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Prime Esperienze

Vecchia battona


di Conte01
03.03.2016    |    10.894    |    3 9.3
"Era la prima stanza sulla destra arredato con mobili vecchi e dozzinali, sulla parete di fianco alla porta un divano con relativo tavolino di fronte una..."
L’avevo conosciuto sulla porta del garage dove passava le giornate, quel pensionato che abitava nel mio condominio.
Doveva avere circa ottant’anni ed era vedovo, era un ex dipendente delle Poste e Telecomunicazioni, come diceva Lui, ed era un esperto d’elettronica, dei sui tempi dicevo io cioè valvole e condensatori.
Quando si guastava qualche piccolo elettrodomestico tutti scendevamo da lui che era sempre disponibile.
Così avevamo fatto amicizia anche perché io, separato da poco, non è che avessi molto da fare.
Si sa come vanno i discorsi tra uomini, appena si entrò un pò in confidenza si iniziò a parlare di donne.
Così un giorno dopo l’altro, tra un ricordo ed uno sfottò alla fine ammise che l’affare funzionava ancora.
“come fate” gli dissi un giorno, mi confidò che si rivolgeva ad una anziana prostituta che ancora era disponibile per i vecchi clienti.
“solo cose di mano” mi disse ma per noi vecchietti va più che bene.
La faccenda mi intrigava parecchio visto che le anziane mi sono sempre piaciute così cercai di avere più notizie.
Mi disse subito che non accettava ne nuovi clienti ne giovani, giovane io in effetti non ero proprio avendo 45 anni.
Iniziai ad insistere ed alla fine stanco di essere assillato lo convinsi a perorare la mia causa.
Per un paio di volte tornò con un no ma alla fine la vecchia battona si arrese e mi fissò un incontro.
Intanto me l’ero fatta descrivere il più possibile anche se il mio amico pensionato era un pessimo osservatore.
L’idea che mi ero fatto mi piaceva, su 75 anni, bassa, cicciottella e con le tette e culo grandi.
Mi diede indirizzo ed orario.
Abitava in una via periferica, edilizia popolare dei primi sessanta, portone, tre piani, sei appartamenti.
Piano terra a sinistra, bussai.
Non era come l’avevo immaginata ma neppure troppo diversa, il viso non era un granché ma di corpo sembrava ben messa soprattutto, ed era quello che mi interessava, grosso culo e seno.
Mise subito in chiaro le regole: solo con la mano, 10 euro, “10 minuti al massimo se non vieni peggio per te”, se vuoi tornare non prima di una settimana.
Gli diedi la banconota che mise in tasca, mi fece strada verso il bagno che occupava la fine del corridoio, mi fece sistemare davanti al lavandino.
Senza chiedere il mio aiuto mi abbasso la cerniera dei pantaloni e lo tirò fuori.
Sulla mensola sotto lo specchio c’era una clessidra, la girò, “10 minuti da ora”.
Insaponò l’uccello più per abitudine che per necessità, che si vedeva che era pulito e sano, versò appena un filo di Baby Jhonsons sul palmo della mano ed iniziò il lavoro.
Mentre lo faceva iniziò a conversare come si usa da un parrucchiere che non si frequenta abitualmente.
Di dove ero, che lavoro facevo, se ero sposato, se avevo figli, poi scoprii che gli anziani suoi clienti apprezzavano molto queste confidenze.
Intanto mi stava tirando una sega magistrale da vera professionista ed io che ero a riposo da una settimana per fare bella figura ero già al limite.
Il mio problema è stato da sempre quello di produrre poco seme ma quel giorno i miei quattro schizzi belli lunghi riuscii a farli.
Non rimase certo colpita ma io ricordo di essere andato via contento non prima di aver preso appuntamento per la settimana appresso.
Per circa un mese andò avanti così, ma alla quinta volta venni ammesso in salotto.
Era la prima stanza sulla destra arredato con mobili vecchi e dozzinali, sulla parete di fianco alla porta un divano con relativo tavolino di fronte una specie di mobile libreria, senza libri, con un 32 pollici moderno probabilmente l’unica cosa tale di tutto l’appartamento.
Sul divano era già steso un telo, “ è pulito precisò” ed in effetti era così.
“leva i pantaloni così stai più comodo”, li sfilai; gli slip li abbassò lei di colpo.
Mi fece sedere, poi girò una clessidra più grande posta sul tavolino, “mezz’ora” ero passato di grado.
L’operazione avveniva con molta più calma e devo riconoscere che era bravissima nell’utilizzare il tempo poteva farmi venire in 5 minuti o in mezz’ora tenendomi sempre sulla soglia del piacere.
“mi sei piaciuto perché non hai chiesto niente di più, sapessi quanti ci provano ma io in fica e culo di cazzi ne ho preso troppi ed adesso ho detto stop”
Aveva sollevato la mia camicia a metà torace ed era la prima volta che stavo così nudo davanti a lei.
Con una mano impugnava l’asta e con l’altra le palle mungendo e chiacchierando come al solito.
Dopo una ventina di minuti avevo la cappella viola e lasciai partire una bella sborrata ma non mi lasciò andare via subito, infatti dopo avermi ripulito passò gli ultimi dieci minuti a giocherellare col cazzo moscio.
Ormai introdotto nel salotto dopo qualche settimana complice la temperatura primaverile mi spogliai completamente senza che lei dicesse niente.
Penso fosse abbastanza orgogliosa di sapere che non avevo altre storie o frequentassi altre puttane così quel giorno volle fare qualcosa di più ed iniziò con un dito a solleticarmi l’ano.
Premetto che ho l’abitudine di fare sempre un clistere prima di un incontro da quando una mia amica ebbe una brutta sorpresa così ero abbastanza tranquillo e le feci capire che gradivo.
Il dito appena unto entrò facilmente iniziando a stimolare la prostata, “che culo stretto non certo come il mio” ed andava avanti ed indietro in sincrono con l’altra mano.
Poi lo tolse fuori e controllò,”lo sapevo che eri pulito ti sei fatto un clistere maiale” ed io gli raccontai che lo facevo sempre, lo rinfilò dentro andando a stimolarmi con maggior precisione facendomi venire senza quasi toccare l’asta.
Le volte successive gli incontri avvennero quasi allo stesso modo solo che il suo abbigliamento si alleggerì progressivamente, prima due bottoni della vestaglia, poi senza reggiseno, poi le cosce scoperte poi senza mutande.
Un giorno finalmente trovai la porta socchiusa e quando entrai la trovai completamente nuda “ti piaccio cos?ì”.
Ricordo che guardai per prime le grosse mammelle, pendevano sul torace ma la pelle era ancora liscia, i capezzoli sporgenti, tre pieghe segnavano la pancia nascondendo il sesso e due cuscinetti la radice delle cosce, quando si girò per entrate in salotto mi mostrò un grandioso culo, mi piaceva.
Quel giorno mi segò permettendomi di toccarla ovunque, tranne ovviamente il sesso, ed io non mi stancavo di palparle tette, pancia, natiche, cosi morbide ed abbondanti.
Mi lasciò giocare per un’ora intera prima di farmi venire.
Intanto due cose erano rimaste uguali il compenso e la frequenza degli incontri.
Per il resto passavamo un’ora meravigliosa, mi lasciava succhiare i seni e baciare la pancia e le natiche mentre lei ogni tanto lo prendeva in bocca.
Un giorno mi aveva invitato, se volevo, a portare pure qualche filmino zozzo, come li chiamava lei, da mettere nel suo apparecchio.
Io l’avevo stupita col mio portatile dove avevo aperto alcuni filmati amatoriali con donne in carne e lei senza meravigliarsi più di tanto mi aveva detto che era felice che mi piacessero delle donne vere e non quelle pornostar tutte rifatte.
La divertiva soprattutto il pissing, mi portava nudo in bagno e mi faceva pisciare tenendomi l’uccello prima e dopo la sega.
Ho passato in questo modo circa tre anni, poi come tutte le cose belle anche questa è finita, ho una enorme nostalgia di quei pomeriggi passati con lei sul divano, nudi a toccarla e farmi toccare facendo ogni tipo di sconcezze con gran gusto come invitare una sua vicina molto più anziana di lei per offrirle il caffè facendoci trovare già nudi e masturbarmi tranquillamente davanti a lei, con inevitabili e false scuse nel momento della venuta.
Non le ho mai chiesto nulla di più anche se avrei voluto scoparla ed incularla ma adesso mi piacerebbe trovarne un’altra come lei anche se so che non sarà facile.
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