle? Fossi stato un bambino, le avrei potuto dire che mi ero fatto la pipì addosso ma, grande come ero ormai diventato e con quel cazzo di quelle dimensioni, non avevo alcuna spiegazione plausibile da fornirle.
Perciò me ne tornai mesto alla cameretta e un po' per lo stress che avevo accumulato e un po' per la stanchezza di aver dormito poco, mi addormentai sperando che tutto andasse per il meglio, magari non avrebbe cambiato le lenzuola e non se ne sarebbe accorta ma, sopra ogni cosa, che quello era stato solamente un sogno.
Oppure no?


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Sex con mamma.Sogno o realtà? Cap. I Parte I :

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni