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Gay & Bisex

Beatrice è una copertura, lui no...


di Thefab
14.11.2019    |    9.414    |    3 9.0
"Appena Antonio nota che sto diminuendo l’intensità della cavalcata, dopo aver avuto l’orgasmo, mi afferra per i fianchi e rovescia la posizione..."
Inizio il quinto capitolo con la solita breve introduzione, utile soprattutto per chi inizia a leggere ora i miei racconti. Io sono Fabio, un ragazzo di 20 anni e sto ripercorrendo, attraverso questi capitoli, gli avvenimenti più importanti della mia vita sessuale. Ho iniziato a narrare raccontando il periodo in cui avevo 15 anni e sono finito nelle grinfie di due ragazzi 17enni che mi hanno bullizzato. Mi sono invaghito di uno di loro ma, alla fine, mi sono fidanzato con un mio coetaneo, Damiano, anche lui abusato dai due bulli. Insieme a Damiano, ho consumato la mia prima volta, da passivo.
Io e Damiano. È iniziata un po' così, non ci avrei messo sopra un solo euro. Damiano era tutto ciò che pensavo non mi piacesse in un ragazzo. Troppo simile a me, con quell’aria da bimbo e quell’idea di passivo che mi aveva sempre dato. Attratto dai ragazzi più grandi, sognavo che fosse un Alberto qualunque o addirittura uno di maggiore età rispetto a lui, a raccogliere il seme della mia verginità.
E invece è stato Damiano, in quel meraviglioso pomeriggio trascorso a casa mia. Il primo di tanti, tantissimi. Perché io e Damiano ci siamo accoppiati come conigli, quasi ogni pomeriggio durante il periodo di fidanzamento.
La nostra, è stata la tipica storia tra 15enni: parti con tutto l’entusiasmo del mondo, pensi di avere tutto ciò che ti serve e vedi solo e soltanto quella persona. Con lui tocchi il cielo con un dito e stai male quando non state insieme. E’ il periodo in cui il cuore ti batte anche solo per uno squillo sul cellulare, sono le sensazioni uniche che provi quando ti manda la buonanotte per messaggio oppure quando lo vedi per la prima volta durante la tua giornata e ti sembra di non avere bisogno di altro. Per me Damiano era tutto e io lo ero per lui.
Adesso, a distanza di anni, non so dirvi se era veramente amore o se era una cotta adolescenziale. So solo che con lui sono stato molto bene, almeno nei primi mesi. Poi qualcosa si è rotto, qualcosa in Damiano. Ho iniziato ad avere paura di lui, non era più il ragazzo che mi faceva battere il cuore, che mi regalava emozioni e sorrisi anche senza fare niente. E’ diventato sospettoso, paranoico, violento. Non vi era più una sola giornata trascorsa senza litigi, senza sue illazioni, senza controlli. Mi guardava il cellulare, si innervosiva per ogni messaggio che ricevevo, guardava i miei comportamenti nei confronti degli altri. L’incubo maggiore era al campo, quando arrivava il momento delle docce. Lì avevo veramente paura delle sue reazioni. Damiano mi guardava in cagnesco, convinto che io mi mostrassi agli altri ragazzi o che guardassi le loro nudità. Non c’era nulla che io potessi fare per dimostrargli il contrario, per lui ero sempre e soltanto io il colpevole.
A letto, tra di noi, continuava ad andare benone, lì l’intesa non si affievoliva ma era, ormai, l’unica cosa che ci era rimasta. La goccia che fece traboccare il vaso, avvenne in Estate, quando fummo invitati ad un compleanno di un nostro compagno di squadra della juniores che compiva 18 anni. Quella sera Damiano sarebbe dovuto venire a dormire a casa mia. Poi, al mattino, non appena i miei sarebbero usciti per andare a lavorare, avremmo fatto l’amore per ore e ore.
A questa festa vi erano anche i nostri bulli storici, tra cui Alberto. Dovete sapere che, nonostante tutto, io e Alberto siamo rimasti in rapporti splendidi durante quel periodo. Lui sapeva di me e Damiano e non ha mai ostacolato la nostra storia né cercato di approfittare di noi. Mi scriveva spesso, quando aveva la certezza che Damiano non era con me. Erano conversazioni piacevoli nelle quali mi chiedeva tutto della nostra storia e mi dava preziosi consigli.
Ogni volta, ero poi costretto a cancellare le conversazioni, sapendo che Damiano sarebbe andato a spiare tra i miei messaggi.
Bene, durante quella festa, Alberto e io ci incontrammo poco dopo il taglio della torta. Mi chiese, senza alcun secondo fine, se mi andasse di fumarmi una sigaretta con lui.
Non fumo, non ho mai fumato, ma ogni tanto, quando sono in compagnia o faccio serata, una sigarettina me la concedo e così ho fatto quella volta.
Siamo usciti e ci siamo messi a fumare, appoggiati su un muretto a commentare un po' la serata. Non mi sono accorto di come Damiano ci stesse osservando.
La litigata che ne è venuta fuori è stata devastante, la peggiore di quelle ultime settimane di inferno. Ricordo che mi ha colpito con una manata e mi ha anche fatto molto male. Ho avuto veramente paura di lui e ho deciso di troncare la nostra storia. Lui si è finto ammalato per giustificare con i genitori il fatto che non venisse più a dormire da me e si è fatto venire a riprendere. Nei giorni seguenti, ho avuto il timore che potesse sputtanarmi. Non lo ha mai fatto ma è cambiato, non è tornato mai più il Damiano che conoscevo.
Nei mesi seguenti, ha anche voluto cambiare squadra perché non voleva più condividere lo spogliatoio con me.
Sono rimasto single nuovamente, mentre si avvicinavano i miei 16 anni. Dopo l’estate c’è stata una svolta importante nella mia vita: Beatrice, la ragazza più bella della mia classe, si è innamorata di me. E’ stato un po' un fulmine a ciel sereno, perché è sempre stata ambita da tutti i ragazzi più grandi e belli della scuola e invece ha scelto proprio me.
Sono sempre stato gay e ho sempre provato attrazione per i ragazzi ma ho sempre avuto paura di dichiararmi e del giudizio degli altri, delle loro prese in giro, dei loro sguardi, delle loro cattiverie.
Pur essendo sempre stato preso in giro per la mia presunta omosessualità, nessuno di loro poteva avere la certezza. Per questo motivo, per mascherare la mia sessualità e azzittire le voci, ho accettato la corte di Beatrice e mi sono fidanzato con lei.
Inutile dirvi che è stato un vero e proprio trauma, non riuscivo a provare alcuna attrazione per lei nonostante sapessi della sua bellezza. Le prime volte che siamo usciti, mi sono sempre e solo limitato a pomiciarci, senza spingermi oltre. Poi lei si è fatta sempre più molesta, desiderosa di dare una svolta immediata alla nostra storia. La prima svolta, nella nostra storia, è arrivata durante un pomeriggio di ottobre. Fa abbastanza freddo e io non ho molta voglia di stare con lei.
È una brava ragazza ma non sono interessato, inutile girarci attorno. Pomiciamo, ci tocchiamo un po', poi mi prende per mano e mi porta in un prato. Non c’è nessuno, andiamo dietro ad un cespuglio, sta facendo buio e io tra poco devo prendere il pullman per tornare a casa. Mi slaccia i jeans, io la lascio fare perché non ho alcun argomento per dissuaderla.
Mi tira fuori il pisello, è moscio. Lo prende in mano e inizia a segarlo, intanto riprendiamo a pomiciare. Io chiudo gli occhi, non la guardo, penso ai ragazzi che mi piacciono, mi concentro sull’idea di Alberto.
Già, Alberto…mi manca tanto. Ha cambiato squadra e non ci vediamo più. Abbiamo anche smesso di sentirci e di lui mi restano ancora le foto che mi mandava, le foto del suo cazzo, del suo corpo e le nostre conversazioni. Penso a questo e il pisello mi viene duro, di marmo.
Ho il cazzo arrapato anche se sto pomiciando con una ragazza: la magia della mente di un adolescente non ha limiti! Sono talmente eccitato, pur non guardando niente, che assecondo anche quello che fa.
Mi prende la mano, si slaccia i jeans e se la infila nelle mutandine. E’ la prima volta che tocco una figa, non so neanche come muovermi. La sento bagnata, è una sensazione strana, è anche un po' pelosetta. Trovo abbastanza facilmente il buco e inizio a toccare.
E’ tipo un massaggio, ma non penetro col dito, anche perché non so come fare, se le faccio male, se vado troppo forte. Lei ansima, sta gradendo. Il dito è sempre più impregnato di umori vaginali mentre il mio cazzo continua a scorrere nella sua mano destra. Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra:
“Infila il dito, ho voglia”.
Lo faccio, sono dentro, mi viene abbastanza naturale. Inizio a sgrillettare, lei gode come una porca. Io sono ancora ad occhi chiusi però la sensazione non mi sta dispiacendo. Ha un orgasmo, mi impregna di liquido vaginale la mano e ansima forte. Poi continua a segarmelo. Sto per venire anche io, lei si inginocchia. Mi prende il cazzo in bocca. Non faccio in tempo a fermarla, è stata rapidissima.
Non ci sa fare granché ma sono davvero al culmine. Neanche l’avverto quando sento giungere l’orgasmo, le sparo tutto in gola. Ci baciamo. Io non sono minimamente coinvolto.
Non lo sarò mai, per tutta la durata della nostra storia. Mi ha fatto diversi pompini e seghe, io l’ho sditalinata un’infinità di volte e un paio di volte gliel’ho anche leccata. Ma non mi sono mai sentito preso. Erano atti sessuali fatti per dovere, per riempire i nostri pomeriggi, per farla contenta.
Non abbiamo scopato, anche se lei avrebbe voluto e un paio di volte ci ha provato. Lei non era vergine, io si e non ho voluto provare, non con una donna. Sogno, semmai, di penetrare un maschio, anche se mi sento passivo.
La storia tra me e Bea è agli sgoccioli, lo sento. Io ho troppa voglia di cazzo, mi sta facendo impazzire l’astinenza. Non prendo un cazzo da mesi e la mia omosessualità sta prendendo il sopravvento. Inizio a sfogarmi sui porno gay e mi capita spesso una cosa, anche dopo che sono stato con Bea: dopo la sborrata mi viene il rifiuto di lei, la inizio a trattare male. Un paio di volte la lascio, le dico che sono stanco di stare insieme e che non la amo. Poco dopo, in entrambe le occasioni, ci rimango male.
Non se lo merita, è una brava ragazza e ha fatto tutto per me: mi ha aiutato a scuola, mi ha amato, mi ha fatto regali, mi porta spesso a mangiare nel lussuoso ristorante dei genitori, a volte si fa preparare il cibo da asporto da loro e mi invita a casa, dove siamo soli e dove mi prepara tante sorprese.
Per questo, ogni volta, torno sui miei passi e mi rimetto insieme a Bea. Almeno lei è contenta e a scuola nessuno sospetta che io sia gay. Anzi, credo che molti mi invidino, alcuni addirittura mi odiano. Vorrebbero essere Fabio, stare con Bea, scoparsela. E invece no, Beatrice rimane la mia ragazza.
Però, come detto, ho troppa voglia di cazzo e so già che è solo questione di tempo prima che il mio istinto prenda il sopravvento. L’occasione arriva ad inizio 2015.
Sono ormai sedicenne e a Capodanno sono andato davvero vicino a fare l’amore con Bea per la prima volta. Avevo quasi infilato un pezzetto di pene nella sua vagina, poi mi sono tirato indietro e lei ha pianto. Quel giorno, probabilmente, ha capito che sono gay. Ma è rimasta ancora con me, non lo ha detto a nessuno.
A gennaio sto tornando a casa, il pullman mi ha fatto scendere e sono abbastanza eccitato. Sono stato da Bea, non ho sborrato e al ritorno ho incontrato un ragazzo che mi piace. Era seduto poco più avanti di me, ho fantasticato tutto il tempo su di lui e mi si è indurito il pisello.
Sto camminando verso casa, appena salirò, mi sparerò una bella sega prima che tornino i miei. Ne ho proprio voglia, magari anche scopandomi il culo con le dita. Apro il portone di casa e salgo a piedi. Abito al secondo piano e quindi non prendo mai l’ascensore. Arrivato al primo livello del mio condominio, noto che sulla porta della sua abitazione c’è Antonio.
Costui è mio vicino da tantissimi anni, è un signore di circa 45 anni e non ha una bella reputazione in giro. Pur sposato e con figli, per tutti noi ragazzi del quartiere è un molestatore. Non so se qualcuno abbia mai davvero avuto esperienze dirette di molestie ma la leggenda che gira è questa.
Lo evitiamo, solitamente e ci viene detto di farlo, di non dargli troppa confidenza. Io lo conosco da tanto ma da quando ho sentito questa voce, sono stato più freddo nei suoi confronti.
Non so se sia giusto o meno, so solo che è una tutela che un ragazzo della mia età si può anche concedere. Se proprio devo dirla tutta, ho l’idea che da un paio di anni lui mi guardi con altri occhi.
Nelle rare occasioni in cui ci siamo trovati a parlare, mi ha spesso fatto complimenti, rafforzando la mia idea sui suoi gusti e sulle sue intenzioni. Ho sempre fatto in modo di sviarmela in fretta ma stavolta no, mi sono fermato.
“Ciao Fabio, come stai?” mi chiede.
“Tutto bene, grazie, lei come sta?” rispondo con estrema gentilezza.
“Tutto ok, come ti sei fatto bello! Immagino quante ragazze hai attorno”. Ecco, ha iniziato la sua solita filastrocca, come immaginavo. Fino a ieri avrei cercato una scusa e sarei scappato, mi sarei dileguato. Ora no, ho il pisello duro e questa situazione mi piace.
“Eh si dai, ho la ragazza, sono stato da lei ora” gli racconto, rompendo un po' quella promessa che mi sono sempre fatto, di non dargli confidenza e di non dirgli niente delle mie cose.
Rimaniamo a parlare ancora qualche minuto, nei quali, per lo più, ricevo complimenti sui miei capelli, sul mio viso, sui miei occhi, sul mio corpo e sui miei vestiti.
Rientro in casa e mi masturbo come un pazzo. Ma non penso al ragazzo del pullman, penso ad Antonio. Inizio a desiderarlo, ho voglia di un cazzo maturo. È sempre stato un mio sogno, uno dei miei segreti inconfessabili. Spesso, quando guardo i porno gay, scelgo quelli in cui i ragazzi della mia età vengono chiavati dai maturi e sogno di essere io il passivo di quei video.
È la prima volta però, che il mio pensiero va ad Antonio. Anche perché, lui non è bellissimo. E’ alto, possente, con un po' di pancia, leggermente stempiato e con gli occhiali, abbastanza peloso. Eppure ho lui in mente. Sborro pronunciando il suo nome, non urlo per paura che qualcuno mi senta ma è ciò che dico:
“Antonio scopami, ti voglio” e mi imbratto tutto. Non sono neanche pentito, ho solo voglia di farmi possedere da lui.
Passano pochi giorni e lo incontro nuovamente. La conversazione è molto simile a quella dell’altra volta, mi chiede di Bea, mi fa complimenti, mi lusinga. Io sono più aperto della prima volta, più disponibile e gli faccio sorrisi strani. Lui li raccoglie e si tocca più volte la patta. Io, in concomitanza con quel suo gesto, faccio lo stesso oppure mi passo velocemente la lingua sulle labbra, facendolo passare per un tic nervoso.
Lo vedo che mi sta desiderando ma lo lascio con un pugno di mosche per mano. È sul punto di chiedermi se voglio qualcosa da bere, mi inizia a dire che fa freddo e che ha voglia di un bel thè caldo. Io recepisco e gli metto una scusa e scappo via, di proposito. Rientro a casa e mi tolgo tutto, mi stendo nudo sul letto e mi masturbo come un animale.
La terza volta che incontro Antonio è quella buona. Stavolta voglio vedere fin dove si spinge, non ho alcuna intenzione di scappare. Evidentemente si è preparato già tutto.
“Fabio, come te la cavi col computer?”
“Bene, abbastanza bene. Come mai?”
“Ho un problema con l’antivirus, mi blocca i filmati. Mi puoi aiutare?”
So che è una scusa per farmi entrare ma in fondo è ciò che voglio, per cui accetto. Entro per la prima volta a casa sua e mi dice subito che la sua famiglia è fuori e torna più tardi.
Mi tolgo il cappotto e lo appendo all’appendiabiti all’ingresso, poi mi fa strada e mi porta in quella che credo sia la camera degli ospiti. È tutto molto minimale, c’è un lettino sulla destra, una piccola libreria sul lato opposto e, in fondo, una scrivania con un computer acceso. Credo che Antonio usi questa stanza tipo ufficio o per masturbarsi la notte mentre sogna cazzi e culi maschili anziché scopare con la moglie.
Mi avvicino, prendo il mouse e lo muovo, sbloccando lo schermo. Immediatamente, noto che è in pausa un video porno gay. È tutto fatto apposta. Evidentemente sa che io torno a quest’ora a casa e ha preparato il tutto, sperando di incontrarmi.
Io non mi scompongo minimamente e clicco sul play, facendolo partire. Sullo schermo, due ragazzi giovani e muscolosi stanno scopando come animali in calore.
“A me pare che partano bene i video” dico, cercando di mostrarmi tranquillo.
Antonio, intanto, si è avvicinato alle mie spalle e mi inizia ad accarezzare il sedere. Lo lascio fare, voglio vedere fin dove si spingerà. Me lo palpa dall’esterno, con fare deciso. Io resto impassibile.
La mano destra di Antonio si fa spazio in direzione della mia patta, me la massaggia mentre con la sinistra mi tocca il culo. Sente che sono duro, è il suo lasciapassare. Mi slaccia il bottone dei jeans, abbassa la cerniera e me li abbassa fino alle caviglie.
Io sono ancora fermo, faccio finta di smanettare col mouse senza molto senso, ma in realtà sto già godendo molto. Mi afferra le mutande e le abbassa, ha il mio culo dinanzi a sé. Si abbassa e lo inizia a odorare, si inebria del mio profumo. Sono sempre stato un ragazzo molto pulito, mi arrivo a fare anche più docce durante la giornata, uso profumi e creme.
Mi inizia a baciare le chiappe, le lecca, le palpa. Mi sta piacendo veramente molto e il mio pisello è di marmo, è tutto ritto e sembra sul punto di scoppiare. Antonio non si ferma, con le mani mi allarga le chiappe come se stesse aprendo una mela, infila il naso, mi odora per bene, poi un colpo di lingua ad assaggiare. Ho un sussulto di piacere, uno spasmo. Ho la pelle d’oca per quanto sono eccitato. Lui va più deciso, infila tutta la lingua dentro e mi inizia a leccare il culo.
Non mi tengo più, inizio a gemere con decisione e, quasi istintivamente, inizio a segarmi il mio bell’uccello. Antonio se ne accorge, si stacca un momento dal mio culo e mi sposta la mano.
“No, ti prego, aspetta” mi dice, io lo ascolto e lo lascio fare, mi voglio far guidare in tutto e per tutto.
Riprende a leccarmi avidamente il culo e, in aggiunta, inizia a ispezionarlo con un dito. Si accorge immediatamente che non sono vergine.
“Te l’hanno già fatto il culetto, vero?”
“Si” sibilo io, prima di riprendere a gemere come una troia non appena lui affonda nuovamente la sua lingua dentro alle mie chiappe.
Trascorsi diversi minuti da quella meravigliosa pratica, Antonio mi afferra, mi fa girare e mi fa appoggiare sulla scrivania, poi mi prende la testa e mi inizia a baciare.
Limoniamo con intensità e passione, come due fidanzati. Io gli tolgo la maglia e metto a nudo il suo petto peloso. Mi fa impazzire, inizio a palparlo mentre continuiamo a baciarci senza sosta. Lui sembra attirato dal mio cazzo, me lo sta tastando con amore.
“Ora spogliati” mi ordina. Io eseguo e inizio a togliermi tutto ciò che mi rimane. Resto in calzini, lui mi dice di togliere anche quelli. Sono tutto nudo di fronte a lui, come un verme. Noto il suo sguardo di desiderio, mi sta scopando con gli occhi. È una sensazione meravigliosa quando una persona ti sogna così e te ne accorgi.
“E’ da tanti anni che ti volevo” mi confida, dando adito al mio pensiero su di lui e alla sensazione che avevo avuto.
“Anche io ti volevo” gli dico io, anche se in realtà è una cosa che mi è venuta dentro negli ultimi giorni.
“E allora perché hai aspettato tanto?” mi dice mentre si avvicina a me, fermandosi a pochi centimetri.
“Avevo paura” dico io, abbassando lo sguardo e inscenando un’espressione teatrale da cane bastonato.
“E ora hai paura?” mi chiede con dolcezza, mentre mi afferra il mento e mi fa alzare il viso.
“Un po'” mento nuovamente. In realtà non ho alcuna paura ma solo una voglia matta di essere chiavato senza sosta da lui. A quel punto, mi infila nuovamente la lingua in bocca, poi con una spinta mi fa cadere sul letto. Lo vedo spogliarsi, si toglie i pantaloni, i calzini e infine le mutande. Il suo cazzo è larghissimo, non ne ho mai visto uno così largo. È più corto di quello lunghissimo di Enea ma anche di quello di Leonardo, ma è almeno il doppio di larghezza. È un cazzo chiatto, un po' scuro, scappellato in punta. Mi passo la lingua sulle labbra, lui se ne accorge e mi invita a rimanere rilassato, che ora si prende cura di me.
Inizia a baciarmi il viso, mi passa la lingua sulla fronte, poi sulle guance, sul naso, nell’orecchio. Quando arriva sulle labbra, io istintivamente tiro fuori la lingua, mi lecca anche quella. Lo fa per diversi secondi, poi riprende il suo cammino. Scivola in basso, mi slinguazza il collo e le spalle, poi si sofferma sul mio petto.
Quando giunge all’altezza dei capezzoli, inizia a mordicchiarli e stimolargli. Mi piace da morire, mi diventano turgidissimi e sono davvero in paradiso. Il suo viaggio di ispezione riprende, è il momento della pancia, poi si avvicina al mio cazzo ma inizialmente lo salta.
Mi lecca per bene i coglioni, mi dà anche qualche piccolo morso, poi è il momento dell’inguine. Lo assapora fino ad arrivare alle cosce, poi al ginocchio per giungere alle caviglie. È il momento dei piedi. Sembra apprezzargli particolarmente e in effetti ho un bel piedino delicato, che evidentemente lo attira. Me li insaliva tutti, entrando anche tra le dita, poi slinguazza tutta la pianta più volte, me li bacia, li annusa. Riprende a salire. Lo sento nuovamente sulle ginocchia, sulle cosce, sull’inguine. Ripassa velocemente sui miei coglioni e finalmente arriva al cazzo. Lo assaggia, con un colpo deciso di lingua. Lo testa nuovamente, tornando indietro in direzione opposta. Poi me lo scappella leggermente e comincia a leccarlo sulla punta, come se fosse un gelato. È bellissimo e io mi inizio a muovere, a contorcere. Ansimo, sono in estati, lo invito a continuare e lui lo fa.
Si ferma poco prima che io arrivi all’orgasmo, evidentemente vuole prolungare ancora il mio piacere. Torna a baciarmi e so che vuole fottermi, sento il suo cazzo avvicinarsi al buchino ma ora sono io a non volerlo fare subito. Ho voglia di ricambiare il suo lavoro e gli dico di stendersi e di lasciarmi fare.
Lui è curioso e obbedisce. Non voglio imitarlo, quindi farò una cosa più veloce ma senza perdermi il sapore del suo corpo di uomo. Lo bacio e lo lecco velocemente ovunque, amo il suo petto peloso, bacio perfino le sue ascelle. Il suo odore forte da maschio mi manda fuori di testa. Gli lecco i piedi, le palle, perfino il buco del culo. Non ha un buon odore, evidentemente non se l’è lavato con cura come ad esempio faccio io o come faceva Damiano, però ne frego e continuo.
Ora sono, finalmente, di fronte al suo cazzone. Lo bramo da morire, lo prendo in bocca e inizio a ciucciarlo. Voglio dimostrargli che sono bravissimo, che ha trovato quello giusto e che lo farò godere tante di quelle volte, nei prossimi mesi, da fargli perdere la testa.
Sto ciucciando come uno scannato, mettendo in pratica tutto quello che ho imparato in questi anni da lurido pompinaro. Antonio è in estasi totale, sta rantolando come un maiale e io aumento sempre più il ritmo. È un bocchino furioso, senza sosta, da lasciarlo attaccato al materasso. Non ho mai avuto un cazzo così largo in bocca e a volte mi viene quasi da soffocare, ma è una sensazione bellissima. Sto iniziando anche a pensare che il mio culo non è abituato a tale larghezza e che potrei soffrire, però me ne sbatto e decido che è arrivato il momento di fottere con Antonio.
Smetto di succhiare il suo cazzone e gli salgo sopra, inizio a baciargli il petto e intanto, con la mano destra, comincio a stimolarmi il culo.
Lui capisce le mie intenzioni e con la mano prende un tubetto dal comodino. È un lubrificante, ne mette un po' sul suo cazzo e un po' all’interno del mio culo. Provo una sensazione fredda quando me la spalma, spinge dentro il ditino e io ho un sussulto. Fa movimenti circolatori, sta testando per bene la mia apertura anale.
Dopo avermelo lavorato per bene, mentre io continuo a baciarlo, avvicina il cazzo al mio buchino. Pian piano lo infila, terminando con un colpo più secco per spingere dentro la parte che mancava. È un dolore lancinante, inizio a urlare e sono una maschera di dolore. Lui mi invita a resistere e mi mette una mano davanti alla bocca. Sono quasi in lacrime ma voglio continuare.
Siamo fermi, in quella posizione, il suo cazzo è nel mio culo ma lui non spinge e io non faccio alcun movimento. Stiamo così diversi minuti e, lentamente, il mio buchino si abitua. Quando la sofferenza si fa meno forte, comincio lentamente a cavalcarlo.
La scopata ingrana sempre di più, Antonio mi tira verso di lui, io gli tocco il petto e comincio a saltellare sul suo cazzo. Mi fa ancora un po' male ma inizia a farsi largo il piacere. Sono scatenato, prendo a segarmi il pene a tutta forza mentre ansimo e lo guardo con espressione goduriosa.
È una cosa che mi caratterizza, trasformo completamente il mio viso in una maschera di piacere quando sto godendo. So che non dureremo molto, abbiamo spinto tanto durante i preliminari, portandoci quasi allo strenuo della nostra resistenza. È una scopata bellissima, infilo la lingua in bocca ad Antonio mentre lui comincia a spingere verso l’alto col bacino.
Scopiamo sempre più violento e passionale, io non resisto più, punto il cazzo sul suo petto peloso e glielo imbratto tutto di sborra. È sempre stato il mio sogno farlo, mi sono segato centinaia di volte immaginando di sborrare sul petto peloso di un uomo adulto e ora lo sto facendo.
Appena Antonio nota che sto diminuendo l’intensità della cavalcata, dopo aver avuto l’orgasmo, mi afferra per i fianchi e rovescia la posizione. È lui ora a stare sopra di me. Si appoggia ai lati della mia testa, sul materasso, con le sue braccia possenti.
Spinge con foga all’interno del mio culo e, nonostante ho appena sborrato, il mio piacere non accenna a diminuire. Mi avvinghio con i piedi attorno al suo sedere e lo spingo ancora più dentro me. Lui mette la sua testa sul mio collo, inizia a mordicchiarmi, io ansimo come un pazzo mentre guardo il soffitto. Sta venendo, lo incito a sfondarmi, gli dico che sono la sua troia e che lo voglio sempre dentro di me. Lui ha un orgasmo violento, ci guardiamo negli occhi, inizia ad ansimare e urlare mentre mi guarda. Io faccio lo stesso, più che altro per incoraggiarlo ad avere una libidine totale.
Sborra all’interno del mio culo, una quantità pazzesca di sborra, è fantastico. Restiamo stesi sul letto a lungo. Mi coccola. Mi dice nuovamente che mi sogna da tempo, da almeno 3 anni e che sono il ragazzo più bello con il quale è stato. Mentre riprendiamo fiato, gli chiedo con quanti ragazzi giovani è stato e mi dice che ne sono diversi, anche del quartiere. La cosa mi incuriosisce e mi spaventa, ma decido di non fare altre domande.
Ad una certa, mi alzo, sono ancora tutto nudo e lui mi guarda. Mi prende per il braccio e mi tira a sé, ci baciamo. Mi chiede se ci rivedremo e io gli dico assolutamente di sì, non una, non due ma decine di volte. Mi sorride mentre mi osserva rivestirmi.
Mentre salgo le scale penso a Beatrice. Non merita tutto questo ma non posso fare a meno di seguire i miei istinti. Presto la lascerò, purtroppo per lei. Sono l’amante di Antonio, non il fidanzato di Bea…

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