Prime Esperienze

Giulia


di Robyblack
28.06.2022    |    2.857    |    3 9.8
"Giulia dopo la separazione dal marito aveva scelto di rimanere single, per dedicarsi meglio a Jaco, e per evitare di avere ulteriori delusioni, frequentava..."
La mia vita non è mai stata facile, una mamma anaffettiva, un padre presunto in giro per il mondo, un padre reale sconosciuto, sono cresciuto nella periferia del mondo dove avere la pelle nera è un ostacolo insormontabile.
Figlio di una coppia mista, un militare amercano di colore, di stanza presso una vicina base dell'aeronautica, ma sempre assente e spesso all'estero, una madre poco attenta alle esigenze dei figli, ma molto ineressata alle proprie in particolare quelle sessuali. Nasco quindi in questa coppia, ma in realtà il vero padre è sconosciuto e come saprò più tardi quando il DNA rivelerà che la persona che consideravo genitore, che mi ha lasciato come eredità solamente una cittadinanza USA, in realtà durante una sua assenza di servizio aveva lasciata libera la propria alcova in modo che più di qualche ambulante africano potesse usufruirne.
Questo fatto ha portato alla conseguenza che sono stato cresciuto da una madre single che nonostante tutte le difficoltà della vita, le ristrettezze economiche, un figlio a cui accudire non ha mai rinunciato alla cosa a cui ha sempre tenuto in massima considerazione, fare sesso con uomini o meglio ragazzi di colore, tanti ne ho visti, africani di tutte le nazionalità arrivare in gruppi anche di 3 o 4 alla volta, magari riforniti di qualche sostanza non lecita e chiudersi in camera per ore con mamma.
In questo contesto ovviamente la mia giovinezza poteva essere devastata dall'ambiente familiare, ma persone a me care, perfetti estranei che mi sono più cari dei cari e che non smetterò mai di ringraziare si sono occupate di me, consentendomi di avere una infanzia e una gioventù normale, compresi studi regolari.
Così brillando per intelligenza e serietà, nonostante fossi affidato ai servizi sociali ebbi la possibilità di frequentare il liceo, per formarmi correttamente ed intraprendere un percorso di vita accettabile.
Fu li che conobbi Jacopo per tutti Jaco, un ragazzo splendido simpatico intelligente e molto comprensivo, diventammo subito grandi amici, lui mi aiutò in tutto e per tutto, consapevole delle mie difficoltà personali. Jaco proveniva da una famiglia abbiente, il padre avvocato aveva uno studio ben avviato che gli consentiva un tenore di vita elevato per se e per le sue due famiglie, in quanto Jaco viveva con la mamma, da cui il padre si era separato anni prima per rifarsi una famiglia con la segretaria. Giulia la mamma di Jaco era un agente immobiliare che gestiva un'attività ben avviata, dalla quale anche lei ricavava dei buoni introiti.
L'impatto con la famiglia di Jaco non fu facile la diversità sociale pesava, ma in quella casa fui subito accolto come uno di famiglia, aiutato e sostenuto in ogni occasione, ospitato in tutte le occasioni in cui fosse stato necessario, tanto che ci passavo più tempo che non a casa mia.
Giulia era una donna molto carina aveva 40 anni, ma ne dimostrava 10 di meno, era piccola e minuta, capelli neri corvini, occhi scuri, lineamenti molto sottili, una bocca con labbra carnose con un sorriso sempre presente. Non era particolarmente formosa, anche se il suo corpo risultava particolarmente femminile ed attraente.
Tra noi ci fu subito simpatia, e mi accolse nella sua casa come fossi la persona più importante del mondo, manifestando per me un affetto e una considerazione che mi facevano sentire fortunato.
Di lei i innamorai subito, quegli amori adolescenziali senza speranza, ma che fanno sognare, di lei mi piaceva tutto, il viso, il sorriso, le labbra ed il corpo.
Eravamo così tanto di famiglia che spesso avevo l'occasione di vederla girare per casa in abbigliamenti che mi facevano sognare, ma anche eccitare. Non nuda, ma sicuramente poco vestita o con trasparenze, in camicia da notte leggera, biancheria di pizzo, o comunque abiti vedo non vedo, oppure in bikini le volte che si andava al mare o in piscina. Nulla di volgare, solamente una normale confidenza tra persone di casa, senza nessuna malizia, ma con tanta sincerità
La sua visione ovviamente a quell'età mi eccitava tantissimo, dato che quando riuscivo a vederla poco vestita, il io cazzo che a 14 anni cominciava a diventare di dimensioni notevoli, si induriva e sembrava mi scoppiasse nelle mutande, diventando anche ben visibile esternamente.
Giulia dopo la separazione dal marito aveva scelto di rimanere single, per dedicarsi meglio a Jaco, e per evitare di avere ulteriori delusioni, frequentava degli uomini, ma lo faceva con discrezione, per non urtare il figlio, erano tutte storie senza importanza, che preferiva non esibire.
Fu durante l'estate dei miei 16 anni che tutto cambiò, Jaco aveva ricevuto come regalo di compleanno del padre, una vacanza di un mese a Londra e generoso com'era voleva barattarla con una di due settimane per me e lui, ma il padre fu irremovibile.
Con mio dispiacere saremmo stati separati per tutto il mese di luglio, e per trenta giorni non avrei frequentato quella casa.
I giorni prima della sua partenza rimanemmo sempre assieme, mi fermai a dormire da lui per 4 o 5 notti, di fatto facendo il terzo membro della famiglia. Così il giorno della partenza Giulia mi ppropose di andare con loro fino all'aeroporto, che era a circa tre ore di auto, in modo da poter salutare Jaco e farle compagnia durante il ritorno.
Quel giorno faceva molto caldo, erano i primi giorni di luglio, eravamo tutti vestiti con abiti leggeri, Giulia aveva una gonna bianca al ginocchio, un top bianco ed una giacchina azzurrina. Arrivati all aeroporto salutammo Jaco e stranamente non senti dispiacere del fatto che partisse, anzi non vedevo l'ora che si imbarcasse per rimanere da solo con Giulia.
Una volta partito tornammo all'auto, il caldo era soffocante, ormai non era più mattino presto, ma eravamo nelle ore più calde, Giulia allora si tolse la giacca e rimase solo con il body, leggero ed elasticizzato, tanto da mostrare perfettamente la forma del suo seno. Non solo, il body lasciava chiaramente intravedere la sagoma scura dei capezzoli, che sporgevano dal tessuto. Appena la vidi così il mio cazzo cominciò ad ingrossarsi ed indurire, mi sentivo ridicolo, dato che lei a pochi cm da me sicuramente se ne era accorta, anche se non disse nulla, e guidò per un ora circa ascoltando musica e chiacchierando allegramente con me.
Quando fummo vicino ad un autogrill, mi chiese se volevo qualcosa dato che desiderava fermarsi per fare rifornimento ed andare in bagno, acconsentii e le dissi che volentieri avrei preso qualcosa da bere. Prima di scendere Giulia si rimise la giacchina azzurra, dicendo candidamente " non mi va che mi vedano le tette, solo tu hai il permesso", questa frase mi fece ribollire il sangue ed indurire il cazzo come fosse acciaio.
Entrammo e si precipitò in bagno mentre io andai alla cassa per fare lo scontrino per una bibita ed un caffè, la cassiera dell'autogrill, una donna non bella, un po in carne, ma con uno sguardo sensuale che colpiva, mi squadrò come se fossi un extraterrestre, credevo fosse razzista e che i suoi occhi che mi fissavano fossero un segno di ostilità. Pagai e mi allontanai velocemente verso il banco, attendendo il ritorno di Giulia, la quale mi ringraziò del caffe, dicendo che non avrei dovuto, ma che ero stato molto gentile, dopodichè feci per uscire ma attesi che Giulia si avvicinasse al frigo per prendere una bottiglietta d'acqua per il viaggio. Quando andò alla cassa per pagare vidi che con la cassiera si scambiarono delle frasi che non riuscì a sentire, ma che fecero accendere il sorriso di Giulia più del solito.
Salimmo in macchina e Giulia tolse la giacca, così potei rivedere i suoi capezzoli, con tutte le conseguenze che mi creavano e chiesi "cosa vi siete dette tu e la cassiera che ti ha fatto così ridere?".
Giulia sorrise un attimo e mi guardo in viso dicendomi "mi ha fatto i complimenti perchè ho un bellissimo fidanzato, giovane e di colore come piacciono a lei." Rimasi un po interdetto e poi le chiesi e tu che hai risposto?", "niente" mi disse, l'ho solamente ringraziata e le ho detto che sono stata fortunata.
Il tragitto dall'autogrill a casa fu elettrizzante, ripensavo alle parole che mi aveva detto, erano dei complimenti, ma non avevo il coraggio di farmi avanti, ero un ragazzino e lei una signora molto più grande inoltre la made del mio miglio amico, non avevo il coraggio di farmi avanti, ma la desideravo e il mio cazzo era li teso ed indurito a dimostrarlo. I nostri sguardi si incrociarono diverse volte e diverse volte ci sorridemmo, ma io guardavo soprattutto quei capezzoli sporgenti, che spuntavano come due aloni scuri dal candore del body.
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