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Lui & Lei

Le occasioni sono Fugaci -3- La confessione Finale


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
02.11.2023    |    6.790    |    0 9.3
"Sia le sue di gambe che le mie hanno dei forti spasmi muscolari, tanto che non riesco più a stare in ginocchio e dentro di lei..."
Premessa
Questa è la riedizione corretta di un racconto già pubblicato qualche tempo fa. Per errore l'ho cancellato invece di modificarlo.

Non so quanto tempo sia passato, ho perso la cognizione del tempo. Comunque non mi interessa, sono in compagnia di una donna fantastica e il resto non ha importanza. Fino ad ora abbiamo solo fatto sesso orale, ma non mi lamento. Lei è venuta già due volte e io una sola, bisogna che mi metta in pari; io sono per l’uguaglianza tra i sessi.

Entro per la prima volta nella sua camera da letto, è piccola, un po’ disordinata, con 2 valigie aperte e vestiti sparsi ovunque. Sul letto c’è una piccola montagna di mutandine piccolissime e di tutti i colori. Marica le prende e le getta su una delle valigie. Ora capisco il disordine a cosa è dovuto. Torna da me e inizia a baciarmi mentre mi prende il pene tra le mani e accenna una lenta sega. Il bacio questa molta è veloce, ma ha avuto l’effetto di eccitarmi ancora di più.

“Prima in cucina il tuo ditino malandrino mi ha fatto bagnare tutta. Ora voglio che tu rifaccia esattamente quello che hai fatto prima, ma con la lingua e non il dito.”

Marica a questo punto, va verso il letto, si posiziona a pecora appoggiando il viso su un cuscino. Divarica le gambe e così facendo anche il suo sedere si schiude mostrando un bel buchetto rosa. Io mi avvicino e comincio a passare la lingua tra le natiche. Ogni qual volta arrivo all’ altezza dell’ano mi soffermo e con la lingua le faccio un massaggio circolare.
Ho le mani posizionate sul letto proprio sotto la sua fica. Ad un certo punto sento una gocciolina cadere sul dorso della mano sinistra, ma non è la mia saliva. Mi viene istintivamente di leccare quella rugiada appena creata. Non rimetto la mano sul letto, bensì inizio con l’indice a massaggiale il clitoride. Il movimento è perfettamente sincronizzato a quello della mia lingua. È lento, ma deciso. Come sono decisi e insistenti i suoi mugolii e i suoi si.
La sento ripetere in continuazione come una litania, una preghiera sacrilega: ”Sii continua, mi piace cazzo. Ancora, ti prego non ti fermare.“
E io non mi fermo, anzi voglio farla godere ancora, però il suo culo è una tentazione alla quale è difficile resistere. Ho un attimo di esitazione e Marica inizia a protestare; la tranquillizzo e le dico che voglio solo cambiare posizione.
Metto la testa tra le sue gambe, le mani sul suo sedere e la faccio scendere fino a che la sua umida fica si possa trovare alla portata della mia bocca. Inizio a leccarla di nuovo, ma ora, le mie dita iniziano a cercare il suo culo.
Prima però, inserisco l’indice destro nella fica, lo voglio bagnare si deve lubrificare alla perfezione, appena lo faccio sento: ”Cazzo, cazzo, cazzo.”

Inserisco il dito lubrificato dentro il suo culo e inizio un lento su e giù. Mi accorgo che è abbastanza aperto e che forse un dito non è sufficiente. Ne inserisco un altro, i gemiti si intensificano.
Intanto le mie labbra succhiano voracemente la sua fica come avevo fatto precedentemente.
Aumento il ritmo dell’inculata manuale e Marica resiste poco e inizia a squirtarmi in bocca.

Siamo 3 a 1 per lei.

Gli spasmi terminano e Marica si sposta dalla mia bocca e si sdraia di schiena sul letto per riprendersi. Io vado un secondo al bagno per lavarmi la faccia, perché me la sento appiccicosa.
Quando entro vedo la mia immagine riflessa nello specchio e comprendo che forse è meglio dare una sciacquata anche ai capelli che sono veramente uno schifo anche se corti sono inguardabili. Cerco di essere veloce e in cinque minuti riesco a tornare in camera.

Marica è ancora sdraiata sul letto, mi sta aspettando con le gambe totalmente divaricate. Si sta toccando la fica, ma in modo soft.

“Sei riuscito a distrarmi, però una promessa è una promessa. Ora ti devo dare il regalino che ti sei nuovamente meritato.”

Allunga la mano verso il comodino e vedo che tira fuori un tubetto. Lo apre e mette il gel che fuori esce sulle dita per poi spalmarlo sul e nel culo. Poi prende i due cuscini vicino a lei e li posiziona sotto la schiena, facendo in modo da mettere ben in vista il sedere.

“Avvicinati che te lo prendo in bocca e te lo faccio diventare di marmo, così poi me lo metti dentro. Tu hai dei preservativi?”

“Si, li porto sempre con me perché a me servono quelli grandi per la circonferenza. Se metto quelli normali, dopo 3 minuti mi si ammoscia perché stringono. Anche nei Club Privè si trovano solo quelli di misura standard.”

“Parli troppo, prendili e vieni che te lo succhio e te lo faccio diventare ancora più duro.”

Ha ragione, non è il caso di fare un comizio sui preservativi, li prendo e avvicino Little Joe alla bocca famelica che è li vicino in trepida attesa. Marica è così brava che in soli 30 secondi sono pronto, riesce anche a infilarmi il preservativo con la bocca senza che io me ne accorga.

“Voglio che me lo metti da davanti. Mi piace guardarti mentre mi inculi e mi piace farti vedere come godo. Ti chiedo però di fare piano perché è molto largo. Voglio anche che mi inculi lentamente. Quando spingi lo devi fare fino in fondo, arrivi e aspetti qualche secondo prima di tornare su. Voglio sentire la tua cappella esplodere.”

Solo ascoltando queste parole con il tono che ha usato mi ha fatto gonfiare ancora di più. Mi posiziono davanti a lei, le alzo le gambe e le faccio appoggiare sulle mie spalle. Lei con la mano avvicina il cazzo alla grotta peccaminosa e io lentamente entro dentro di lei.
Noto che strabuzza gli occhi, ma anche che la bocca assume un’espressione di beatitudine.
Sono entrato e ora sono tutto dentro di lei e come mi ha ordinato rimango qualche secondo fermo. Inizio a pompare sempre con lentezza e ogni volta Marica stringe gli occhi.

“Marica , ma ti sto facendo male? Vuoi che mi fermi?”

Con voce roca e con un tono beato mi risponde di no, che sta assaporando il mio cazzo e che non devo fermarmi. Vuole che io venga dentro di lei, vuole sentire il mio cazzo palpitare ed esplodere. Marica ancora non lo sa, ma io sono molto lungo nel venire, soprattutto se già l’ho fatto prima.
La posizione di Marica è meravigliosa, vedo ogni cosa, il suo viso e le sue espressioni mi fanno eccitare un casino. Con la mano destra inizio a massaggiarle il clitoride. Le inserisco anche il pollice in fica e lo faccio roteare.
Quindi la sto stimolando così tanto che la vedo in difficoltà, si sta trattenendo, ma l’orgasmo sta per arrivare.
Eccolo, arriva e io affondo per l’ultima volta e riesco a venire contemporaneamente a lei. Sia le sue di gambe che le mie hanno dei forti spasmi muscolari, tanto che non riesco più a stare in ginocchio e dentro di lei. Esco e mi sdraio accanto a lei. Entrambi siamo sudatissimi. Lei gira la testa e mi fissa.

“Cazzo mi hai inculato per quasi 20 minuti, non sento più nulla, ma è stato bellissimo. Hai preso qualcosa? Qualche pillola? Hai il cazzo ancora in tiro.”

“No, non ho preso nulla. Normalmente sono lungo nel venire ed è duro per colpa tua. La tua espressione mentre godevi mi ha carbonizzato tutti i neuroni, il tuo viso e i tuoi gemiti da gran Troia sono peggio del Viagra e poi inculandoti lentamente hai fatto prolungare anche il mio di piacere.”

La mano di Marica si avvicina al mio pene e inizia a giocherellarci. Lo massaggia, lo accarezza, ci disegna dei cerchi. Io non rimango impassibile, soprattutto perché vicino alla mia bocca ce un fantastico capezzolo che urla e chiede di essere succhiato. Lo accontento e inizio a giocarci. Lo solletico, lo mordo, ci soffio sopra e lo succhio.
“Ma cazzo, non hai tregua. Mi stai facendo eccitare ancora.”
“Perché te invece con la mano che stai facendo? Non sono passati neanche quindici minuti e lui è già pronto. Se prima sono stato lungo, adesso dovrai avere sottomano un defibrillatore e tanta pazienza. Questa sega non finirà mai.”
“Ah sì? Scommettiamo che ti faccio venire velocemente?”

Neanche termina la frase che si mette seduta a smorzacandela e inizia a muoversi con impeto e decisione. Con le mani mi prende i capezzoli e li pizzica, mi fa un male, ma cazzo quanto mi piace.
Mi fissa e si passa la lingua sulle labbra con uno sguardo da gran puttana. Mi prende la mano e inizia a succhiarmi le dita.
La sua saliva cade copiosa mi bagna la pancia. La cavalcata è così impetuosa che temo si rompa il letto.

Ha vinto la scommessa. Neanche 10 minuti e sono venuto. Questa volta, stremato il mio pene inizia a perdere consistenza. Anche lei si accascia accanto a me, ma questa volta siamo due pistole scariche.
Guardo l’orologio e scopro che tra un giochetto e l’altro siamo stati insieme per quasi quattro ore.
Lei mi guarda e mi dice:
“Ti devo confessare una cosa. In spiaggia ti ho adescato perché volevo ti volevo chiedere un regalino per fare sesso, anche perché è il mio lavoro. Tuttavia sei stato così dolce a pranzo che, anche se fisicamente non sei il mio tipo, il tuo cervellino mi è piaciuto e mi sono detta: vabbè il pranzo me lo ha offerto, una sveltina gliela posso anche regalare.
Cazzo, sarai anche dolce, ma mi hai fatto venire 3 volte e mi hai distrutto, altro che sveltina!”

“Marica, visto che siamo in tema di confessioni, anche io ti devo dire un paio di cose. Appena ti ho visto ho subito pensato che fossi una escort o una pornostar, ma sei così fica che, se mi avessi chiesto dei soldi, non mi sarei fatto nessun problema a darteli. L’altra cosa è che a pranzo effettivamente mi sono preso una pillola di Cialis, non volevo fare brutta figura.”

Ed ecco che scatta un bacio, quasi fossimo due fidanzatini tredicenni alla loro prima volta. Poi ci rivestiamo, ci scambiamo i numeri di telefono con la promessa di rivederci presto.
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