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Mio Padre è un Mandrillo, IO sono Peggio -1-


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
04.03.2024    |    39.371    |    14 9.6
"Che si tratti di rivedere e migliorare la tua storia da pubblicare sul tuo profilo o di crearne una nuova sulla base delle tue indicazioni da pubblicare sul..."
Mio padre è sempre stato ed è tuttora un uomo dallo spirito libero, aperto e soprattutto irrequieto.
Il suo passatempo preferito è il matrimonio: si è sposato solo 5 volte!
Io sono il figlio del suo primo matrimonio, che è stato con una donna italiana. Gli altri quattro matrimoni sono stati con belle e giovani straniere. Una bulgara, un'ungherese, una polacca e l'ultima è un'ucraina. In pratica ha battezzato buona parte dell'Europa orientale.

Ho sempre avuto un rapporto pacifico e amichevole con ognuno di loro. Ma tra tutte, la mia preferita è stata l'ungherese, il cui nome è Ibolya, che in italiano significa Viola. Purtroppo, il matrimonio con Viola è durato solo 3 anni, dal 2003 al 2006.

All'epoca avevo trent'anni, mentre la mia matrigna ne aveva quarantacinque. Inoltre, Viola, dal suo precedente matrimonio, aveva avuto una bellissima figlia di nome Anna, quasi mia coetanea, perché era rimasta incinta a soli sedici anni. Fortunatamente entrambe parlavano benissimo italiano poiché avevano vissuto a Milano per dieci anni.

Viola era altissima, quasi un metro e ottantacinque. Occhi penetranti a forma di mandorla di colore verde intenso, praticamente due smeraldi. I suoi capelli erano folti e lucenti, di un biondo dorato, che scendevano a onde sciolte lungo la schiena. Aveva zigomi alti, una mascella affilata e un naso sottile, che le conferivano un aspetto regale ed elegante. Un seno prosperoso, una quarta misura e un fondoschiena a dir poco spettacolare. Viola emanava un'energia sessuale e cruda che era impossibile da ignorare.
Caratterialmente era calorosa e accogliente con le persone di cui si fidava, ma riservata e cauta con gli estranei. Mi ricordo che era molto sicura di sé e aperta rispetto alla sessualità. Non aveva paura di esprimere i propri desideri e le proprie esigenze.
Era molto esplicita nelle richieste con mio padre e ad un certo punto della storia anche nei miei confronti. La sua passione e le sue voglie divennero delle esperienze indimenticabili per me.

Anna aveva ereditato il taglio degli occhi, anche i suoi erano a mandorla, di una profonda tonalità marrone incorniciati da lunghe e folte ciglia che ne accentuavano la bellezza. I suoi lineamenti sorprendenti e il suo aspetto unico la facevano risaltare in mezzo alla folla. Aveva un'ossatura sottile e una struttura ossea delicata, che le conferivano un aspetto aggraziato ed elegante. Le sue labbra carnose erano della perfetta tonalità di rosa e le donavano un sorriso caldo e invitante che illuminava tutto il suo viso. La sua pelle era liscia e impeccabile. I capelli di colore castano chiaro, lunghi e lucenti le ricadevano in morbide onde intorno al viso e alle spalle.
Anche lei, come la madre, aveva un carattere forte e deciso, uno spirito indipendente ed emanava un senso di compostezza e grazia. Amava raccontare le sue avventure amorose senza nessuna censura.
Mi sono spesso ritrovato ad ascoltare delle storie molto esplicite che ogni volta mi facevano sognare ed eccitare.

Mio padre ha conosciuto Viola durante un viaggio di lavoro a Budapest. Fu un incontro casuale in un supermercato, dove la urtò accidentalmente con il carrello della spesa. Ma non fu un errore innocente: rimase subito colpito dalla sua bellezza ed escogitò un piano perfetto per conoscerla. Si scusò per l'urto e la invitò a cena, usando il pretesto per passare del tempo con lei e farsi perdonare.
Viola fu inizialmente colta di sorpresa dalla franchezza di mio padre, ma qualcosa in lui la incuriosì. Accettò di incontrarlo a cena e, mentre sedevano l'uno di fronte all'altra in un accogliente ristorante, mio padre rimase ipnotizzato da ogni suo movimento. Non poteva fare a meno di osservare le sue mani delicate mentre roteava la forchetta intorno a un piatto di spaghetti o il modo in cui la sua risata riempiva la stanza di calore.
Con il passare della serata, mio padre e Viola si incantarono sempre di più l'uno con l’altro. Si scambiarono storie di vita e di sogni e in breve tempo si ritrovarono nell'appartamento di Viola, stretti in un abbraccio appassionato. L'aria era densa di desiderio mentre esploravano i rispettivi corpi, i loro gemiti e sospiri riempivano la stanza come una sinfonia di lussuria. Tutto questo mi venne raccontato successivamente da Viola, soffermandosi soprattutto sulla capacità di mio padre di soddisfarla lungamente.
Tutte le volte che condivideva dettagli intimi della sua relazione, mi sentivo estremamente imbarazzato. La cosa interessante è che non perdeva occasione e si divertiva a farmi arrossire, soprattutto quando eravamo soli in casa.

Come ogni estate, compresa quella del 2006, la trascorsi a casa da mio padre, pertanto mi trasferii momentaneamente a Budapest. Non c’è bisogno di dire che la città è bellissima e i suoi abitanti, soprattutto quelli di genere femminile sono interessanti e degni di nota. Dopo solo una settimana dal mio arrivo, mio padre mi informò che doveva partire per la Cina, ma che potevo rimanere a casa sua tutto il tempo che desideravo, tanto ci sarebbero state Viola e Anna a tenermi compagnia.

Un venerdì sera, Anna mi invitò a uscire con lei e le sue amiche. Andammo al Peaches and Cream Club, un locale notturno che mia sorella e le sue amiche frequentavano spesso. L'atmosfera era molto informale e piena di splendide ragazze.
Durante la serata, assistei a un'esibizione che cambiò radicalmente il mio rapporto con Anna.
Ci stavamo divertendo sulla pista da ballo, quando una ragazza bionda con un vestito dorato e trasparente si avvicinò a noi. Aveva una bocca piena e imbronciata, dipinta con un rossetto lucido rosso ciliegia, e le sue unghie erano perfettamente curate e dipinte di una profonda tonalità di bordeaux. Nel complesso, emanava un'aria di sicurezza e sensualità che la rendeva seducente e accattivante.
La ragazza iniziò a ballare con noi, poco dopo, Anna colse l'occasione per infilarle la mano sotto il vestito e palparle le natiche. La ragazza non aspettava altro. Le sue mani prima cercarono il seno e poi le chiappe di Anna, dando vita a un contatto corporeo che trasformò la danza in un duetto di lingue. Io rimasi a fissare la scena per qualche minuto, poi decisi di lasciarle sole e tornai al tavolo.

Il mio pene era diventato marmoreo e premeva sui jeans in modo osceno. Cercai di distrarmi bevendo un sorso del mio drink. Attorno a me, tantissime ragazze ballavano e si muovevano sinuosamente, aumentando così la mia eccitazione. Notai gli occhi di Anna guardarsi intorno e non trovandomi si girò verso il tavolo, trovandomi. Decise di raggiungermi e venne seguita dalla sua conquista. Il divanetto che mi ospitava non era molto grande, ma alla fine ci stringemmo ed entrammo tutti e tre.
Quando Anna si sedette, la prima cosa che fece fu quella di darmi un bacetto sulla guancia e successivamente mi rubò un paio di sorsi dal mio bicchiere.
Non deglutì subito, ma si avvicinò a Jenny e condivise con lei, baciandola nuovamente.

Eravamo così vicini che dovetti allungare il mio braccio sinistro sulle spalle di Anna. La mano destra di Jenny iniziò a sondare le zone intimamente umide della mia sorellina e lei fece lo stesso.
La mia coscia destra divenne l’appoggio della gamba sinistra di Anna in modo da aprirsi meglio e godere del massaggio intimo che stava sperimentando.
La sua gamba si strusciava sul mio pene e io stavo morendo. La musica era alta e nascondeva perfettamente la melodia saffica che le mie compagne di divano emettevano sempre di più con maggiore passione ed entusiasmo.
L’orgasmo giunse per entrambe le ragazze come un'onda anomala, travolgendo i loro sensi e facendo correre brividi lungo la schiena. Fu un momento di pura estasi, in cui entrambe si abbandonarono al piacere intenso che le inondava. Mentre i loro corpi fremevano e tremavano di piacere, la mia testolina si stava rendendo conto che quello era un momento che non avrebbe mai dimenticato.
Come se non fosse accaduto nulla, Jenny si alzò e scomparve. Anna si tirò giù la gonnellina, si sistemò i capelli e rubò nuovamente il mio drink finendolo.


«Sono stanca, ti va di accompagnarmi a casa? Le mie amiche hanno rimorchiato e non mi va più di rimanere qui».

«Certo, nessun problema, comunque mi sembra che anche tu non sia stata da meno. Una conquista l’hai fatta e mi sembra che sia anche stata soddisfacente. Non pensavo che ti piacessero le ragazze, ma che fine ha fatto Jenny a proposito?».

«Mi piacciono tutti, uomini e donne. Comunque, Jenny è una ragazza che ho già avuto il piacere di conoscere in passato. Le piacciono gli incontri flash e ogni volta che la vedo facciamo quello che abbiamo fatto oggi, ma normalmente senza spettatori».

Uscimmo dalla discoteca e ci dirigemmo verso la stazione della metropolitana che si trovava a pochi passi dal locale. Quando scendemmo le scale che portavano alla banchina, l'aria fresca della metropolitana ci investì come un'onda rinfrescante. Trovammo un posto sulla banchina e aspettammo l'arrivo del treno successivo.
Il rumore del treno in arrivo risuonava nel tunnel e ben presto le porte si aprirono, invitandoci a entrare.
Salimmo sul treno e trovammo un posto a sedere. La carrozza era abbastanza vuota. Mentre il treno iniziava a muoversi, ci sedemmo in silenzio, persi nei nostri pensieri e nelle nostre fantasie.
Non potevo fare a meno di lanciare occhiate al mio coma mia sorella, cercando di capire cosa gli passasse per la testa.

Arrivati alla nostra fermata, scendemmo dal treno e uscimmo dalla stazione. Il nostro viaggio verso casa fu breve, ma ci sembrò un'eternità. Camminavamo fianco a fianco, senza dire una parola, ma il nostro silenzio parlava chiaro. Sapevamo entrambi che quella serata era solo l’inizio di una nuova avventura.
Salimmo a casa e ci separammo dirigendoci entrambi nelle rispettive stanze. Mi spogliai velocemente perché volevo andare a letto e sognare Anna insieme a Jenny.
Mi sdraiai nudo sopra le lenzuola, chiusi gli occhi, mi presi il pene in mano e iniziai a fantasticare.
Le immagini e la fantasia scorrevano davanti ai miei occhi chiusi.
Mi masturbavo lentamente stritolando il mio amichetto per provare sensazioni più intense. Ad un certo punto, qualcosa di umido si poggiò sulla punte della cappella.

Aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare il viso e gli occhi profondi di Anna che sembravano essere pieni di una passione sfrenata. Erano come due pozze di argento liquido, che brillavano e scintillavano nella luce, affascinandomi con la loro intensità. Non potevo fare a meno di sentirmi attratto da loro, come se avessero una sorta di potere magnetico su di me. Mentre fissavo quegli occhi, mi sentivo perdere nel loro sguardo ipnotico, perdendo il senso del tempo e dello spazio.
Le labbra di Anna avvolsero con gentilezza tutta la cappella fino alla sua base. La lingua iniziò ad accarezzare la punta con piccoli movimenti circolari. Distolsi lo sguardo per qualche istante e non ho potuto fare a meno di notare il suo abbigliamento. Indossava un delicato babydoll di pizzo nero, trasparente e rivelatore.
Abbracciava le sue curve in tutti i punti giusti e gli intricati motivi di pizzo aggiungevano un tocco di eleganza e seduzione all’ atmosfera.
Ciò che però attirò maggiormente la mia attenzione fu il fatto che non indossasse biancheria intima sotto.
Era completamente nuda, si intravedevano i capezzoli duri che spingevano la stoffa traforata. Un abbigliamento sexy e audace che si addiceva alla sua sicurezza e al suo carattere.

Il pompino che mi veniva donato con grazia e compostezza fu davvero ipnotizzante e appagante. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, volevo toccarla, ma la sua posizione non lo permetteva. Era inginocchiata di lato al letto, l’unica cosa che riuscivo a toccare era la sua testa.
Percepii la saliva colare fino ai testicoli.
Le poggiai la mano destra sulla testa e la spinsi in basso. La bocca ampia e calda ingoiò tutto il mio sesso fino alla base. La punta del glande era a tu per tu con l’ugola e la gola.
La testa prese a muoversi lentamente dalla punta fino alla base, un leggero risucchio mi stirava la pelle e mi mandava in estasi.
La sua mano a coppa stringeva i miei testicoli, massaggiandoli con una leggera pressione mentre mi guardava con un sorriso sornione. Non potevo fare a meno di gemere di piacere mentre le sue dita esperte facevano la loro magia insieme alla bocca accogliente, mandando ondate di elettricità nel mio corpo.
La sensazione era intensa e intima e mi sentivo sempre più duro ogni secondo che passava. Mentre lei continuava a giocare con me, non potevo fare a meno di perdermi nel momento, abbandonandomi completamente al suo tocco.
Era una sensazione diversamente meravigliosa, unita alla trasgressione e alla perversione della mia sorellina.

Gli ormoni bastardi mi fecero raggiungere l’orgasmo velocemente, le inondai la bocca. Ad ogni spasmo, il mio cazzo penetrava nella sua bocca che lo accoglieva senza difficoltà e schizzi densi trovarono la loro dimora. La sensibilità del glande divenne quasi una tortura, ma Anna non volle abbandonare la fonte del mio piacere e la sua bocca rimase in attesa dell’ ultima goccia.
Appena il mio corpo ritrovò la pace dei sensi, lei si alzò, ma il suo sguardo rimase sempre fisso sul mio, come all’inizio del pompino.

Le sue labbra rosse lasciarono una traccia di colore sulla punta del mio pene, solo un piccolo rivolo di sperma sulla parte destra della bocca testimoniava ciò che era accaduto pochi istanti prima. Gemetti all’immagine e alla sensazione di perdita. Il calore e l'umidità della sua bocca non erano più compagni del mio sesso.

Anna mi fece capire che sapeva esattamente come usare la lingua e le labbra per farmi impazzire e che era giunto il momento per me di ricambiare il favore e dimostrarle che anche io potevo essere bravo con la lingua.

Mia sorella salì sul letto in piedi. Con le gambe divaricate si posizionò all’ altezza della mia testa. Rimase per qualche secondo immobile, dandomi la possibilità di ammirare la sua glabra intimità. Poi, lentamente iniziò ad inserire un dito all’ interno di quella fessura che mi intrigava ed eccitava.
Vidi le labbra separarsi e accogliere l’invadente dito. Lo avvolsero come se volessero rapirlo e non fargli più vedere la luce del giorno. Un secondo dito accorse ad aiutarlo. Insieme intrapresero un meraviglioso viaggio.
Entravano e uscivano, la vagina si allargava e si restringeva iniziandosi a bagnare. Alcune gocce iniziarono a formarsi e a cadere sul mio viso. Io aprii la bocca e feci uscire la lingua per catturarne alcune e assaporarle. Nel frattempo, il mio cazzo era tornato a ergersi.

«Sei un porco!»

«Noto che il mio nettare ti piace. Anche il tuo è stato gustoso e mi è piaciuto tanto berlo. Ora mi abbasso e pretendo che la tua lingua e bocca non si fermino fino a che non sarò venuta!»

Si inginocchiò lentamente con la mia testa tra le sue gambe, mentre un senso di anticipazione ed eccitazione cresceva in me. Sentivo il suo calore e i sottili movimenti del suo corpo mentre si posizionava. Il mio cuore batteva forte mentre aspettavo con ansia quello che sarebbe successo dopo. Le sue mani mi accarezzavano dolcemente i capelli, guidandomi più vicino a lei, e potevo sentire il suo respiro accelerare ad ogni istante che passava. Mentre si appoggiava all'indietro, la mia lingua esplorava timidamente le sue parti più intime, immersa nelle sensazioni e nel piacere che mi stava procurando. Il mondo intorno a noi svanì mentre ci perdevamo nel nostro momento privato, un momento di pura estasi e connessione.

La mia lingua si insinuò all’ interno del suo umido sesso. La carnosità e la morbidezza delle labbra lasciarono spazio al caldo tepore di quell’ alcova. Con la punta dei pollici, aprii le grandi labbra e la mia lingua esplorò avidamente le calde e umide profondità. Il suo sapore per me era nuovo, non lo avevo mai provato prima: dolce e acidulo, con un pizzico di salinità che non faceva che aumentare la mia voglia di lei. Ogni movimento della mia lingua suscitava un gemito sommesso da parte sua, incoraggiandomi a scavare più a fondo e a esplorare ogni fessura. Mi persi nella sensazione, perdendo la cognizione del tempo mentre assaporavo ogni momento di questa connessione intima.

Solamente una cosa riuscì a distrarmi. Altre labbra si impadronirono del mio pene.
Era Viola. Che dopo averci spiato per alcuni minuti decise di unirsi alla festa.

Continua…

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Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.
Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.

In questo racconto testimonio la cultura di due magnifiche donne e capisco il motivo per il quale il nostro Rocco si è trasferito in Ungheria.

Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e di ispirazione. Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su Tlgm con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.

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