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Claudia, la madre di Anna


di cd1948
20.03.2015    |    23.303    |    2 9.7
"Al che le levai dalle mani quello che stava tenendo e feci scivolare l'accappatoio che cadde sul pavimento, lasciandola nuda..."
Claudia, la madre di Anna

Nel capitolo precedente ho raccontato di aver incontrato la madre di Anna brevemente. Era una bellissima donna, sulla quarantina.

Le avevo fatto dei complimenti e si era lasciata sfuggire che il marito non la vedeva quasi più e non le diceva nulla.

Il giorno dopo, ritornai da lei per farmi pagare per i lavori eseguiti in casa sua. Il marito era andato al lavoro ed Anna era andata a scuola.

Quando arrivai, lei mi accolse in un accappatoio legato alla cintura, che lasciava vedere l'attaccatura del suo seno, i capelli avvolti in un asciugamano, evidentemente appena lavati.

-”Buongiorno, prego si accomodi” mi fece, facendomi accomodare in salotto.

-”Buon giorno, splendida signora” le dissi, facendola arrossire dal piacere.

Mi accomodai su una poltrona e lei sul divano in fronte a me. Nel farlo, l'accappatoio si aprì alquanto, facendomi apprezzare le sue gambe fin quasi all'inguine, e le sue belle tette morbide. Lei si coprì subito, ma intanto ero riuscito ad ammirare le sue belle gambe e le sue splendide tette.

-”Spero che il lavoro che ho fatto vada, bene, signore” esordii.

-”Oh, si, va benissimo, ora non spande più” rispose, “mi scusi se non ho lasciato il denaro per pagare i suoi servigi a mia figlia. Almeno spero che Anna non sia stata la solita scorbutica con lei”.

-”No, anzi, sua figlia è stata deliziosa, gentilissima. E poi, il fatto di non avermi pagato mi ha dato la scusa per venire a trovare una donna splendida come lei” dissi a mia volta.

-”Oh, lei è sempre così gentile, mi fa sempre dei complimenti” fece, arrossendo.

-”Ma è soltanto quello che vedo, una donna davvero speciale, così bella, giovane. Addirittura, non lo avessi saputo che Anna è sua figlia, avrei pensato che foste sorelle” dissi, sporgendomi in avanti.

-”Non dica così, sono una signora di una certa età, sposata” fece, rossa come un pomodoro.

-”L'età non conta nulla, la bellezza non ha nulla a che fare con gli anni. E poi, una certa maturità rende una donna bella come lei ancora più seducente” continuai, imperterrito, “ma dovrebbe essere abituata ai complementi”

-”Oh, nessuno nota una donna ultra quarantenne” si schernì, “piuttosto, posso offrirle un caffè”.

-”Grazie, molto gentile, accetto il suo caffè” replicai “ma, come ho detto, gli anni non contano. E lei è una donna molto attraente, questo suo schernirsi la rende ancora più seducente. E vedo che i complimenti le fanno piacere”.

-”Lei mi confonde” fece, alzandosi, rossa in viso. Nel farlo, abbassandosi quel poco, le rividi il seno che cercava di nascondere e le si riaprì la parte bassa dell'accappatoio, mostrandomi ancora le sue splendide gambe.

Si diresse in cucina. Io la seguii. Nel mentre prendeva la caffettiera ed il caffè dalla credenza, mi avvicinai da dietro e, posandole le mani sui fianchi, la baciai sul suo lungo collo. Lei ebbe un brivido e le venne la pelle d'oca.

-”No, per favore, cosa fa ?” disse, rimanendo immobile.

Le accarezzai la schiena con le mani, fino a portarle sul collo, poi scesi lentamente sul davanti e, prendendo i lembi dell'accappatoio, iniziai ad aprirlo, mentre continuavo a baciarle il collo e le spalle.

-”No, no, mi lasci” disse, ma era tutto un brivido.

Sempre baciandola. scesi con le mani fino al suo seno ed accarezzai delicatamente le morbide tette, le sfiorai i capezzoli, duri come pietre, le passai sul suo addome piatto, slacciai la cintura dell'accappatoio e lo aprii, sfilandoglielo. Rimase appeso sulle sua braccia, che ancora reggevano il caffè e la caffettiera, ma lasciandole scoperta la schiena.

Mentre con una mano ripresi ad accarezzarle il seno, con l'altra scesi lentamente fino al suo monte di venere, coperto con un ciuffo di setosi peli scuri. Nel frattempo, avevo pure iniziato e baciarle la schiena,a percorrerla sfiorandola delicatamente con le mie labbra.

Lei aveva iniziato a gemere sottovoce dal piacere. Al che le levai dalle mani quello che stava tenendo e feci scivolare l'accappatoio che cadde sul pavimento, lasciandola nuda. La feci voltare delicatamente e, mentre con le mani le accarezzavo il corpo, iniziai a baciarle dolcemente il viso.

Le baciai gli occhi, il naso, le labbra. Lei schiuse la bocca ed io le presi le labbra dolcemente fra le mie, poi posai la mia bocca sulla sua ed iniziai a spingere la mia lingua dentro.

Lei, che fino a quel punto si era limitata ad assaporare passivamente le mie carezze, mi mise le braccia al collo ed iniziò e ricambiare i miei baci. Nel frattempo, con le mie mani le accarezzavo la schiena il culo, i fianchi.

Mi staccai dalla sua bocca ed iniziai a far scorrere le mie labbra sul suo collo, sul suo seno, le succhiai i capezzoli, glieli mordicchiai, le presi una tetta alla volta completamente nella mia bocca fino a sentire la ghiandola, che iniziai a stringere delicatamente.

Lei mi teneva la testa attaccata sul suo seno mentre con le mani io iniziai ad accarezzarle la passera. Le passai le dita dentro il ciuffo, iniziai ad accarezzarle le grandi labbra, le toccai il clitoride, lo strinsi delicatamente fra le mie dita, le inserii un dito dentro. Era un lago, le pareti della sua vagina fremevano.

“Oh, mamma mia, ti prego, prendimi” iniziò a dire, in preda al piacere.

Nel frattempo, ero sceso con le labbra lungo tutto il suo corpo e, inginocchiandomi davanti a lei, inizia a leccarle la figa, mentre con un dito la penetravo e con un altro le lavoravo il buco del culetto. Quest'ultimo era talmente stretto che doveva esser vergine lì.

-”Oddiooooooo, non ce la faccio piùùùùù, ti pregooooooooooo” iniziò a dire, e venne. Il suoi umori mi riempirono la bocca, l'orgasmo la squassò tutta e rimase lì, tutta tremante.

Al che la sollevai, la feci sdraiare sul tavolo della cucina, le gambe appoggiate a delle sedie, mi abbassai i pantaloni e la penetrai. Quando il mio membro fu tutto dentro, mi fermai. La sua vagina era tutta una convulsione, mi strizzava l'uccello.

Con le braccia le alzai le gambe ed iniziai un lento dentro e fuori. Uscivo quasi completamente e poi rientravo lentamente fino a schiacciarle l'utero. Andai avanti così, lentamente. Lei sembrava impazzire, voleva che accelerassi. Giunse più volte sull'orlo di un orgasmo. A quel punto mi fermavo per poi ripartire.

Quando venne, fu una cosa spettacolare, urlava, saltava, la sua vagina aveva delle contrazioni tremende. Mi fermai per un attimo e poi ripresi. Iniziò ad avere un orgasmo dietro l'altro, mentre la pompavo lentamente.

Ad un certo punto, la feci voltare e la misi alla pecorina, il torace appoggiato al tavolo e glielo infilai da dietro. Andai avanti così, lei continuava a mugolare e venire, era praticamente un orgasmo continuo. Alla fine venni anch'io, riempiendole la passera del mio seme. Esausto, quando il cazzo iniziò a sgonfiarsi, mi sfilai da lei e mi sedetti sulla prima sedia che trovai. Lei rimase lì, lo sperma che usciva dalla sua bella figa, distrutta da tutti gli orgasmi.

Quando si riprese un po', si sollevò e si voltò verso di me.

-”Oddio, cosa abbiamo fatto” fece.

-”Nulla che non abbiamo voluto, credo” risposi.

-”Ma io sono una donna sposata, non avevo mai tradito mio marito prima”.

-”Ma ti è piaciuto, almeno ? Non vorrai avere dei rimorsi su una cosa che non ti è piaciuta”

-”Oh, sì, è stato splendido, credo di non aver mai goduto tanto in vita mia. Ma ora come farò con mio marito”.

-”Non sei obbligata a dirglielo”

-”Ma ho paura che se ne accorga”

-”E come potrebbe succedere ?”

-”Non lo so, ma ho paura che veda qualcosa in me, mi sento diversa”

Dopo questo pentimento tardivo, ci ripulimmo, mi rivestii e mi avviai alla porta. Lei mi seguì, ancora nuda. Prima di accomiatarmi le diedi un bacio sulla bocca dicendole :

-”Ci vediamo domani”.

-”No ti prego, domani no, ho bisogno di tempo”.

-”D'accordo, il mio numero ce l'hai. Quando te la senti, chiamami”.

E me ne andai.


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