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Prime Esperienze

La trasformazione erotica di una donna qualunque


di ragazzoserio71
08.08.2014    |    18.405    |    3 9.1
"Poi si spostò al mio fianco e ci guardammo intensamente, mi persi nel suo sguardo!Doveva avere la mia età “sui 35” e mi guardava come se mi stesse penetrando..."
Era un giorno di primavera e guardare le vetrine del corso principale della mia città mi metteva allegria e mi rasserenava. Tre giorni di vacanza dal lavoro mi servivano proprio, questo era il secondo giorno e avevo deciso di dedicarlo a me stessa facendo qualche acquisto in centro,mentre ieri l'avevo dedicato alla pulizia e sistemazione della casa.
Matteo mio figlio era a scuola, mio marito Massimo al lavoro e quindi sola soletta mi stavo gustando una passeggiata tra le vie del centro , ma non ero ancora entrata in nessun negozio limitandomi ad osservare la merce esposta dei vari negozi, godendomi la leggera brezza riscaldata appena dai raggi del sole. Gonna corta scamosciata marrone, calze nere mezza stagione e scarpe con il tacco marrone in abbinamento alla gonna, camicetta bianca e maglioncino nero leggero scollato a v , il giubbetto mi faceva caldo e lo tenevo appoggiato alla borsa che avevo a tracolla; mi sentivo bella.
Fu davanti ad una vetrina di scarpe che notai riflesso nel vetro un ragazzo alle mie spalle, alto un dieci centimetri più di me. Il mio sguardo si perse nel suo sul riflesso e lo trattenni per molto tempo, convinta non se ne accorgesse, in fin dei conti potevo benissimo stare ad osservare un oggetto esposto in vetrina.
Sentii il suo profumo leggero ma intenso e il cuore iniziò a battermi forte mentre le gambe mi tremavano. Poi si spostò al mio fianco e ci guardammo intensamente, mi persi nel suo sguardo!Doveva avere la mia età “sui 35” e mi guardava come se mi stesse penetrando nell'anima, con due occhi verde smeraldo. Dovetti appoggiare una mano sulla vetrina per non cadere in avanti e a quel punto mi chiese se andava tutto bene.
Risposi di si.
- Che bella giornata, quante cose belle si vedono oggi- disse senza mai staccare gli occhi dai miei.
Non riuscii a rispondere e non riuscivo più nemmeno a deglutire, mi ero bloccata.
- Buona continuazione è stato un soffio di vita averla incontrata.
Dopo un paio di minuti che mi erano sembrati delle ore mi incamminai verso dove si era dileguato quell’uomo ancora inebriata dal suo profumo, e non vederlo più nel mio orizzonte mi creava una sorta di angoscia.
Camminai in uno stato di trans per un centinaio di metri e dopo una curva sulla mia sinistra sotto uno dei tanti portici della via pedonale, vidi nuovamente quell’uomo, in piedi sull’uscio di una porta. Mi fissava e faceva un moto con la testa nella direzione dell’interno porta, un chiaro cenno a seguirlo.
Lottai con tutte le mie forze pensando a mio marito e mio figlio cercando di portare il senso di colpa al centro dei miei pensieri, ma ero come un burattino le cui fila erano possedute da una strana forza all’interno della mia mente e di tutto il mio essere.
Entrai in quell’uscio e mi trovai davanti una rampa di scale alla fine della quale si intravvedeva un pianerottolo poco illuminato, dove scorsi l’ombra dell’uomo che aveva appena svoltato sulla sinistra, come fosse uno strascico di qualcosa di surreale.
Affrontai le scale con il cuore in gola passo dopo passo e arrivai sul pianerottolo, alla mia sinistra una porta semichiusa da cui fuoriusciva una fetta di luce, all’interno della quale sentivo un rumore di un cassetto che si chiudeva.
Afferrai la maniglia e spinsi la porta per poi entrare nell’appartamento, c’erano tele di quadri pennelli e colori sparsi ovunque e un letto in mezzo alla stanza, quell’uomo era un artista.
Me lo trovai di fronte con una benda nera in mano e nessuno dei due disse nulla mentre i nostri respiri rimbombavano nella stanza, si avvicinò e mi mise la benda.
Ero intimorita e tremavo dalla paura conscia di essermi messa in una situazione di pericolo, dalla quale difficilmente potevo uscire ma ero allo stesso tempo eccitata come non le ero mai stata in vita mia.
Seduto sul letto mi mise con la pancia sulle sue ginocchia e il sedere alto, come si fa quando si sculacciano i bambini.
Il respiro affannato e il battito del mio cuore rimbombavano sulle mie orecchie dall’interno, mentre l’uomo inizio ad alzarmi la gonna, poi pian piano mi abbassò le calze e le mutandine fino a mezza gamba, poi mi accarezzò le natiche ed ebbi un sussulto ed ero bagnatissima, dopo un minuto mi infilò due dita dentro e mi uscì un gemito.
Avevo paura e mi sentivo in colpa, mi sentivo sporca ma avevo un eccitazione mai provata prima, poi d’un tratto iniziò a sculacciarmi, prima piano e poi sempre più forte a colpi ritmati.
Dopo una decina di colpi le natiche mi facevano male e avevo il viso in fiamme, ma volevo non smettesse! Era la giusta punizione per come mi ero comportata, poi dolore paura sensi di colpa e piacere, furono un mix di emozioni che mi fecero arrivare ad un orgasmo incredibile! Urlai e tremai tutta! Poi mi tolsi la benda e mi alzai di scatto rivestendomi:
- Mi lasci andare! Gli urlai in faccia!
Lui non rispose e non fece nulla per trattenermi, solo quando uscita dalla porta stavo per prendere le scale lo sentii ridere e mi urlò:
- Io non faccio nulla che tu non voglia! Tanto so che ritornerai!
Camminai lungo il corso cercando di non guardare nessuno, pensavo di avere scritto in faccia quello che avevo fatto e me ne vergognavo, poi arrivata a casa una bella doccia calda mi tranquillizzò.
Alla notte messo a letto mio figlio faci l’amore con mio marito con una foga inaudita e quasi lo sorpresi poi ci addormentammo esausti. Alle due di notte mi svegliai di soprassalto, avevo sognato le sculacciate di quel ragazzo e mi ritrovai eccitatissima, sgattaiolai in doccia e mi masturbai con il tubo dello shampoo! Pensai che stavo impazzendo, ma non riuscivo a non pensare a quell’uomo e al fatto che davanti avevo l’ultimo giorno di ferie.
Mi alzai presto come tutte le mattine e dopo aver preparato e fatto colazione e aver salutato mio marito e mio figlio, mi rilassai sul divano cercando di non pensare a nulla.
Fui combattuta fino alle 9 poi d’impulso mi alzai mi preparai e andai di nuovo da quel ragazzo, dicendo a me stessa che sarei andata solo per dirgli che non ero quel genere di donna e che non doveva dire a nessuno di quello che era successo tra noi due.
Alle 10 di mattina ero davanti alla sua porta indecisa sul da farsi, quando la porta si aprì e me lo trovai davanti in tutta la sua bellezza e fascino:
- Ciao, come stai? Disse sorridendo.
- Ti posso parlare? Risposi seria.
Mi fece entrare ed iniziai con il discorso che mi ero preparata durante la strada, dicendogli che ero sposata e non doveva raccontare a nessuno di quello che era successo tra noi due e che non sarebbe successo mai più.
Dopo un minuto di silenzio si diresse verso la cassettiera, aprii un cassetto e ne estrasse una maschera di cuoio nera “di quelle che coprono l’intero volto compresa la testa” e mi disse di spogliarmi.
- Tu sei pazzo!Esclamai guardando la maschera che aveva in mano.
Stavo per aprire la porta per andarmene quando mi disse “vedrai che ti piacerà”!
Avevo la mano appoggiata sulla maniglia quando mi sentii tutta bagnata ed eccitata, mi girai lo guardai e gli dissi “ sono sposata” mentre due lacrime mi uscivano rigandomi il viso.
Si avvicinò mi baciò sulle labbra mi spogliò completamente nuda e mi mise la maschera.
Era talmente stretta che sembrava una seconda pelle, poi mi portò davanti allo specchio mentre lui da dietro mi stuzzicava il seno e mi guardai! Ero irriconoscibile con quella maschera e quella non ero io, era la mia parte perversa che stava uscendo, non so il perché ma con quella maschera mi sentivo meno in colpa, quasi fosse un'altra persona in quella stanza, e non io.
Mi stese sul letto e mi ammanettò alla spalliera e poi mi legò le gambe con delle corde agli estremi del fondo del letto, sui due pomoli. Ero nuda con le gambe aperte distesa ad x, un burattino nelle sue mani.
Iniziò ad accarezzarmi il seno e poi bussarono alla porta, mi spaventai! Chiese chi fosse e la risposta fu “sono Francesco e vengo per il quadro”.
La voce non mi era nuova ma non riuscivo ad inquadrarla poi lui si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio:
- Devo farlo entrare!
Mi prese il terrore e cercai di divincolarmi dalle manette e dalla corda delle caviglie.
Poi per tranquillizzarmi mi disse:
- Gli dico che sei una modella per un quadro che sto realizzando, sei irriconoscibile con quella maschera non ti preoccupare. Ho bisogno di quei soldi e devo consegnargli il quadro, questione di un minuto! Se avessi un'altra stanza lo riceverei in altro modo, mi spiace! Vedilo come un gioco stuzzicante!
Andò ad aprire la porta e lo fece entrare ed io istintivamente chiusi gli occhi.
Appena entrato l’uomo fece un commento volgare.
- E’ una modella! Sto facendo un quadro su commissione!
- Ma sta dormendo? Rispose quell’uomo.
- Forza di stare in posa si è addormentata.
- Che fisico e guarda che fica che ha! Viene voglia di leccargliela!Disse quell’uomo dai modi rozzi la cui voce non riuscivo ad identificare ma mi sembrava famigliare.
Ero terrorizzata dalla situazione ma nonostante tutto mi ero completamente bagnata.
- Se vuoi puoi toccarla!Queste modelle son disposte a tutto per pochi soldi! Rispose il mio carnefice!
Aprii gli occhi immediatamente e mi ritrovai davanti il fruttivendolo del mio quartiere dove andavo a fare la spesa due volte alla settimana. Una persona sui 60 anni odiosa! Non riuscivo a sopportare i suoi modi rozzi, e le sue battute riferite alle clienti donne! L’avevo messo in riga più di qualche volta e lui non osava nemmeno rivolgermi la parola, ma mi faceva servire dal garzone di bottega. Essendo l’unico fruttivendolo nelle vicinanze lo continuavo a frequentare come negozio. Ed ora ero nuda legata davanti a lui! Un vecchio bavoso rozzo, che odiavo!
Non potevo dire nulla, altrimenti avrebbe riconosciuto la mia voce! Iniziarono entrambi a toccarmi e a leccarmi ovunque! Cercavo di divincolarmi facendo capire che non gradivo ma il mio silenzio li incoraggiava a continuare, poi subentrò la mia anima perversa e godetti come una cagna in calore.
Mi presero in varie posizioni entrambi, mi sciolsero manette e legacci e divenni la loro bambola giocattolo. Succhiai avidamente anche quando il vecchio mi venne in bocca, e il mio carnefice finì le sue voglie venendomi dentro l’ano.
A mezzogiorno dopo due ore di sesso sfrenato l’uomo se ne andò, mi alzai dolorante mi tolsi la maschera mi rivestii e me ne andai senza dire una parola.
Non andai mai più dal pittore e non entrai mai più dal fruttivendolo , anche se non mi aveva riconosciuta, o almeno era quello che mi piaceva pensare.
Ma ormai la mia parte selvaggia e perversa era emersa! Così iniziai a mettere un seme nella mente di mio marito, solo come noi donne sappiamo fare! Oggi son passati due anni da quell’esperienza e non l’ho mai raccontata a mio marito, ma ora condivido con lui il mio lato perverso! Pratichiamo lo scambio di coppia! Lo amo e ora stiamo meglio di prima!




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