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Ada, la cognata napoletana.


di Membro VIP di Annunci69.it andsic
25.08.2022    |    22.135    |    2 9.7
"Si sollevò, inarcò un po’ la schiena e s’infilò il pisello dentro..."
Ero un ragazzo quando conobbi Ada, mia cognata. Era moglie del fratello della mia ragazza.
Ada una bella napoletana verace. All’epoca io avevo ventiquattro anni e lei ventisei.
Una gran bella figliola. Alta, capello riccio lungo, due tette marmoree e un culo tondo da affondarci le mani.
Entrammo subito in simpatia ma, viste le circostanze (lei era appena sposata ed io appena fidanzato), non ci furono mai nessun contatto e nessuna avances.

Loro vivevano a Napoli. Per le vacanze o le festività ci incontravamo. Lei mi faceva sempre “sangue” ed io le piacevo. Lo capivo.
Le sbirciavo le poppe e ogni tanto la spiavo quando andava in bagno. Diverse volte la vidi completamente nuda. Le poppe erano bellissime. Tonde, stavano su che era una meraviglia. I capezzoli scuri tondi perfettamente al centro di ogni seno. Il pube era peloso e il sedere tondo a forma di cuore rovesciato.
Lei non si sbilanciava mai negli sguardi, ma comprese che mi piaceva.
Quando venivano d’estate ed andavamo al mare era un sacrificio. La potevo solamente guardare e desiderarla nei miei pensieri. Indossava spesso un bikini rosso col reggiseno a triangolo. La carnagione si scuriva con l’abbronzatura e quando sinuosa usciva dall’acqua, sentivo il mio uccello drizzarsi.

Dopo diversi anni lei si separò. Restammo in contatto telefonico solamente per gli auguri e qualche telefonata di cortesia. Dopo un po’ di tempo anche il mio matrimonio finì.
Quando seppe della mia separazione mi telefonò e restammo al telefono per parecchio tempo e chiudendo ci promettemmo di continuare a sentirci … e perché no, anche vederci quando possibile.

Dopo diverso tempo ero in partenza con la nave da Palermo a Napoli, per poi proseguire in treno verso una città del nord. La chiamai e le dissi che sarei passato da Napoli e che mi sarebbe piaciuto incontrarla anche per un caffè, perché dovevo poi proseguire.
Subito si organizzò per liberarsi da impegni e trascorrere un po’ di tempo assieme. Mi chiese di fermarmi un paio di giorni e che mi avrebbe ospitato a casa sua.

La mattina appena arrivai al porto, lei si fece trovare al terminal. Non ci vedevamo da diversi anni. Ci abbracciammo forte.
La guardai. Era ancora più figa di quando era ragazza. Aveva qualche chilo in più che le stava divinamente bene addosso. Indossava un vestito leggermente scollato che le metteva in risalto il suo fantastico seno che, sebbene avesse quasi cinquant’anni, stava decisamente su.
Il sedere era sempre bello tondo e senza toccarlo immaginai che fosse ancora sodo.
Abitava a pochi passi dal porto. Un piccolo appartamentino in un condominio.
Entrammo in cucina, mi preparò un caffè e restammo a parlare per più di due ore, a raccontarci le nostre vite di cosa facevamo e di come si erano evolute le nostre storie.
Dopo un po’ di tempo mi resi conto che la casa era davvero piccolina, ed a parte un piccolo divano, non vedevo altri posti dove poter restare.
Le chiesi: “Sicuro che non ti da noia che resto qua?”.
“Ma scherzi?” mi rispose. “Mi fa davvero piacere, dormirai di la” aggiunse.

La giornata passò tra chiacchiere, caffè e passeggiata con cibo da strada napoletano e la sera andammo a mangiare la famosa pizza napoletana in uno dei locali storici napoletani.
Quando tornammo a casa eravamo un po’ stanchi. Io andai a fare una doccia e poi mi vestii.
Lei andò in doccia dopo di me. Lasciò la porta socchiusa … quando uscì dal bagno restai senza fiato.

Aveva sciolto i capelli, era scalza e indossava un baby-doll bianco, totalmente trasparente. L’intimo era bianco di pizzo. Dai merletti si intravedevano i capezzoli scuri e il pelo pubico.
Mi guardò e mi sorrise. Mi avvicinai e la baciai. Ci baciammo.
“Stasera dormiamo in camera mia” mi disse. Io non protestai.
Si girò e mi fece strada. Lo slip era un perizoma che le lasciava le natiche nude. Ancheggiando si diresse verso la camera da letto. Quel sedere tondo che si muoveva davanti me lo fece drizzare e me lo sentivo scoppiare.

Entrammo in camera, accese l'abat jour e la mise sotto il letto per lasciare la luce soffusa.
Si mise davanti a me e mi disse: “Da quanti anni tutti e due aspettiamo questo momento?”.
“Da sempre” le risposi. Lei annuì come per dire … anche io.
Ci baciammo intensamente e poi mi disse: ”Voglio che mi spogli”.
Dolcemente le sfilai il baby-doll e restò solamente con l’intimo. Poi le slacciai il reggiseno, glielo sfilai e rimase con il seno nudo. Era bellissimo. Lo accarezzai. Era morbido ma al contempo stava su. Le areole erano scure ed i capezzoli si indurirono appena li sfiorai. Lo palpai un po’ con entrambe le mani.
Poi scesi le mani sui fianchi e le accarezzai il sedere. Era bello sodo, evidentemente era allenato in palestra.
Con i pollici agganciai gli slip e delicatamente, abbassandomi assieme a loro, iniziai a sfilarli.
Quando risalii mi trovai il suo pube davanti alla mia faccia. Lo accarezzai con la faccia, lo bacia e dolcemente mi rimisi in piedi.
Lei mi sfilò la maglietta e mi abbracciò. Il suo seno si poggiò sul mio petto. Poi si abbassò e mi abbassò i boxer. Il mio pisello balzò fuori e lei se lo ritrovò quasi sul viso. Gli diede un bacio e si rimise in piedi.
Ci baciammo e dolcemente andammo sul letto.
Ci accarezzavamo per interminabili minuti. Poi lei scese sul mio arnese. Iniziò a baciarlo e ad accarezzarlo. Poi lo leccò e se lo mise in bocca. A stento trattenni di venire. La sua bocca era calda. La lingua vellutata. La sua mano delicata mi accarezzava dolcemente il pisello, scendeva sui testicoli e li massaggiava.
Io iniziai ad accarezzarle la schiena, il sedere, il seno.
Si girò ed espose la sua figa alle mie labbra. La leccai e lei sussultò. Era già bagnata ed aveva un buon sapore. Restammo diversi minuti a leccarci i sessi. Volevamo gustarci e farci gustare a vicenda.
Si tolse da quella posizione e si mise a cavalcioni su di me.
Ci baciammo e ci scambiammo i sapori dei nostri sessi. Si sollevò, inarcò un po’ la schiena e s’infilò il pisello dentro.
La guardavo. Era proprio bella. I capelli si muovevano dietro il suo ritmo. Aveva gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte. Ansimava un po’.
Il seno era bello tondo e i capezzoli erano dritti come due chiodi. Glieli toccai. Dalla sua bocca uscì un piccolo lamento.
Si muoveva dolcemente e pian piano aumentava il ritmo.
Il mio cazzo era durissimo. Lo sentivo che le arrivava fino in fondo. E lei se lo gustava.
Mi sussurrò …. “Sto venendo” …. E iniziò un orgasmo lungo e intenso che durò parecchi secondi.
Alla vista del suo godimento le dissi che stavo per venire …. Lei mi rispose “Vieni dentro, prendo la pillola, voglio sentirti dentro di me” ….. passarono pochi secondi e le inondai il mio seme dentro di lei.

Sono passati diversi anni da quell’incontro. Di tanto in tanto,quando è possibile, ci incontriamo per passare qualche giorno assieme. I nostri amplessi sono sempre molto delicati. Non riusciamo mai ad essere irruenti.
A distanza di anni …. È sempre una bellissima donna.
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