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Prime Esperienze

DAL GHIACCIO AL FUOCO


di sicilturiddu
21.08.2012    |    10.412    |    0 8.5
"Ci baciammo in bocca per parecchi minuti continuativi, io rifeci a Lei lo stesso movimento della lingua che Lei aveva fatto prima a me, Lei ne fu talmente..."
La prima esperienza che ho avuto grazie al sito che mi accomuna a tutti Voi, è stata agli inizi del 2011 avuta con una coppia a Roma; è iniziata in modo glaciale, in quanto per ogni componente del “trio” era la prima volta…., purtroppo, tutto scorreva in modo quasi meccanico e non partecipativo e così fino a quando i due cazzi (il mio e quello del marito di Lei) si svuotarono; ma Lei, che era la più fredda ma soprattutto la più impaurita (era stata sicuramente obbligata dal marito) si fece scappare un “mah…!!!!” che io ho subito interpretato come insoddisfazione e ripugnanza all’esperienza appena conclusa. Dopo aver cenato insieme a casa loro, sull’uscio mentre ci accingevamo a salutarci (erano circa le 22,00) mi venne l’idea ed anche l’intuito mascolino e furbesco di stimolare la Lei dicendole che nonostante fosse l’ora tarda andavo al “giardino degli aranci” (di Roma è uno dei posti più romantici con una veduta da sballo) a rilassarmi ascoltando un pò di musica dal mio cellulare, godendomi il panorama. Cosa non è successo da li a poco: Lei staccando dall’appendiabiti, che stava all’ingresso, un suo giubbotto primaverile disse al marito “…. Io vado con Turi, se tu vuoi venire ok, altrimenti andiamo da soli”; il marito anche se titubante ci seguì, in auto non successe nulla; arrivati al piazzale antistante la chiesa di Santa Sabina, siamo scesi e incamminandoci verso il bastione che sovrasta il Lungotevere Aventino sponda sinistra del Tevere, Lei mi prese per mano ed alla prima o seconda panchina (non ricordo bene) mi fece sdraiare per lungo, mi abbassò la lampo e da lì inizio a farmi un pompino, incurante di alcune coppiette di ragazzi presenti che “pomiciavano” alla grande; il marito si defilò dietro un tronco di pino secolare, io fui portato a raggiungere l’estasi, ma lei gran femmina troia, ma soprattutto dotata di enorme esperienza (capacità che non aveva avuto o voluto metter in mostra a casa sua), qualche attimo prima che io godessi, mi diede una strizzata nella parte bassa tra i testicoli e l’ano facendomi bloccare, si abbassò i pantaloni in contemporanea con lo slip, si posizionò “a pecorina” con le mani sopra la panchina chiedendomi di fotterla nel culo (cosa che non aveva voluto facessi a casa sua, anche se aperta in entrambi i canali), così feci per qualche minuto; dopo, si spostò di colpo in avanti facendomi perdere il ritmo e restando con il cazzo di fuori, si sedette sulla panchina in travertino sul lato corto della stessa e poggiando le spalle sulla pachina alzo le gambe per essere penetrata nella figa, ma i pantaloni abbassati e le scarpe ai piedi le impedivano di divaricare le cosce, quindi ho dovuto prima tiragli via le scarpe e successivamente pantaloni e slip che stavano incollati insieme, mentre il mio cazzo se pur desideroso ed impaziente si era un pò afflosciato anche per quell’arietta umida che saliva dal Tevere; quindi appena terminato il semispogliarello mi abbassai un pochino e strusciando il mio cazzo contro le sue cosce per raggiungere una erezione degna, la penetrai in figa fottendola come un “arrapato” uscito dal carcere dopo trent’anni di galera; mi raccomandò di non venirgli dentro (raccomandazione che mi aveva avanzato a casa sua), e che avrebbe voluto rigustare il mio sperma assieme ai suoi umori vaginali dei quali era inzuppato il mio cazzo; pertanto rallentai i colpi per assecondarla e quando capii che ero quasi sul punto di godere, mi tirai indietro, Lei alzò la schiena dalla panchina e cercò, come un bambino cerca il seno della mamma per allattarsi, il mio cazzo; lo cercò, lo trovò e lo prese in bocca con una veemenza e con una avidità che mi lasciò esterrefatto, lo calò tutto in bocca fino a farlo scomparite dall’aria fredda per tenerlo fra le tiepide temperature del suo esofago, mentre con la lingua lo accarezzava amorevolmente; io ero in sua balia, non potevo muovermi più di tanto avendo i pantaloni abbassati fino alle scarpe che strusciavano tra i ciottoli del vialetto; Lei seduta con le chiappe in quel lastrone di travertino ghiacciato mi trasmetteva una sensazione di freddo che veniva mitigata dal calore corporeo che si sviluppava internamente al mio corpo e dalla mia corteccia cerebrale. Continuò a spompinarmi non ricordo per quanto tempo e per quanti minuti, finché avvertii una vampata di calore che scendendo dalla fronte andava a localizzarsi alla schiena ed al cazzo. Fu così che io godetti dentro la sua bocca, come Lei mi aveva chiesto e che Lei ingoio tutto il mio sperma tenendo il mio cazzo in bocca fino a quando non si afflosciò e fu sicura che una sola goccia del mio liquido seminale andasse sprecata, al punto che non ebbi bisogno di asciugarlo con un fazzolettino che avevo nella tasca dei pantaloni che però non si trovava a portata di mano. Lei allungò la mano lungo il sedile alla ricerca sia dello slip sia dei pantaloni, si ricompose velocemente, calzò le scarpe e facendo ma mossa dell’ombrello (sicuramente all’indirizzo del marito che s’era allontanato) mi prese sottobraccio e ci incamminammo lungo i viali, alla ricerca del marito, che essendo scomparso appena Lei aveva iniziato a spompinarmi la prima volta, non avevamo più avuto tempo di occuparci di Lui essendo impegnati in tutt’altre faccende affaccendati (e che faccende…..!?!?!?!?!?!? – ne vorrei avere una al giorno per tenermi in forma e dimenticare gli anni che ho addosso). E’ stata per me una serata con un’esperienza iniziata male (ghiaccio) ma finita in gloria (fuoco) per la soddisfazione, il piacere, il gusto, l’estasi raggiunto e tutto ciò che si può provare in situazioni simili. Girammo a cercarlo per tutto il giardino, ci affacciammo dal bastione sopra il Tevere a gustarci il panorama di una serata luminosa, serena e stellata, ma un pochino umida, guardavamo il cupolone del Vaticano, il Campidoglio e le coppiette che ancora qualcuna era rimasta a pomiciare; Lei prendendomi la testa tra le mani mi baciò sulle labbra, appena accostati mi penetro la sua lingua in bocca, e dandogli un ritmo di entro-fuori mi fece notare che quel gesto era la risposta alle penetrazioni ritmate sia vaginali sia anali che io avevo fatto a Lei durante i rapporti testè avuti, una sensazione allettante e piacevole, molto gustosa perché assaporavo ancora i suoi umori vaginali che avevo gustato a casa sua, non tanto il mio sperma in quanto, come mi dichiarò dopo, lo aveva inghiottito senza farlo passare dalle ghiandole. Ci baciammo in bocca per parecchi minuti continuativi, io rifeci a Lei lo stesso movimento della lingua che Lei aveva fatto prima a me, Lei ne fu talmente felice e godereccia che mi ringraziò per aver capito io ciò che desiderava. Era quasi mezzanotte, mancavano venti minuti circa, le coppiette al giardino diminuivano, non trovando suo marito, siamo ritornati al parcheggio dove avevamo parcheggiato l’auto. Suo marito era al posto di guida con lo schienale abbassato in dormiveglia, infatti appena Lei ha aperto la portiera Lui è sobbalzato risvegliandosi, ma con gli occhi semichiusi disse: “vi siete sfogati abbastanza?!?!?!”, io muto, Lei di rimbalzo “abbastanza… da sballo…, erano anni che non fottevo così, che non spompinavo cazzo con una passione da principiante sprovveduta, anni che non guardavo le stelle mentre Turi mi fotteva, anni che non mi portavi fuori a fare una passeggiata serale, anni che mi negavi di fottermi il culo e di godermi dentro perché oramai ti faceva schifo, anni che mi hai fottuto con il preservativo da quando hai visto che dalla mia figa usciva sangue nerastro perché mi eran venute le mestruazioni mentre facevamo l’amore, anni che la sera lavo piatti e stiro panni mentre tu guardi le partite della Roma sul tuo PC ogni qualvolta stò cazzo di squadra gioca fuori casa, mentre quando gioca in casa vai allo stadio ed io sola in casa, dopo un giorno di lavoro al negozio; stasera ho voluto godermi la mia femminilità, la mia libertà; l’unica cosa decente e meritevole che hai fatto negli ultimi mesi è stato di ascoltare il tuo amico del quale non mi hai voluto dire il nome che ti ha indirizzato in un sito per incontri sessuali tra sconosciuti; che io detestavo e che tu invece mi hai imposto nella speranza che a cercarci fossero state giovani coppie o singole, invece ci hanno cercato solamente singoli o coppie molto mature delle quali non ti piacevano le donne perché troppo grasse o troppo pelose”. Adesso ti ringrazio di avermi fatto vivere una serata da femmina sessuata, femmina che non s’è vergognata di farlo in un luogo pubblico, mentre a te piace farlo sempre sotto le lenzuola ed a luce spenta. Viva la luce, viva le stelle, viva il cazzo altrui….!!!!” Io seduto sul sedile posteriore annuivo silenziosamente, felice di aver dato un pizzico di felicità e di femminilità trasgressiva ad una sconosciuta. Ripartiti in macchina, mi hanno accompagnato in hotel dove alloggiavo. Successivamente, dopo qualche settimana Lei mi ha chiamato, chiedendomi se ero disponibile, quando fossi transitato per Roma a reincontrarla in solitario, ma per il rispetto che nutro verso tutti, ero in serio imbarazzo. A distanza di qualche mese son dovuto ritornare a Roma, ma non ho avuto la tranquillità e la serenità di avvisarla. Vero, è stata la mia prima donna di coppia, ma ho dovuto valutare bene i pro ed i contro soprattutto da un punto di vista del rispetto verso il Lui di coppia, pazienza una scopata in meno….!!!!
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