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Diana, mia cugina.


di Membro VIP di Annunci69.it andsic
23.08.2022    |    28.869    |    6 9.9
"Ognuno con le nostre esperienze..."
Con mia cugina Diana siamo cresciuti insieme. Lei è di due anni più grandi di me.
Piccolina, magra, allegra e sempre sorridente.
I nostri genitori, che erano fratelli, abitavano vicini e noi giocavamo sempre.
Quando diventammo adolescenti, lei si allontanò un po’ da me. Si sentiva grande e non voleva farsi vedere con quelli più piccoli, ma nel frattempo crescevo pure io.

Arrivò l’estate del 1986. Lei aveva circa diciassette anni ed io quindici. Non avevo più il fisico di un bambino e lei si avvicinò nuovamente.
Iniziammo ad andare al mare assieme.
Aveva un motorino Ciao di colore Blu, lei guidava ed io mi sedevo dietro. Gli ormoni erano in subbuglio, sia i miei e sia i suoi.
Un giorno mentre tornavamo dal mare, per evitare di cadere mi strinsi a lei e le toccai il seno.
“Scusami” le dissi arrossendo. E lei mi rispose “Tranquillo, anzi è stato divertente”.

Da quel giorno le iniziai a palparle le tette quando eravamo sul motorino. A lei piaceva … figurarsi a me.
Le tette erano piccole ma sode. I capezzoli si indurivano subito e sembravano dei bottoni.
Lei si spingeva verso di me e con il sedere mi toccava il pisello, che diventava duro come il marmo, appena salivo sul motorino.
Il gioco iniziò a farsi sempre più divertente. Il tragitto del ritorno si allungava sempre di più. Lei dopo un po’ iniziò a sedersi su di me. Si strusciava con il sedere e le piaceva sentire il mio pisello durissimo. Gli strofinamenti erano infiniti.

Un bel giorno mentre eravamo al mare aggrappati a un materassino in acqua, iniziammo a sfiorarci sott’acqua, mentre nessuno ci guardava.
In poche carezze la mia mano finì sotto il suo reggiseno, ad accarezzare le tette dure e i capezzoli dritti. La sua mano finì dentro il mio costume ed anche la mia finì in mezzo alle sue gambe.
Mentre lei mi accarezzava (non posso dire che mi fece una sega, eravamo totalmente inesperti) ebbi un orgasmo e le venni sulla mano. Lei si spaventò e scappo a nuoto. Io restai aggrappato al materassino.
Restammo qualche giorno senza vederci. Poi riprendemmo ad andare al mare e ad accarezzarci, ma senza più andare sotto i vestiti.
Quando finì l’estate i suoi genitori, si trasferirono per lavoro e lei ovviamente li seguì in una città del nord.
Restammo sempre in contatto tramite i nostri genitori, ma non ci vedemmo e soprattutto non ci accarezzammo più.

Passarono diversi anni e da adolescenti eravamo diventati dei ragazzi. Ognuno con le nostre esperienze. Avevamo più di una ventina di anni.
Lei e i suoi genitori ritornarono in Sicilia per le vacanze di Natale e mio padre, giacché loro avevano venduto l’immobile dove vivevano, decise di ospitarli a casa nostra.
Gli zii si arrangiarono sul divano letto del salone. Diana, con un po’ di proteste finì in un letto provvisorio nella mia cameretta.
Siamo stati a ignorarci diversi giorni. Lei aveva una certa puzza sotto il naso ed io non le davo importanza.
Poi una sera iniziammo a ridere delle scemenze che facevamo da ragazzini e tornammo in sintonia.

Una sera faceva un freddo cane. Si era guastata la caldaia ed eravamo dei ghiaccioli.
Andammo a letto e cercavamo di scaldarci e di addormentarci …. ma senza riuscirci.
Dopo un po’ lei mi disse “Andrea, perché non vieni qua e proviamo a scaldarci?” “Sento veramente freddo”.
Non me lo feci dire due volte, e con un salto mi fiondai sotto le coperte con lei.
Ci abbracciammo stando a faccia a faccia e iniziammo a parlare e a riscaldarci.
Iniziammo a ricordare le volte che andavamo al mare e iniziammo a ridere.
Dopo un po’ mi disse “ Perché non ci mettiamo come quando andavamo sul motorino?”
Si girò ed io la abbracciai da dietro. Dopo un po’ le dissi “Facciamo proprio come quando eravamo sul motorino?” Lei annuì ed io la abbracciai e le accarezzai il seno.
Sotto il pigiama non aveva il reggiseno. Il seno era bello tondo, un po’ più grande dell’ultima volta che lo avevo accarezzato. I capezzoli s’indurirono subito e riconobbi subito la forma di bottone, tonda e dura. Il mio pisello si drizzò.
Lei girò la sua mano e me lo accarezzò. Io scesi la mia mano in mezzo alle sue gambe. Infilai una mano dentro i pantaloni del pigiama e le accarezzai la figa da sopra le mutande. Era calda. Infilai una mano dentro. Era umida. Lei da sopra il pigiama passò direttamente a toccarmelo dentro le mutande. Ci trastullammo per un po’
Le sussurrai in un orecchio che mi sarebbe piaciuto proseguire il gioco e lei mi disse che lo voleva anche lei.
Si girò, mi diede un bacio e s’infilò sotto le coperte. In un attimo aveva il mio cazzo in bocca. Me lo leccò dolcemente e me lo succhiò. Muoveva la testa su e giù e se lo infilava tutto in bocca. Glielo sentivo arrivare fino in gola. Si scoprì dalle coperte, si spogliò nuda e mi disse di fare in silenzio per non svegliare gli altri.
Si mise sopra di me per un bellissimo sessantanove.
La sua figa era calda, piena di umori, succosa e saporita. La leccai avidamente e lei in un attimo venne in silenzio, riversandomi i suoi umori nella mia bocca.
Mi diede altre due leccate e anch’io le riempii la bocca con il mio seme.
Ingoiò tutto e si leccò le labbra. Si rivestì e si ricoricò affianco a me. La abbracciai e ci addormentammo.

Il sonno durò poco, perché evidentemente le nostre voglie non si erano placate.
Diana si girò. Sotto le coperte si tolse il pigiama e si mise sopra di me. Io mi sfilai i pantaloni e lei iniziò a strusciarsi.
La sua figa era già bella umida. Poi si girò dandomi le spalle e mi disse “Facciamo come sul motorino, ma stavolta non ci strusciamo solamente”.
Mi misi sul bordo del letto e lei si sedette sulle mie gambe. Io le acchiappai le tette e me la avvicinai.
Poi scherzando le dissi “Non correre troppo col motorino, ci sono molte buche”, lei sorrise e avvicinò il sedere al mio pisello.
I sessi si toccarono, lei aprì le gambe e se lo infilò dentro.
Entrambi emettemmo un sospiro. Una sensazione bellissima. Un desiderio represso che finalmente si esaudiva per entrambi.
“Lo desideravo da sempre” le dissi. “Anch’io” mi rispose.
Non fu una scopata. Facemmo l’amore. Lei si muoveva dolcemente e si gustava la penetrazione. La stessa cosa facevo io, mentre le accarezzavo il seno.
Restammo solamente in quella posizione per diversi minuti. Poi lei dolcemente mi disse “sto venendo” ed ebbe un orgasmo silenzioso e delicato. Anch’io dopo poco stavo per venire.
Lei scese da quella posizione, mi prese il cazzo in bocca e me lo succhiò tutto fino a ripulirlo.
Ci rivestimmo e ci coricammo, riaddormentandoci fino al mattino.
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