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Gli incontri sul pianerottolo


di Membro VIP di Annunci69.it andsic
29.08.2022    |    22.694    |    3 9.5
"Non era un culo vergine, si sentiva..."
(Vedi il racconto precedente)
Dopo quella mattinata, con mia cognata Maria Rosa, gli incontri sul pianerottolo diventarono un appuntamento quasi fisso.

Abitavamo in una palazzina padronale, dove c’era un appartamento sfitto al piano terra, lei al piano primo ed io al piano secondo.
Sebbene durante la giornata si sentissero chiacchiere e rumori provenienti dal loro appartamento, mai li avevo sentiti scopare. Né di giorno, né di notte. Eppure lei era un po’ rumorosa quando la scopavo sul pianerottolo.
Ne dedussi che non scopavano mai con il marito.

Era bello incontrarsi.
Non ci scambiavamo mai messaggi. I nostri orari della pausa pranzo coincidevano.
Ci aspettavamo qualche minuto.
Poi se l'altro non arrivava, ognuno proseguiva per la propria abitazione.
Gli incontri erano sempre fugaci, ma mai monotoni.
A volte lei mi faceva un pompino veloce e se ne andava dentro casa ancora con la bocca piena del mio sperma. Altre volte voleva che le sborrassi sul seno, se lo spalmava addosso, anche sul viso e rientrava. Altre volte ancora, gliela leccavo fino a farla venire e a farle tremare le gambe.

Quando avevamo un po' di tempo in più, ci facevamo delle sveltine intrigantissime.
Lei indossava sempre delle gonne larghe. Nell'attesa si sfilava le mutandine e il reggiseno. La trovavo sempre bagnata.

Scopavamo in piedi, appoggiati alla ringhiera, in ginocchio, sulle scale, ma la mia posizione preferita era quando io mi sedevo sulle scale e lei si sedeva su di me dandomi le spalle. Poi si abbassava e metteva in bella vista il suo bel culone che mi piaceva sculacciare.
Provavo di tanto in tanto a metterglielo nel culo. Non diceva di no, ma faceva in modo di non essere penetrata.

Era primavera inoltrata, una sera ci incontrammo nell'ingresso, lei era con il marito.
Iniziò a chiacchierare e il marito mi disse che l'indomani mattina sarebbe partito per un seminario fuori sede.
Lei invece, senza battere ciglio, e inserendola come frase del discorso aggiunse che l'indomani non avrebbe lavorato per un problema di turnazione …......
Non ci fu bisogno di guardarci, né di organizzare nulla.
L'indomani mattina appena arrivai in ufficio, mi presi qualche ora di permesso e tornai a casa.

Aprii la porta dell’androne di piano terra e dal primo piano sentii la sua voce che mi disse: "Sono qua".
Salii le scale...... e .... sorpresa.
La trovai in un intimo trasparente bianco, distesa su un materasso che aveva trascinato sul pianerottolo.
.... "Ma perché qua?" le chiesi.
...."È qui che mi piace scoparti" rispose.
Mi avvicinai e la guardai.
Il reggiseno lasciava intravedere i capezzoli, gli slip erano di pizzo e si vedeva il pelo nero.
Si girò e mi mostrò il sedere, La stoffa ne copriva solamente una minima parte, era grosso ma eccitantissimo.
"Spogliati" mi disse. Mi spogliai. Mi abbassai su di lei.
Le sfilai il reggiseno e mi dedicai alle sue tette. Negli incontri fugaci non avevo mai il tempo di giocarci. Le baciai, le leccai, le succhiai. I capezzoli s’indurirono ed io mettendoli in bocca le provocavo delle sensazioni piacevoli.
Poi la feci distendere a pancia in giù, le sfilai le mutandine e inizia a leccarle la figa. Era bagnata, e aveva, come sempre, un bellissimo sapore.
Tra una leccata e l'altra mi spostavo anche sul culo.
Iniziai a inumidirlo.

Mentre ero intento a leccarla ... si aprì il portone di giù.
Saltammo in piedi in preda al panico. Sentimmo la voce di un uomo. Era l'impresa di pulizie per la scala.
Ce ne eravamo dimenticati. Era la giornata di turno per la pulizia.
Spingemmo frettolosamente tutto dentro casa sua e chiudemmo la porta.
Restammo in piedi, nudi ... e iniziammo a ridere ... ma in silenzio.

Le feci segno di non parlare, la feci distendere sul materasso sempre a pancia in giù, mi distesi sopra di lei e la penetrai nella figa.
Le tappai la bocca e iniziai a scoparla. La feci mettere a pecorina e continuai a scoparla, mentre di tanto in tanto le strizzavo le tette e con un dito le inumidivo il buco del culo e le glielo infilavo dentro.

Dalle scale si sentiva il rumore dell'impresa che puliva.
Quando capii che erano sul pianerottolo affianco a noi, sfilai il cazzo dalla figa, le tappai la bocca e glielo puntai nel culo. Lei cercò di svincolarsi, ma con un colpo di reni glielo infilai dentro.
Un urlo le rimase in gola, ma dopo poche stantuffate iniziò a gradire.
Iniziò ad assecondare i miei movimenti, inarcò un po’ la schiena e iniziò a gustarsi tutta la mia mazza fra le sue chiappe.
Non era un culo vergine, si sentiva.
Mentre la inculavo, iniziò a tremare, si mise una mano tra le gambe e iniziò a masturbarsi.
Ebbe un orgasmo silenzioso ma travolgente e dopo pochi secondi anche io le riversai tutto il mio sperma dentro al culo.

Ci coricammo di fianco e restammo in quella posizione per qualche minuto.
Dopo un po’ mi disse che le piaceva da matti prenderlo nel culo, ma che al marito non piaceva il sesso anale. Lei si era comprata un vibratore e quando aveva voglia, si sodomizzava con il dildo in bagno.
"Ma essere inculata da un cazzo vero è tutta un'altra cosa" mi disse.
"Quando vuoi ... il mio cazzo è qui" le risposi.
Ci alzammo, andammo in bagno e ci infilammo nella doccia.

Tutta la mattinata fu uno scopare continuo. Glielo rimisi nel culo altre due volte, ma aspettai che fossimo soli nella palazzina perché la volli sentire urlare.
In una delle tante scopate mattutine, dopo averla ampiamente chiavata nella figa, le feci capire che volevo nuovamente incularla.
Questa volta condusse lei il gioco. Si mise sopra di me, mi diede le spalle e si sedette sul mio cazzo.
Prima se lo entrò nella figa, poi, mantenendosi con i piedi e le mani sul materasso, se lo poggiò sul buco, iniziò a roteare il bacino e piano piano se lo infilò nel culo.
Da li iniziò ad aumentare il ritmo. Alzava e abbassava il sedere e se lo faceva entrare tutto, fino alle palle.
Io le palpavo le tette e le stuzzicavo i capezzoli. Poi scesi una mano sulla figa. Iniziai a masturbarla. Le sgrillettavo il clitoride. I suoi movimenti diventarono veloci e ogni volta che scendeva dava un colpo di reni per farlo entrare più in fondo possibile. Ad un tratto ebbe un orgasmo incredibile. Come se avesse preso la scossa iniziò a tremare, urlò a squarciagola, e squirtò sul pavimento. Durante tutto questo ebbi un orgasmo anche io e le venni dentro il culo.

Prima di pranzo mi fece l'ultimo pompino. Quando venni le sborrai in faccia. Lei si spalmò il mio seme su tutto il viso e mi disse: "Adesso vai, ci vediamo sempre sul pianerottolo”.
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