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In palestra con uno sconosciuto (parte 3)


di Milla90
27.05.2014    |    53.119    |    7 9.5
"Lui sembra pensarci qualche istante, poi si riabbassa, io non lo fermo..."
Sono riuscita a resistergli per qualche secondo, poi con la forza mi ha sbattuto sul divano e ha affondato la faccia tra le mie cosce. Ha spostato le mutande con una mano e ha preso a leccarmi con foga.
Sono ormai dieci minuti che mi lecca senza sosta. Sembra un cane con un gelato. Non accenna a smettere.
Io sono completamente immobile con le gambe divaricate che lo lascio fare, non ho altra scelta, se si dovesse arrabbiare, ho paura che mi picchi a sangue.
Il suo cazzo sembra granito e non accenna a ritornare alla normalità. Ci ho messo esattamente un’ora per farlo venire, e ora è come se non fosse mai successo. Non ha ceduto un secondo, è rimasto solida roccia nera anche subito dopo aver eiaculato.
Sento che la sua lingua mi penetra profondamente, credo l’abbia parecchio lunga. Come il suo uccello del resto. E ogni volta che mi penetra, un brivido percorre la mia spina dorsale.
Pensavo le sue mosse fossero confuse e inesperte, invece temo di dover ammettere che il viscido Rajid sappia il fatto suo. Mi tengo al divano, affondando le dita nella morbida pelle nera del rivestimento.
Una scossa mi risveglia dal limbo confusionario in cui sono. Ha cominciato a leccare il mio clitoride gonfio, mentre mi penetra con due dita.
“Se continua così mi farà impazzire, devo fermarlo”. Il problema è che io stessa non sono troppo convinta di volerlo fermare arrivati a questo punto. La sua lingua si muove così bene attorno al mio clitoride che potrei venire da un momento all’altro. Mi trattengo ancora per qualche istante, poi…
- Basta! – grido, mentre chiudo le gambe e cerco di spostargli il viso.
Lui si ferma subito, e sposta la faccia. La saliva e i miei umori gli hanno ridotto la bocca e il mento a uno straccio madido. E’ talmente bagnato che i miei umori gli colano dal mento. Si pulisce con il dorso della mano.
“Perché si è fermato?” mi chiedo. “Gli bastava così poco per farmi venire… non si è accorto che stavo per esplodere?”. Dentro di me, forse, già rimpiango di averlo bloccato.
Lui mi fissa, studia il mio volto e capisce il mio stato d’animo – Cosa c’è principessa, non ti piaceva abbastanza? -
- Si.. no! Non mi è piaciuto – devo sembrare visibilmente confusa mentre gli umori colano copiosi dalle labbra vaginali.
Lui mi sorride – deciditi, vuoi che riprenda? –
- assolutamente no, sono fidanzata – stavolta rispondo secca, ma sono visibilmente delusa dal fatto che lui abbia smesso.
Lui sembra pensarci qualche istante, poi si riabbassa, io non lo fermo. Le mie mani afferrano la sua testa come a volerlo bloccare, mentre invece non oppongo resistenza. Lui si piega e mi lecca la figa dal basso verso l’alto finendo sul clitoride. Chiudo gli occhi per la goduria. Quando li riapro, Rajid si è portato con la faccia davanti alla mia, mi fisso sogghignando. E’ in ginocchio tra le mie gambe e la sua asta è perfettamente appoggiata alla mia vagina. Sento la sua punta gonfia sfregare contro il mio clitoride. Comincio a tremare, ho capito quale sia il suo obbiettivo.
Comincia a fare dei movimenti come se mi stesse scopando, sfregando la sua enorme asta contro le mie labbra vaginali.
Il suo cazzo scivola benissimo sulla mia vagina umida e sento le sue vene sfregare contro il mio clitoride. Sto per venire e non so come fare per fermarlo.
- Ferm… fermati – riesco a dire, in un modo non troppo convinto. Lui non mi ascolta e aumenta i colpi, portando la sua bocca sul mio collo. Non voglio che mi lasci segni, così gli prendo le spalle con le mani cercando di spingerlo via – Bas… ta! – dico io gemendo ormai.
Lo sento salire, lo sento arrivare. E’ un fiume in piena e gli argini si sono ormai frantumati. Sto per esplodere e temo che stavolta se ne accorga e che non ci sia modo di fermarlo.
Stringo le mani sulle sue spalle, sento la sua bocca succhiarmi forte il collo. “Non mi deve lasciare segni o... o cosa?” mi chiedo “cosa posso fare?”.
Il mio clitoride si infiamma e le mie gambe si divaricano ancora di più per permettergli un movimento più fluido e più schiacciato contro di me. Mi sento svenire, è eccitantissimo raggiungere il climax solo a contatto con la sua asta e non esserne penetrata. La mia schiena s’inarca e godo. Un godimento lungo e bellissimo che mi scuote dai piedi alla testa. Lui continua imperterrito ad affondare i suoi denti nel mio collo, mi morde le spalle, i lobi delle orecchie e sussurra – Stai godendo vero? Ti piace? -.
Io incontrollata, cerco di spingerlo via con le ultime forze mentre orgasmo contro di lui e mi lascio andare a un debole lamento. Sento le vene del collo gonfiarsi per lo sforzo che sto facendo per trattenermi, sento le tempie pulsare e la mia pelle divampare.
Quando tutto finisce, le mie mani cadono sul divano ed io esanime e in preda a dei deboli spasmi rimango sul divano senza forze. L’unica cosa cui penso è Luca e a come lo abbia, nuovamente, tradito.
- credo ti sia piaciuto… Ma il bello deve ancora arrivare principessa – mi sussurra all’orecchio. Io faccio solo in tempo a rendermi conto di cosa volevano dire quelle parole che con una mano Rajid guida il suo uccello dentro di me. Lo sento sprofondare e per non sentire male divarico le gambe permettendogli una penetrazione completa. Lui si spinge lentamente fino in fondo. Io che non ho più barriere tra ciò che penso e ciò che dico riesco solo ad esclamare – quanto… cazzo… è lungo? –
- Non te lo ricordi? Ora ti rinfresco la memoria – mi dice, mentre con un colpo di reni me lo infila tutto immediatamente.
-Cristo!- esclamo buttando la testa indietro e afferrando un cuscino che prontamente mi porto sulla bocca per soffocare le grida. Lo sento che comincia a stantuffarmi con foga, dandomi dei colpi secchi e decisi. Il suo ruvido cazzo di solida roccia mi penetra come se fossi burro. Fisiologicamente sono molto stretta, ma con tutti gli umori e la saliva di prima, la mia vagina lo accoglie perfettamente.
Lui mi afferra dalle caviglie e mi allarga ancora di più le gambe portandomele verso l’alto. Mi sento un tacchino infarcito in quella posizione, oltre che una lurida troia da strada, ma non posso farci niente, perché rimango attaccata al divano mentre Rajid mi scopa incurante dei miei pensieri. Quando non posso fare a meno che constatare l’arrivo di un altro imminente orgasmo, l’indiano si lecca il pollice e comincia a giocare con il mio clitoride. Io gemo.
Mi fa un po’ male inizialmente, ma dopo pochi minuti comincio a godere di nuovo. Sento salire il mio secondo orgasmo velocemente e non ho di nuovo la possibilità di fermarlo se non aspettarlo impotente. Il bastardo accorgendosene comincia a darci più forte e più veloce, mentre con le dita gioca con il mio clitoride. Il suo cazzo sfrega contro le mie mutande spostate di lato, così con l’altra mano le allarga ancora di più e comincia a pompare senza ritegno. Mi accorgo che guarda il mio reggiseno e che vorrebbe vedermi nuda, ma forse sta godendo troppo anche lui per potersi fermare. “Io di certo non mi spoglio per lui.”
- Sei dannatamente stretta, lo sai? – grugnisce lui sotto sforzo. Mentre il suo pancione si espande ad ogni respiro.
- Non… non sono… - parlare mentre mi scopa, è praticamente impossibile, perché ad ogni affondo mi manca ossigeno – … abituata a simili dim… dimensioni. – Riesco finalmente a dire.
Detto ciò comincio a respirare affannosamente perché sento in me la voglia crescere. La voglia di gridare e di esplodere. Di distruggere tutto e abbracciare fino alla morte quel ciccione schifoso che mi sta regalando un orgasmo pazzesco ed unico. Quando arriva è come un rombo di tuono, un fulmine che squarcia il gelo. Punto i piedi per terra, non riuscendo a stare ferma, lui mi afferra prontamente dai fianchi continuando a pompare dentro di me come un cavallo. Non si ferma un secondo. Io sono incontenibile e comincio a gemere ad alta voce senza riuscire più a trattenermi. Mi metto le mani tra i capelli e mi lamento forte con un lungo gemito. Lui, quando mi sente arrivare, lo infila dentro come se volesse accoltellarmi con quell’affare. Io esplodo mentre le sue dita non fermano un solo secondo il loro lavoro. Mi fa impazzire e sono costretta ad afferrargliele e togliergliele, perché altrimenti sarei probabilmente svenuta.
Un orgasmo più unico che raro.

Quando riacquisto un minimo di lucidità riaprendo gli occhi, vedo Rajid che mi sorride – piaciuto? –
“non pensavo il sesso potesse essere così bello” penso, ma replico – no.. assolutamente. –
Lui allora si innervosisce mi afferra dalle braccia e mi scaraventa per terra con violenza, mi ritrovo in ginocchiata, lui mi sfila con forza le mutande e mi spinge in basso la schiena. Mi vuole scopare a pecorina, lo so, ma non ho le forze per opporre resistenza, e forse nemmeno lo voglio fermare.
Si mette in ginocchio dietro di me e lo rinfila di colpo. Io inarco la schiena per il godimento e per le dimensioni, a me inusuali, del suo cazzo.
Piazza le sue mani sul mio culo e comincia a scoparmi da dietro. E’ dannatamente bravo, o sono le sue dimensioni a farmi impazzire. So che ho sempre provato fastidio a farmi scopare come scopano gli animali, ma ora mi sento completamente sua, tra le sue mani, senza via di fuga. E credo che la cosa mi piaccia.
“Sono davvero malata se mi piace farmi sbattere come una troia qualsiasi da questo schifoso.”
Mentre affonda dentro di me, alterna colpi dal basso verso l’alto a colpi dall’alto verso il basso. E ogni volta che lo fa sento nuovamente il piacere attanagliarmi lo stomaco e il mio respiro farsi più affannoso. “Non sono solo le sue dimensioni, è lui che sa esattamente come muoversi.” Non avevo mai provato un piacere simile a quello che mi sta dando questo sconosciuto. Mentre penso a quanto mi stia piacendo, non mi accorgo che comincio ad assecondare i suoi movimenti premendogli contro il mio culo.
Rajid se ne accorge e smette di tenermi dai fianchi e resta fermo. Io, dimentica di quello che sta succedendo, ma impossessata dal piacere, continuo a muovermi sulla sua asta che ogni volta mi penetra e mi fa morire lentamente.
L’indiano mi risveglia dal mio stato di semi incoscienza con uno sberlone sul culo – ti piace allora!-
- Mi fai male! – grido io fermandomi, senza però spostarmi da quella posizione.
- Ah! Mi pareva che ti piacesse – comincia a ridere mentre mi afferra dai fianchi e comincia a scoparmi con una cattiveria inaudita. Sento il suo cazzo sbattere contro le mie pareti e dimenarsi dentro di me. Lo sento arrivare fin quasi alle ovaie, mi sembra che affondi fino all’ombelico. Comincio a godere fortissimo. Le maniere violente di quest’uomo mi eccitano e io non so come mai.
Un’altra sculacciata sul mio sedere sodo e bianco. Io sussulto gemendo dal dolore misto al piacere.
- Non è per questo che vai in palestra? Per poter sculettare in faccia al tuo uomo? –
- no… - gli rispondo debolmente, perché sempre più in preda al piacere e alla libidine che s’impossessa del mio corpo.
- Ogni giorno fissavo questo tuo culetto rassodarsi e farsi più bello, finalmente è solo mio – comincia a grugnire per l’affanno, mentre non accenna a diminuire la violenza dei colpi che ormai mi stanno letteralmente sfondando.
- Perché io? – riesco a chiedere piegandomi in avanti, appoggiando la testa per terra.
- Perché sembravi la più casta. E poi senti che effetto mi fai! – mi assesta un colpo più forte degli altri e mi fa letteralmente lanciare un grido.
- Lo senti? – mi ridomanda. Io non rispondo.
Sento che si china e mi afferra la coda di cavallo portandomi la testa indietro mentre continua a pompare come un animale. Mi fa male e lancio un altro grido mentre porto le mani indietro per cercare di liberarmi, ma niente da fare. Così assecondo il dolore ai mie capelli e tiro su la schiena appoggiandola al suo petto e al suo pancione che preme contro la mia zona lombare. Il mio viso ora e affianco al suo praticamente.
- Ti ho chiesto se lo senti – mi sussurra determinato all’orecchio, mentre comincia a farmelo sentire dal basso verso l’alto, cercando di farlo entrare fino all’ultimo centimetro. Lo sento premere contro di me e dentro di me.
- Allora? –
- Si... – rispondo in estasi.
- Si cosa? –
- Si lo sento… - sono costretta ad ammetterlo.
- Mi vuoi ancora denunciare? – sento il suo fiato pungente nelle narici.
- Si… - rispondo cercando di controllare le vibrazioni del mio corpo.
- Quindi non ti piace… - mi strattona dai capelli provocandomi dolore.
- No… – riesco a mentire.
- In tal caso allora sei libera di andartene, abbiamo finito – è palesemente incazzato.
Comincia a sfilare lentamente la sua asta. Sembra che non finisca più, non ci posso credere che tutto quel pezzo di carne fosse dentro di me. Lo sento scivolare via come un serpente che esce sinuoso dalla sua tana. Mi sento svuotare. Sento il godimento venire meno, sento il piacere svanire lentamente. Non so se potrò fare a meno di una sensazione così forte per il resto della mia vita.
- No, aspetta – lo fermo, cominciando a darmi della troia da sola.
Lui si blocca con la cappella ancora dentro di me – Cosa devo aspettare? –
- Non ti fermare – ormai sono sua e non riesco più a nasconderlo.
- Cosa vuoi che faccia? – il bastardo continua a rimanere fermo.
- Rimettilo dentro… - gli spiego in affanno.
- E perché dovrei? – ormai ha capito di avere il coltello dalla parte del manico.
- Perché mi fai impazzire… ti prego –
“sono arrivata a supplicarlo. Non ci credo, ma lo voglio a tutti i costi, ora devo avere quell’orgasmo.” Il terzo che quest’uomo mi sta regalando in questo tardo pomeriggio.
- Era quello che volevo sentire – ride, mentre lo ributta dentro e spingendomi in avanti mi fa tornare a quattro zampe.
Mi riempie di nuovo e io subito ricomincio a godere, è fantastico non c’è che dire. Nessuno mi ha mai scopata come sta facendo lui negli ultimi due giorni.
Mentre lo sento entrare e uscire regalandomi piacere, la mia libido viene interrotta da un suono.
DRIIIIN! DRIIIIN!
E’ il mio cellulare, sgrano gli occhi. Mentre Rajid mi scopa guardo l’ora. Sono quasi le otto. Non mi ero accorta di come fosse volato via il tempo.
DRIIIN! DRIIIN! “Dev’essere mia mamma” penso. Invece è molto peggio. E’ Luca.
Ci metto alcuni secondi per decidere se rispondergli o meno, ma la soluzione mi viene servita da Rajid – Rispondigli! – mi ordina.
Io accetto la chiamata e mi porto il telefono all’orecchio – Ciao amore! –
-Tutto bene grazie, Tu? Dove sei? – cerco di assumere un tono normale, invece sento la mia voce tremare. Lo stronzo alle mie spalle comincia a pompare più forte.
- Scus… Scusa se non ti ho… risposto prima. Stavo studiando… - Non riesco a parlare con Rajid che mi penetra così in profondità e il piacere cresce a dismisura. “Sono davvero così troia da eccitarmi al telefono con il mio ragazzo, mentre un completo estraneo mi scopa a pecora?”
- No.. Nien… Niente, sto correndo! Sono in pale… in palestra.. aaah! – Rajid mi sta facendo impazzire, e l’orgasmo è ormai vicino. Tanto vicino che non sento nemmeno più cosa ha da dirmi Luca.
- Sto bene! Ti ho… detto! Stavo solo per… cad… cadere! Cristo! – sto per esplodere e non riesco nemmeno più a controllarmi al telefono. Gli affondi del cazzo di Rajid mi lasciano indifesa e mi fanno toccare il cielo con la punta delle dita. Lui, che non perde mai l’occasione, intuisce il mio momento di debolezza e mi scopa con più passione e con più grinta. Ora i colpi sono più veloci e molto decisi. Sento le sue palle sbattere contro le mie labbra vaginali, sto per venire. Sento solo il rumore dei nostri corpi che s’incontrano e i miei umori che mi colano lungo le gambe. Sto letteralmente impazzendo.
- Scusa... ora ti devo lasciare, a dopo! - in un soffio chiudo la chiamata e lancio il cellulare lontano da me.
Dopo alcuni secondi ricomincia a squillare.
- Vuoi rispondere? – chiede Rajid ridendo.
Io mi accascio per terra senza forze, aspettando il terzo orgasmo di fila.
- Continua! – sono solo in grado di dire – sto per… sto per venire… - dico mentre non riesco a trattenere un lungo grido di goduria mentre esplodo e chiudo gli occhi crollando per terra.
L’ultima cosa che ricordo prima di perdere i sensi definitivamente, è Rajid che viene e si svuota dentro di me. Una sensazione che non scorderò mai più in vita mia.

Continua…
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