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trio

Autostoppista


di batman100
04.02.2021    |    21.179    |    4 8.4
"Tra un gemito e un conto di vomito presi a succhiare quel cazzo così largo che ero costretta a spalancare la bocca per accoglierlo tutto..."
Questo è il acconto di un racconto.
La mia era una bella famiglia, tranquilla e molto regolare.
Mia madre molto religiosa mentre mio padre era non credente, ma rispettava le sue idee.
Lui per lavoro andava spesso fuori città ed era un tipo brillante.
Un giorno, stavo cercando qualcosa dil suo comodino e mi imbattei in una rivista patinata di donne nude, nascosta non troppo bene. Meravigliato da tale scoperta, mi misi subito a sfogliarlo
Oltre a bellissime foto di donne nude (ne ricordo una di colore con la fica aperta rosa che risultava sulla pelle scura, che mi faceva impazzire), c'erano dei racconti, delle storie a sfondo erotico che mi piaceva leggere e con le quali mi sono scorticato dalle seghe. Forse da li, ho iniziato ad apprezzare i racconti erotici.
Una in particolare mi eccitava molto, la ricordo abbastanza bene e provo a raccontarla qui.

Sono una ragazza che ama viaggiare, ma non ho molte possibilità economiche per cui mi arrangio facendo l'autostop. So che può essere pericoloso, ma cerco di selezionare Lee persone che mi potrebbero aiutare e per fare questo, mi fermo sempre nelle aree di sosta, così posso chiedere i passaggi a chi preferisco.
Ero appunto in una stazione di servizio in attesa della macchina giusta, quando si ferma un camion.
Di solito mi guardo bene da scegliere i camionisti, ma dal questo camion scese una coppia che avevano l'aria di essere marito e moglie, piuttosto maturi sulla cinquantina.
Quando uscirono dal bar, mi avvicinai e chiedi gentilmente un passaggio.
Loro si lanciarono un'occhiata e dopo un sorriso accettarono di farmi sapere sul camion.
Era un bellissimo autotreno, molto grande e confortevole.
Il viaggio era lungo e dopo le chiacchere di rito, mi misi stanca e gentilmente mi fecero accomodare nell'ambiente dietro la cabina di guida, dove c'era una comoda cuccetta matrimoniale, separata da una tenda.
Io mi distesi mentre i due continuavano a parlarsi.
"È molto carina"disse lui.
"Si, è più giovane dell'ultima che abbiamo avuto lo".
Mi saltó all'orecchio quel verbo "che abbiamo avuto".
Che significava?
Ma forse mi facevo troppo problemi, significava semplicemente l'ultima a cui avevano dato un passaggio.
Ma i miei dubbi si mostrarono subito fondati.
Sentii la tenda aprirsi e mi preoccupano che si affacciasse l'uomo.
Invece era la moglie che mi chiese di farle spazio.
Pensi che volesse riposarsi, ma mi disse "è giunto il momento di pagare per il viaggio mia cara"
Io sul momento non capii, ma quando lei si avvicinò per baciarmi sulle labbra, mi ritirai di scatto.
Lei era una donna forte e mi immobilizzò le braccia con decisione.
"Stai tranquilla, non ti facciamo del male, piacerà anche a te, rilassati. E poi pensaci un po'. Sei su un camion di notte in mezzo all'autostrada...Non vorrai che faccia intervenire anche mio marito? Vedrai fra di noi donne staremo meglio"
Io ero di marmo. Non avevo mai avuto rapporti con una donna e la cosa mi faceva anche un certo ribrezzo. Non avevo altra scelta ero in trappola.
La donna si avvicinò di nuovo e questa volta raggiunse le mie labbra e fui costretta a farmi baciare.
Piano piano la sua lingua si insinuò fra le mie labbra facendole aprire e scavando fra i denti raggiunse la mia lingua. Orami era andata. Stavo baciando un'altra donna, molto più anziana di me e se pur non disprezzabile non era niente di particolare. La sua corporatura robusta e la pelle scura contrastavano con la mia figura esile e pallida.
Ma fu gentile e alla fine apprezzai le sue attenzioni. Sapeva cosa vuol dire dare piacere ad una donna, essendola anche lei. Lentamente mi sfilò la maglietta e rimasi con il reggiseno a coprire le mie piccole tettine da seconda.
Lei fece altrettanto e fece sobbalzare fuori un seno matronale un po' cadente ma ancora abbastanza sodo, vista l'età.
Mi sganciò il reggiseno e le domandai "ma cosa vuoi farmi?".
"Ora lo vedrai mia cara e vedrai che ti piacerà un sacco" Prese a leccarmi i capezzoli, succhiandoli e mordicchiandoli delicatamente. Aveva davvero un tocco esperto e delicato, non come molti uomini che pensano che i capezzoli siano bottoncini insensibili da mordere. Oltretutto i miei sono mooolto sensibili e quei baci mi stavano facendo sciogliere, nonostante la situazione al limite della violenza sessuale nella quale mi ero cacciata.
Iniziai a mugolare e lo feci ancora di più quando lei sbottonò i mei pantaloncini per raggiungere le mutandine e il mio sesso.
Dopo un minuto ero completamente nuda, distesa sule letto e la matrona fra le mie cosce a leccarmi la fica.
Ormai avevo perso ogni pudore e godevo di quelle leccate esperte gemendo come una pazza.
Mi piace tanto farmela leccare, anche di più che essere riempita da un cazzo. La lingua è viva, si muove, si sinsinua negli angoli più nascosti. E' più delicata e meno violenta. Insomma, adoroo farmela leccare.
"Come va là dietro, vi state divertendo?" sentii dire dal vocione del marito che stava guidando il camion.
Il suono della sua voce mi risvegliò dal torpore di eccitazione in cui mi trovavo. Mi ero completamente dimenticato della sua presenza!
Immagino che sapesse cosa stessimo facendo anche se non ci poteva vedere e che fosse loro abitudine caricare ragazze per il loro diverrtimento. Ecco cosa significava la frase "è più giovane dell'ultima che abbiamo avuto".
La donna si staccò dal mio sesso per un attimo per rispondere e questo mi lasciò un vuoto fra le gambe che non avevo mai provato.
"Tutto bene, è brava e sa di limone" fu la sua risposta. Il gusto faceva riferimento ai miei succhi che ustavano uscendo copiosi dalla mia fica a causa delle sue carezze.
"Wow!" disse lui " la voglio provare anch'io!" Questa affermazione mi fece rabbrividire.
Per chi mi avevano preso per un giocattolo da provare e da scambiarsi a piacimento? No, mai e poi mai avrei accettato di farmi avvicnare da quell'uomo che avrebbe potuto essere mio padre.
Invece, noncurante dei miei pensieri, sentii il motore del camion che diminuiva di intensità, poi una leggera sterzata e capii che stava entrando in un'area di sosta.
Una volta che il mezzo fu fermo, la tenda si aprì e si affacciò l'uomo. Io cercai di coprirmi ma era impossibile. Ero tutta nuda con le gambe aperte, cercavo la maglietta ma la vici arrotolata in fondo al letto. Non l'avrei mai potuta raggiungere.
"Eccomi, disse tutto baldanzoso, mentre già si stava spogliando.
"Non voglio" mi provai a dire.
"Bella bambina, qui non hai troppo da scegliere e quello che vuoi e non vuoi non è una nostra priorità. Ti consiglio di stare buona e farci divertire, altrimenti ti lasciamo qui e non te lo consiglio a quest'ora di notte. Ci sono otto autotreni con almeno sedici autisti che avrebbero proprio voglia di divertirsi con una come te e ti assicuro che loro non sarebbero così gentili"
Quelle parole erano una sentenza per me. Intanto l'uomo era già completamente nudo. Aveva una grossa pancia, tipica dei camionisti, ed era molto peloso sul petto. In un attimo si portò con il suo uccello vicno al mio viso. Potevo vedere da vicino quel brutto affare che teneva, grosso e tozzo. Un po' come lui. Emanava un odore non troppo piacevole. Non era puzzo, era odore di maschio selvatico.
"Avanti ragazzina, fammi vedere se sei brava con la lingua come mia moglie. Ho visto che ti piace fartela leccare, eh! Allora restituisci il favore!".
La sua non era una richiesta. Era un ordine.
Scuotevo la testa per dire no, ma la donna aveva ripreso a leccarmi e mi guardava negli occhi come per dirmi di assecondarlo. Non avevo scelta.
Maledicendo il momento che ero salita su quel camion, mi dette uno schiaffo sulla guancia e mi spinse il suo uccello fra le labbra obbligandomi a prenderlo in bocca "Ohhh, finalmente, ci voleva tanto? Succhia bellina, dai!" gridava l'uomo.
Tra un gemito e un conto di vomito presi a succhiare quel cazzo così largo che ero costretta a spalancare la bocca per accoglierlo tutto. Aveva un sapore acre, forte. Mi faceva schifo, ma allo stesso tempo stavo avendo un orgasmo dovuto alla lingua della moglie che stava lavorando sul mio clitoride con grande maestria.
L'uomo continuava a scoparmi in bocca mentre io godevo senza ritegno. "Vedi che ti piace troietta!" diceva.
"Certo che le piace" disse la moglie "ma adesso tocca anche a me.
Con la bocca ancora impiastricciata dei miei umori, si avvicinò al sesso dell'uomo e mentre il tenevo la cappella in bocca lei gli leccava l'asta fino alle palle, poi me lo sfilò e se lo imboccò lei.
Il marito grugnì qualcosa come a dire che preferiva la mia bocca, ma a lei poco importò.
Poi la moglie si distese e mi fece mettere la testa fra le sue gambe. Era chiaro che voleva. Avrei dovuto leccarle la fica.
Era la prima volta che mi trovavo davnti ad una vagina che non era la mia. Aveva un profumo più dolciastro in confronto al sesso del marito, il quale mi spinse la testa contro sua moglie facendo appiccicare le mie labbra su quelle del sesso di sua moglie. Disgusto, ribrezzo, nausea, giramenti di testa. Erano le prime sensazioni che ebbi. "Avanti, leccala bene!" mi disse lei e non potei far altro che eseguire, vista che l'alternativa era farsi violentare da 16 bruti in quel piazzale.
Inizia a leccare quelle labbra larghe e umide, contornate da una folta peluria. Piano piano mi abituai a quel sapore e visto che la donna apprezzava, inizia a prenderci gusto anch'io, cercando di fare quello che sarebbe piaciuto se l'avessero fatto a me.
Certo, il suo sesso era molto diverso dal mio. Le sue cosce grassottelle facevano da contorno a quel cespuglio nero che nascondeva due labbra cicciottelle, ben allargate e aveva il clitoride così evidente che sembrava un piccolo cazzo.
Leccavo e succhiavo, metre pensavo che prima li facevo godere, prima mi avrebbero lasciato andare.
Mi impegnai a fondo sulla donna, oltretutto era stata anche carina con me, e non mi accorsi che il marito si era messo dietro di me e gli stavo offrendo la vista del mio culo sollevato. Ad un tratto sentii qualcosa fra le gambe. Il porco voleva scoparmi! Cercai di allontanarlo ma ero praticamente immobilizzata. Sentii piano piano che si fa largo fra le mie gambe e con un gesto secco, si piazzò tutto dentro. "Ahhhhh!" cacciai un urlo, ma rimase inascoltato e oltrettutto soffocato dalla donna che mi spinse di nuovo la testa in mezzo alle sue cosce.
Si mise a scoparmi violentemente. Mi sentivo offesa e umiliata, avrei voluto morire. Quel cazzone grosso e tozzo mi stava slargando tutta. Così diverso da quello dei miei coetanei che avevo avuto fino ad allora.
Lo sentivo che allargava le parti della mia pagina, che mi riempiva tutta. Una sensazione strana e tutto sommato eccitante, se non fosse che mi stava violentando.
"Vieni bella, fai godere lo zio e dopo ti porto dove vuoi" mi diceva.
Con le mani teneva ben allargate le mie visite per poter ammirare il suo uccello che entrava e usciva.
Poi si staccò da me, mi scansò e andò sopra sua moglie che era già a gambe larghe con il sesso già dilatato.
In un attimo il suo cazzo scomparve dentro di lei e mi impossesso di mettermi vicino alla sua donna per leccarla mente la scopava.
Ogni tanto usciva dal suo sesso e me lo dicev ficcava in bocca
Aveva il sapore del sesso di sua moglie, ma ormai non ci facevo più caso, speravo solo che finisse presto. Perciò mi impegnavo a fondo succhiandolo forte.
La cosa si ripetè per te o quattro volte.
Poi uscì fuori ancora una volta ululando come un lupo e comincio a schizzare da tutte le parti, colpendomi il viso che era a poco cm da lui. Sulla pancia della donna si formò una pozza bianca e lattiginosa di sperma.
"Adesso puliscila tutta, zoccoletti!" Mi intimò l'uomo spingendomi conta la pancia di sua moglie.
Fui costretta a leccare tua la abbia fino a ripulire tutto perfettamente.
Poi, con il volto ancora sporco di sperma, mi lasciarono sul letto.
Lui si rivestì, ritorno alla guida e riparti con il camion.
La moglie rimase con me. Fu molto dolce, mi baciò, mi dette un asciugamano per pulirmi la faccia e poi ci addormentammo abbracciate.
Al mattino mi svegliato ed ero vicina alla mia destinazione.
Quando, mi fecero scendere mi chiesero se volevo un passaggio anche per il ritorno, ma io non risposi nemmeno e me ne andai per la mia strada
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