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Scambio di Coppia

Due fratelli per due sorelle: un inizio imprevisto


di Salina
29.09.2022    |    5.200    |    12 9.5
"Tanto che oltre al suo sesso, posso osservare appieno i suoi seni con areole gonfie e capezzoli sporgenti..."
Ore 10.53
Arrivati a trent’anni con una professione medica molto ben avviata, una casa propria e una relazione stabile, le giornate impreviste in grado di cambiare la vita di un uomo non sembrano tante, ma quando capitano, la cambiano decisamente in modi impossibili da immaginare finchè non ci sei dentro. Quando ho aperto gli occhi quella mattina di inizio settembre, un raggio di sole illumina la mia stanza. Sono quasi le undici, ho avuto il turno di notte in ospedale, me lo merito e ora non mi resta che assaporare i due giorni liberi che mi aspettano.

Dalla finestra che separa la mia camera dal piccolo giardino e affaccia su quella della nuova famiglia trasferitasi da poco, vedo movimenti strani, confusi, come di qualcuno un pò inquieto che si aggira per la stanza. A quanto pare anche la nuova vicina sembra voler approfittare della sua mattinata per passare il tempo a casa, sul divano. Eppure, in teoria, non sarebbe dovuto essere quello l’evento che avrebbe dovuto cambiare la mia vita. Quello era il giorno stabilito per il trasferimento di mio fratello a casa mia. Mio fratello gemello per la precisione. Finalmente aveva accettato il mio invito, erano mesi che insistevo per condividere la casa, le spese ma soprattutto le nostre esperienze come quando eravamo ragazzi, inseparabili. E poi c’era in ballo Manuela, la sua nuova ragazza che avevo fatto di tutto per presentargli. Quando Luisa, la mia ragazza, mi informò che la sorella minore era tornata single non persi tempo a combinare l’incontro. Manuela mi piaceva da sempre, proprio quanto sua sorella, anzi non è che mi piacesse e basta, mi arrapava proprio e il fatto che fosse la sorella della mia ragazza me la faceva desiderare ancora di più. Nell’impossibilità di concretizzare quel mio desiderio illegittimo lo spostai su mio fratello, se non potevo averla io doveva averla lui che era parte di me, un mio alter ego. Io e Francesco siamo più uniti dei classici fratelli, abbiamo i nostri amici, hobby indipendenti, gusti musicali diversi ma da ragazzi era impossibile separarci per più di 24 ore. Litighiamo pure spesso, ma mai per più di mezz'ora. Ci confidiamo i nostri segreti da sempre e quando conoscevamo qualcuna, abbiamo sempre avuto bisogno che l'altro desse il via libera. A pensarci bene, così come io trovo molto interessante la sua attuale fidanzata, anche lui va molto d’accordo con sua sorella Luisa, la mia ragazza. Tutto sarebbe andato alla grande, non vedevo l’ora e quella mattina ero già di ottimo umore.
Mentre ero preso da queste eccitanti novità, il mio sguardo si focalizzava a fatica su questa ragazza che da qui sembrava un po' più alta della media. Nonostante si muovesse avanti e indietro come una mosca in un barattolo, il fisico che si intravedeva non sembrava affatto male. La mia attenzione venne però catturata definitivamente quando mi accorsi che la giovane sconosciuta, più giovane di me sicuramente, ora era rimasta in mutande e non sembrava del tutto casualmente. Abbandonai la conversazione che stavo cercando di tenere per messaggi con mio fratello e decisi di approfondire la faccenda facendomi vedere anche io in boxer, se la cosa non è casuale avrò anche io il suo sguardo su di me, pensai. Ok, piccola pervertita esibizionista non è casuale proprio per un cazzo e se è quello che vuoi andiamo avanti…guardami, te lo dico io ora cosa facciamo, forza, entrambi nudi, uno di fronte all'altra, a distanza di un piccolo giardino tra di noi.
Ecco come è svoltata la mia giornata e, se va bene, anche la mia vita. Sei stata fortunata giovane vicina esibizionista a trasferirti proprio di fronte a me perchè non potevi sapere che fare il voyeur è un mio piccolo vizietto che ancora non ero riuscito a soddisfare quanto avrei voluto. Improvvisamente la vita mi offriva non una ma ben due possibilità, prima il trasferimento di mio fratello che mi avrebbe permesso di sbirciare la sua bella fidanzata e ora questa deliziosa porcella che non vede l’ora di mostrarmi una fighetta così fresca e già vogliosa di sguardi indiscreti. Osservare questa ragazza, nel modo più semplice, come fosse dal buco della serratura ma più comodo, direttamente da camera mia, sembrava il sogno di una vita. Il suo seno che sta facendo la sua comparsa in pieno giorno senza pudore mi accendeva le fantasie più difficili da confessare anche a Luisa. E ora il suo pube soffice mi sembra l’unica cosa al mondo degna di essere ammirata.
Guidavo lentamente l’esibizione di questa ragazza sfacciata e nel frattempo immaginavo il seno della ragazza di mio fratello, confrontavo nella mia testa il pube che si offriva al mio sguardo con quello che avrei faticato di più per vedere e il solo pensiero mi riempiva di una carica erotica senza precedenti. Finalmente il porco che era sopito in me tutti i giorni in ospedale, tutte le sere con la mia fidanzata, stava reclamando il suo posto d’onore. Troppe volte fino a quel momento massaggiavo il seno della mia fidanzata immaginando che non fossi l’unico a vederlo, che lo potessero vedere molti altri ragazzi, mio fratello per primo.
Ora però infila una mano nelle mutandine piccola sporcacciona, lo stai facendo perchè vorresti succhiarmi il cazzo lo so, ma ti insegnerò a farlo per il tuo piacere prima che per il mio. Chissà che non sia addirittura ancora vergine, tutta quella fame di attenzioni lo giustificherebbe, ma non posso esserne sicuro, finchè non la porto al gran finale. So che vorresti prendermelo in bocca, lo sento da qui e per ingolosirti ora te lo mostro per bene, ma tu ancora non sai che non lo avrai, perchè nonostante questo, io sono fidanzato e voglio restare fedele. Aspetta altri cinque minuti sporcacciona, rallenta quella mano, non ho ancora finito con te. Ora divarica le gambe come faccio io, guarda e fatti guardare, voglio ispezionarti la figa.
Lo fa, la porca lo sta facendo e io sono sul punto di venire. Rimango paralizzato per un breve momento, poi riprendo a essere il pervertito di cui la tua giovane mente viziosa ha bisogno. Chiudi quelle gambe troia, non farmi venire ancora!
Eccola che si mette a sedere, mentre io faccio un passo indietro per tornare sulla poltroncina, ristabiliamo un pò di distanza che ci separi dal piacere. Ma mi rendo conto che il mio cazzo è già andato troppo oltre e anche la sua figa è più che bagnata. Con i suoi capelli rossi tirati indietro e il viso arrossato, è il migliore spettacolo mai visto. Brava, piega le gambe, nascondimela solo per il gusto di scoprirla di nuovo, e fai quell’espressione da ragazzina colta in fallo, tu hai capito tutto puttanella e io non ti darò tregua.

Ore 11. 54
Pochi minuti dopo quel nostro orgasmo a distanza e dopo essermi vestito alla velocità della luce, senza aspettare sono sotto casa sua a bussare al suo citofono. Nella mia testa, si affollano scene che un affermato regista porno sarebbe un dilettante a confronto. Non riesco ancora a credere che in un’ora soltanto, riuscirò vedere il sesso di una giovane ragazza sconosciuta molto, molto da vicino. Sono euforico e intimidito allo stesso tempo. La mia eccitazione cresce tanto che devo fare attenzione che la mia erezione prepotente non la spaventi e metta fine al gioco che è solo appena iniziato, non sarà facile nasconderla ma non mi sembra le sia dispiaciuto lo spettacolo. Il mio cuore batte davvero forte mentre aspetto che risponda.
"E allora? Non mi fai salire?" le chiedo.
Lo fa. Con un groppo in gola sto salendo a casa di una sconosciuta, le mie intenzioni le ho molto chiare, ma le sue? Starà ancora al gioco?
“Non ci siamo nemmeno presentati…” mi fa lei, provando a mettere un pò di distanza
“A me sembrava di sì” rispondo malizioso con tono pacato. “Guarda che non sono un maniaco. Voglio solo fare amicizia come si fa tra vicini. O più o meno”.
"Ok…non vorrei passare per quella che non sono… Non penserai, spero, che passi le mie giornate a…”
“A mostrare il buco del culo agli sconosciuti? Peccato, potrebbe essere un passatempo interessante! Ma se mi sono sbagliato posso togliere il disturbo quando vuoi…ammesso che non ti piaccia essere disturbata”
“Volevo dire che quello che abbiamo fatto, perché sia chiaro che lo hai fatto anche tu, non ti dà diritto ad altre richieste e proposte"
La guardo stupito. Non mi aspettavo di certo una reazione del genere.
"Qualcosa non va?" le domando.
"No.… in realtà va tutto benissimo... ma credo che tu abbia frainteso...!" risponde.
Mi avvicino a lei e continuo "sii più chiara per favore."
"Devo essere più chiara?" mi ripete.
"Si. Te ne prego. Fino ad un attimo fa eri imbambolata a guardarmi il cazzo...eccitata all'idea di essere guardata e ora fai la stronza?"
"Eheh... ma quello era soltanto un gioco. E tu non puoi sfruttare le mie debolezze, le mie perversioni più recondite e nascoste per arrivare alle tue. Io voglio restare padrona delle mie zozzerie...tu al massimo quello che gode nel riceverle... quello che gode nel guardare... senza toccare... nel vedermi godere per il tuo piacere."
Solo quando smise di parlare mi resi conto che aveva appena detto esattamente quello che speravo di sentire, aveva ammesso tutto ciò che stava invece provando a negare.
Le feci una faccia contrariata. Non ero ancora sicuro di aver capito cosa stesse dicendo, quel suo cambio di atteggiamento mi stava intimorendo ma non ancora al punto da abbandonare la partita.
"Dunque mi stai dicendo che non giocherai più con me...?" chiedo.
"Esatto" risponde lei, con le braccia conserte.
"Ok. Niente allora. Poteva essere carina, come idea... ma se non vuoi..." dico, allontanandomi da lei.
"Fermati."
Mi fermo, guardandola di sbieco.
"Forse le cose non stanno proprio così…. è che non ti conosco, è rischioso per me…insomma non lo so!”
“Ma è esattamente perché non ci conosciamo che potrebbe funzionare, rifletti, faresti quello che hai fatto con un tuo amico? Con il tuo fidanzato? Io non voglio essere né l’uno né l’altro, né cerco lo stesso”
Era ancora più confusa, seduta sul bordo del divano. Muoveva le gambe nervosamente, incrociandole poi rilassandole di continuo.
Con un piccolo sorriso mi spiega: "temevo fossi venuto qui perchè volessi di più..."
"Certo che voglio di più, ma non quello che pensi tu. Non sono venuto qui per scopare se è quello che intendi, puoi stare tranquilla. Scopare non mi basterebbe, hai ragione, voglio di più." Nel dirlo mi avvicino a lei e mi siedo per terra, proprio davanti alle sue gambe, trovandolo il posto più adatto per il mio ruolo.
"Ora ti senti più sicura a rifare quello che hai fatto prima ma qui davanti a me?"
"Sì. Se la mettiamo così è quasi un favore che ti sto chiedendo. Quello di poterti mostrare la micina così, naturalmente, liberamente e senza altri fini."
"Forse iniziamo a capirci…ma questa volta lo farai senza distanze e senza fingere che sia per caso. Ed è diverso”.
"Lo so... e credo sia proprio questo quello che voglio"

Tutte quelle parole e spiegazioni avevano interrotto l’atmosfera e anche la mia erezione, ma ci avevano permesso di evitare degli atroci silenzi imbarazzati.
“C'è solo una condizione che metto continuare a giocare con te." Le dico per sfidarla.
"Ovvero...?"
"Se vuoi che io ti accompagni in questa cosa, dovrai osare più di quanto tu abbia fatto prima."
Non le diedi il tempo di rispondere e lentamente mi sfilai i pantaloncini e rimanendo con gli stessi boxer di poco fa, seduto a terra del suo divano. Non appena mi vide in boxer, si morse un labbro in preda alla tentazione.
"So che ti piace ciò che vedi. Beh... se provi a toccarmi abbiamo chiuso. Stop. Fine. Se adesso vieni qua e sfili questi boxer per ciucciarmi il cazzo, sarà l'ultima volta che mi vedrai. Intesi?"
La vidi guardarmi travolta dalla paura. Il senso della fine stava arrivando troppo presto. Nessuno dei due voleva che finisse.
"Io rimarrò così. Voglio che tu ti spogli. Qui adesso. Voglio che tu sia sensuale. Fammi percepire il tuo desiderio. Descrivi il movimento delle tue mani e del tuo corpo mentre sfili tutti i vestiti. Raccontami cosa pensi... cosa faresti ai miei boxer. Cosa faresti al mio cazzo."
"Lo abbiamo appena fatto per tutta la mattina... davvero credi sia così difficile per me?" mi domandò incerta.
"Beh... se vuoi davvero che io ti guardi... ora devi fare questo per me. Non devi solo spogliarti fisicamente. Raccontami le tue intenzioni... supplicami di guardarti. Spogliati dei tuoi pensieri riguardo me. Riguardo noi. Dimostrami quanto ci tieni a tutto questo... dimostrami che non vuoi che finisca. Dimmi a voce alta che mi vuoi... che vorresti il mio cazzo... la mia sborra. Agisci come se la tua volontà dipendesse unicamente da questo. Supplicami di accontentarti. Usa tutte le tue forze."
Mentre dicevo queste cose introdussi una mano sotto il boxer e iniziai a sbatacchiare il cazzo nascosto. Era ipnotizzata da quel che vedeva, finalmente l’avevo conquistata. Lentamente, come presa da una strana forma di attrazione inspiegabile, iniziò a togliere la maglietta. Lo fece con una lentezza esasperante che tuttavia non mi disturbava affatto nel mio ruolo di osservatore.
Cominciò a parlare guardandomi negli occhi: "ora conosci cose di me che non conosce nessun altro".
Il solo pensiero di conoscere dei segreti in esclusiva mi portò ad aumentare istintivamente il movimento della mano sul mio cazzo, come se dovessi placare la mia sete di sapere e la sua di raccontare.
Poi rallentai e la interruppi: "la prima cosa che voglio da te è proprio questa, la pazienza di aspettare come andrà a finire". Su questa frase si abbassò di poco lentamente gli shorts. Si sedette sul divano esattamente di fronte a me, alla distanza necessaria per poter controllare la mia erezione ancora coperta dai boxer. Si accese una sigaretta e si fermò come in attesa di istruzioni.
"Non potrai interromperti finchè non hai finito, quello che voglio da te è un gioco. Ma non un gioco qualunque, voglio un gioco che abbia delle regole precise e anche la possibilità per entrambi di trasgredirle accettandone, ovviamente, le conseguenze. Se ci stai accetta con la figa, tirala fuori."
Non sapevo se lo stava facendo perchè era interessata veramente a quello che le stavo proponendo o, più semplicemente, perchè non resisteva più, ma lo fece, abbassò ancora una volta gli slip quel tanto che bastava a dare aria alla figa che ormai mi sembrava di conoscere da sempre e che allo stesso tempo sembrava ogni volta una sorpresa. Che fosse completamente depilata lo avevo già visto, ma che fosse anche così elastica e pronta a dilatarsi lo stavo scoprendo ora che la avevo di fronte.
Il semplice gesto quotidiano di abbassarsi le mutande perde totalmente il suo lato innocuo se non si è da soli, per assumere un aspetto erotico. Il viso di Serena stava arrossendo e io sentivo il cazzo farmi male da quanto era duro. Il momento della scoperta è da sempre quello che preferisco e né lei né io osavamo guardarci negli occhi per godercelo di più.

"Penso che tu possa fermarti" le dissi, sorridendo questa volta più sinceramente divertito.
Iniziava a stemperarsi la tensione, iniziavamo a divertirci, non più solo io.
Fui molto sorpreso quando il suo seno mi si parò davanti in tutta la sua libertà. Ci fu un lungo silenzio, di ammirazione da parte mia e di imbarazzo da parte sua, non ho mai saputo perchè ma è da sempre la parte del corpo femminile che mi crea più eccitazione vedere esibito. Mi lasciò guardare la sua terza abbondante, guidando il mio sguardo verso i capezzoli larghi, di un rosa più intenso rispetto alla carnaggione chiara del resto del corpo. “Le mammelle di una vacca” commentai per testare l’effetto di certi termini su di lei. Le vedevo oscene, ingombranti, pesanti di eccitazione e ora così vulnerabili ed esposte.
Resistetti alla tentazione di toccarle e ripresi a spiegarle perchè ero là.
"Forse stamattina ti sei presa quello che volevi, sfruttando il fatto che non mi sarei rifiutato di guardare. E ora anche tu conosci la mia perversione che per fortuna è esattamente compatibile alla tua. Quello che ancora non sai è che sono già impegnato”.
“Questo non ti ha impedito di sborrare per il mio culo, perchè? Solo perchè un culo è un culo? O c'è dell'altro? Cosa si prova a guardare il culo di una ragazza sconosciuta?"
Nel dirlo faceva scendere ancora le mutandine e io non potevo fare a meno di guardarla quasi nuda. Il suo corpo era completamente esposto alla mia vista. I miei sensi si scaldavano. Ora apriva le cosce lentamente e il suo sesso mi appariva in tutta la sua bellezza. Le sue labbra intime, quel clitoride delicato rosa pallido, come il resto della sua vulva.

"MMMMMM!". Del tutto involontariamente, non riuscii a trattenere un gemito di ammirazione. Ma Serena strinse subito le gambe.
"Cosa c'è? È così brutta?"
"No, no! Per niente! Io solo...la trovo molto bella."
"Oh..." rispose, imbarazzata da questo complimento inaspettato. "Che carino."
Ancora una volta, le sue gambe si aprono. Mi concentro sul mio compito, sono il suo sguardo indiscreto. Quando la fessura di Serena è spalancata, mi chiede pure se sta andando bene così.
"Dovresti muovere di più il bacino verso di me e allargare bene le gambe in modo che io possa vedere più facilmente."

Serena obbedisce.
A questa distanza ravvicinata, la sua figa infiammata non mi lascia scelta: “ Ora con le dita dovrai allargare le labbra intime”.
La sua mano avanza tremante, con la mia faccia, a pochi centimetri dalla sua bella fighetta. Con Luisa, quando sono così vicino, mi dedico ad attività più impegnative del solo guardare, ma niente prima di oggi mi è sembrato più eccitante del non farlo. Il desiderio di far trovare Luisa nella stessa posizione per qualcun altro mi attraversa la mente, finchè il pensiero non si ferma su mio fratello, vorrei che fosse lui quel qualcun altro.

Intanto Serena con il pollice e l'indice apre il suo frutto proibito. La sua vagina è completamente scoperta. A contatto con le sue dita, si sente quasi il calore della sua pelle.
"Concentrati su quello che devi fare e nient'altro! Ora voglio che tu mi ignori, fallo come se fossi da sola e nessuno ti possa vedere"
Guardo la sua faccia e anche lei mi fissa. La sua faccia è rossa, si morde il labbro inferiore.
Tenendo le gambe ben aperte, esplora la sua figa.

"Hai visto? Sei tutta bagnata, piccola sporcacciona."
Con un ampio sorriso, si concede un’occhiata alla mia erezione.
"Sì! E tu sei molto duro..."
Per non venire troppo presto si alza in piedi e si allontana di pochi metri da me, il suo guardone. Si gira per levarmi la vista dal suo seno e riportarla sul suo culo morbido, burroso che ormai conoscevo molto bene.
"A te perdere il controllo in fondo ti eccita, lo so da quello che hai fatto stamattina, credi che non sappia cosa provavi quando hai visto Cristian, il nostro comune vicino, rientrare questa mattina prima di giocare con me? Sono felicemente fidanzato, è vero, ma quello che voglio da te è il valore aggiunto a quello che già ho. Nell'attesa di capire cosa vuoi anche tu".
Tornata al divano e, contrariamente alla lentezza precedente, mi mostra ancora una volta la figa completamente spalancata.
"Guardamela" chiede. "Guardamela di più. Finora l'hai intravista da lontano, ma ora non si può più nascondere, è qui nuda per te. Guarda i peletti reduci da una rasatura recente come piccole puntine di un porcospino che la punteggiano sul monte e lungo lo spacco”.
“Forse la vedrei meglio se la aprissi ancora con le dita, come ti farò fare, in qualunque luogo o situazione se deciderai di lasciarmene il controllo e allora mostrerai non solo a me le piccole labbra farsi avanti, sensibili, mollicce come ora e l'interno più scuro, vorace e caldo dove potrai far entrare non più solo il cazzo. Farai indurire questo clitoride che è il tuo vero punto debole quando voglio che tu raggiunga l'orgasmo in breve tempo. Mi chiedi ancora cosa voglio da te? Voglio che tu sia la mia bambola da esposizione. Proprio come hai fatto stamattina ma di più, più spesso, ovunque e per chiunque. Una bambola che sa godere e far godere. Voglio che tu sia la mia bambola, oscena, libera e goduriosa. Ecco cosa voglio da te".
Ora che mi ero liberato mentalmente potevo sfilarmi i boxer, restando nudo nel suo soggiorno.
"Il gioco è cominciato, ora sono anche io nudo a patto che tu lo sia sempre di più”.
Serena si china per esporre la sua vulva, in segno di approvazione. Tanto che oltre al suo sesso, posso osservare appieno i suoi seni con areole gonfie e capezzoli sporgenti.
Continuo a guardarla con le gambe divaricate e i seni gonfi.

"Non so se quello che stiamo facendo è molto normale, ma accidenti se è bello!"
Sono scoppiato a ridere.
"Spero che le prossime volte saranno altrettanto belle..."
"Quindi è vero? Vuoi che lo rifacciamo?"
"Tutte le volte che voglio. Ora però è meglio se vado, non vorrei trovarmi con tuo padre che apre la porta proprio ora”
“I miei sono fuori per altri due giorni”
“Sarai sola e porca per altri due giorni?”
“Beh non proprio, ci sarebbe mia sorella ma sta sempre in giro e io ora ho bisogno di venire!!”
“Ferma piccola porcella, devi imparare ad aspettare ricordi?”
Il suo disappunto era talmente evidente da trafiggermi.
“Sei fortunata, anche a casa mia sta per arrivare mio fratello. E siamo anche gemelli, probabilmente alla giusta distanza potresti anche non riconoscerci, quindi ascoltami bene e leva quelle dita dalla figa, concentrati!”
Obbedì ancora una volta.
“Mio fratello dovrà restare fuori dal nostro gioco, almeno per adesso. Potrai venire, ma soltanto quando vedrai uno di noi due alla finestra, se però ti fai scoprire da lui perdi il gioco”.
Aveva gli occhi così sgranati dalla lussuria che mi avrebbe sbranato se avesse potuto.
La lasciai ricomporre, continuando ad osservarla, questa volta al contrario, da nuda a vestita e aspettai anche che andò in bagno, chiudendo la porta a chiave. Fu là che ebbi una specie di illuminazione. Attesi per essere sicuro che stesse facendo pipì e bussai.
“Occupato!” mi disse.
“Ah, scusa.” le risposi.
Finì quello che doveva fare e uscì.
“Prego, puoi entrare” mi disse.
“Grazie”.
Calmati e rivestiti ci mettemmo tranquillamente seduti sul divano del salotto.
“Comunque non c'è bisogno che ti chiudi a chiave...” le dissi.
“Prego?”
“Intendo dire, qui in casa con me non hai nulla di cui preoccuparti”.
“Scusami, in realtà è una cosa che faccio in automatico, lo faccio sempre”
“Ma ora siamo soli...”
“Credo sia un’abitudine normale...!”
“Io con la mia ragazza non lo faccio. E ora anche con mio fratello, avremo ognuno il proprio bagno”
“Credo tuttavia che sia utile, prendi poco fa...! Tu ad esempio stavi entrando in bagno, la chiave lo ha evitato...”
“Eh vabeh... se fossi entrato che sarebbe successo? Non è la prima volta che ti vedo nuda o lo hai già dimenticato?”
“Ah certo, ma mi avresti vista fare la pipì....!”
“Ahhh...capisco che intendi.” E rimasi in silenzio.
“Comunque, io non lo farei con te” aggiunsi dopo un pò.
“Cosa, chiuderti a chiave?”
“Esatto.”
“Beh... allora è una fortuna che non mi sia capitato di entrare involontariamente mentre c'eri tu!”
“Non stai capendo quello che voglio dirti...” ribadii.
Serena era un po' confusa. Era la nostra prima conversazione normale e io le facevo notare una cosa di così poco conto.
“Io con te non lo farei mentre tu con me lo hai fatto.”
“Ti ho spiegato che...”
“L'ho capito il tuo ragionamento... tranquilla. Ciò che voglio dirti è che io non mi chiuderei a chiave quando ci sei tu perché ho fiducia in te. Perché mi sento libero. Mi sento assolutamente in sintonia. Quindi vorrei che tu provassi lo stesso”
“Mi stai dunque chiedendo la cortesia di non chiudermi a chiave in casa mia?”
“Si. E' un problema per te?”
Ci pensò su. La risposta poteva cambiare le sorti del nostro gioco? Effettivamente capii che era un problema per lei. Non tanto per il gesto in sé. Le importava poco se fossi per sbaglio entrato in bagno mentre pisciava. Le importava molto di più la motivazione di quella richiesta. Se io non lo faccio con lei, neanche lei deve farlo con me. Era davvero una questione di fiducia?
“Non è un problema per me. Eviterò di chiudermi a chiave, d'ora in poi” rispose in modo accondiscendente.
“Grazie” le risposi felice di aver ottenuto la risposta che desideravo.
Era proprio venuto il momento di andare dopo averle ripetuto le regole del primo gioco. Non ci scambiammo nemmeno il numero, il nostro unico contatto doveva restare quella finestra.

Ore 20.27
La mia vita sessuale stava per cambiare così all’improvviso, senza aver dovuto fare niente di particolare. Quelle che erano state solo le mie fantasie trasgressive, avevano trovato una svolta improvvisa proprio il giorno in cui anche la mia quotidianità stava per cambiare con l’arrivo di mio fratello.

Questa serie di circostanze era certamente casuale, ma arrivò esattamente al momento giusto, mi sentivo veramente un uomo fortunato. Era come se avessi rimandato per anni l’idea che certi pensieri perversi potessero non restare fermi al livello della pura immaginazione, e tutto grazie a una vicina inaspettata. Ora mi era più chiaro che il piacere, qualsiasi esso sia, ha soltanto bisogno di un pò di audacia. Essermi imbattuto in una sconosciuta con le mie stesse identiche voglie mi confermava l’idea di non essere il solo ad averle. Quante probabilità ci sono che un voyeur abbia per dirimpettaia proprio una giovane ragazza esibizionista? Quasi zero. Questo per la mia testa significava solo che forse è un piacere più diffuso di quanto si pensi, va soltanto incentivato a venir fuori.
Con questi ragionamenti in testa andai ad aprire la porta a mio fratello che carico di bagagli tornava a vivere con me, dopo gli anni in cui abitavamo entrambi ancora in famiglia.
Francesco ha i capelli neri e ricci come i miei, ma la carnagione un po’ lentigginosa e un fisico più esile del mio, unica caratteristica che come dissi a Serena poteva farci distinguere da vicino ma non così facilmente dalla sua finestra, o magari al buio o alla fine di una serata alcolica. La nostra somiglianza è sempre stato il motore delle mie fantasie ogni volta che mi piaceva una delle sue ragazze, e la cosa capitava praticamente con tutte. Sostituirmi a lui in certi momenti era il culmine delle storie porche che usavo per masturbarmi, era come pensare a qualcosa di più di un semplice scambio di coppia, era uno scambio di persona, una fusione che avrebbe permesso a entrambi di avere a disposizione non più una sola ragazza ma due a testa, un piccolo harem privato direttamente a casa. E l’inaspettata avventura di quella mattina stava formando nella mia testa l’idea che poteva non essere più solo una fantasia se avessimo giocato entrambi bene le nostre carte.

Ore 21.48

Sistemata alla meglio la maggior parte della roba di Francesco, almeno per il momento, sentimmo la porta del nostro vicino di casa chiudersi e i passi, che riconobbi essere i suoi scendere le scale.
“Strano che Cristian esca a quest’ora in settimana da solo” mi venne spontaneo commentare, prima di spiegare a mio fratello che Cristian era il suo nuovo vicino, nonchè mio grande amico.
“Sarà andato a giocare a calcetto” ipotizzò Francesco, come unica scusa plausibile per un uomo sposato da poco per lasciare la moglie sola a casa di sera.
“Si il calcetto…quanto scommetti che tra un pò mi arriverà un messaggio per chiedermi di coprirlo? Preparati, presto sarai assoldato come amico da salvare per la tua “auto in panne” ahaha”
Capita l’antifona Francesco non fece altre domande e ci mettemmo in camera mia che era libera da scatoloni a vedere un film sul mio letto. Presi dall’euforia di due fratelli che non si confidano da tanto tempo, il film lo guardammo ben poco, affrontammo invece qualsiasi tipo di discorso e ben presto ci trovammo a parlare della sua ennesima relazione, iniziata da poco.
“Sentiti assolutamente libero di invitare Manuela tutte le volte che vuoi, non devo neanche dirtelo, è anche casa tua ora” iniziai a sondare il terreno su cui costruire il mio perverso progetto.

Francesco mostrò parecchio interesse al rapporto solido tra me e Luisa, chiedendomi se fossimo reciprocamente fedeli e come facevamo a salvaguardare un’intesa sessuale dopo tutto quel tempo, vero motivo per cui le sue relazioni invece non superavano i nove-dieci mesi. Gli spiegai che dopo un pò è necessario evolversi, anche come coppia, magari con qualche fantasia che ravvivi il rapporto, buttando a terra il primo tassello del progetto.

Mio fratello, con tono molto confidente, volle indagare su quali fossero queste fantasie: io, inizialmente, provai a rimanere piuttosto vago.
"Mah, le solite cose ... immaginare un tradimento, fantasticare su un rapporto a tre, qualche richiesta…”

Mi accorsi che l’atmosfera era diventata assai rilassata. Eravamo entrambi in boxer e maglietta, quella fine estate non accennava a finire. Mentre Francesco mi fece quelle domande, non potei non pensare ai seni della sua Manuela, immaginandoli girare liberi per casa con i capezzoli così duri da far intravedere le areole, confermando forza al progetto che dovevo portare avanti per forza.
Iniziai a carpire qualche affinità di pensiero quando le domande di mio fratello si fecero sempre più specifiche.

"Ma per esempio, qual è una richiesta che fai a Luisa?”
Inizialmente tergiversai, poi ridemmo, poi fui interrotto dalla luce che si accese nella casa di fronte, da una stanza diversa da quella dove si era esibita Serena. I genitori erano fuori altri due giorni, non poteva che essere quella sorella che sta sempre fuori. E non sembrava sola, le faceva compagnia un’ombra titubante, di uomo ne ero quasi certo, il fidanzato probabilmente.

“Be’, anche senza bisogno di richieste specifiche, qualche sera capita che siamo qui sul letto a guardare la tv, un po’ pigri. Allora le dico di cominciare a toccarsela!”
“E tu?” sorrise mio fratello interessato
“E io, cosa !?”
“E tu cosa fai?!”
“Eh, dipende!”

Francesco voleva sapere proprio i particolari e io glieli avrei pure detti, ma dovevo portarlo dalla mia parte. Non mi conveniva parlare troppo, togliendolo pure dall’imbarazzo. Mi capì subito come al solito e continuò.

“Insomma, tu te lo tocchi o cosa fai?!”
“Sì a volte me lo tocco” risposi
“E se non te lo tocchi, cosa fai?”
“A volte continuo a guardare la tv chiedendo a Luisa di dirmi quando sta venendo”
“E poi?”
“E poi la guardo mentre gode da sola!”

Credevo di aver detto abbastanza ma Francesco proseguì con i suoi dubbi morbosi.
"E non fai mai nient’altro?!"
"E cosa dovrei fare, fratello! Dipende ti ho detto. A volte, dopo che Luisa è venuta, capita che gliela lecco mentre me lo tocco. Altre cominciamo a fare l’amore. Ma tu piuttosto, non hai mai avuto nessuna fantasia con Manuela?"

A quel punto mio fratello capì che non avrei più parlato se non cominciava a dirmi qualcosa pure lui.
“La fantasia che ho ultimamente con Manu è immaginare rapporti a tre: con qualche mia amica o con qualche suo amico”
Mi venne spontaneo confermare che era una fantasia piuttosto ricorrente anche tra me e Luisa. Mio fratello ne approfittò per spararla grossa, senza mezzi termini:
"Avete mai immaginato che potessi essere io quel terzo?"

Era ovviamente una domanda molto imbarazzante, perché ora che era venuto a vivere con me poteva ripercuotersi sulla vita reale ma significava che non ero l’unico ad aver pensato di trarre beneficio da questa convivenza. Pensai un pò sul come rispondere, ma poi decisi di dire la verità.

“Sì”
“E cosa avete immaginato che facevamo?!”
“Vuoi la verità fratello?”
“Tutta la verità, solo la verità e ce l’ho già duro” mi rispose ridendo.
Ridemmo insieme, il grande passo era stato fatto.
“Ok, la verità è che mi piacerebbe coinvolgere le nostre rispettive ragazze in un rapporto più…. aperto. Io e te siamo molto più uniti di tutti i fratelli che conosciamo, possiamo permettercelo. Si, lo confesso, mi piacerebbe vedere Luisa farsi una scopata con un altro davanti a me, ma con un estraneo sarebbe troppo rischioso, complicato e di sicuro non accetterebbe mai. Con te sarebbe tutto perfetto invece, zero rischi, nessuna compromissione e solo tanto piacere per tutti. E poi non va sottovalutato il vantaggio anche per me, avremmo entrambi due fighe a disposizione se accetti anche tu la stessa cosa, perchè è l’unica condizione che metto: dovrai chiedere a Manuela di fare la stessa cosa davanti a te”
“Affare fatto”
“Certo non sarà facile e nemmeno immediato, ma l’unico modo possibile per restare fedeli e assicurarci la loro fedeltà è…”
“...tradirci tra di noi” e di nuovo scoppiammo a ridere come bambini.

Il progetto prendeva forma e non più solo nella mia testa, nessuno dei due poteva essere sicuro della riuscita, ma valeva assolutamente la pena provarci.
Il discorso finì lì per il momento anche perchè mi arrivò il prevedibile messaggio di Cristian che mi informava sugli immaginari danni subiti dalla mia auto e di lui che avrebbe passato la serata ad aiutarmi, in caso sua moglie mi avesse chiesto dove aveva passato tutto quel tempo.
“Sei il solito coglione” gli risposi con uno smile “ma domani dovrai raccontarmi tutto, specie i dettagli”.

Aggiornai mio fratello sulle bravate del nostro vicino e spensi la luce in un’atmosfera già surriscaldata da quei discorsi, tornammo a concentrarci sul finale del film, almeno lui. Dopo circa una mezz’ora di visione, con la coda dell’occhio notai dei movimenti dalla mia finestra preferita, una luce che si accendeva e spegneva come un segnale, la mia attraente vicina esibizionista mi stava chiedendo il permesso di concedersi il piacere negato quella mattina.

In camera mia c’era massimo silenzio, percepivo Francesco completamente assorto dal film. Con buona probabilità non si sarebbe accorto della mia vicina alla finestra che stava facendo scivolare la sua mano nelle mutandine e cominciava a sfiorarsi dolcemente. Considerata la situazione, il buio e la scarsa attenzione che potevo dedicare al suo movimento, non riuscivo a vedere un gran chè ma sapere che lo stava facendo per me, rispettando la regola del gioco mi eccitava allo stesso modo, e finchè Francesco non se ne accorgeva non stavamo facendo nulla di troppo compromettente.

Anche la mia mano riuscì a scivolare nei miei boxer provando ad assumere una posizione simile a quella di Serena, per comunicarle che avevo capito e ci stavo. Ma la mia angolatura rispetto alla finestra non le permetteva di vedere di più.

Serena era andata parecchio oltre e adesso era la protagonista di una specie di doppia penetrazione fai da te, a cavalcioni sopra il cuscino in camera sua, mi offriva virtualmente il suo culo nel quale faceva scorrere abilmente due dita. Non riuscivo a vedere nulla esplicitamente come la mattina grazie alla luce del giorno, ma proprio per questo motivo, la scena risultava ancora più coinvolgente. La avevo già avuta oscenamente esposta ora mi deliziavo con il vedo-nonvedo.

Il calore tra le sue gambe stava evidentemente crescendo, lo capivo dalla sua mano che accelerava finché decise di rendere ancora più manifesto il movimento delle sue dita aprendo la finestra, ora era visibilissimo l’andamento della mano, che andava su e giù. Mi eccitava moltissimo pensare che si stava toccando la fica per me proprio come le avevo chiesto, come fosse una cosa ormai naturale tra noi, anche lei era entrata a pieno nel progetto, stava trovando naturale farsi una sgrillettata alla mia presenza ed era questo il primo obiettivo. Ora puntavo alla sua disinibizione e complicità per coinvolgere gradualmente anche altri ignari spettatori. Mi piaceva provocarla.

Quando mio fratello si accorse del movimento della mia mano non disse una parola rimanendo concentrato sul film, imputandolo probabilmente ai discorsi di poco prima. Dopo qualche minuto, però, Serena continuò a rendere ancora più visibile il movimento della sua mano fra le gambe, e io ebbi paura che venisse scoperta, avevo paura io per lei, come se la cosa riguardasse me.

Ci stavamo nuovamente masturbando in contemporanea a distanza e iniziammo ad ansimare, Serena probabilmente ascoltata da sua sorella e dal suo fidanzato nell’altra stanza, io accanto a mio fratello che rimaneva impassibile a fissare lo schermo, forse per imbarazzo o forse perchè in previsione di quello che avevamo intenzione di fare sarebbe stato normale anche questo.

Ormai guardavo più in direzione della finestra che del film, tornai a fissare i seni di Serena come avevo fatto tutta la mattina anche se ora erano coperti dal sottile pigiama fuori dalla finestra, riuscivo a vedere come si muovevano su e giù, accompagnando l’andamento del braccio e della sua mano. Avrei voluto ci fosse Luisa, oppure Manuela per infilare una mano nella scollatura dell’una o dell’altra, per arrivare a toccare dei capezzoli grossi e turgidi.

Non ebbi il tempo di confessare quella fantasia a mio fratello per riprendere il discorso perché in pochissimi attimi Serena si lasciò andare ad un intenso orgasmo e io con lei di conseguenza. Appagati ci guardammo dalla finestra e sorridemmo.
Il film era finito, Francesco si alzò per andare ad addormentarsi in camera sua, Serena richiuse la finestra, la sorella abbassò la persiana della sua e Cristian stava finalmente entrando nel palazzo per tornare dalla moglie.
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