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IO E STEFANO


di marconzo
31.10.2009    |    12.518    |    0 7.3
"Finita la pizzata rientro tranquillamente a casa, dopo un po di televisione mi metto a letto pensando a quel bellissimo ragazzo..."
IO E STEFANO

Sono sconvolto,a pezzi, ancora non riesco a rendermi conto se ho vissuto una storia vera oppure è solamente frutto della mia fantasia. Sta di fatto che mi son fatto Stefano. Andiamo per ordine.
Qualche mese fa stavo in pizzeria con amici, vicino al nostro tavolo siedono un gruppo di sei ragazzi sui vent’anni, tutto normale ,si sistemano, non faccio caso a loro. Qualche minuto dopo ci arriva la pizza fumante e profumata, l’appetito non manca quindi subito io ed i miei amici ci tuffiamo in quella bontà. Alzo gli occhi dal piatto ed incrocio lo sguardo fisso di uno dei sei ragazzi del tavolo accanto,non capisco se sta guardando me o la pizza , a quel punto facendogli una rapida scansione
vedo che è bello, capelli castani naso regolare dentatura perfetta ed un taglio di occhi meraviglioso.
Non lo avevo mai visto prima d’ora ed ho pensato al solito turista poi ho allungato l’orecchio e l’ho sentito parlare il dialetto. Il tempo che segue è un continuo incrocio di sguardi penetranti, mi esulo completamente dai discorsi a tavola e mi domando che cosa ci può essere di interessante in
un cinquantacinquenne agli occhi di un ventenne. Ho un bel portamento posso definirmi un bell’uomo con un po di effeminatezza ma senza ostentazione, non capisco cosa stia succedendo ad entrambi. Quegli sguardi mi accompagnano per tutta la serata. Finita la pizzata rientro tranquillamente a casa, dopo un po di televisione mi metto a letto pensando a quel bellissimo ragazzo. I giorni che seguono mi fanno dimenticare tutto fino al sabato quando con i soliti amici decidiamo di ritornare nella pizzeria. Ci danno lo stesso tavolo ,il tavolo vicino è vuoto , un biglietto sopra con su scritto “riservato Stefano” passano una decina di minuti ed entrano i sei ragazzi della settimana prima, il cameriere li saluta poi si rivolge a lui e gli dice “Stefano ti ho lasciato lo stesso tavolo, sei contento? lui guardando me ha risposto “meglio di così è impossibile”. Qui c’è qualcosa che non va, segue la solita ottima pizza gli incessanti sguardi accompagnati da accenni di sorriso. Non è normale tutta questa storia,dopo cena ci ritiriamo tutti e giunto a casa mi rode in testa il tarlo di Stefano, lo penso ,ci ripenso ed alla fine decido di uscire con la speranza di incontrarlo in piazza. Detto fatto dopo una mezz’ora dalla mia macchina lo vedo con i suoi amici, mi fermo nei pressi e mi metto a fumare.
Dopo qualche minuto lui si stacca dal gruppo si avvicina alla macchina per chiedermi una sigaretta; mentre gliela porgo con naturalezza mi dice sottovoce ” tra mezz’ora sarò da solo in piazzetta………"
poi a voce alta mi ringrazia e si ricongiunge al branco. Quella mezzora infinita non passava più, una valanga di pensieri e di paure mi avvolgeva ma era giusto arrivare fino in fondo. E’ l’una di notte, arrivo in piazzetta. non c’è anima viva, penso ad un pacco, attendo per circa un quarto d’ora e mentre faccio per andarmene lui apre la portiera ed entra. Si scusa del ritardo metto in moto e si va,
mi dice che non riusciva a staccarsi di dosso uno dei suoi amici ed ecco del ritardo. Ha una bella voce, non è per niente timido davanti ad uno che potrebbe essere suo babbo,e parla da ragazzo bene educato. Io non realizzo ancora tutto ciò , che cazzo ci sta facendo con me un ventenne per giunta bellissimo. Mi dirigo su un belvedere dal quale si può vedere il paese in notturna con tutto il suo fascino. Ci accendiamo un sigaretta e gli faccio una domanda secca “Perché ci troviamo qui”
Stefano non risponde, al che incalzo ancora “ se tu sei qui con un gay,e lo hai voluto tu,un motivo ci sarà, ora dal momento che non siamo ne amici ne conoscenti vuotiamo il sacco”. La sicurezza che mi aveva dimostrato fino ad allora si è un po affievolita non parla. Per metterlo a suo agio continuo a parlargli poggiando la mano sulla coscia, lui chiude gli occhi reclina il capo e si stende. Cosa puoi volere da me? un bellissimo tipo come te può farsi chi vuole,è impensabile che vada a rimorchiarsi un gay cinquantacinquenne. Lui con voce un roca mi dice che un suo amico gli ha confidato una storia di sesso avuta con me ed il modo in cui gliene aveva parlato lo aveva reso curioso. Intanto la mia mano dalla coscia passa al pacco ormai inturgidito, sento un cazzo duro sotto ma non riesco a quantificarlo non essendo in posizione distesa. Tra una palpata e l’altra Stefano prende sicurezza si ritiene etero che incula i gay con alcune esperienze gay solo come attivo. Questa storia che ha dell’incredibile certamente non possiamo concluderla in macchina e quindi andiamo a casa mia.
Una bella doccia è imprescindibile,si denuda con naturalezza e posso osservarlo nella sua bellezza
bel fisico tonico con qualche pelo sul torace un bel cazzo scappellato in tiro di dimensioni normali le cosce piene e dei glutei muscolosi. Ci stendiamo a letto ed il suo profumo mi travolge , arrivo al cazzo e nel contempo un bacio interminabile ci avvinghia, il suo cazzo ha delle contrazioni che percependole con la mano mi fanno vibrare tutto il corpo la sua bocca caldissima ha dei giochi di lingua che sono degni di chi ha gran esperienza oppure innata carica sessuale. Siamo stesi sul fianco e tra carezze e slinguamenti scendo con la bocca sul collo,sui turgidi capezzoli e giunto all’ombellico sento il cazzo sul mio collo,rigiro attorno alla sua peluria glielo lecco dai peli verso la cappella finche lui prendendomi i capelli dirige la mia bocca sul cazzo infilandomelo tutto dentro emette un sospiro liberatorio seguito da un gemito, ne segue un pompino durante il quale ogni tanto mi blocca per evitare di venire subito,si continua tra baci leccate finche lui decide di scoparmi in culo mi cospargo lo sfintere con saliva e con delle slinguate gli lascio il cazzo umido ,lui accompagnando il cazzo al mio culo si introduce con foga facendomi un po male ma nel contempo farmi toccare il cielo con delle energiche stantufate.I suoi glutei quando mi penetra si inturgidiscono il suo torace con pochi peli sdruscia sulla mia schiena le sue palle le sento sbattere tra il mio culo ed il cazzo,la sua lingua sempre in movimento tra le orecchie il collo e la mia bocca, vorrei che venisse subito altrimenti ho paura di morire. Il ritmo di chiavata aumenta come i suoi sospiri finche con dei colpi di cazzo micidiali lo sento sborrarmi dentro con un calore indescrivibile. "Che bella scopata!" mi dice luifacendo uscire il suo tesoro dal mio culo,lo stringo a me e con un bacio passionale lo ringrazio per la forte emozione che mi ha dato. Durante il relax post scopata mentre fumiamo gli chiedo se può dirmi il nome di chi gli ha parlato di me, e dopo tanta insistenza mi ha detto che era stato Milo( precedente racconto). Mi son sentito male, Milo è un tossico che faceva marchette, Stefano vedendomi sconvolto ha capito il mio stato d’animo ed i miei timori, accarezzandomi il viso mi tranquillizza giurandomi di non aver mai avuto esperienze con droghe pesanti ma solo spinelli e qualche pasticca. Mi sono un pò tranquillizzato ma un pò di dubbio rimane sempre. Prima di accompagnarlo a casa sua gli chiedo se come Milo vuole essere pagato. Il bel Stefano mi ha detto che non lo ha fatto per soldi ma per avere un’esperienza ,tuttavia se avevo voglia di fargli un pensierino lo avrebbe gradito. Credo di aver fatto il mio dovere.

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