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Gay & Bisex

Sono io che guido la giostra


di Thefab
16.04.2020    |    7.659    |    7 9.7
"Dice che ho il cazzo perfetto, grosso ma non troppo, bello e succulento..."
In questo capitolo ci saranno soprattutto scene di sesso. Alcuni, quelli più abituati ad approfondire il mio lato comportamentale, magari gradiranno meno. Però in questa fase del racconto non c'era moltissimo da approfondire, oltre alle tre scopate che leggerete.
Le ore che precedono il mio incontro intimo con Alberto le vivo con molta agitazione. Ne esce fuori anche un’abbastanza ovvia discussione col mio ragazzo. Ha paura di perdermi ma stare con me significa questo. Sono un ragazzo che, sbagliando spesso, ha sempre fatto ciò che voleva, trascinato dall’egoismo che mi ha sempre contraddistinto. Lo rassicuro, voglio stare con lui come coppia, sentimentalmente parlando, ma niente e nessuno mi potrà impedire di fare il santarellino fedele o rinunciare alla scopata con Alberto. E’ una cosa che ho in testa da tre anni, da quel maledetto pomeriggio a casa sua, quando scoprii che era fidanzato con Leonardo.
Adesso, con il mio bullo preferito non ho alcun proposito sentimentale, non mi interessa quale sia il suo rapporto con Leo, non mi importa del fatto che sappia che stia con una ragazza o se si scopa qualcun altro della squadra. Voglio solo e soltanto togliermi uno sfizio che ho da tempo.
D’altronde, la possibilità di farsi fottere da un ragazzo così bello è decisamente da cogliere. Alberto è meraviglioso, è uno di quei boy da rivista dei giornali per adolescenti, viso perfetto, capello sempre alla moda, curato, elegante, sicuro di sé. Rispetto al passato, ha un taglio di capelli più corto, che gli sta comunque molto bene e ha un po' cambiato il suo atteggiamento. Lo vedo leggermente meno “prepotente” e bullo nei confronti degli altri. Probabilmente, l’aver giocato in questi anni a livello di prima squadra con persone adulte lo ha portato a limitare un po' certi comportamenti, che a tratti erano veramente snervanti.
Nel pomeriggio, io e Alberto ci mettiamo d’accordo su whatsapp per gli ultimi dettagli, mi dice di non andare in bicicletta a fare allenamento, in modo tale che al ritorno possa andare direttamente in macchina con lui. Tanto, non c’è nulla di cui preoccuparsi, sono anni che scrocco il passaggio a tutti, quindi non sospetterà nessuno della cosa.
Dopo essere andato al campo col mio ragazzo, che è rabbuiato per tutto il tempo, mi alleno un po' emozionato per quello che succederà. Alberto, invece, sembra tranquillissimo, ogni tanto mi sorride ed è spigliato come al solito. Fa battute e prende in giro bonariamente tutti assieme a Leo.
Entrambi, facciamo velocemente le docce e sgattaioliamo fuori dallo spogliatoio. Salgo nella sua macchina, quando veniamo avvicinati da Leo. Il biondo ex di Alberto, si affaccia al finestrino:
“Dove cazzo andate, froci di merda?” ci chiede, tra lo scherzoso e l’arrabbiato.
“A giocare a carte, stronzo” gli risponde Alberto, prendendolo in giro.
“Posso venire pure io?” insiste, stando al gioco (ma non tanto), Leonardo.
“No, vai via” conclude la demenziale conversazione Alby, prima di mettere la retromarcia, uscire dal parcheggio e ripartire.
“Lo sai che ora vorrà scoparti anche lui, si?” mi domanda.
“Si, penso di si…che devo fare?”
“Quello che ti senti di fare” mi risponde Alberto.
Da qui inizia una lunga chiacchierata, interrotta solo nel momento in cui io scendo a prendere un cartone di pizza con cui ceneremo. Alberto mi racconta della sua storia con Leonardo, di come si sono messi insieme, di quanto sia durata. Mi dice che si sono lasciati quando lui si è fidanzato con l’attuale ragazza, imitato pochi mesi dopo anche da Leo.
Gli domando se tuttora scopano e mi dice che capita, ma con molta meno frequenza e comunque è parecchie settimane che non fanno niente. Continua i suoi racconti anche durante la cena. Siamo saliti in un piccolo appartamento di sua proprietà. E’ una mansarda che tiene per le cene di famiglia, le feste e cose similari.
Lo spazio è molto ristretto ma è tutto molto ben arredato. Mentre mangiamo mi dice che nella sua seguente esperienza calcistica, fuori dalla nostra squadra, non ha trovato un ambiente come il nostro. Si è riuscito a scopare un solo ragazzo, trovando la mentalità molto più chiusa rispetto alla nostra, che come ho sempre pensato è sempre stata un po' estrema, forse anche a causa della presenza di una famelica troia come me.
Come ultima domanda, prima di iniziare a fare quello per cui siamo qui, gli chiedo di Damiano. Ho sempre avuto una grande curiosità di conoscere come andò la vicenda con lui. Mi dice che lo avvicinarono un po' con le forze come fecero con me, che lo ricattarono con la solita foto e che ci si sono divertiti fino a che il ragazzo ha continuato a venire al campo.
Anche loro due sono convinti che non sia più venuto a giocare a causa delle sevizie che gli hanno fatto, anche in quell’appartamento. Mi confida che gli è dispiaciuto per come si sono comportati, anche nei miei confronti. Alberto si avvicina a me, dice che abbiamo parlato fin troppo e mi porta sul divano. Iniziamo a pomiciare con passione, ci baciamo come due fidanzati, accarezzandoci anche i volti e i corpi. Togliamo le rispettive maglie e ci baciamo il petto, il collo, le orecchie.
A questo punto, Alberto fa una cosa che mi farà molto molto piacere. Mi prende per mano, mi porta in una piccola camera da letto molto minimale, dove c’è un comodo letto matrimoniale. Essendo estate, indossiamo il minimo indispensabile come abbigliamento e non perdiamo tempo a toglierci tutto il restante. Siamo completamente nudi, uno di fronte all’anno, e i nostri cazzi sono durissimi.
Alberto mi dice di prendere in mano il mio telefono e di fotografarlo mentre mi fa un pompino, in modo da pareggiare completamente quello che lui fece a me. In questo modo, lui non avrà alcuna arma contro di me e io potrò finalmente fidarmi di lui. Gli dico che ormai già mi fido e non voglio, ma insiste. Si accuccia, mi inizia a leccare il pisello, poi me lo prende in bocca.
Si fa immortalare mentre alza lo sguardo e mi osserva per bene. Io scatto la foto, anche se non la reputavo una cosa necessaria.
“Ora siamo pari” mi dice. Metto via il telefono, lui mi spinge sul letto e mi dice che mi ha sempre desiderato in questi anni. Di tutti i ragazzi con cui ha scopato, sono decisamente il suo preferito, molto più di Leonardo. Dice che, quando parla con lui o con Enea, sono tutti del parere che io sia un po' la figura perfetta dello scopamico.
La cosa mi inorgoglisce ma gli dico di riprendere a fare roba e di parlare dopo. Alberto mi inizia a leccare il cazzo, che è duro come un mattone. Il mio è decisamente più grosso del suo, che comunque è di buone dimensioni. Finiamo a 69 quasi subito e ci succhiamo i cazzi a vicenda. E’ una sensazione meravigliosa, anche perché ci siamo fatti da poco le docce al campo e quindi siamo tutti profumati.
Sapendo della sua passione per i piedi (fu lui a introdurmi al feticismo), inizio a massaggiargliene uno. I suoi sono perfetti, femminili, curatissimi, molto più belli dei miei che già sono abbastanza delicati. Smetto di ciucciargli il cazzo e inizio a leccargli il piede. Lui impazzisce e continua a succhiarmelo ancora più forte. La cosa va avanti per un po', poi si sposta, mi guarda e mi chiede di leccargli il buco del culo.
Io non dico nulla, gli allargo le cosce e mi tuffo tra le sue chiappe. Gliele allargo un po', aiutandomi con le dita, poi ci spingo dentro la lingua. Me l’assaporo per bene e lui inizia a muoversi sul letto, godurioso. Il tutto è accompagnato da qualche versetto di piacere, un po' trattenuto a dire il vero. Dopo un po', mi afferra per la testa e mi tiene fermo lì, spostandomi nei punti in cui vuole essere leccato. E’ scatenato, alza il bacino e inizia a gemere più forte.
“Scopami, ti prego scopami” mi urla. Io emergo dal suo culo e lo guardo abbastanza perplesso. Non sono venuto qui per fare l’attivo, vorrei che lo sapesse.
“Dai, dopo ti scopo io, per favore. Sono tre anni che sogno il tuo cazzo” mi dice.
Mi torna in mente l’immagine di lui che si faceva scopare da Leonardo quella volta che li beccai e capisco che probabilmente è abituato a fare il passivo.
Se ha preso il cazzo di Leo, che è enorme, non dovrebbe avere problemi neanche col mio. Gli chiedo se sia il caso di indossare il preservativo ma mi dice che non vuole. Provo a obiettare ma lui si spazientisce e mi ordina di infilargli il cazzo nel culo immediatamente.
Eseguo, senza aggiungere altro. Posiziono la punta del mio pene sull’ingresso del suo cazzo e lo spingo dentro. Inizialmente faccio fatica, lui sta facendo un po' di forza. Lentamente si rilassa, il cazzo pian piano trova il suo varco e penetra nelle pareti anali del ragazzo ventenne.
Alberto sbarra gli occhi, deve aver accusato il colpo. E’ rosso in volto e ha un’espressione di leggera sofferenza. Non potete immaginare quanto sia sexy in questo momento. Io gli sorrido, mi avvicino pian piano, gli sussurro all’orecchio di resistere e lo bacio.
Mi risponde infilandomi la lingua in bocca, limoniamo un po' mentre il mio cazzo resta fermo tra le sue chiappe in modo tale da farlo un po' abituare e rilassare. Successivamente, notandolo ben più calmo, glielo finisco di spingere dentro. Alberto ha nuovamente gli occhi sgranati ma stavolta sembra che sia più per il piacere che per il dolore.
Mi afferra per le chiappe e mi spinge dentro di lui, io inizio a chiavarlo a mille, come un coniglio. Entro ed esco rapidamente dal suo culo, gustandomi i suoi gemiti e le sue espressioni da cagna in calore. Ogni tanto mi sussurra parole dolci alternate a porcate enormi. Dice che ho il cazzo perfetto, grosso ma non troppo, bello e succulento. La cosa mi scatena, mi sento veramente apprezzato e aumento la forza dei miei colpi.
Dopo alcuni minuti a missionaria, cambiamo posizione: Alberto si posiziona sul bordo del letto, io mi metto in piedi e lo alzo un po' col bacino, scopandomelo in quella posizione. Lui, per agevolare il compito, allunga la mano e si mette un cuscino sotto al culo. In questo modo riesco a spingere con ancora più veemenza, dal basso verso l’alto.
Alberto, intanto, mi posiziona i piedi all’altezza delle mie spalle, così che io, di tanto in tanto, possa girare il volto lateralmente e leccarli. Sto per sborrare, inizio a leccargli avidamente il piede, poi diminuisco la velocità della scopata, aumentando invece la forza dei colpi. Do altre 4-5 botte a tutta, poi lui si sposta rapidamente, avvicina la faccia al mio cazzo, me lo impugna e in pochi istanti si fa inondare il viso e i capelli di sborra.
Ne sparo una marea, Alberto è una maschera appiccicosa di sperma e io, senza farmi dire niente, inizio a leccargli il volto. Le nostre lingue si incrociano, si scambiano la mia sborra e rimangono un po' a contatto come due cagnolini, poi io riprendo a leccargli avidamente il viso.
Rimaniamo un po' stesi sul letto a pomiciare. Lui ha il cazzo durissimo ma io voglio un momento farmelo tornare duro, in modo da godermi totalmente quella scopata che sogno da tre anni e mezzo ormai. La situazione mi aiuta decisamente nel mio intento, il solo osservare una meraviglia come Alberto nudo, con i capelli incrostati della mia sborra, col cazzo duro che mi bacia come se fossi la cosa più bella al mondo, è a dir poco afrodisiaco. Alberto, teoricamente, non è il mio ragazzo ideale. Li ho sempre preferiti più uomini, più adulti, più muscolosi, più pelosi. Però non posso negare che sia fantastico, è talmente proporzionato che mi fa quasi invidia.
Stiamo pomiciando ormai da una decina di minuti, io mi stacco e gli sussurro all’orecchio:
“Dai, ora scopami tesoro”.
Alberto non se lo fa ripetere due volte. Mi gira su di un fianco e, alle mie spalle, posiziona il suo cazzo in direzione del mio buco. E’ il momento che aspettavo. Un colpo, abbastanza secco, ed è finalmente dentro di me. E’ bellissimo, sento tutto il calore che mi pervade il culo. Lui inizia a muoversi, con dimestichezza, sa come fare. Mi sta scopando divinamente, si muove in modo perfetto, mi tocca dopo mi piace essere toccato, mi alita sul collo, sull’orecchio, sul volto. A volte giro il viso verso di lui e mi bacia caldamente con la sua meravigliosa lingua.
Il suo cazzo è nella norma, non enorme, ma lo sa usare in modo sublime. Alterna continuamente la velocità, dei momenti mi scopa talmente veloce che non capisco come possa fare a tenere quel ritmo senza collassare. Mi da colpi veloci ma intensi, con le palle che sbattono fortissimamente sul mio culo e rimbombano per la camera, mischiandosi con i miei soliti urli femminili da troia. Altre volte, invece, rallenta il ritmo e mi scopa con più dolcezza, fa dei cerchietti col movimento, andandomi ad allargare bene tutti gli angoli del mio culo. In quelle fasi più delicate, non smettiamo un attimo di baciarci e dirci cose dolci ed eccitanti.
Non so quanto potrà durare, d’altronde abbiamo già fatto molta roba tra preliminari, la mia scopata da attivo, i dolci baci seguenti e questa prima parte della scopata con me passivo, in ogni caso me la voglio godere fino a fondo. Sono scatenato, sto ansimando come una troia in calore, sono una vera e propria maschera di piacere e lui se ne accorge. Inizia a dirmi che ho il culo di burro e che sono una zoccola pazzesca. La cosa mi fa impazzire ancora di più e lo supplico di scoparmi dandomi delle fumate a tutta forza fino a che non viene. Lui esegue, mi fa mettere a pecorina sul bordo del letto, si mette in piedi e inizia a buttarmelo di nuovo nel culo con tutta la sua energia.
Alberto rantola di piacere, inizia a emettere dei versi di godimento sempre più forti, poi mi mette una mano sul petto e mi tira verso di lui, si aggrappa e poi mi crolla sopra mentre una decina abbondante di schizzi mi invade le chiappe.
Ho il cazzo di marmo, senza pensarci un solo istante mi porto la mano al culo, tolgo un po' di sperma e la lecco avidamente. Poi, nonostante Alberto sia stramazzato (non dimentichiamoci che ci siamo anche allenati con il caldo di Agosto), io prendo un suo piede (sudato ormai) e lo posiziono sul mio pene. Lui capisce subito e inizia a fare avanti e indietro. Il sudore, mischiato ad un po' di saliva mia e qualche goccia di precum, creano un perfetto lubrificante e il piede inizia a scorrere sopra e sotto con grande naturalezza. Sto godendo come un porco, sono a pancia in su e mi copro il viso con le mani per quanto sto impazzendo. I miei gemiti credono si sentano per tutta la via ma ad Alberto non importa nulla, non mi ha mai detto di abbassare il tono quindi non mi faccio alcun tipo di problema. Sborro quasi subito, gli imbratto tutti i piedi di sperma. Restiamo lì per mezzora a riprendere fiato e a parlare, poi mi permette di farmi una doccia. Mentre sono sotto il getto dell’acqua, mi raggiunge nella cabina. Ha di nuovo il cazzo duro, mi fa girare verso il muro, mi divarica un po' le gambe e mi scopa di nuovo, per una decina di minuti. Quando finiamo, ci asciughiamo, ci vestiamo e mi riaccompagna a casa mentre lui raggiunge i suoi amici in spiaggia per fare serata.
Il giorno seguente, all’ora di pranzo, ho appuntamento col mio ragazzo a casa mia, come di consuetudine. Lui è ancora un po' rabbuiato per ciò che è successo il giorno prima, l’ha accettato ma chiaramente la cosa lo indispettisce. So che ne vorrebbe parlare e chiarire, ma io non ho alcuna voglia di farlo e quindi decido di prenderlo per la gola.
Quando sale, mi faccio trovare dietro l’uscio della porta completamente nudo. Ho il pisello molto barzotto, è dritto e gonfio. Vorrebbe prima parlare un po' ma non glielo permetto. In pochi istanti lo denudo completamente e iniziamo a baciarci con foga. Mi carica in braccio e mi stende sul tavolo della cucina. Io, con la mano, faccio cadere appositamente tutto ciò che c’è sopra per liberarlo e avere spazio, tanto sono tutti oggetti che non si rompono. Poi mi tira verso il bordo del tavolo e mi allarga le gambe.
E’, fin da subito, la classica scopata di una coppia che sta facendo pace, una di quelle dove c’è ancora un po' di quella sensazione di rabbia verso l’altro mischiata a tenerezza. Lui mi scopa con violenza e dolcezza, allo stesso modo. Io sto godendo senza remore, lo guardo fisso negli occhi e ansimo ad ogni suo colpo, che viene ben assestato all’interno del mio culo. Gli metto le gambe attorno al collo e lo stringo a me, poi le faccio scendere pian piano e le avvinghio al suo culo.
Lui ha circa due ore e mezza di pausa pranzo prima di dover tornare al lavoro, le passiamo interamente a scopare, in ogni angolo della casa, come due animali. Mi sbatte sul tavolo, sul divano, sul mio letto, in camera dei miei davanti allo specchio, in bagno. Sborra tre volte, mentre io vengo due volte. Solo prima di andar via, mentre gli preparo un panino al volo per non farlo stare a digiuno, affrontiamo rapidamente il discorso e gli racconto a grandi linee cosa è successo con Alberto.
Sa anche che, quanto prima, scoperò con Leonardo ma ormai deve accettarlo, perché stare con me significa questo. Ci baciamo e ci diamo appuntamento all’allenamento.
Nel pomeriggio sento anche Alberto, mi dice che è successo un po' di casino con Leonardo la sera prima, che si è ingelosito e hanno un po' litigato e di non rispondere a eventuali prese in giro.
In effetti, Leonardo mi farà diverse battutine per tutta la durata dell’allenamento e così via anche nei seguenti due giorni. Con Alberto si parlano poco, deve essere successo qualcosa di più di una semplice litigata. Non credo che Leo sia geloso, in sé per sé, di me o di lui, quanto infastidito dal fatto che lo abbiamo tagliato fuori.
Intanto, io ho modo di scopare nuovamente con Alberto la seconda sera, in auto al termine dell’allenamento, in una stradina di campagna e in modo alquanto rapido ma comunque carico di trasporto.
La svolta arriva il quarto giorno, quando capisco subito che i due hanno fatto pace e sono di nuovo, odiosamente alleati. Mi prendono in giro, anche davanti agli altri, anche se Alberto mi fa subito l’occhiolino come a farmi capire di non prendermela. Alla fine dell’allenamento, mentre sto ripartendo con la mia bici in direzione di casa, Leo si avvicina a me.
“Domani hai casa libera, vero?”. Io annuisco e lui mi dice che prima dell’allenamento si verrà a svuotare le palle da me. Gli provo a dire che, solitamente, nel pomeriggio sono al mare con gli amici ma non vuole sapere nulla, mi rinfaccia di aver scopato con Alberto e non con lui e che dovrò quindi farmi perdonare.
Il pomeriggio dopo, attorno alle 16:30, Leo è a casa mia. E’ bello, questo non lo posso negare. Per certi versi, è più il mio tipo rispetto ad Alberto, anche se quest’ultimo è decisamente più delicato e perfettino nei lineamenti.
Leo è più uomo, non è molto alto, ma è più muscoloso. E’ molto abbronzato, ha i capelli biondi, gli occhi azzurri. Appena entra si guarda attorno, curioso di esplorare la mia casa. Ci prendiamo qualcosa da bere e chiacchieriamo un pò, poi gli faccio fare un giro dell’appartamento, sopportando le sue continue e stupide battute del genere “qui è dove ti fai sbattere da Alberto?” e cose del genere.
Quando non ho più altro per ingannare il tempo e capisco che è ora di farlo, lo porto in camera mia. C’è un po' di disordine perché mi sono svegliato tardi e ci ho fatto sesso col mio ragazzo all’ora di pranzo ma a lui sembra importare poco. Abbasso la serranda, anche se penso che Elena sia al mare con le amiche, accendo un po' di aria condizionata, accendo la luce e gli dico che può poggiare i vestiti sulla sedia che uso per il computer.
Non c’è nessun imbarazzo, d’altronde i nostri primi approcci sessuali risalgono ad oltre tre anni prima e ci vediamo nudi ogni giorno sotto alle docce. Io indosso solo un paio di pantaloncini, sono a petto nudo da quando lui è arrivato. Senza perdere tempo, li sfilo assieme alle mutande. Ho il cazzo ancora un po' moscio, sistemo rapidamente il letto e mi stendo sul materasso a godermi lo spettacolo di Leo che si spoglia.
Con tutta la naturalezza del mondo, lui toglie la canotta smanicata da spiaggia che indossa, mettendo a nudo il suo petto abbastanza muscoloso e decisamente abbronzato. Poi toglie le ciabatte, sistemandole in un angolo, al lato della mia scrivania e toglie i pantaloncini.
E’ in mutande, ma già mi inizia a far eccitare. Vedo i suoi coscioni muscolosi da calciatore, che sono impressionanti. E’ almeno il doppio, muscolarmente, di Alberto, e la cosa mi fa arrapare.
Mentre lo guardo, mi sto accarezzando il cazzo, che mi è diventato duro. Leo si gira verso di me, ha ancora le mutande bianche addosso ma si sta toccando il pacco, sgrullandoselo in alto e in basso in modo da farselo venire duro. Finalmente, le sfila per poi scalciarle vie e mette a nudo il suo enorme cazzo. Ce l’ha davvero davvero grosso, meraviglioso.
Alberto dice sempre che, seppur enorme, il cazzo di Leonardo ha le “gobbe” e quindi preferisce il mio. A me non importa di gobbe, protuberanze, curve, pendenze, quel cazzo fa impazzire tutto il mio corpo.
Si avvicina al bordo del mio letto, sempre continuandoselo a toccare. Arriva fino al materasso, poi mi fa un cenno di avvicinarmi. Io, da disteso sul fianco, sgattaiolo fino ad arrivare al suo pene, lo impugno e lo inizio a leccare avidamente, arrivo fino ai coglioni e poi risalgo. Con la mano lo scappello e lecco anche la parte interna alla pelle, poi ritiro su la pelle e lecco anche lì. Dopo un po', con lui davvero voglioso, lo accolgo tra le labbra. Lo serro bene, lo insalivo ulteriormente in modo da farlo scorrere senza provocargli fastidio e inizio a lavorare aiutandomi con la lingua.
“Oddio quanto mi è mancata la tua bocca” dice lui, mentre inizia a stropicciarmi i capelli e a muoversi a ritmo. Sono a gattoni, di fronte al suo cazzo e me lo sto assaporando tutto. Intanto, il mio pisello struscia in modo meraviglioso sul materasso, creando un piacevolissimo attrito.
Dopo il preliminare, intenso, Leo mi sposta, mi prende per le spalle e mi spinge verso il letto, poi mi sale sopra. Mi infila la lingua in bocca e cominciamo a pomiciare, avidamente.
Ricordo perfettamente la sensazione che provai in quel primo bacio che mi diede, la prima volta che abusarono di me nello spogliatoio. All’epoca pensavo di impazzire per quella situazione, ora la sto vivendo con molta più naturalezza. Mi sento totalmente a mio agio in questo momento. Mentre ci baciamo, io inizio ad accarezzargli la schiena e il sedere e mi aiuto anche con i piedi, che stringo attorno alle sue chiappe e alle sue cosce e li uso per strusciarmi.
Ha due belle chiappe compatte, muscolose, da uomo, e adoro sentirle in tutta la loro forza. Lui, a sua volta, mi sta leccando il collo ora, passa la lingua anche sulle orecchie e sul petto. Intanto posiziona l’uccello tra le cosce. So già che ha parlato con Alberto, sa che non abbiamo usato protezioni e, per pareggiare le cose, non vorrà usarle nemmeno lui. Non glielo chiedo neanche.
Leonardo si sputa su una mano e mi fa un ditalino nel culo. Io ho un sussulto, va avanti e indietro col dito e mi sta piacendo. Comincio a mugolare come una vacca e a contorcermi, specialmente quando infila il secondo dito. Dopo un po', sostituisce le dita col cazzo. Posiziona il suo pene all’ingresso del buchino e, con un colpo secco, mi penetra.
Io sgrano gli occhi per il dolore, è enorme e lo sento tutto. Divento tutto rosso, mi lamento un po', lui mi mette una mano davanti alla bocca, probabilmente infastidito dai miei versi di dolore.
“Zitto, ora ti sfondo” mi dice, e inizia pian piano a muoversi. Il mix tra dolore e piacere è ancora molto forte e non permette di farmela godere a pieno. Leo non è granchè interessato al mio livello di gradimento, pensa solo a lui e sta già spingendo con ottima velocità. I suoi colpi vanno a segno, fino a fondo, sono dati con vigore. E’ una scopata molto diversa rispetto a quella con Alberto.
Con lui, infatti, anche se ci siamo accoppiati senza sosta, c’era molta più componente romantica e me la sono goduta davvero tutta. Ora ancora non mi sto divertendo del tutto.
Come avevo già fatto durante la fase dei baci, porto i miei piedini attorno al suo sedere e riprendo a strusciarli, intanto ci baciamo con enfasi. Pian piano la cosa inizia a farsi gradevole e il mio culo si sta abituando ai suoi colpi mascolini e alla grandezza del suo membro.
Mi aggrappo alla ringhiera del mio letto, che ormai sobbalza violentemente ad ogni suo colpo, andando a sbattere sul muro e facendo rumore.
“Girati, troia” mi ordina. Mi metto a pancia in sotto, steso sul materasso, lui mi divarica un po' le cosce e mi ricomincia a penetrare. I suoi colpi sono devastanti ma ora mi sta piacendo. Inoltre, come già successo mentre glielo ciucciavo, quella posizione mi permette di strusciare il cazzo sul materasso ed è una goduria. Mi afferra per il collo e mi gira la testa lateralmente, abbassa il viso verso di me e mi schiaffa la lingua in bocca. Pomiciamo qualche istante, poi lui si stacca e inizia a rantolare sempre più forte.
Il suo respiro è affannoso, sta venendo e anche io sono sul punto di esplodere. Inizio a gemere sempre più forte, stiamo per arrivare quasi simultaneamente all’orgasmo. Il primo che capitola sono io: all’ennesima strusciata sul materasso, combinata a quel ben di dio che ho nel sedere, inizio a spruzzare come un ossesso e sporco tutto il lenzuolo.
Sono col fiatone, rimango steso con il viso appoggiato sul materasso fino a che Leo non finisce. Tempo un minuto e mi schizza tutta la sua sborra nel culo. Rimane fermo fino a che non si svuota completamente, col suo respiro che torna lentamente alla normalità.
“Sei una troia”, mi dice mentre si alza dal letto e, senza chiedermi niente, si va a pulire nel mio bagno. Io lo raggiungo, sono in silenzio e aspetto che lui dica qualcosa.
Si sta sciacquando il cazzo e le palle nel mio bidet, si asciuga con il mio accappatoio e torna in camera a rivestirsi, senza dire niente. Mi do una pulita al volo anche io, poi lo raggiungo che è ormai quasi pronto.
“Senza che ti dico che questa cosa rimane tra me, te e quello stronzo di Alberto. Quando ne avrò voglia tu mi svuoterai, chiaro?”.
Io annuisco, senza fare storie, d’altronde è proprio ciò che voglio. Lo vedo uscire dalla porta della mia casa con relativo distacco. E’ ufficiale, sono una vera e propria troia.





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