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La mamma del paziente


di Writer72
05.04.2024    |    7.842    |    22 9.8
"Mi racconta dell'incidente del figlio, della sua famiglia, era da poco vedova, alloggiava in un hotel convenzionato con la nostra struttura distante pochi km..."
Mi chiamo Benedetta, ho 26 anni, lavoro in una struttura riabilitativa.
Sono andata via di casa a 18 anni per cercare la mia indipendenza; la mia carriera scolastica non è stata mai soddisfacente, così come a scuola, anche nella vita, mi sono sempre arrangiata e adattata alle situazioni.
Sono la seconda di cinque figli, sono l'unica femmina, la mia è una famiglia normale che mi ha permesso di fare liberamente le mie scelte guidando le mie inclinazioni.
Ho iniziato a lavorare presto, ho fatto la cameriera, la commessa e da qualche anno lavoro come operatrice in una struttura riabilitativa.
Faccio i turni, lavoro anche di notte e nei festivi, lo stipendio è buono e mi permette di viaggiare molto, la mia passione.
Credo di avere un bell'aspetto, sono bionda, capelli lisci, un bel sorriso e un bel seno, fianchi larghi e gambe robuste, spesso mi sono sentita in imbarazzo per la mia altezza, sono 180 cm e ciò ha intimorito molti mie pretendenti e mi ha reso oggetto di scherno in gioventù.
Sentimentalmente non sono legata, ogni tanto mi diverto a letto con un amico di scuola che è ben dotato e che mi regala dei momenti di vero piacere, ci vediamo nel mio bilocale che sto finendo di pagare con l'aiuto dei miei.
Da premettere che nonostante le occasioni, non ho mai accettato le avances dei colleghi perché al mio lavoro e alla mia professionalità ho sempre tenuto.
Da qualche tempo mi sento confusa, non capisco quali sono i miei desideri più intimi, le mie inclinazioni, inizio ad essere attratta dalle donne, specie se più mature.
Questo desiderio di cambiamento si è manifestato lo scorso autunno, ed è avvenuto in modo casuale.
Ero di turno di pomeriggio, mentre facevo un giro per verificare se qualche paziente avesse delle necessità ho conosciuto la mamma di un ragazzo ricoverato per delle fratture causate da una caduta dagli sci.
Mi capita spesso di parlare con i pazienti ma anche con i loro parenti.
Terminato il giro mi sono diretta verso il cucinino per prepararmi il caffè, ho incrociato la mamma del ragazzo.
“Sai dirmi dove posso andare a fumare senza uscire dalla struttura?” mi ha chiesto con un po' di timidezza.
“Certo, sto preparando il caffè, se vuole prima una tazzina di caffè, poi le indico dove andare, io purtroppo non posso allontanarmi”, le ho risposto.
La signora è una donna di circa 60 anni, capelli grigi di media lunghezza e ben curati, come è curato il suo abbigliamento, un seno prosperoso messo in evidenza da una scollatura generosa.
Mi parlava con un leggero filo di voce, quasi a scusarsi della sua richiesta. Doveva essere una donna di una certa cultura per il suo modo di esprimersi e le sue movenze.
Mi incuriosiva quella sua timidezza, trasmetteva fascino, così come il suo guardarmi fisso negli occhi mentre parlavamo.
Mi racconta dell'incidente del figlio, della sua famiglia, era da poco vedova, alloggiava in un hotel convenzionato con la nostra struttura distante pochi km.
Prima di terminare il mio turno di lavoro, erano circa le 21,30, ho fatto un ultimo giro per le camere, spegnere le luci e per poi fare le consegne ai colleghi del turno di notte.
Tornata nel cucinino ho notato sul tavolo il pacchetto di sigarette e l'accendino che la signora aveva dimenticato, le avrei messe da parte nel mio armadietto per restituirgliele ma il giorno seguente ero di riposo. Decido, dopo essermi cambiata, di aspettare qualche minuto nel parcheggio con la speranza di veder tornare la signora, i fumatori in astinenza vanno alla ricerca disperata delle sigarette, specie se, come in quel caso, il pacchetto era ancora quasi pieno.
Aspetto 15 minuti fumandomi una mia sigaretta, ma della signora niente.
Che fare?
L'hotel dove alloggia è vicino e io sono di strada, lascerò il pacchetto alla reception.
Mentre salgo in macchina vedo arrivare un Suv scuro che si avvicinai, i finestrini si abbassano e vedo il volto della signora che mi saluta e chiede se poteva salire in stanza a prendere le sigarette.
Le mostro il pacchetto e l'accendino provocando in lei un' espressione di sollievo, che brutta cosa il vizio.
Le porgo le sigarette, mi ringrazia con un sorriso.
Ora voglio andare via, ho sonno, sono stanca, la signora scende dalla macchina e si accende una sigaretta in preda all'astinenza da fumo e incomincia a chiacchierare.
La osservo, mi fa tenerezza ma sono sempre più angustiata dalla stanchezza.
“Ti voglio ringraziare, fammi compagnia al bar dell'hotel, prendiamo qualcosa e poi vai via” mi chiede in maniera talmente cortese che faccio fatica a dirle di no.
La seguo con la mia macchina.
Andiamo direttamente in camera sua dopo aver ordinato da bere alla reception.
Per fortuna il servizio è celere così posso scappare a casa.
La signora continua imperterrita a chiacchierare, la osservo, è ancora una bella donna, mi invita a mettermi comoda sul divano mentre entra in bagno, sento l'acqua scorrere, che palle, voglio andare via, ho sonno, mi addormento.
Mi sveglio di colpo, qualcosa mi tocca la spalla, sono ancora confusa dal sonno e della stanchezza, non capisco dove sono, già, sono nella camera della signora, indossa un accappatoio bianco che mette in mostra il suo generoso seno, mi alzo, devo andare, non voglio farle perdere tempo, lei rimane davanti a me, senza tacchi mi arriva al mento, mi ringrazia e si scusa, le dico che non si deve preoccupare, le faccio presente che è tardi e non voglio darle altro disturbo, mi chiede se voglio rimanere ancora a chiacchierare, non so che fare, accetto per educazione, si china al mio fianco per prendere da bere nel frigo bar, nel rialzarsi ha il seno quasi totalmente in mostra e la corda dell'accappatoio allentata, il mio sguardo si posa sul suo seno e poi sempre più giù, se ne accorge, poggia la bottiglia sul tavolino, si avvicina slacciandosi l'accappatoio e mostrandomi il suo corpo, ne sono affascinata, mi accarezza il viso, poi si alza sulle punte dei piedi e mi bacia sulle labbra.
E' la pima volta che bacio una donna, mi piace, la sua bocca è dolce, sono incerta se andare o restare. Rimango.
Ricambio il bacio, le lingue si sfiorano, è il bacio più dolce che abbia mai dato, si sfila l'accappatoio, con le braccia le cingo il collo, ci baciamo ancora.
E' un bacio lungo, intenso, passionale, delicato, mi sbottona la camicia e il reggiseno, mi bacia il seno, con la lingua mi mordicchia i capezzoli ormai duri, intanto mi slaccia i pantaloni, l'aiuto a spogliarmi, sono completamente nuda, la prima volta davanti ad una donna, ad una sconosciuta, mi siede sul letto e mi allarga le gambe, mi bacia di nuovo, con la bocca scivola verso il seno, mi piace, mi distendo e mi lascio andare, scivola ancora più giù, con sapienza mi bacia la mia rada peluria bionda, cerco di rilassarmi, sono tutta un lago, ora sento al sua lingua, il suo calore, sa come fare, come farmi godere, stimola la clitoride e mi porta ad un orgasmo mai provato.
Ora sono davvero stimolata, vogliosa, voglio ricambiare il piacere, la distendo sul letto, la bacio, con passione e dolcezza, scendo sul seno prosperoso, i suoi capezzoli rosei mi fanno impazzire, mi dirigo verso il suo ventre depilato, profuma, mi inebria, la sento godere, geme, si inarca fino ad esplodere anche lei per il piacere.
Ho ancora voglia, tanta voglia, mi sento come quelle ninfomani mai paghe di piacere, la signora mi invita a mettermi su un fianco con la testa in mezzo alle sue gambe, ci diamo piacere a vicenda, e più ne do, più ne ricevo, è un alternarsi di gemiti, di lamenti di piaceri, sento dei forti brividi, tremo, la lecco, la signora trema, mi viene da dirle che l'amo, schiaccio il mio viso contro il suo ventre e il mio ventre contro il suo viso, non ho mai provato una sensazione così forte, godo, le grido che godo, sento più forte la sua lingua, quasi mi sento mancare, sento il tremore del suo ventre e il suo orgasmo sul viso.
Mi giro di scatto, mi metto sopra la signora, la bacio con tutta la passione che ho, sono ricambiata.
Mi stendo vicino a lei, non so il suo nome e non voglio saperlo, penso solo al piacere che ho provato, mi chiedo se il merito è suo o se sono attratta dalle donne.
Torno a casa all'alba, sono restia a farmi una doccia, ho paura di perdere il suo profumo.
Mi spoglio, ho voglia ancora di godere, ripenso a lei, al suo profumo che ancora percepisco, mi strizzo I miei grossi seni, porto le mie dita verso il ventre, mi tocco delicatamente, sto impazzendo per il piacere, mi stimolo sempre con più vigore, tremo di piacere, mi fermo, mi accarezzo la vulva pensando al suo volto, ripensando alla sua voce fino a venire in un lago di umori.
La signora è ora un ricordo, non ci siamo più visti, ho paura ad avere altre avventure con donne, ma ne sono attratta, ho timore di scoprire la mia vera inclinazione. Ho scopato di nuovo con il mio amico ma non provo il piacere che mi ha dato la signora, a me il cazzo piace, ma il piacere che mi ha regalato quella donna è differente, intenso, passionale, irresistibile, instancabile.
Devo capire se l'intensità e il trasporto emotivo che ho provato è dovuto solo al trasporto fisico verso quella donna o dipende dalle sensazioni che la femmina mi procura.
Tutto questo mi ha bloccato, cerco di capire la mia strada, devo solo farmi coraggio e lasciarmi andare.
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