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Gay & Bisex

Proposta indecente parte 1


di Thefab
26.11.2019    |    15.303    |    9 9.3
"La mia testa è solo piena delle parole di Juan e della sua proposta..."
Eccoci arrivati al capitolo 10. Vi devo confessare: sono stato indeciso fino all’ultimo se scrivere questa parte del racconto o andare oltre. E’ stato un momento delicato della mia crescita sessuale e so già che alcuni potrebbero non gradire il contenuto di ciò che andrò a narrare. Però, finora, sono stato molto onesto con le mie sensazioni, autocritico e sincero. Quindi, dopo una riflessione di un paio di giorni, ho deciso di raccontare lo stesso questa parte, senza vergogna e senza avere problemi ad accettare eventuali critiche. Sperando che, chi legga, capisca che era comunque il punto di vista di un ragazzo quasi diciassettenne, non dichiarato e molto influenzabile. Cose che ora, forse, non rifarei.
Sono passati diversi mesi dall’ultima vicenda che vi ho narrato. Sono prossimo ai 17 anni e siamo arrivati all’Estate del 2016. Non vi sono state novità in questo periodo, questo dimostra che, pur avendo molte esperienze, non sono uno che sta sempre e solo a scopare in giro!!! E’ vero, ho avuto già diverse relazioni dai 15 anni in poi, però, se ci pensate, sono state suddivise in due anni di vita e quindi non è nulla di diverso da chi, per esempio, cambia decine di fidanzate!
In questi mesi di digiuno da nuovi cazzi, ho trovato il mio sfogo sempre e soltanto in Manuel. Siamo stati in grado di non rovinare mai il nostro rapporto e lui è migliorato tantissimo a letto, tanto da riuscire a soddisfarmi piuttosto bene. Abbiamo scopato quasi ogni giorno, soprattutto in questo ultimo periodo, ossia dall’inizio dell’Estate. Ogni volta, prima di andare al mare, ci vediamo da me o da lui e mi faccio spaccare il culo dal suo enorme cazzone.
Stasera abbiamo una festa, è una di quelle feste del cazzo alle quali non amo partecipare. Odio le feste con troppa gente, sballo e casino, non fanno parte del mio modo. Mi sento a disagio a vedere tanto degrado e, soprattutto, sono spesso costretto a recitare. Mi capita spesso, infatti, di venire avvicinato da ragazze disinibite che cercano l’approccio con me. Respingerle ogni volta, specialmente se belle, vorrebbe dire ammettere a tutti che sono gay. Ma non voglio farlo, almeno non per ora. E quindi, spesso, sono costretto a farci qualcosa.
Anche Manu è abbastanza teso. Lui ha avuto rapporti solo con me ma desidera una ragazza. In queste feste, si sente diverse da me e da molti altri. Vede che per molti è facile rimorchiare, per lui sembra un’impresa impossibile. Ci ha provato in tutti i modi: da ubriaco, da brillo, da sobrio, facendo lo spaccone, essendo se stesso. Il risultato è stato sempre identico: respinto, preso in giro e umiliato.
Al pomeriggio sono a casa sua, a cavalcioni sul suo enorme cazzo. Gli sto saltellando sopra, stiamo scopando da almeno mezzora. Ormai le nostre chiavate durano molto, lui è diventato bravo a gestire i momenti, sa aumentare e diminuire il ritmo e, inoltre, si è abituato a ciò che facciamo da mesi e quindi la vive con meno agitazione.
Io mi sto segando l’uccello, ce l’ho durissimo e sto godendo molto. Siamo soli a casa, come sempre. Questo mi permette di lasciarmi andare, ansimo, urlo, godo. Sono scatenato. E’ da un po' di tempo che sto perfino valutando di iniziare qualcosa di più serio con lui. Ormai mi sento a mio agio, il sesso è bello, c’è tanta complicità, gli voglio bene. Non ho mai detto nulla perché, nel dubbio, non voglio rovinare il nostro rapporto. Ho iniziato anche a valutare l’idea di baciarlo, di cercare un approccio più tenero durante i nostri rapporti e, in qualche senso, ci sono riuscito, perché solitamente, quando finiamo, rimaniamo a coccolarci.
Mentre Manu spinge il suo enorme cazzo nel mio buco e io lo cavalco come una troia, sento arrivare l’orgasmo, la mia faccia è una goduria, sono tutto sudato, ansimo, urlo. Sborro sul suo petto, rovescio la testa indietro e poggio le mani sui suoi addominali.
Lui continua a fottermi ancora per un po', poi mi tira a sé, mi fa appoggiare sul suo collo, io glielo lecco, glielo mordicchio, mi sborra in culo. Si lascia andare ad un respiro affannoso e viene. E’ stato bellissimo. Rimaniamo sul letto, in silenzio. Lui mi accarezza i capelli, siamo ancora nudi, sporchi, sudati ma molto soddisfatti. Sono poggiato sul suo petto e, a mia volta, gli faccio dei piccoli cerchi con le dita sulla pelle. Sono io a rompere il silenzio, di diversi minuti.
“Stasera rifacciamo l’amore?” è la prima volta che parlo di fare l’amore. Abbiamo sempre detto sesso o scopata.
“Beh, se nessuno dei due rimorchia si”. Lui ci crede ancora. Non gli sono bastate le varie feste di ferragosto, capodanno, pasquetta, eccetera. Non ha ancora capito che a me di rimorchiare una figa non interessa niente e che lui va incontro a umiliazioni e delusioni. So già come finirà la sera, faremo sesso, ma sarà più freddo di come avrei voluto. Perché non ho gradito la sua risposta. Aspetto un po', faccio passare qualche secondo. Poi, non sono uno che sa stare zitto, se penso una cosa la dico.
“Tanto finirà così, lo sai” e riprendo ad accarezzargli il petto.
“Se sarà cosà, sarà così” mi risponde deluso Manu.
La sera ci facciamo accompagnare da mio padre. Avremmo potuto usare il suo motorino ma so che entrambi finiremo col bere e non è sicuro tornare in due da ubriachi.
La festa è in campagna, da un nostro amico che ha una villa con piscina e ama il divertimento e lo sballo. Ha invitato tanta gente e io mi sento subito a disagio. Mi sono acchittato bene, ho il capello fatto ieri, una camicetta bianca che mette in risalto la mia abbronzatura e un jeans attillato sopra al ginocchio di colore scuro. Ciò nonostante, non mi sto divertendo.
A peggiorare il tutto, arriva una clamorosa notizia: Manuel ha rimorchiato. Si, me lo sono meritato, gliel’ho tirata per tutto il pomeriggio, convinto che non sarebbe mai successo. Invece ha finalmente fatto colpo e sta pomiciando su un muretto con una ragazza, peraltro anche carina. Questa ragazza, nel tempo, diventerà la sua fidanzata, con la quale sta insieme tuttora.
Sono solo, annoiato, deluso e un po' brillo perché il mio unico passatempo, finora, è stato quello di sorseggiare birra o gin lemon. Le zanzare mi stanno divorando e non faccio che grattarmi le gambe. Mentre sono seduto da solo, in un angolino a scorticarmi la pelle per alleviare il fastidio delle punture, isolato da tutto il divertimento, vengo ammaliato da una persona.
E’ un ragazzo di circa 22-23 anni, è mulatto, ha lineamenti esotici, credo sudamericani. E’ palesemente effemminato ma è veramente bello. Io, da passivo quale mi sento, non sono di solito attratto dagli effemminati ma lui è un caso a parte. Mi piace come si muove, mi piace come è vestito. E’ un po' più alto di me, sarà sull’1.75 circa, capelli neri gellati e pettinati all’indietro, occhi da cerbiatto scuri, labbra carnosissime e bellissime. Non è perfetto, ma a me sta prendendo molto.
Mi sembra molto sicuro di sé, intrattiene molti dei presenti e si sta mettendo in bella mostra. Non si fa problemi a ballare, sculetta, sa eccitare, sa sedurre. Io non riesco a staccargli gli occhi di dosso, lui mi nota e inizialmente mi guarda male.
Sembra infastidito dalla mia continua attenzione, pertanto provo a essere meno esplicito in ciò che sto facendo ma, evidentemente, mi ha messo nel mirino.
Continua a guardarmi brutto, ogni tanto borbotta qualcosa tra sé e sé, tant’è che inizio a sentirmi a disagio e decido di cambiare aria. Mi prendo un’altra birra e mi allontano, cambiando posto.
Sono seduto da pochi minuti vicino alla piscina, quando lo vedo arrivare. Si avvicina a me e l’espressione non è delle più incoraggianti. Ho paura, temo mi possa fare una piazzata e mettermi in imbarazzo davanti a tutti.
Si ferma davanti a me, io faccio finta di niente e rimango a testa bassa.
“Perché mi osservavi tanto?” mi chiede.
“No, non volevo, scusa. E’ che ti ho visto che ballavi e avevi attirato la mia attenzione, tutto qua”
“Sarai mica uno di quelli che odiano i froci?”. Amo il suo modo di parlare, ha un accento spagnolo che adoro.
“No no…” abbasso gli occhi, sono ubriaco e mi scappa un “Anzi…”
“Ah, sei frocio pure tu quindi?”
“Si, ma non dichiarato”
“Mica stiamo parlando di tasse, cosa devi dichiarare. Tu sei quello che sei, non bisogna dichiarare niente a nessuno”
Alzo lo sguardo, gli sorrido. Dannazione, ha ragione. Anche lui ora mi sorride. Mi spiega che è il fratello della fidanzata del mio amico che ha organizzato al festa. Da ciò, capisco che è colombiano. Mi dice di chiamarsi Juan e mi chiede se mi dà fastidio se facciamo due chiacchiere.
Chiaramente gli dico di no, lui si accomoda. Mi dice che si stava annoiando anche lui, che si chiama Juan, che ha 22 anni e che sono tutti troppo piccoli per lui. Mentre parliamo, mi guarda sempre dritto negli occhi.
C’è una luce particolare nel suo sguardo, sembra avere degli occhi magnetici e mi ci perdo. Per tutto il tempo, lo guardo dritto in faccia, sono molto preso, sono affascinato da tutti i suoi discorsi.
“Ti va se andiamo in un posto più tranquillo a parlare?” mi chiede.
Caspita se mi va, non me lo faccio ripetere due volte. Passiamo attraverso la zona piscina, in molti ci vedono andare via, qualcuno avrà anche malignato, ma non mi interessa. Mentre passiamo, noto anche Manu che è mano nella mano con la ragazza, lui non mi vede.
Juan mi fa strada, sembra come se fosse casa sua. Andiamo dentro alla villa e saliamo all’ultimo piano, poi mi porta su un grosso terrazzo. Chiude la porta della camera a chiave e ci sediamo sul bordo. Da lì vediamo tutti gli altri ma dubito che loro possano vedere noi.
“Sei molto bello” mi dice, io ringrazio. Mi guarda attentamente e mi dice che grazie alla mia bellezza, potrei fare molti soldi. Non capisco. Poi continua il discorso e tutto diventa più chiaro.
Juan si prostituisce, fa sesso con uomini a pagamento e grazie a questi soldi, si può permettere vestiti nuovi, cellulari, cene fuori, divertimento. Mi mostra tutto ciò che ha, i suoi abiti costosissimi, il suo cellulare ultimo modello.
“Tu potresti avere molto più di quello che ho io…”
Continuo a interpretarlo come un complimento, non come una proposta ma la mia posizione cambia presto, perché lui inizia a farsi più diretto.
“Ci sarebbero uomini che pagherebbero tanto e bene per un ragazzino di 17 anni così bello, perché non provi?”
Io inizialmente declino, sono rosso in volto, il discorso mi sta imbarazzando. Però, allo stesso modo, sento uno strano gonfiore dentro al jeans. Non so cosa mi prende, Juan mi sta facendo un vero e proprio lavaggio del cervello. Mi parla, io pendo dalle sue labbra, sa i tasti giusti da toccare. Mi spiega che le prime volte che lo fece, aveva su per giù la mia idea e che all’inizio si sentiva sporco, si vergognava, si pentiva ogni volta. Poi è diventata un’abitudine e ha iniziato a fregarsene, a guardare i guadagni facili e tutti i vantaggi. Mi chiede se so fare un massaggio prostatico, io dico di no, non so neanche cosa sia.
“Domani pomeriggio hai impegni?”
“No” rispondo io.
“Allora vieni a casa mia, ti faccio un massaggio prostatico con l’olio e ti insegno anche come si fa. Con quello fai soldi ancora più facili”
Sono confuso, lui se ne accorge, si avvicina, mi prende la testa, la porta a sé e mi bacia. Sento le sue labbra morbidissime poggiarsi sulle mie, poi la sua lingua inizia a farsi spazio all’interno della mia bocca, la sento toccare la mia, è bellissimo. Iniziamo a pomiciare, mi spazzola il palato, poi torna sulla lingua, poi mi lecca le labbra. Ha un alito profumatissimo, non so se sia per qualcosa che prende o per gli alcolici, ma sa di fragola. Mentre ci baciamo, mi poggia una mano sul pacco e la struscia un po'. Sono durissimo, sto per esplodere.
“Ora spogliati per me, voglio vederti nudo, ti dico quanti soldi potresti fare”.
Mi vergogno e sono un po' bloccato, mi spinge nuovamente a farlo, chiedendomi di spogliarmi al ritmo di musica. Una cosa che non ho mai fatto e che, generalmente, odio. Ma non so dirgli di no. Inizio a ballare, forse per l’alcol, forse per la situazione. Mi sbottono con sensualità la camicia, la apro e la faccio cadere a terra. Juan mi guarda con attenzione, osserva il mio corpo, è concentrato solo su di me. Lancio via le scarpe, sbottono il jeans. Continuo a muovermi freneticamente. Non so se sto ballando bene o meno, so solo che in altre situazioni non avrei mai fatto niente di tutto ciò.
I jeans mi scivolano lentamente verso il basso, li tolgo. Sono in mutande e calzini. Mi giro di spalle e, mentre continuo a ondeggiare le chiappe, inizio ad abbassare i boxer molto molto lentamente. Scopro una parte del mio culo, poi lo ricopro, infine lo scopro definitivamente. Li abbasso fino alle caviglie fino a liberarmene del tutto. Gli mostro bene il mio culo, mi piego in avanti, poi mi giro e gli faccio vedere il mio cazzo: è duro, è grosso, ne vado fiero. Juan continua a guardarmi dalla testa ai piedi, poi mi dice:
“Togliti anche i calzini”.
Obbedisco, sono completamente nudo davanti a lui, su di un balcone di una villa. Non so se qualcuno possa vedermi, non penso. Però è una cosa incredibile per me. Mi avvicino a lui, dopo che mi ha fatto un cenno con la mano, come se fossi un cane. Mi fa ruotare davanti a sé, mi tocca. Sento la sua mano sul sedere, lo palpa per bene, lo strizza, ci spinge anche dentro un ditino. Poi mi fa tornare frontale a lui, mi impugna il pisello, lo sega un po', mi palpeggia le palle. Mi chiede anche di alzare il piede, lo guarda per bene e alla fine sentenzia:
“Sei meraviglioso, ti faccio fare un sacco di soldi se vuoi”.
Torna a farmi il lavaggio del cervello, parla a lungo mentre io sono nudo come un verme davanti a lui. Poi mi dice di rivestirmi. Probabilmente vede il mio attimo di esitazione e la mia delusione.
“Volevi scopare?”
“Pensavo di si…però non posso pagarti” rispondo io ingenuamente.
“Si può fare, basta chiedere. Stasera e domani offro io, ma non prendere l’abitudine”
Si alza, mi prende per la mano e mi porta nella camera che dava accesso al balcone. E’ una sorta di mansarda, c’è un piccolo lettino. Mi fa stendere lì e poi inizia a spogliarsi. Indossa vestiti interamente di colore bianco, che mettono in risalto la sua carnagione mulatta. In poco tempo, toglie tutto. Lo osservo, nudo è meno bello di quello che pensavo. Ha la pancia ed è un po' flaccido in quanto a muscoli, anche i coscioni sono tipici di chi ama mangiare.
Quello che mi lascia basito è il cazzo: è gigantesco. Avrà almeno 22 centimetri di cazzo, tutto scuro e con la cappella rossacea. Il culo, invece, è pieno di smagliature. Nel complesso, vedendolo senza vestiti, non lo considererei così bello come avevo pensato la prima volta.
Però ho tanta voglia di averlo e tanta voglia di quell’enorme cazzo. Si avvicina, si mette sul letto, iniziamo a baciarci. Con la mano scendo verso il basso, gli impugno quel meraviglioso arnese che si ritrova. Lo sego, lui fa lo stesso con me.
“Sei più attivo o passivo?” mi sussurra.
“Sono più passivo”
“Ok. Vediamo come succhi” mi dice.
Io eseguo, scendo verso il basso, gli inizio a leccare il cazzo. Lui mi guida in ogni mia mossa, mi spiega come e dove vuole essere leccato e succhiato. Mi dice che, a volte, succhiare e leccare solo la parte della cappella, che si prova più piacere. Io cerco di soddisfarlo, lui sta godendo.
Quando inizia ad apprezzare interamente il mio operato e a fidarsi, si stende all’indietro e mi lascia agire. Ho il suo cazzone in bocca, lo lecco con la lingua, lo stringo tra le mie labbra, sono scatenato. E’ buonissimo, lo succhierei per ore, mi fa impazzire. Juan ansima, molto simile al modo in cui faccio io.
Mentre sto continuando il pompino, sentiamo bussare alla porta, io di riflesso mi fermo immediatamente e guardo Juan, sono in difficoltà. Lui mi fa un cenno di aspettare, poi urla ai disturbatori che la camera è impegnata.
“Dobbiamo fare in fretta, verranno a bussare altre coppie che vogliono scopare” mi dice.
A questo punto, mi mettere a pecora sul letto e si tuffa sul mio culo. Inizia a leccarmelo, io sono in trans totale, il buchino mi gocciola, sono una troia famelica che vuole solo riempire il suo culo.
Juan ci sa fare, lecca il mio buco in maniera divina, spazzolando tutta la superficie e andando anche a fondo. Io sto respirando in modo sempre più affannoso, sono in godimento totale.
“Oddio, si, scopami” gli dico. Lui non se lo fa ripetere due volte. Si alza un attimo, va verso i suoi pantaloncini bianchi e dalla tasca tira fuori il portafoglio, all’interno c’è un preservativo.
Lo apre e lo indossa, è pronto per la battaglia. Mi torna alle spalle, me lo posiziona e me lo spinge dentro. E’ enorme, io urlo di piacere, non mi interessa niente di niente. Juan si aggrappa ai miei fianchi e inizia a spingere come un pazzo. Ci sa fare, si vede che ha tantissima esperienza, lo fa per professione. Il suo gigante cazzo entra ed esce di continuo dal mio culo, me lo butta dentro fino a fondo e intanto mi dice che sono una puttana e che ho delle chiappe meravigliose.
Le sue grosse palle scure sbattono sul mio culo e si trasformano in uno stimolante rumore che prende il sopravvento nella stanza, alternandosi ai miei gemiti. Sto impazzendo, sono in totale perdizione e porto una mano in direzione del mio cazzo. Lo impugno, inizio a segarmi a tutta forza. Juan mi ribadisce che dobbiamo fare veloce, qualcuno ha nuovamente bussato alla porta.
Io sto per venire, sento arrivare l’orgasmo, giro la faccia e cerco la sua bocca, lui capisce e mi schiaffa la lingua dentro. Mentre pomiciamo schizzo, sporco tutto il materasso, non so quanta sborra mi esce. Poi torno in posizione a gemere mentre Juan finisce di sfondarmi il culo.
“Ti voglio venire in bocca” mi sussurra all’orecchio, io gli do il mio consenso.
Mi giro, gli sfilo il preservativo e gli riprendo il cazzo in bocca. Mi afferra per i capelli, mi tiene la testa ferma e inizia a scoparmi la bocca. Me lo infila tutto dentro, è enorme, non riesco neanche a respirare. Spinge come uno scannato, io mi aggrappo alle sue chiappe, le palpo, le stringo, le tiro verso di me. Manca poco e soffoco, ma non voglio fermarmi. Sono anche tutto sudato, d’altronde pur stando in campagna e con un gradevole venticello che arriva qua all’ultimo piano, è pur sempre estate. Juan inizia ad ansimare sempre più, poi contrae i muscoli, alza lo sguardo verso l’alto e urla un “Si” lungo e intenso. Schizzi e schizzi di caldissima sborra mi pervadono la bocca, provo a mandarla giù tutta, una parta la ingoia, un’altra più piccola sono costretto a sputarla. E’ stato meraviglioso.
Juan non aggiunge alcuna parola, si alza e inizia a vestirsi, io capisco che non ha voglia di coccole o altro, vado sul balcone a cercare i miei vestiti, sparsi qua e là dopo il balletto. Prima di uscire si avvicina a me e mi dice di ricordarmi di andare il giorno dopo, che ha grandi progetti per me.
All’uscita, c’è una coppia etero che ci aspetta fuori dalla porta, ci guardano male, Juan gli urla qualcosa contro ma non c’è seguito. Quando scendo, Manuel è arrabbiato. Mi ha chiamato decine di volte, il padre ci sta aspettando, dobbiamo andare via. Effettivamente, controllo il mio cellulare ed è pieno di messaggi e chiamate del mio amante. Mentre andiamo via, raggiungendo l’esterno della villa dove ci attende il padre, Manuel mi racconta della sua conquista. Un senso di gelosia mi pervade ma cerco di mostrarmi entusiasta e felice per lui.
Quella notte dormo poco o nulla. La mia testa è solo piena delle parole di Juan e della sua proposta. Non so se andare da lui il giorno seguente, so che la mia vita potrebbe cambiare…
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