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Lui & Lei

Il matrimonio


di MissSerena
26.07.2022    |    11.808    |    6 9.7
"” “Lei mi deve ridire il nome della sposa o rischio di fare una brutta figura..."
Tredici anni fa veniva a mancare una mia cara amica, di qualche anno più giovane di me, con la quale avevo instaurato un dialogo fatto spesso a distanza, ma non per questo non carico di significati.
Sull'onda emotiva scrissi il mio unico racconto non erotico, ma forse proprio perchè buttato giù a caldo non mi piacque più di tanto, anche se lo pubblicai con un discreto successo.
Qualche giorno fa ho deciso di rimetterci mano, ed il motivo sinceramente non lo so, anche perchè è qualcosa che non faccio mai, ma l'idea di rivederla un'altra volta con la sua Ingrid mi ha preso il cuore, e così ecco il mio rielaborato. La storia e tutti i personaggi a parte Laura, che non è la mia ex compagna ma solo un'omonima ed Ingrid sono di pura fantasia, la mia ammirazione per una donna che se n'è andata troppo presto è invece reale.


L'imbarcazione navigava tranquilla nelle acque del Mare del Nord direzione Sud-Est. Una volta uscita dalle acque territoriali avrebbe virato a destra compiendo dei cerchi apparentemente senza senso.

Il capitano James Walcott si domandava ancora perplesso il perchè di tutto ciò, stava facendo un favore al suo amico Charlie Scott al quale non poteva dire di no, ma che prima o poi avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni.
I due erano cresciuti nello stesso palazzone nell'estrema periferia a nord di Londra, ma entrambi furono abbastanza intelligenti e fortunati per non finire in riformatorio prima o in prigione poi.
Walcott si era arruolato in marina subito dopo aver preso il diploma alla scuola nautica, e partecipato alla guerra della Falkland come membro dei reparti speciali, dove aveva ricevuto una medaglia al valore per aver salvato un gruppo di soldati caduti in una trappola argentina
Charlie invece si era guadagnato una borsa di studio per accedere alla facoltà di diritto a Oxford, e dopo la laurea era passato attraverso diversi studi legali, sempre più prestigiosi, sino a diventare socio in uno che era nella top ten della City.

Charlie aveva aiutato James quando fu 'congedato' dalla Royal Navy dopo una sfuriata con il più cretino degli ammiragli di Sua Maestà trovandogli un lavoro sugli yacht di ricchi signori della finanza.
L’ex ufficiale aveva infatti deriso il suo superiore, quando aveva sentito questo vantarsi per le proprie imprese belliche, ricordandogli in modo ironico e poco rispettoso, che negli uffici dell’ammiragliato non s’era mai sentito un colpo d’arma da fuoco. Il suo brillante passato gli erano servito ben poco davanti alla corte marziale, e l'avvocato militare era riuscito solamente ad evitargli il congedo con disonore.
Così un uomo addestrato in uno dei più prestigiosi corpi scelti di tutto il pianeta, s'era ritrovato a fare l'ufficiale prima ed il comandante poi, su barche piene di belle donne spesso annoiate, col risultato di trovarsene diverse nel suo letto.
L'amico era stato poi suo avvocato nella causa di divorzio di sua moglie Mary Jane, facendo in modo che quella donna che tutto era tranne che una santa, non gli portasse via tutto. E tutto si poteva dire di James Walcott tranne che conoscesse il valore dell'amicizia e del rispetto di questa.

James era al suo posto sul ponte vicino al timoniere intento a fumare un cigarillo cubano, dono di una bella signora che era salita a bordo poco prima di staccare gli ormeggi. Con lei si era imbarcata un'altra donna tanto debole che sullo scalandrone venne sorretta da un marinaio, con altre tre persone ben vestite, ed ovviamente Charlie.
”Quanto manca al limite ?” chiese Walcott al timoniere. “Un paio di miglia Signore.”
“Bene sarà ora d'avvisare i nostri ospiti, come siamo in acque internazionali procedi per altre dieci miglia, poi metti la barra di un paio di gradi a dritta, motori al minimo e vedi di rimanere fuori dalle acque inglesi.”
“Certo Signore, stia tranquillo, facile come bere un bicchier d'acqua.”
“Finché bevi quella sono tranquillo.” rispose l'altro allargando il suo sorriso.
Con tutta calma scese sottocoperta dove trovo Charlie intento a parlare con la coppia. “Siamo già fuori ?” chiese Charlie interrompendo ogni discorso.
“Un paio di minuti.”
“Bene penso che possiamo prepararci.”
“Prepararci a cosa ?” chiese Walcott “Finora questa sembra più un'operazione di spionaggio che una tranquilla gita in barca. Mi hai chiesto d’uscire in barca col minimo del personale, solo per uscire dalle acque territoriali, in attesa d’istruzioni che non vedo da nessuna parte.”
“Hai ragione, è giunto il momento che tu sappia perchè siamo qui.” disse Charlie alzandosi in piedi “Tu sei un capitano di marina e oggi celebrerai un matrimonio.”
“Cosa !!! Ma sei scemo ! Queste cose si vedono solo nei vecchi film. Non mi dire che siamo usciti per una pagliacciata o giuro sui miei figli che m'incazzo sul serio, e ti butto in mare senza salvagente”
“Signor Walcott lasci che le spieghi con calma perchè ci siamo rivolti a lei.” disse la donna “Questa non è una buffonata per come intende lei questo termine, ma una faccenda molto seria. Lei deve sposare le due signore che sono imbarcate con noi.”
“Ma che cosa dite ?” interruppe il capitano “Nulla contro le lesbiche, ma per queste cose ci sono già i municipi !”
“Le due signore non sono cittadine inglesi e non possono aspettare di diventarlo.” replicò la donna. “E perchè di sua grazia ?” chiese ironico Walcott.
“Perchè una ha pochi mesi di vita.” rispose l'altro uomo che finora era rimasto in silenzio.
James non disse nulla, ma si diresse verso il mobile bar da dove tirò fuori un bicchiere che riempì di ottimo scotch tracannandolo tutto d'un sorso. Poi si diresse verso i suoi passeggeri e si sedette fra loro.
“Ok spiegatemi tutto dall'inizio.” disse accendendosi un altro cigarillo.

“La donna coi capelli che hai visto salire è Laura, una mia ex collega.” iniziò a raccontare Charlie visibilmente commosso “A gennaio le hanno diagnostico un cancro incurabile dandole pochi mesi di vita. Ho cercato in tutte le maniere, e sai di cosa sono capace, di accelerare la sua pratica di cittadinanza, solo che questo non è bastato per dar via anche a quelle di matrimonio. L'altra donna è svedese e risiede a Londra da pochi mesi, insomma legalmente c'è ben poco da fare. So bene che quello che faremo non ha nessun valore, ma è il massimo che posso dar loro, e so che tu non diresti mai di no a chi sta morendo.”

La mente di James Walcott tornò velocemente alla guerra delle Falkland, quando un giovane marinaio gli chiese, prima di spirare fra le sue braccia, di andare a dire a sua moglie che le voleva bene. Appena tornò in Inghilterra andò dalla vedova a portare il messaggio ritrovandosi a piangere come il bambino che quella donna aveva in braccio.
La sua visione della vita era molto semplice, bisognava godersela da giovani, lavorare per poi godersi la pensione sino a quando si era a posto con la testa. La morte prematura era una bestemmia contro Dio, ancor più grave se provocata dal nazionalismo della Thatcher per quello stupido arcipelago lontano da casa.
La donna che aveva visto salire a bordo poteva avere al massimo quart’anni, anche se forse ne dimostrava di più per colpa della malattia, ma in ogni caso il suo personale codice d’onore gl’impediva di no aiutarla.

“Sei un gran bastardo.” disse il capitano rivolgendosi al suo amico “Ma la mia risposta è sì, quindi preparate le spose e che non si lamentino del servizio, è il primo matrimonio che celebro e per fortuna ho dimenticato il mio.”
“Grazie.” disse la donna “Sapevo che era una persona di buon cuore,”
Walcott si ritrovò le mani della signora che stringevano la sua destra in segno di gratitudine sino a quando Charlie non porse un fazzoletto alla donna che aveva le lacrime agli occhi.
“Ci vediamo sul ponte prendisole. “ disse Walcott “E dite alla sposa che l'aspetto fra dieci minuti, oltre non è elegante.”
Nessuno sorrise a quella battuta ma il capitano non ci fece caso mentre tornava sul ponte di comando per vedere se tutto procedeva in ordine. Dopo scese sul ponte esterno principale dove trovò la coppia insieme alla donna bionda vestita in giacca e pantalone bianco che subito s'avvicinò a lui.
“Io sono Ingrid e non so davvero come ringraziarla, ecco io ...”
“Lei mi deve ridire il nome della sposa o rischio di fare una brutta figura.” l'interruppe Walcott cercando di sorridere.
“Laura, la mia compagna si chiama Laura.” disse la scandinava. “Bene almeno so chi nominare ! Ma dov'è Charlie ?”
“E' con la sposa.” intervenne un uomo “Ma stia tranquillo che non la faranno aspettare.”
“Non c'è fretta.” disse il comandante sistemandosi il cappello “E' una così bella giornata, direi calda per questo periodo, di solito il tempo è molto peggio.”

Per qualche strano motivo James Walcott amava il mare più di ogni altra cosa, e stare su quella barca lo faceva sentire libero. Pur non amando più di tanto le divise, quel giorno ne sfoggiava una piuttosto semplice, ma non per questo poco elegante, con gli alamari del suo grado in bella mostra sulle maniche, ed il berretto vecchio perfettamente al suo posto.
Dopo il mare amava il whisky ed i sigari, ma dopo un controllo aveva capito che era meglio ridurre entrambi i vizi, così li limitava alle grandi occasioni, o quando come quel giorno non voleva pensare troppo.

L'arrivo della sposa ruppe un irreale silenzio che nessuno sopportava più. Indossava un semplice vestito lungo di color panna, ed ai capelli era legato un velo che le arrivava a metà schiena. Ma quello che era più evidente era la sua magrezza, Walcott dedusse che quello fosse il risultato di qualche terapia, ma pensò che quella doveva esser stata una gran bella donna prima d'ammalarsi.
“Lei è il comandante ?” chiese Laura che si reggeva al suo amico. “Si Signora, sono James Walcott e celebrerò il suo matrimonio.”
“Mi scusi ma pensa che possa arrivare del vento ? Non vorrei mi volasse via la parrucca col velo.” disse la donna con un sorriso.
“Un marinaio è già pronto a buttarsi in mare per recuperarla, anche a costo di tirarla fuori dalla bocca di uno squalo.” rispose Walcott ricambiando il sorriso “Ora se si vuol mettere vicino alla sua signora ecco possiamo cominciare.”
“Certamente, solo la prego di fare in fretta, vorrei riuscire a lasciare una vedova.”
Il sarcasmo di Laura colpì Walcott più d'un pugno in piena faccia. Però ammirava quella donna ed il suo coraggio nell'affrontare i giorni che le rimanevano da vivere.
“Siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio di queste due persone.” iniziò solenne Walcott “Secondo il rito civile britannico. Vuoi tu Ingrid prendere la qui presente Laura come tua sposa, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia finché morte non vi separi.”
Appena finita la frase di rito Walcott s'accorse della gaffe che aveva commesso, ma il pronto 'Sì' della svedese lo tolse dall'imbarazzo.
“E vuoi tu Laura prendere la qui presente Ingrid come tua sposa finché l'amore vi guarderà dall'alto e vi dia la forza di rimanere insieme.”
Laura guardò l'ufficiale con un certo stupore, ma poi capì che non aveva ripetuta la stessa formula per non ferirla.
“Si lo voglio.” rispose prima d’allungarsi per dare a Walcott un tenero bacio sulla guancia.
“In nome del potere a me conferitomi da Sua Maestà Elisabetta Seconda vi dichiaro legate in matrimonio ed il bacio dovete darvelo fra di voi, non a me.” concluse il comandante con un largo sorriso.
Ingrid s'avvicinò a Laura per baciarla, mentre i pochi presenti si spellavano le mani per applaudire le due donne nella maniera più rumorosa possibile. Poi Charlie tirò fuori quasi dal nulla una bottiglia di champagne e tutti brindarono a quel lieto evento.
“Mi scusi comandante.” disse Laura rivolgendosi a Walcott “Quanto tempo ci vorrà per tornare in porto.”
“Calcolando che abbiamo due novelle spose almeno quattro ore !” rispose l'uomo “A dirla tutta pensavo che vorrete ritirarvi nella cabina patronale.”
“Certamente non vedo l'ora di perdere la mia verginità nuziale.” rispose Laura reggendosi alla sua donna “Voglio proprio vedere com'è farlo da sposata !”
Tutti si misero a ridere compresa Ingrid che tratteneva dentro di sé le lacrime. Se da un lato era felice per aver esaudito, anche se in maniera poco ortodossa, un grande desiderio della sua compagna, dall'altro sentiva sempre più prossima la sua fine, però riuscì a nascondere i suoi sentimenti e la prese sottobraccio per accompagnarla in cabina, dove Laura le chiese aiuto per spogliarsi.
“Perchè l'hai fatto ?” le chiese mentre Ingrid era intenta a far scendere la lampo
“Perchè era un sogno di tutte e due.” le rispose mentre le si metteva davanti “E non sarà uno stupido cancro a fermarci nei nostri propositi.”
Laura la strinse a sé con tutte le sue esigue forze mentre sentiva scendere le residue energie fisiche. Si sfilò poi il vestito per mettersi seduta sul letto.
“Guardami faccio pena a me stessa.”
“Non dire così, per me sei sempre bellissima.”
“Forse lo ero ma oggi non sto neanche in piedi, mentre tu sei in piena forza ed io non posso darti nulla.”
Ingrid allora le portò un dito sulla bocca per farla tacere, velocemente si spogliò nuda e si sdraiò sul letto portando Laura a sé, poi le prese la testa e la mise sul suo rigoglioso seno come se volesse allattarla.
“Vedi amore a me basta tenerti così per stare bene.” disse Ingrid con tutto quello che le era rimasto dentro.
“Non potrei chiedere di meglio.”
Passarono tutto il tempo della navigazione abbracciate come due ragazzine, Ingrid le accarezzava la testa e Laura giocava coi lobi delle orecchie del suo amore sapendo quanto questo le piacesse. Fra loro non ci fu del vero sesso, in quanto Laura non era in grado di farlo, e neanche di rimanere solo passiva, ma un continuo scambio di tenerezze, che fece ricordare ad entrambe quanto la dolcezza fosse importante nella vita.

Una volta in porto Ingrid l'aiutò a vestirsi con un semplice tailleur scuro per indossarne poi uno simile, ed insieme sbarcarono dalla piccola nave per salire su di un taxi insieme alla coppia che le aveva accompagnate in quella piccola impresa.
Charlie Scott aspettò il suo amico sul pontile, e come lo vide lo bloccò mettendosi davanti a lui.
“Scommetto che quella Laura doveva essere una gran bella donna o sbaglio ?” chiese all’avvocato, che prese il suo smartphone per mostrargli una foto di lui e la donna.
“Non era solo una donna di rara bellezza, ma una con un gran cervello, e credimi nel suo ambiente non fai carriera solo perchè apri le gambe.” gli rispose l’amico allungandogli una busta piena di banconote.
“Cos'è ?” chiese Walcott.
“Un extra per te da parte delle due spose, quanto al pagamento per te, l’equipaggio e la barca ho già provveduto io con un bonifico prima di partire.”
“Vai a farti fottere bastardo.” tuonò il lupo di mare accendendosi l'ennesimo cigarillo, chiaro segnale del suo nervosismo.
“Perchè ? Insomma abbiamo fatto un accordo e ...”
Ma l’uomo di mare non lo fece finire soffiandogli il fumo in faccia.
“Perchè hai giocato sporco ! Sei l'unico che sa di quello che è successo alle Falkland e come mi comporto quando mi trovo davanti a fatti come questo. Quindi ora tornate nella tua City del cazzo e...”
In quel momento Walcott vide due donne dell'esercito della salvezza con la loro classica tazza per le offerte. Strappò la busta col denaro dalle mani dell'amico e di gran carriera la portò alle due volontarie, le quali quasi svennero quando videro l'offerta.
“Almeno oggi sei servito a qualcosa oltre che a farmi girare le palle.” disse il comandate lasciando di stucco l'avvocato prima di tornare sulla sua nave.
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