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Mio Padre è un Mandrillo, IO sono Peggio -2-


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
11.03.2024    |    33.328    |    11 9.7
"Ero esausto, stanco e un po' soffocato, così mi sdraiai accanto a Viola..."
La serata prese una direzione che non mi sarei mai aspettata. Mia sorella dopo essersi fatta masturbare da una ragazza in discoteca, decise che io dovevo soddisfarla in modo più adeguato.
Tornammo a casa e dopo una sessione di trasgressione pura, le cose precipitarono ulteriormente. Anzi più che precipitate, migliorarono e ci spingemmo oltre i limiti di ciò che era socialmente accettabile. Esplorando le profondità delle nostre passioni abbandonammo ogni tipo di pudore e venimmo guidati unicamente dai nostri desideri e dai nostri istinti.

Viola, la mamma di Anna, sentendo dei rumori ambigui cercò di capire quale fosse l’origine. Aprendo la porta si rese conto che la sua amata bambina si stava scopando il fratellino acquisito e pertanto non poteva rimanere senza fare nulla. Viola decise di prendere in mano la situazione e visto che questa era particolarmente ed esageratamente peccaminosa ci mise anche la bocca.

Appena Viola prese in bocca il mio uccellino voglioso, capii da chi avesse imparato la figlia. La bocca più esperta e matura non tralasciò nessun centimetro senza attenzioni.
Impazzii quando la punta della sua lingua si concentrò sul perineo. Con dei movimenti lenti e constanti, la sua lingua amplificava ogni sensazione, ogni millimetro percorso tra i miei testicoli e l’ano erano la via per il piacere. Quando la lingua si soffermava sui testicoli, li accarezzava e poi le morbide labbra li risucchiavano. Invece quando la destinazione era l’ano, sentivo una leggera pressione profanatrice che stimolava tutti i miei ricettori causando delle scariche elettriche che si propagavano sulla mia schiena fino alla mia lingua impegnata ad assaporare l’intimità della figlia.

Persi la cognizione del tempo, l'unica indicazione del suo trascorrere fu la stanchezza della mia lingua e della mia mascella per il continuo succhiare e leccare il sesso di Anna.
I gemiti di estasi di Anna riempivano la stanza, mentre io continuavo a darle piacere con la bocca. Il sapore della sua eccitazione era inebriante e mi ritrovai perso nel momento, completamente consumato dal desiderio di portarla sull'orlo dell'orgasmo.

Le attenzioni di Viola sui miei testicoli non facevano altro che aumentare l'intensità del momento. Le sue mani esperte e la sua bocca sapevano esattamente come manipolare e stuzzicare, portandomi sempre più vicino all'orlo dell’orgasmo. Quando il corpo di Anna iniziò a tremare e a scuotersi, capii che era vicina. Con un ultimo sforzo, la portai all'apice del piacere, il suo corpo si contorceva in ondate di estasi. La vagina premeva e si sfregava sulla mia bocca con durezza e forza. Dovetti mettere in salvo la mia lingua, altrimenti sarebbe stata stritolata in quell’ enfasi di piacere.
Chiusi la bocca, ma quando Anna mi incitò, anzi mi ordinò di aprirla, eseguii l’ordine impartito e accolsi il suo denso piacere. Tuttavia, non era ancora soddisfatta. Rimase ferma su di me, creandomi un po’ di difficoltà nel respiro. Dopo alcuni istanti la sua vagina abbandonò la mia faccia lasciandomi libero di respirare, ma completamente fradicio e appiccicoso.

Viola, da brava mammina, si accorse che ero tutto sporco. Mi prese la mano destra e me la portò vicino al mio pene. Me lo fece afferrare, perché desiderava che rimanesse eretto e pronto per una nuova avventura. Poi, si avvicinò al mio viso e come una gattina assetata, la sua lingua iniziò a raccogliere tutti gli umori della figlia. Percepivo i suoi capezzoli strusciarsi sul mio petto per quanto erano duri. La posizione di Viola su di me impediva che mi masturbassi, ma tanto non correvo nessun rischio di perdere l’erezione.
Gli occhi di Viola erano come due pozze di emozioni intense, fissi su di me con uno sguardo incrollabile. Sentivo il mio cuore battere all'impazzata quando mi resi conto della profondità del suo desiderio e capii come avesse fatto mio padre a non resistere al suo fascino. Ogni curva del suo corpo sembrava invitarmi e mi ritrovai sempre più vicino a lei, incapace di resistere al magnetismo della sua presenza.

Soddisfatta della pulizia, le sue labbra incontrarono le mie. Sentii la punta della sua lingua picchiettare delicatamente contro le mie labbra, facendomi cenno di aprirle. Quando aprii lentamente la bocca, le nostre lingue si intrecciarono in una danza appassionata, esplorando la bocca dell'altro con fervore. Il suo sapore era inebriante, un mix inebriante di dolcezza e desiderio che mi faceva desiderare di più.
Ogni momento che passava, l'intensità del nostro bacio aumentava, finché non ci perdemmo entrambi nel calore del momento, consumati dal fuoco che ardeva tra noi. Quando alla fine ci staccammo, ansimando, sapevo di volere di più, il mio fido amichetto tirava e sbraitava.

Viola si alzò in piedi, sovrastandomi con le gambe ben aperte. Non potei fare a meno di notare ogni centimetro della sua zona intima, che era scintillante e umida. Lentamente, piegò le ginocchia ed eseguì un perfetto squat, iniziando a scendere verso di me. Mentre si avvicinava, Anna afferrò il mio pene eretto e lo puntò perfettamente verso l'ingresso della socchiusa e accogliente fessura di Viola.
Potevo sentire il calore emanato dal corpo di Viola mentre si abbassava su di me. I suoi quadricipiti erano gonfi e durissimi come i suoi capezzoli. La sua umidità si mescolava alla mia eccitazione, creando una sensazione di scivolosità che era quasi troppo difficile da gestire.
Entrai dentro di lei.
Era stretta, le sue pareti interne avvolsero come un guanto il mio glande che trovò la sua casa perfetta. Le misi le mani suoi fianchi e la guidai nel lento movimento sussultorio che dipinse la meravigliosa immagine dei suoi seni che rimbalzavano in modo seducente ad ogni movimento.
Anna, che era dietro la madre poggiò le sue mani sulle mie e da dietro iniziò a succhiare il lobo destro di Viola. Io assistetti turbato a quella scena. Le sue labbra giocavano e si divertivano anche a sfiorarle il collo, le mie mani erano testimoni dei brividi che si irradiavano su tutto il corpo di Viola.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla scena che avevo davanti, anche se la mia mente era piena di domande e dubbi. Ero in qualche modo incappato in una sorta di triangolo amoroso tra queste due donne?
Oppure si trattava solo di una sorta di gioco bizzarro che stavano facendo per scioccare e stuzzicare chi li circondava? Mentre cercavo di dare un senso alla situazione, sentii le mani di Anna stringersi attorno alle mie. Sentivo il suono morbido e umido di lei che succhiava il lobo dell'orecchio di Viola e sentivo un'ondata di calore che mi investiva. Era una sensazione mai provata prima, uno strano mix di eccitazione e confusione.

Dopo un'eternità, Anna si staccò dall'orecchio di Viola e si girò verso di me. I suoi occhi erano scuri e ardenti e potevo dire che era scossa da quello che era appena successo proprio come me. Anna abbandonò la posizione e si avvicinò alle mie orecchie.

«Mi dispiace», sussurrò, il suo respiro caldo mi avvolse.

«Non volevo rendere le cose strane, ma ti confesso che lo abbiamo già fatto altre volte e ci piace tantissimo sconvolgere i maschietti che ci scopiamo».

Ma era troppo tardi: il danno era già stato fatto. La mia mente era affollata da mille domande e sapevo che non sarei mai più riuscito a guardare Anna e Viola allo stesso modo.

Alla fine, con un urlo di piacere, Viola raggiunse il suo orgasmo. Del liquido caldo iniziò a bagnarmi, la sensazione del suo corpo che si contraeva intorno a me era quasi troppo da sopportare e mi sentii esplodere, venni anche io, dentro di lei. Crollammo sul letto, ansimanti e spossati, con i corpi intrecciati in un groviglio di membra e sudore. Mentre giacevamo lì, crogiolandoci nel bagliore della nostra passione, Anna, mi sussurrò una nuova richiesta indecente.

«Fratellino, non possiamo lasciare la mamma sporca, aiutami a ripulirla».

La vidi acquattarsi davanti alla vagina della mamma. Con le dita le aprì le grandi labbra per poter insinuare meglio la lingua e iniziare l’opera di raccolta del mio sperma.
Mentre mi avvicinavo a lei, potevo vedere l’eccitazione nei suoi occhi. La sua bocca era vorace e impetuosa, la sua lingua raccoglieva ogni goccia del mio sperma e se la gustava.
Non riuscii ad aiutarla, anche se mi sarebbe veramente piaciuto leccare la figa di Viola insieme ad Anna.
Alla fine, decisi che la mia bocca poteva essere di maggiore aiuto in un altro posto. Spostai la mia attenzione più in alto, verso i seni liberi e soli.

Le mie labbra cercarono e trovarono i seni di Viola. Erano morbidi e sodi al tatto, mordicchiai i carnosi capezzoli e li leccai ovunque. Viola, intuendo le mie intenzioni, guidò delicatamente le mie mani nei punti giusti per palparla meglio.
Mentre le mordicchiavo i seni, sentivo il suo corpo rispondere al mio tocco. Il suo respiro si accelerò e il suo corpo iniziò a contorcersi dal piacere.
Non capivo se fosse merito mio o di Anna, ma sinceramente la cosa non era importante. Quando raggiunse l’apice della passione mi afferrò la testa e mi fece aderire al suo petto, togliendomi anche lei il respiro, ma ero in estasi e un po’ di apnea non mi avrebbe fatto male.

Sentire le sue mani tra i miei capelli, causò un'ondata di sensazioni attraversare il mio corpo. Ogni terminazione nervosa venne stimolata e la mia pelle si è trasformò in pelle d'oca. Fu come se una corrente elettrica pulsasse nelle mie vene, accendendo ogni centimetro del mio essere. Non potei fare a meno di rabbrividire in risposta al suo tocco, il mio corpo si abbandonò completamente al piacere travolgente che stavo provando. In quel momento, non contava nient'altro che il modo in cui le sue dita accarezzavano il mio cuoio capelluto, mandandomi in uno stato di pura beatitudine mentre lei godeva emettendo dei celestiali suoni uniti ad un’infinità di “Igen”, ovvero “si” in ungherese e altre parole a me sconosciute.

Appena le acque si calmarono, la presa sulla mia testa si allentò e così riuscii ad allontanarmi e a riprendere a respirare. Ero esausto, stanco e un po' soffocato, così mi sdraiai accanto a Viola. Il suo corpo sembrava essere in uno stato di catarsi, così immobile e silenziosa, ma in realtà si stava ancora godendo il momento. Anche Anna si sdraiò accanto a me, creando un sandwich perverso ed erotico.
Mentre ero sdraiato, cercando di riprendere fiato, non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse surreale l'intera esperienza. Era come essere in un sogno, un sogno in cui non c'erano confini o limiti, in cui l'unica cosa che contava era il piacere che stavamo provando.
Viola e Anna erano ancora sdraiate accanto a me, con gli occhi chiusi e il respiro lento e regolare. Sentii un senso di appagamento che mi invase, sapendo che avevamo condiviso qualcosa di speciale insieme. Era un momento che non avrei mai dimenticato, un momento che mi avrebbe accompagnato per sempre.

Ci addormentammo.

La mattina dopo, al mio risveglio, trovai solo Anna sdraiata accanto a me. Le sue curve morbide e il suo tocco gentile erano sufficienti ad accendere un fuoco dentro di me. Mentre la guardavo, non potei fare a meno di notare come i suoi seni implorassero la mia attenzione. Era come se mi stessero chiamando, implorandomi di toccarli e accarezzarli. Ma mentre allungavo la mano per toccarla, lei si agitò nel sonno e i suoi occhi si aprirono lentamente. Un sorriso si allargò sul suo viso quando vide che la stavo guardando e mi disse:

«Buongiorno fratellino, grazie per ieri sera, ma oggi è un altro giorno, quindi metti a posto le manine. Questa sera dobbiamo andare da mia cugina e dovrai essere in forma perché un’ altra sorpresina ti aspetta».

«Ok, sorellina mi hai convinto, però sono curioso, ti posso fare una domanda?»

«Va bene, dimmi…»

«Ieri ho scoperto tante nuove e belle cose su te e tua madre, ma quello che avete fatto con me ieri sera, lo fate anche con mio padre?»

«No, non mi piacciono le persone anziane. Ma io e la mamma abbiamo un rapporto particolare e ogni tanto ci piace esplorare nuovi orizzonti. Dai vestiti che è quasi ora di pranzo e la serata sarà impegnativa».

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Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.

In questo racconto testimonio la cultura di due magnifiche donne e capisco il motivo per il quale il nostro Rocco si è trasferito in Ungheria.

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