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Scambio di Coppia

Chi si scambia gode! (2 parte)


di Salina
20.04.2024    |    4.840    |    13 9.7
"Lo guardammo tutti un pò increduli, Luca anche un pò spaventato, sentendo di non avere più sborra a disposizione per continuare..."
“E allora, cosa facevate?” insistette Agnese.
“Quel giorno aveva messo su una minigonna microscopica, penso che lo avesse fatto proprio per provocarmi. Mentre mi stava dettando degli autori che avrei dovuto consultare si è seduta sulla scrivania e ha accavallato le cosce, proprio davanti a me. Poi si è messa a fare un discorso su quanto gli studiosi passano troppo tempo a interessarsi ad autori morti da oltre mille anni, e non trovano mai il tempo per sollazzarsi un po’. A quel punto ha spalancato le cosce, e mi sono accorto che non portava le mutande”.
“E come ce l’aveva?” domandò Luca, a quel punto divertito.
“Era completamente depilata e le labbra mi hanno dato l’impressione di un qualcosa di consumato, di vecchio. Però ne fui attratto. Così mi infilai con la bocca in mezzo alle cosce e iniziai a leccare”.
“Tutto qui? Hai dato una leccatina alla prof?” domandò Agnese, quasi delusa.
“No, non solo. Poi dopo un quarto d’ora circa mi ha ordinato di tirare fuori il cazzo e di metterglielo dentro”.
“E immagino che tu hai obbedito” continuò Luca.
“Certo che ho obbedito. Abbiamo scopato sulla scrivania e le sono venuto dentro. È stato sensazionale”.
Alla fine del racconto vedemmo Luca mettersi in piedi; aveva il cazzo di marmo, svettante verso l’alto. Era eccitatissimo, ma pur di non confessare un altro peccato, si sarebbe volentieri astenuto dall’avere anche un altro orgasmo. D’altronde cosa mai poteva confessare ancora? Carlo, oltre a essere più grande, di esperienze di sesso ne aveva. Perché era un tipo sveglio, meno timido, e di ragazze ne aveva avute. Luca, invece, a parte la mia di fighe da vicino non ne aveva praticamente viste molte. Cosa poteva mai inventarsi? Quindi cercò il sistema per concludere la serata lì.
“Bene” disse. “Direi che è stato tutto così… piacevole, anche se non mi sarei mai aspettato di avere un’esperienza del genere con voi. Cavolo, sei mia zia!”.
Anche io e Agnese ci mettemmo in piedi, lasciando Carlo seduto sul divano tutto solo, con le braccia incrociate e il cazzo mezzo moscio. Piazzate di fronte a lui lo guardammo in modo inquisitorio.
“Per carità, finiamola qui. Non so proprio cosa inventarmi”.
Poi si accorse che gli stavamo fissando il cazzo eretto, e Agnese gli diede un colpetto con l’indice della mano.
“E questo qui?” gli domandò. “Lo lasciamo così, in questo stato? Se vai in giro in questo modo ti arrestano per porto abusivo d’armi da fuoco”.
“No, Agnese non ti preoccupare. Adesso mi passa. E poi s’è fatto tardi”.
“Chiamami zia, d’ora in poi. Dopo quello che abbiamo fatto è meglio ristabilire i ruoli, non trovi? E comunque dove credi di andare?” nel chiederlo lo spinse mettendogli le mani sul petto e facendolo cadere sul divano. “Devi ancora raccontarci il tuo segreto peccaminoso. Credevi di potertela svignare in questo modo, vero? Senza confessare le tue porcherie. Eh no, adesso ci dici tutto”.
Senza bisogno di dircelo, io e Agnese si inginocchiammo in mezzo alle cosce di Luca e avvicinammo le labbra al suo cazzo eretto. Lo baciammo dolcemente a timbro per tutta la sua lunghezza, poi Agnese tirò fuori tutta la lingua e gli diede una pennellata avida e ricca di saliva. Per non farmi rubare la polpetta dal piatto mi impossessai della cappella del mio ragazzo con le labbra e feci roteare la lingua tutta intorno come sapevo bene gli piacesse. Carlo guardava la scena piuttosto divertito e aspettava di sentirlo confessare. Ci chiedevamo tutti quali zozzerie avesse da raccontare, perché chissà cosa credevamo che avesse fatto in passato. Anzi, eravamo tutti piuttosto sicuri che di porcherie ne avesse fatte anche lui.
Carlo, per provocarlo, lo guardava con aria di sfida, come a volergli dire che non era abbastanza porco quanto lui se non confessava qualcosa di divertente. E d’altronde, visto il suo ruolo in quella serata era difficile dargli torto. Carlo non aveva solo condiviso con piacere la propria donna con un altro, era andato ben oltre, spingendola ora a succhiare il cazzo del proprio nipotino. Luca era ancora scioccato per quello che stava succedendo quella sera, era già quello il segreto che non avrebbe confidato a nessuno, ne eravamo testimoni, avremmo potuto raccontarlo noi al posto suo. Invece Carlo era là tranquillo a godersi la scena, come se i pompini tra zie e nipoti fossero la cosa più normale e scontata del mondo. Cioè, in fin dei conti, tolto quel piccolo particolare familiare, poteva anche essere normale, dall’esterno saremmo sembrate solo due coppie di amici che si divertivano, insieme.
“Confessa, amore” mugolai tra un risucchio e l’altro.
L’unica cosa che gli venne in mente da poter raccontare era di quella cosa con la sorella di un suo amico. Ripensandoci, in effetti non aveva mai avuto voglia di raccontarlo a nessuno, perché lo aveva fatto sentire uno schifoso pervertito. Ma pur di uscirsene da quella faccenda, avrebbe raccontato proprio quella cosa.
“E va bene, ho spiato dal buco della serratura quasi tutte le amiche che avevo a disposizione”
“Wow!” esclamò Agnese. “Racconta tutto”.
“Questa cosa non me la sarei aspettata da te” gli dissi sorridendogli.
“Sì, e vabbè alla fine non facevo nulla di male. Qualcuna lo sapeva che la spiavo. E mi lasciava guardare, ma finiva là. Tranne una volta” rispose Luca, con aria da finto re del sesso. “Ero ancora a scuola. Frequentavo una classe tutta di maschi, quindi vi lascio immaginare quanti video porno circolavano sui nostri cellulari. Dopo la scuola andavo spesso a casa di Roberto, un tipo molto rozzo. Il padre lavorava in questura mi pare, però non credo che tutti i loro affari fossero proprio leciti. Una famiglia particolare, diciamo. Roberto aveva un amico che gli girava un sacco di quei video porno, per questo andavo a casa sua. Li guardavamo insieme al pc. Un giorno lui era arrapatissimo, così mi propose di farci una sega insieme. Accettai, forse per paura di sembrare un cretino. Così chiudemmo la porta della sua cameretta a chiave. Perché lui aveva un sacco di sorelle, che spesso entravano in cameretta di soprassalto. Quindi, per evitare che succedesse anche in quel momento così delicato, ci barricammo dentro. Sarebbe stato piuttosto imbarazzante se qualcuna di loro fosse entrata e ci avesse trovato coi cazzi in mano, non trovate? Così ci spogliammo e iniziammo l’operazione, con gli occhi incollati allo schermo del computer. I nostri polsi avevano cominciato ad andare su e giù, mentre una pornodiva coi capelli neri a caschetto si faceva scopare il culo da un enorme nero. Roberto era più avanti di me con l’eccitazione. Ad un certo punto Roberto si dovette fermare perchè sentì sua madre chiamarlo e dovette andare a vedere cosa fosse successo. Così mi trovai solo, mezzo nudo in camera sua e decisi, senza pensare troppo alle conseguenze in realtà, di fare quello che sapevo fare meglio e mi eccitava di più. Mi spostai proprio di fronte a una di quella che pensavo potesse essere una stanza delle sue sorelle. Mi sono chinato in avanti col busto e senza fare nemmeno troppa fatica mi sono ritrovato un culo femminile in primo piano proprio davanti alla faccia, bello aperto. Insomma, un bel colpo di culo letteralmente, a cui non potevo che rispondere altrettanto. Come nei migliori film di Fantozzi, per la voglia di guardare il più possibile finisco per far aprire la porta che, evidentemente, non era chiusa proprio di proposito. E, all’improvviso, mi sono ritrovato nella camera di una delle sorelle del mio amico. Non era tra le ragazze più attraenti che avessi visto, ma era nuda e io già troppo eccitato per badare a quei dettagli. Con una mano su un mio fianco mi tirò dentro e chiuse la porta dietro di noi, questa volta a chiave. Senza perdere altro tempo, perchè non sapeva quanto ne avremmo avuto, liberò il mio cazzo e girandosi se lo appoggiò direttamente contro il buco del culo. Le ho solo chiesto agitato “che stai facendo?”, e lei mi ha risposto soltanto di non preoccuparmi. Me ne sono rimasto per tutto il tempo fermo, mentre lei cercava di farsi entrare il mio cazzo nel culo. Ma era troppo stretto, e io troppo nervoso per collaborare. Avevo un po’ di paura, ma anche parecchio imbarazzo. Mi sembrava strano quello che stava succedendo, ma non feci nulla per fermarla, un po’ perché rischiavo di più a rifiutarla, e un po’ perché era il mio primo rapporto di quel tipo ed ero curioso di provare. Ma non c’era verso, il mio cazzo era di ferro, ma non riusciva a entrare. Provai a dirle una delle frasi che spesso sentivo nei porno “rilassati, non ti faccio male”. E dopo un po’ la cappella riuscì a entrare, ma forse i muscoli del suo ano lo spinsero fuori di nuovo. A quel punto sentiamo qualcuno che tenta di entrare in camera, ma per fortuna la porta è chiusa a chiave. È Roberto, che mi cerca e chiede cosa stiamo facendo. Lei gli dice che non stiamo facendo niente e lo obbliga ad andarsene. Roberto se ne va mentre sua sorella continuava a premere il mio cazzo contro il suo buco del culo, e io cominciavo a sborrare. Gli schizzi di sborra saltavano sulle sue natiche come pioggia, e sentivo la sorella di Roberto che ansimava. Stava godendo, capite?”
“E ti è piaciuto?” domandai a Luca.
“Un po’ sì. Perché mi sono sentito desiderato”.
“E la cosa ha avuto un seguito?”
“No. Lei ci ha tenuto a dirmi che se avessi raccontato quello che avevamo fatto, mi avrebbe fatto riempire di botte. Ragazze, io vi avverto che sto per venire…”
“E allora?” domandò Agnese. “Cosa aspetti? Manchi solo tu”.
A quel punto Luca iniziò a sborrare, mentre io e Agnese, come avevano fatto con Carlo, raccogliemmo le gocce di sperma con la lingua, e poi ci baciammo, passandoci la sborra da bocca a bocca. E ridevamo, come due bambine che fanno un gioco sporco e quindi per questo divertente.
Certo, non crediate che io per prima non riconosca l’assurdità di quella serata e non biasimo nessuno di voi se non ci crederete, ma avevamo avuto tutti un orgasmo sensazionale in famiglia. Avevamo tirato fuori i nostri rospi e per festeggiare Agnese ci offrì un amaro.
Mentre ci rivestivamo e ci toglievamo le maschere, Carlo ci ricordò che avevamo ancora qualcosa in sospeso prima di poter andare a casa. Lo guardammo tutti un pò increduli, Luca anche un pò spaventato, sentendo di non avere più sborra a disposizione per continuare.
“Ma no, sporcaccioni, cosa avete capito? Per stasera può bastare ma, a quanto pare, ognuno di noi ha qualcosa di personale in sospeso. Io e Luca vogliamo vedere il film porno di Agnese ma anche capire meglio come se la cava Angela nel gestire quattro cazzi”
“E tu non saresti curioso di vedere come sta la tua professoressa?” rincarò ridendo Agnese. “Qualcuno poi dovrà portare a termine l’inculata interrotta di mio nipote”.
“Mi fa piacere che siamo tutti d’accordo” concluse Carlo, nonostante io e Luca non ci fossimo espressi e guardavamo gli zii con una certa preoccupazione. “Allora dividiamoci i compiti” continuò. “Agnese e Angela si occuperanno di recuperare il film da quel porco del regista. Luca andrà alla ricerca della vecchia Prof. e della sua prima esperienza anale…”
“E tu???” mi venne spontaneo chiedere a Carlo, sempre più preoccupata da quello che restava in sospeso.
“E io cercherò altri tre bei piselloni per te da aggiungere al mio, per regalare al tuo fidanzatino lo spettacolo più forte della sua vita”
“E anche un bel paio di corna!” concluse sua zia ridendo ad alta voce.
“Bene, bene. È deciso. Tempo due settimane e ci rivediamo qui, nuova cena e nuove esperienze da condividere”.
Carlo e Agnese ci accompagnarono alla porta, e ci guardarono uscire dal cancello del loro vialetto. Quando ci girammo per richiuderlo ci sorrisero e alzarono il viso in segno di saluto.

**************** Qui finisce l'introduzione e inizia l'esperimento. Per trovare il seguito dovrete seguire gli indizi ***************
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