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Il ritorno dei miei bulli


di Thefab
13.04.2020    |    8.925    |    5 9.1
"Mi dice se mi scoccia se riprende tutto, io scrollo le spalle..."
E’ stata un’impresa anche solo salutarci, avremmo voluto che quel momento non finisse mai. E’ quasi l’alba e io continuo a ripensarci, faccio per aprire lo sportello ma poi torno sui miei passi e lo bacio. Non mi interessa che siamo sotto casa mia, qualcuno potrebbe vederci ma adesso non mi importa niente. Ci continuiamo a baciare per almeno venti minuti, poi lui mi supplica di andare, è stanco morto e stavolta lo assecondo. Salgo a casa che i miei sono quasi pronti al risveglio, mi lavo il viso, mi cambio e mi tuffo nel letto.
Dormo felice, sono sereno, ho finalmente ciò che voglio. Il mio riposo viene interrotto verso le 11 del mattino seguente dal suono del citofono, ripetuto. A fatica, mi trascino verso la porta di ingresso: è il mio ragazzo che mi è venuto a portare la colazione e a prendermi per andare dal parrucchiere, come gli avevo chiesto. Mi ero completamente dimenticato.
Lo accolgo con un dolce bacio, nonostante credo di essere qualcosa di impresentabile. A lui sicuramente non interessa, perché finiamo per fare velocemente l’amore sul mio letto. Poi mi faccio la doccia, mi vesto e usciamo. Dopo mesi mi taglio i capelli, erano diventati orrendi nonostante mi piacesse l’idea di tenerli lunghi.
Torniamo a casa mia e facciamo l’amore tutto il giorno, almeno fino a che ho casa libera. Sarà così per tutti i giorni a venire. Ci accoppiamo come animali, ovunque capita. Abbiamo un trasporto pazzesco. Spesso è lui a venire da me, a volte lo facciamo in auto, altre vado io a casa sua e magari rimango a dormire lì. Diventa talmente una figura insostituibile nella mia vita, che lo presento addirittura ai miei genitori. Chiaramente non come fidanzato, ma come un grande amico conosciuto col calcio e che mi ha aiutato a uscire fuori dal mio periodo mentalmente buio.
Ai miei piace subito tantissimo, tant’è che capita spesso che lo invitino a cena. E’ talmente parte integrante della mia famiglia, fin da subito, che i miei lo vogliono al tavolo anche quando decidiamo del mio futuro scolastico. Dopo una lunga chiacchierata, alla fine ascoltano proprio il suo suggerimento, che è quello di farmi cambiare scuola, visto che ormai il mio cammino in quella attuale è compromesso.
L’ho combinata grossa, nonostante non siano cose da me che sono un ragazzo piuttosto calmo e introverso e me l’hanno fatta pagare con una bocciatura annunciata da mesi. Restare in quella scuola avrebbe significato convivere con i pregiudizi ormai forti degli insegnanti e della classe dirigenziale dell’istituto. Non mi avrebbero perdonato neanche una virgola e, siccome io non ho alcuna intenzione di fare l’alunno modello, credo anche io che la scelta migliore sia cambiare.
Scegliamo anche la nuova scuola, la soluzione ideale per me seppur un po' lontana dal posto dove vivo. Ciò nonostante, sembra ben collegata grazie ai treni, per cui alla fine la scelta ricade lì.
Intanto la mia storia mi rende davvero un’altra persona. Sono sereno, esco tutti i giorni, mi alleno bene durante le sedute calcistiche, riprendo il contatto con i miei amici.
Ormai uso sempre meno i tranquillanti, mi capita solo alcune volte di avere qualche crisi, soprattutto al mattino prima delle partite dove so che devo giocare. Mi capita, addirittura, di chiedere un paio di volte al mister di non farmi giocare. Sembrerebbe andare tutto nella direzione giusta, ho sospeso gli incontri con Elena (riprenderanno in futuro) eppure c’è ancora una cosa che non riesco a superare e che sta peggiorando.
So che molti di voi non l’hanno gradita ma mi sembrava giusto raccontarla: la passione per la biancheria sporca di mia sorella. Diventa un qualcosa di morboso, ho sempre in testa il desiderio di indossarla, di annusarla, di masturbarmici. Non riesco a capirne bene i motivi ma è qualcosa che mi funge da effetto droga. Sono talmente ossessionato che per alcuni giorni mi convinco addirittura di provare attrazione per mia sorella. Me ne vergogno, provo a scacciare il pensiero ma non c’è proprio niente da fare e finisco per spiarla, per guardarla. Con le scuse più assurde, le entro in bagno mentre fa la doccia o mentre è nuda, alcune volte la guardo dal buco dello spioncino della porta. La vedo fare sesso con il fidanzato, la vedo masturbarsi, la vedo semplicemente vestirsi. Sono talmente fuori di testa che, con dei trucchi, riesco anche a filmarla.
La cosa termina dopo alcuni giorni, come capita sempre nei casi più disperati, lo capisco solo sbattendoci la faccia. Capita durante una serata di fine Maggio. I miei hanno una cena con degli amici e faranno molto tardi. E’ l’occasione giusta per una serata tra fratelli, che non facciamo da tanto tempo.
Io e mia sorella ci vogliamo tanto bene ma il nostro rapporto ha sofferto tanto della mia crisi psicologica. Nel corso degli anni mi ha visto cambiare, farmi sempre più freddo e distante. Se prima ero dolce, la abbracciavo, la coccolavo, la cercavo, ora sono distante. Le voglio sempre lo stesso bene di prima, ma sono incapace di manifestarlo. E’ la serata giusta per tornare ai vecchi tempi e anche lei sembra molto contenta di come ci siamo organizzati.
Mentre va a prendere le pizze, avendo la patente al contrario mio, io penso a fare i pop corn e a imbastire il divano e la TV per vederci un bel film horror. Ho avvisato il mio ragazzo, stasera non sarò di sua proprietà! Tuttavia, mi sento agitato per la situazione che si verrà a creare. E’ la prima volta che avrò modo di stare così vicino a mia sorella da quando ho iniziato questa morbosa ossessione per la sua biancheria. Così prendo una decisione alquanto stupida: prendere qualche tranquillante.
Da quando ne faccio uso, mia madre ha sempre deciso di tenere la medicina lei, per paura che io ne possa abusare. Solo che so dove la nasconde e non ho difficoltà a trovarla e a prenderla. Ne prendo troppa, anche senza riflettere sul fatto che abbiamo preso una bottiglia di vino da berci.
Chiaramente, a mia sorella non dico nulla. Ci mettiamo comodi, io ho un paio di pantaloncini corti da calcio e una maglietta a maniche corte, lei un vestitino da casa intero corto.
Mangiamo la pizza, beviamo, mangiamo i pop corn e poi ci accoccoliamo sul letto, come facevamo da ragazzini. Io sono ubriaco, completamente fuori. Vedo doppio, mi gira la testa, non capisco nulla di quello che ho attorno. Mi stringo a lei e inizio a farle un massaggio.
Mi dice che sono bravo e io continuo, fino ad arrivare alle cosce. Non mi dice nulla e in poco tempo salgo, arrivo fino al solco delle mutande. Anche qui non mi dice niente, sicuramente convinta che io non abbia alcuna intenzione di andare oltre. Cosa che invece faccio. Lei mi sposta di colpo e balza in piedi.
“Fabio, che cazzo fai?”
La guardo con gli occhi persi, vorrei piangere per la magra figura, tutto quello che faccio è alzarmi in piedi e vomitare sul tappeto, come se non ci fosse un domani. Vomito talmente tanto che alla fine mi esce la bile, non avendo più nulla da rigettare. Mia sorella è preoccupata, mi chiede se è il caso di chiamare i nostri genitori o addirittura un’ambulanza. Pur con la mia confusione mentale, la tranquillizzo. Lei mi accompagna al letto e mi assiste fino a che non mi addormento.
Al mattino sono a pezzi, mi vergogno tremendamente di quello che ho fatto. E’ come se una parte di me abbia saltato il gradino ultimo che mi mancava. Mi pento anche solo dei pensieri che ho avuto, forse frutto delle mie insicurezze o del lavaggio mentale che mi aveva fatto Alessio.
In giornata mi scuso con mia sorella e provo a tornare alla normalità. Non vorrà che dire che da qui in poi non indosserò più intimo femminile in segreto, ma non mi interesserà più che sia usato da lei.
Trascorro l’estate serenamente, senza nessun episodio di rilievo al di là della mia bella storia d’amore, che vivo a mille e senza alcuna interruzione. Arriviamo alla nuova stagione calcistica!
Sono molto emozionato, perché sarà il primo anno che trascorrerò totalmente come componente della prima squadra. Lo scorso anno ho fatto un grande campionato con la Juniores e sono stato spesso aggregato ai più grandi. Ora starò in pianta stabile con loro e, soprattutto, col mio ragazzo. Il primo giorni di allenamento mi passa a prendere, andiamo al campo insieme.
Sono curioso di conoscere i nuovi arrivi, di vedere che squadra avremo perché ho avuto ben poche notizie durante i giorni precedenti. Non appena arrivo nello spogliatoio, il cuore mi si gela totalmente! Mi trovo davanti i miei due bulli, Alberto e Leonardo.
Per chi non ricordasse le loro figure, ne ho parlato nei primi racconti. Sono state due figure importanti, anche se non del tutto positive, della mia adolescenza. Con i loro modi, per l’appunto da bulli, mi costrinsero a diventare un po' la loro troietta. Ho passato mesi e mesi a sbocchinarli prima degli allenamenti e a volte anche dopo. Mi scopavano “secco” come amavano dire loro, ossia senza penetrazione effettiva ma solo con uno strusciamento sul solco delle chiappe.
Allo stesso modo, oltre a permettermi di divertirmi a mia volta con due ragazzi meravigliosi quali erano, mi diedero anche una delle mie prima e più grandi delusioni. Infatti, mi ero invaghito prepotentemente di Alberto, convinto che la cosa fosse reciproca. Quando già pregustavo una storia con lui, ho scoperto che era segretamente fidanzato proprio con Leonardo. La delusione, fortissima, mi ha portato alla decisione di interrompere il rapporto con loro. Al termine della stagione calcistica, inoltre, entrambi sono andati a giocare in un’altra squadra e la cosa ha agevolato decisamente il superamento della delusione.
In questi tre anni li ho incontrati, soprattutto durante il periodo estivo, ma non ci siamo mai veramente parlati, al di là del saluto. So che entrambi si sono fidanzati con due ragazze. Non so se sia una copertura o se abbiano smesso di stare segretamente insieme. Quando mi vedono, sorridono e mi salutano. Sembrano felici della mia presenza.
A rendere ancora più imbarazzante la situazione, in squadra c’è anche l’ex ragazzo del mio fidanzato, ma questa è una cosa che già sapevo e al quale ero parzialmente preparato, e c’è Vesim, il mio ultimo partner ufficiale.
I primissimi giorni trascorrono sereni, con Alberto e Leonardo non sembrano esserci grossi problemi, parliamo, scherziamo. Devo dire che sono rimasti entrambi bellissimi, soprattutto Alberto non è cambiato di una virgola. Quando siamo sotto la doccia, mi va spesso l’occhio sui loro corpi fantastici e ho l’impressione che il loro sia molte volte sul mio.
Il primo episodio di rilievo capita dopo circa una settimana dall’inizio della preparazione. Durante un’esercitazione iniziale con la palla, vengo toccato duramente in un contrasto di gioco e prendo un colpo all’altezza del polpaccio. Fortunatamente non vi saranno grosse conseguenze ma la botta è dura e sono costretto a interrompere l’allenamento, dopo aver provato un paio di volte a ricominciare, nel tentativo di mettermi in mostra. Vedendomi estremamente sofferente, l’allenatore mi manda a fare la doccia. L’allenamento è iniziato da poco, quindi ho tutto il tempo per stare solo. Ne approfitto per farmi una bella doccia rilassante. Mi spoglio nudo e vado a rigenerarmi sotto il getto tiepido dell’acqua. Sono talmente in relax che chiudo gli occhi. Ho il pisello abbastanza duro e vorrei segarmi.
Sono talmente immerso nel mio mondo, che non mi accorgo che Alberto è entrato nello spogliatoio. Con una futile scusa, infatti, sapendomi solo, ha interrotto a sua volta l’allenamento. Quando apro gli occhi, è in piedi davanti all’ingresso delle docce, ancora vestito da calcio ma si è leggermente abbassato il pantaloncino, tirandosi fuori il cazzo. Si sta accarezzando mentre mi guarda.
“Sei meraviglioso” mi dice. Io sorrido, sono un po' imbarazzato. Mi fa cenno di avvicinarmi, io sono ancora un po' insaponato e non voglio cedere alle sue tentazioni. Allo stesso tempo, però, no ho validi argomenti per controbattere. Se gli dicessi che sono impegnato, sarebbe la mia condanna e quella del mio ragazzo.
Alberto lo conosco troppo bene, non mollerebbe di un centimetro fino a che non scoprirebbe il nome del mio ragazzo. Allo stesso modo, non potrei neanche mentire, inventando la storia con una ragazza perché vorrebbe, anche in questo caso, sapere chi è la fortunata.
Spero solo che stavolta non mi ricatti, come fece tre anni fa. So solo che avevo il pisello duro già prima del suo ingresso, ora che lo vedo davanti a me, col cazzo in mano, mi è diventato praticamente di marmo. D’altronde, come vi raccontai, Alberto è una delle mie più grandi passioni.
Una cosa che non ho detto mai è che l’ho sempre ammirato, in passato avrei voluto essere come lui, avere la sua spigliatezza, la sua simpatia, la sua sicurezza e il suo fascino. Mi reputo un bel ragazzo ma secondo me avere fascino è diverso. Lui ce l’ha in ogni situazione, proprio forse facendo leva sulle sue sicurezze.
Mi avvicino pian piano a lui, sono piuttosto imbarazzato. Mi fermo a qualche centimetro di distanza, Alberto allunga la mano e mi afferra il pisello. Inizia a segarmelo, mentre continua a segare anche il mio. Io divarico un po' le gambe, lo lascio fare. Potrebbe entrare chiunque e la cosa mi fa battere il cuore.
“Ti desidero da tre anni, non ho smesso un attimo di sognarti” mi dice Alberto. Si avvicina, smette di segarsi e con quella mano mi avvinghia da dietro la schiena, mi tira a sé e mi bacia.
Sono tre anni che non ci baciamo, ho sofferto tanto a causa sua e di quella maledetta sera nella sua abitazione. Sono frenato, ma il bacio mi emoziona. Intanto lui non smette un attimo di segarmi. A quel punto, fa una cosa che mi sorprende estremamente.
Da noi, c’è un piccolo gradino che immette alle docce, utile a non far allagare lo spogliatoio quando c’è troppa gente a lavarsi. Approfittando di quel gradino, si inginocchia a terra, mi afferra per le chiappe e me lo prende in bocca. Io ho un sussulto, alzo gli occhi al cielo e dico “oh mio dio” prima di perdermi nel piacere. Alberto ci sa fare. Evidentemente con Leonardo ha avuto modo di fare tanta esperienza. Succhia come uno scannato, usa bene la lingua e intanto mi accarezza dolcemente le chiappe. Capitolo quasi subito, provo ad avvisarlo ma è inutile, lui non si sposta e lo prende tutto in bocca.
Si alza, ha le labbra sporche di sborra, ci passa la lingua e tirarla tutta via, poi mi sorride e, senza dire nulla, ritorna a fare allenamento. L’episodio mi ha piuttosto sconvolto, tant’è che mi vesto rapidamente e, senza neanche aspettare il mio ragazzo, me ne vado via a piedi.
La sera decido di dirglielo. Inizialmente reagisce male, poi gli spiego che non ho alcuna arma per contrastare Alberto. Dirgli che sono fidanzato metterebbe in pericolo la sua posizione stessa. Alberto farebbe di tutto per scoprire chi è e il mio ragazzo non vuole assolutamente che si sappia della sua sessualità. Gli dico che, per lui, sono disposto a non andare più a fare allenamento.
Anche se è la mia passione, per amore ci rinuncerei, in modo tale da troncare nuovamente i rapporti con Alberto e, probabilmente, anche con Leonardo. Ma il mio ragazzo non se la sente di chiedermi una cosa del genere. Ha capito benissimo la mia posizione, mi chiede solo di dirgli sempre la verità, qualunque cosa succederà con quei ragazzi.
Il giorno seguente il mio ragazzo viene a pranzo da me. Cucina lui, che è molto più bravo di me e poi ci tuffiamo a letto. Fa un caldo boia, quindi chiudo bene la serranda della mia camera e accendo l’aria condizionata. Oltre a refrigerarci, la cosa mi permette di evitare sgradevoli e inattese visite di Elena. E’ vero che ormai sono mesi che abbiamo interrotto i nostri rapporti e lei si è anche fidanzata, ma nella vita è sempre meglio prevenire. Anche perché, attirata dai gemiti, potrebbe anche decidere di venire a spiare. Finalmente tranquilli e al fresco, ci lasciamo andare al piacere più totale. Lui mi lecca centimetro per centimetro, esplora il corpo con la sua magnifica e curiosa lingua, mi fa sussultare di piacere. Poi mi allarga le cosce e infila la lingua nel buchetto del mio culo. Faccio fatica a tenere i gemiti, sto impazzendo, comincio a contorcermi sul materasso, a scalciare via il lenzuolo.
Lui va sempre più a fondo, mi sta ripulendo ogni centimetro del culo. Sono in estasi totale e lo supplico di scoparmi. Non se lo fa ripetere due volte, mi sale sopra e me lo infila, a missionaria, la posizione che forse preferisco. Sento il suo cazzo farsi strada nel mio buco, è meraviglioso. Inizia a pomparmi a tutta birra con la sua forza maschia. Io mi avvito al suo sedere con i miei piedini e inizio a stringerglielo. Lui impazzisce, mi scopa come un toro, io sono scatenato, rantolo di piacere, gli inizio a mordere la spalla, cerco spesso la sua bocca e gli succhio letteralmente la lingua durante i baci. Non so per quanto mi scopi in quel modo, so solo che perdiamo quasi il concetto del tempo. Nonostante l’aria condizionata, tenuta comunque bassa, iniziamo a sudare come porci. Lui sta durando tantissimo ma è in affanno, per cui propongo un cambio di posizione.
Ci rovesciamo totalmente, con lui in posizione supina e io sopra a cavalcarlo. Mi muovo a tutta forza, mi struscio sul suo cazzo, me lo spingo tutto a fondo, poi ogni tanto alzo il tronco e la testa verso l’alto e gli permetto di accarezzarmi il petto, la pancia, il cazzo.
Finora non mi sono segato, per non venire subito e non rischiare di godermi meno la scopata. Inizio ad avere voglia, me lo impugno e me lo sego a mille. Mentre mi masturbo, lo guardo dritto negli occhi, ho la bocca spalancata e ansimo come una troia famelica. Il mio toro da monta sta giungendo all’orgasmo e presto mi schizza tutto nel culo. Molta della sborra mi cola sul letto, una parte ma la tiro via con le dita direttamente dal sedere e la porto alla bocca, leccandola avidamente. Ho voglia di venire e continuo a segarmi in quella posizione, ma lui mi vuol aiutare. Mi prende per i fianchi, mi ribalta nuovamente e si tuffa sul mio cazzo. Me lo prende in bocca e inizia a ciucciarmelo. Io mi inizio a muovere freneticamente, ansimo e impreco di piacere, scalcio ancora più via le lenzuola, ormai il materasso è completamente scoperto. Gli afferro la testa, inizio a tenerlo fermo sul mio cazzo e vengo su col bacino. Gli sto chiavando la bocca e sto godendo come un pazzo. Sborro all’impazzata, godo come non mai e urlo di piacere durante il fortissimo orgasmo. Siamo stremati, nudi e sudati ma restiamo ancora un po' accoccolati prima che lui debba tornare al lavoro.
“Ti amo, qualunque cosa deciderai di fare con Alberto” mi dice.
“Anche io, ti amo tanto…” rispondo io. Lui è talmente innamorato che mi lascerà carta bianca. Sapeva fin dal momento che si è messo con me che l’avrei tradito, me lo confida. Sa che non sono capace di essere fedele. Ciò nonostante, può sembrare strano, ma sono veramente innamorato di lui anche io. Prima di andare via, lo bacio a lungo sulla porta di casa e gli dico che lo aspetto al campo più tardi per l’allenamento.
Nel pomeriggio, dopo essermi riposato, vado al mare dai miei amici. Mi porto dietro anche il borsone dell’allenamento perché andrò diretto con la bici al campo. Non sto ancora benissimo dopo il colpo del giorno prima ma penso di provare ad allenarmi, magari evitando la partitella finale per non prendere altri colpi. Sono al bar dello chalet quando sento arrivare un messaggio sul mio cellulare. E’ di Alberto, mi dice (in pratica mi ordina) di andare al campo alle 18, un’ora e mezza prima dell’inizio dell’allenamento, per ricambiare il favore che mi ha fatto lui ieri. Sono in grossa difficoltà, il cuore mi batte. So bene com’è fatto, se non andassi mi prenderebbe sotto mira. Sa essere stronzo, è un ragazzo che cambia il comportamento anche rapidamente. Se con lui sei corretto sa essere un amico vero, se lo sfidi è la persona più infame che io conosca.
Anche perché, come ricorderete, tre anni fa mi immortalò in una foto mentre succhiavo il pisello a Leonardo. Nell’immagine mi vedevo solo io, era inequivocabile. Non so se conservi ancora quella foto ma preferisco non rischiare, quindi alla fine accetto il suo ordine.
Come mio solito, arrivo in leggero ritardo, con la mia bici. In un secondo messaggio, Alberto mi ha detto di entrare direttamente nello spogliatoio degli Allievi. I ragazzi, infatti, non hanno ancora iniziato la loro preparazione, pertanto il loro ambiente è totalmente inutilizzato. E’ un posto che conosco molto bene, infatti qui ebbi il primo contatto proprio con lui e Leonardo e mi venne scattata la famosa foto.
Diciamo che, in un certo senso, è un luogo che ci evoca ricordi comuni. Quando entro, Alberto indossa solo le calze, un paio di quelle lunghe, di colore blu e con i pallini rossi. Si è tolto le mutande, anche perché lui fa allenamento con una sorta di costume e quindi ha l’abitudine di cambiarseli. Tuttavia, ha ancora il cazzo moscio. Mi dice di chiudere la porta a chiave, io eseguo.
Poso la borsa sulla prima panca che vedo, sono in tenuta da spiaggia. Lui mi dice di spogliarmi, io non dico nulla ed eseguo. Solo all’ultimo, mi accorgo che mi sta riprendendo col cellulare, mentre si accarezza il cazzo, diventato intanto durissimo.
Provo a obiettare, non voglio essere nuovamente ricattato ma lui, con tutta la naturalezza del mondo, gira la videocamera in sua direzione, la mette a mo di selfie, quindi tirandola verso l’alto in modo da riprendersi per bene, e si inquadra mentre si masturba.
In questo modo, siamo ad armi pari, mi dice. Il video è solo per lui, perché desidera osservare il mio splendido corpo ogni volta che mi pensa, cosa che dice di fare spesso.
Io mi avvicino lentamente, lui ha ancora la videocamera accesa. Mi dice se mi scoccia se riprende tutto, io scrollo le spalle. Lui si alza e posiziona il cellulare sul tavolino dei massaggi, girando proprio verso di noi. Mi siedo al suo fianco e iniziamo a pomiciare. Le nostre mani esplorano i corpi l’uno dell’altro, le nostre pelli lisce, prive di peli e leggermente annerite dal sole estivo, i nostri muscoli appena accennati. La sua bocca ha un buon sapore, anche se fuma e un po' si sente. Ci baciamo con dolcezza, intanto lui si fa più intraprendente e mi inizia a toccare il sedere. Io gli salgo sopra a cavalcioni, in modo da agevolare il compito. Sento un suo dito entrarmi nel culo, me lo ispeziona.
“Vogliamo riprendere il discorso interrotto tre anni fa?”
Vuole scoparmi e in questo momento lo voglio anche io, ma non in quel posto. Gli dico che preferisco farlo in un letto, lui annuisce.
“Allora succhiamelo” mi ordina. Io eseguo, mi inginocchio, lui allarga le cosce e mi fa spazio.
Ho succhiato quel cazzo non so quante volte, ma sono passati tre anni e io ho notevolmente affinato le mie tecniche. Gli mostro tutto il mio repertorio. Glielo insalivo per bene, spalmo la saliva aiutandomi con la mano a mo di massaggio e lui già sta impazzendo.
Mi guarda a bocca aperta, ansima leggermente e mi sorride, ogni tanto alza la testa al cielo e impreca di piacere. Lo lecco per bene, in tutta la sua lunghezza, lecco l’asta, i coglioni, arrivo anche nei pressi del buco del culo. Poi lo accolgo nelle mie labbra. Mi muovo bene, lo stringo nella presa e lo spazzolo con la lingua, faccio anche dei movimenti circolatori con la testa, come se stessi scavando, andando lentamente sempre più a fondo.
Arrivo a farglielo scomparire tutto nella mia bocca e poi torno su più velocemente. Lui è in totale trans e alla fine capitola, dopo neanche cinque minuti. Mi schizza di tutto in gola, ne è una marea e io faccio del mio meglio per contenerla ma un po' cola e finisce su una delle sue calze.
Senza scomporsi minimamente, alza il piede e mi pone la calza davanti alla bocca. Io gliela ripulisco con la lingua. Lui mi sorride soddisfatto: ha capito che, nonostante tutto, nonostante i tre anni e le tante esperienze fatte, nonostante io sia fidanzato (anche se non lo sa) continuo a essere la sua famelica troia.
Mi ordina di segarmi, io mi giro verso il suo telefono, allargo le cosce e inizio a menarmelo a tutta forza. Ansimo, sono abbastanza esaltato dalla situazione e schizzo come un cammello quasi subito. I miei getti arrivano a colpire il lettino dei massaggi, sfiorando anche il telefono di Alberto. Mi fa pulire anche qui con la lingua, la mia stessa sborra. Io eseguo, senza fare alcuna storia.
Pur avendo altro tempo, decidiamo di non rischiare, per non essere scoperti. Ci cambiamo, pronti per l’allenamento, e trasferiamo le borse e i vestiti nell’altro spogliatoio, prima che arrivino i nostri compagni.
Mentre stiamo facendo due passaggi in campo, in attesa degli altri, mi si avvicina:
“Domani sera vieni da me, da soli, senza Leonardo e senza nessuno”. Io mi limito ad annuire…
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