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Il tuo coinquilino (parte 2)


di Milla90
28.04.2018    |    52.219    |    28 9.6
"Ora vai a cambiarti le mutande prima di tornare a dormire – si riferiva sicuramente alla macchia di umori sul mio intimo..."
I giorni che seguirono quella sorta di incidente nella doccia, furono tremendi. Non potevo fare a meno di pensare di essermi comportata come una troia. Non solo avevo tradito il mio ragazzo, ma lo avevo fatto con il suo coinquilino. Una persona che detestavo e che avevo sempre mal tollerato. Com’era stato possibile? Come avevo fatto a venire tre volte e così forte? Era possibile che non avessi avuto un moto di pentimento durante l’ora intera in cui mi aveva chiavata?
Mi lambiccai il cervello per le due settimane a seguire e non volli più mettere piede dentro quella casa. Luca continuava ad invitarmi, ed io ogni volta dovevo inventarmi una scusa. Arrivò il giorno in cui le finii e dovetti per forza accettare. L’ultima cosa che volevo era renderlo sospettoso. Se mai avesse scoperto che Paolo mi aveva posseduta nella loro doccia sarebbe morto di infarto.
Quel giorno mi feci coraggio e mi presentai alla loro porta, non dovevo avere paura. Era stato un errore e non sarebbe mai più capitato. A pranzo mangiammo con Paolo e io mai incrociai il suo sguardo, non lo guardai in faccia nemmeno una volta. Mi vergognavo troppo. Io ero imbarazzata, lui invece pareva essere perfettamente a suo agio. Anzi, ad ascoltarlo sembrava che non fosse mai successo nulla. Era talmente calmo che mi fece dubitare che fosse mai successo qualcosa tra di noi.
Passarono le settimane ed io ricominciai pian piano a frequentare casa loro, evitando sempre però di rimanere da sola a casa con Paolo. Dal canto suo però lui si comportava sempre con lo stesso menefreghismo con cui si era sempre rivolto a me, e ricominciammo anche a litigare su ogni questione, mentre Luca cercava di fare da pacere. Le cose ricominciarono ad andare normalmente e due mesi dopo l’accaduto accettai l’invito del mio ragazzo a dormire a casa sua.
Non era stato facile ricominciare a fare l’amore con Luca, e l’atto di per sé sembrava aver perso importanza nella mia testa. Però lo amavo, e ogni volta cercavo di impegnarmi per farlo stare bene. Col tempo ero anche riuscita ad avere di nuovo qualche orgasmo. Non erano certo all’altezza di quei tre avuti in doccia, ma comunque era già qualcosa. Luca faceva il possibile, era gentile e rispettoso, si impegnava, ma dopo essere stata presa da Paolo avevo conosciuto un nuovo livello di godimento che ero ormai rassegnata a non provare mai più in vita mia.
Dopo aver fatto l’amore con Luca quella notte, ci addormentammo attorno all’una. Anche io crollai in un sonno profondo.

Venni svegliata da dei colpi sul muro. Tutto subito non realizzai cosa fosse poi quando pian piano presi coscienza capii che c’era qualcuno in casa che stava facendo sesso. Lo capii perché sentivo i gemiti di una donna. Più probabilmente una ragazza. Paolo si stava divertendo molto evidentemente.
Guardai l’ora, era l’una di notte. Provai a riprendere sonno invano. Quando i colpi si facevano più forti, la ragazza gemeva più forte, quasi gridava.
Maledissi il coinquilino del mio ragazzo per ciò che mi aveva fatto due mesi prima in doccia. Poi lo maledissi nuovamente perché non riuscivo più ad addormentarmi. Chi sarà stata la ragazza che si stava scopando ora? Una sua compagna di studi? La sua fidanzata? Una ragazza conosciuta quella sera stessa? Immersa nei miei pensieri mi riaddormentai.

Erano le tre quando venni svegliata di nuovo. Un grido della ragazza mi aveva svegliata di colpo. Quasi mi spaventai, perché temevo che Paolo le stesse facendo del male, poi la sentii gridare: “si, scopami così!” e capii che la ragazza era perfettamente cosciente. A quanto pare Paolo ci sapeva davvero fare a letto, ed io non ero venuta tre volte solo per qualche strana coincidenza.
Si svegliò anche il mio ragazzo: - ma che cos’è sto casino? –
- Dev’essere Paolo con una sua amichetta… - gli risposi nel buio della stanza.
- Allora mi auguro che finisca presto – lo sentii affondare il viso sulla mia spalla, cercando di abbracciarmi a cucchiaio.
- Non ci conterei troppo. E’ dall’una che vanno avanti… - gli dissi sconfortata. Luca non rispose, aveva di nuovo preso sonno.

Alle 4 di notte, non avevano ancora finito. Sentii lei venire ad intervalli di 15 minuti tra un orgasmo e l’altro. Come faccio a saperlo? Perché ogni volta lo gridava ai quattro venti. Doveva essere un’assatanata anche lei. Ma lui che stamina aveva? Era umano andare avanti per così tanto tempo? Perché non riuscivo a prendere sonno? Ero forse gelosa di quella ragazza nella stanza accanto? E perché sarei dovuta esserlo? Avevo un ragazzo che mi amava, ero vicina alla laurea, e non mi mancava nulla. Nonostante cercassi di distrarmi con pensieri positivi, la testiera del letto nell’altra stanza sembrava un martello pneumatico e mi fece rimanere sveglia ancora per un po’.

Alle 4.30 decisi di alzarmi e andare in bagno. Mi sciacquai il viso, poi mi diressi in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
Passando in corridoio, notai che la porta della camera di Paolo era socchiusa. Mentre ci passavo davanti sentii la ragazza dire: - adoro il tuo cazzo! Mi fa godere tantissimo -.
Sfacciata, pensai, e reprimendo la curiosità di sbirciare nella camera, passai oltre e andai a bere.
Ritornando in stanza però, non ce la feci più e accostai gli occhi alla porta semi aperta.
L’abat-jour sul comodino di Paolo era accesa, così riuscii a vedere bene entrambi. La stava scopando a pecora sul letto. Lei era senz’altro più giovane di lui di un paio di anni. Era piuttosto piccola, ma molto carina. Era una mora dai capelli lunghi lisci, un bel corpicino ed un seno bello sodo, che ballava sotto i colpi di Paolo.
La scopava con forza e sul viso di lei era dipinta una smorfia di puro godimento.
Lei lo incitò ad andare più forte e lui non se lo fece ripetere due volte, la prese dai capelli, le fece una coda e cominciò a scoparla con dei colpi che probabilmente a me avrebbero ucciso. Come faceva quella ragazzina a non sentire dolore? Paolo aveva delle dimensioni fuori dalla norma, era davvero possibile che godesse e basta?
- …di nuovo, eccomi! E’ fantastico – disse lei, affondando la faccia nel cuscino davanti a lei. Lui la riprese dai fianchi e cominciò a mollarle degli schiaffi sulle natiche. Prima a destra, poi a sinistra, poi tutte e due assieme.
- Muovi sto culo – le ordinò lui fermandosi.
Lei per tutta risposta cominciò a muoversi contro di lui con movimenti fluidi e sicuramente esperti. Si stava letteralmente scopando da sola ora. Io rimasi allibita e cominciai a percepire un formicolio al basso ventre. Volevo tornare in camera, ma non riuscivo a muovermi. Ero come paralizzata. La vista di Paolo che sottometteva quella ragazzina era in qualche modo eccitante. Forse non era tanto la situazione, quanto il sapere che effetto faceva quel grosso pisello una volta entrato dentro.
- Vengo! – esclamò lei in piena estasi, mentre lui ricominciava a montarla tenendole una mano sulla testa e premendole la bocca sul cuscino soffocando le sue grida di piacere. I colpi seguenti di Paolo furono potentissimi, da lì riuscivo a sentire il suono dei loro corpi sbattere l’uno contro l’altro. I muscoli di entrambi contratti nell’atto ultimo del godimento. Poi lei si lasciò scivolare completamente distesa sul letto e lui si sfilò da dentro di lei. Per la prima volta dopo la doccia assieme, rividi il grosso pene di Paolo che puntava verso il soffitto, duro e magnifico nella sua imponenza. Sentii le mie cosce bagnarsi e impregnare le mutandine che indossavo come pijama. Come potevo eccitarmi guardando quel fallito del coinquilino del mio ragazzo scopare con una completa sconosciuta?
- Finiscimi con la bocca – le ordinò di nuovo lui sedendosi al bordo del letto. Lei sorridente si girò, si mise in ginocchio tra le sue gambe e cominciò a leccarglielo con immenso piacere. Non mi meravigliai che dopo tutto quel godimento lei gli obbedisse e che cercasse di regalargli tutto il piacere possibile. Gli leccava l’asta lucida dei suoi stessi umori, mentre lo masturbava con una discreta maestria roteando la mano che lo impugnava. Quella ragazza aveva perso qualsiasi freno inibitore. Io stessa, dopo essere stata presa da Paolo, avevo ceduto agli istinti più animali, dimentica del mio ragazzo e dei miei principi. Infatti, prima di Paolo nessuno mi era mai venuto in bocca.
Non passò molto che lui si irrigidì e cominciò a schizzare un po’ ovunque. Sentii i suoi gemiti, e vidi gli schizzi finire sul volto della ragazza, sui suoi capelli e per terra. Vederlo venire fu… piacevole. Come poteva un uomo produrre così tanto sperma?
La ragazza lo ripulì con estrema perizia, prendendosi il suo tempo, mentre lui le accarezzava la testa come gesto di assenso. Fu solo quando distolsi lo sguardo dai genitali di Paolo ed alzai lo sguardo, che notai il suo sguardo dritto verso di me. Mi mancò un battito. Fu un tuffo al cuore. Subito mi ritrassi dalla porta, nascondendomi dietro di essa. Mi aveva vista o era semplicemente incantato? Cominciai ad avere il fiatone, non riuscivo a respirare. Feci qualche passo in direzione della mia camera da letto, ma pochi istanti dopo sentii la porta dietro di me aprirsi lentamente. Mi voltai terrorizzata. Era Paolo, completamente nudo e sudato. Venne deciso verso di me, mentre io rimanevo pietrificata dalla vergogna per essere appena stata scoperta a spiarlo. Stavo per dire qualcosa, quando lui mi mise un dito sulla bocca, silenziandomi. Mi afferrò da un braccio e mi trascinò con lui in bagno. Chiuse la porta dietro di sé e mi guardò.
- Pensavo ti fosse bastata l’altra volta – cominciò guardandomi. Non provava alcun pudore a stare nudo davanti a me, la ragazza del suo stesso coinquilino?
- Infatti… - abbozzai.
- Perchè mi stavi spiando? – sembrava quasi arrabbiato.
- Passavo per andare in cucina… – mi giustificai.
- A fare che cosa? – mi incalzò, mentre notavo che il suo pene cominciava solo ora a sgonfiarsi.
- A bere! Ma poi cosa pensavi che potessi fare? E’ dall’una che quella ragazza in camera tua non fa altro che gridare! Sono le cinque del mattino ed io non ho ancora chiuso occhio – ricominciavo a prendere un po’ di coraggio.
Lui si voltò dandomi le spalle e andò verso il water a fare pipì. Iniziò lo scroscio.
- Spero che almeno ti sia piaciuto –
Io non risposi.
- Capisco se non vuoi rispondermi. Luca ti avrà chiavata per una trentina di minuti e si sarà messo a dormire. Hai dovuto ascoltare noi che scopavamo tutta la notte e questo ti ha innervosita. Perfettamente comprensibile – cominciò a scrollarselo.
Io non risposi di nuovo e aspettai che finisse. Tirò lo sciacquone e si girò – la prossima volta che vuoi guardare basta che me lo dici – mi passò accanto aprendo la porta del bagno, - e se vuoi di nuovo essere scopata non hai che da chiedermelo. Ora vai a cambiarti le mutande prima di tornare a dormire – si riferiva sicuramente alla macchia di umori sul mio intimo.
Lo sentii uscire dal bagno mentre io cercavo ancora una risposta. Che cosa avrei potuto dirgli? Mi aveva colta in flagrante mentre lo guardavo venire sul viso di un’altra ragazza. La cosa mi era piaciuta e non sapevo proprio come poterlo smentire.

Tornai a letto, ma nemmeno a quel punto riuscii a chiudere occhio.
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