Sconosciuti

Siamo seduti su una chaise longue, ammanettati, in silenzio.
Ci siamo spogliati sorridendo emozionati ed imbarazzati mentre io sbottonavo lei e lei mi aiutava a sciogliere la cravatta. Eseguivamo ordini. Poi seduti di spalle abbiamo fatto scattare le manette, un paio, da un lato.
La schiena di lei è calda, sento la sua pelle morbida ed il suo odore dolce con una punta di piccante, forse per l’emozione. Siamo arrivati qui dopo tante esitazioni e dopo numerosi scambi di messaggi con i nostri “fantasmi”. Ma siamo qui, abbiamo superato ogni indugio, i dubbi e qualche paura nascosta e siamo entrati in questo gioco. L’alias di lei è Silvia, altro non so.
Nessun tempo per conoscersi solo gli alias, il colore dei capelli e l’altezza raccontati dal fantasma che ci ha reclutato e coinvolti. Adesso siamo in attesa, l’atmosfera è carica di non detti ed entrambi abbiamo timore ad usare parole che potrebbero rompere la magia di quel silenzio.
L’ho vista in volto mentre la spogliavo, una bellezza timida con quei capelli corti e castani e gli occhi scuri e profondi ma ora di spalle posso solo guardare di sbieco il suo profilo e non altro.
Il tempo passa sembra dilatato dall’attesa del non sapere, dell’incertezza.
L’unica sensazione su cui posso concentrarmi è il calore di lei, la sua schiena sulla mia, dopo l’esitazione iniziale rigidi pur se uniti per i polsi a destra ci siamo rilassati ed adesso le nostre schiene sono una per l’altro. Una zona di sicurezza.
L’ordine è di non muoversi e non alzarsi.
Lei però non resiste e per prima mi chiede cosa penso che accadrà.
Non lo so, davvero, ma dopo un silenzio meditato dico solo sarà bello ed eccitante.
Un rumore alle mie spalle, una porta che si apre. La luce si abbassa, vedo un’ombra che si avvicina prende le altre manette appoggiata sulla nuda tavola e le mette prima a me e poi a lei. Adesso siamo del tutto legati impossibilitati ad ogni altro movimento che non sia fatto all’unisono.
La figura incappucciata, esce siamo di nuovo soli.
Unico conforto il calore della sua schiena. Il contatto con quella pelle che ora è l’unico mio pensiero, l’ho vista a seno nudo e ne ho ammirato la forma, mi sono concentrato sul suo collo lasciato scoperto da quel caschetto di capelli. I miei pensieri in quella stanza vuota sono solo su di lei, non so cosa accadrà ma lei mi piace ed il mio pene reagisce a questi pensieri.
Passa ancora un tempo che non so quantificare poi le luci si spengono, tutte, tranne una in un angolo della stanza, di quelle a piantana con luce soffusa e colorata.
Di nuovo rumore…entra di nuovo qualcuno che ci mette una benda sugli occhi, non è del tutto tesa e spessa così attraverso il tessuto posso percepire qualcosa di ciò che accade intorno.
Sento che Lei ha un movimento come un brivido, poi un leggero tremore. La sento che muove il bacino prima da una parte poi dall’altra, cosa succede? Poi intuisco che potrebbero averle tolto gli slip dal movimento che sento delle sue gambe. Di nuovo silenzio poi un gemito leggero impercettibile, poi un altro. Ogni gemito è prodotto nello stesso momento di un suo piccolo sommovimento.
Qualcuno la sta stimolando. I movimenti ed i gemiti come sussurri si fanno più intensi, sento le sue labbra aprirsi in un Si! Il tempo si dilata mentre io sono eccitato e sento il pene costretto dai miei slip.
Percepisco movimenti ma non so se nella stanza ci sia una sola persona o più di una, ma so cosa sta facendo perché la mia compagna di avventura continua a godere di un gioco, non so se di mano, di dita o con un oggetto.
I gemiti ogni tanto sono strozzati, come se li volesse reprimere, altre volte sono più acuti, altre più grevi. Lei muove il bacino come se aprisse o chiudesse le gambe. Sento il rumore come se qualcosa o qualcuno la penetrasse un rumore che si fa più veloce e ritmato. Immagino che un dito o un dildo stiano penetrando la mia bella sconosciuta. Il rumore è più veloce ed ora inconfondibile, mi rapisce l’odore che si spande nella stanza insieme ai suoi gemiti che aumentano. Il tempo è infinito ma sembra che il nostro carnefice abbia come unico scopo di prolungare il suo piacere. Adesso la sua voce rimbomba nella stanza: Si, ancora, ancora in fondo più in fondo, non smettere! Le sue parole sono interrotte da gemiti mi arrivano sincopate la sua schiena si muove come impazzita e devo seguirla mentre cerca di muovere la braccia e divincolarsi.
Non può, vorrebbe toccare, tastare, carezzare ma è indissolubilmente legata a me.
Ancora tempo che passa, adesso i suoi gemiti sembrano stanchi la sua testa ondeggia mi sembra stia dicendo basta…ma non sono sicuro. Poi come se il carnefice l’avesse ascoltata la sento rianimarsi come se avesse avuto una scossa elettrica. Di nuovo quel rumore di un movimento veloce intenso accompagnato che mi ricorda tanto quando penetri velocemente e
ritmicamente la vulva completamente bagnata. Poi un grido due acuti ed il tremore che mi arriva tramite il suo bacino e le sue braccia mentre la schiena si stacca come se fosse riversa in avanti.
Anche io sono stremato, eccitato e teso. Sento i piccoli gemiti di lei come singhiozzi strozzati penso che stia piangendo per il piacere provato ma non ne sono certo. Il tutto dura a lungo prima che senta di nuovo il suo respiro tornare regolare.
Il carnefice si muove, silenzioso, non so se sia uomo o donna. Pochi istanti e capisco che è davanti a me, non può non vedere la mia eccitazione, non parla ma so che ora tocca a me!