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Quando scappa scappa


di Conte01
03.03.2016    |    44.705    |    1 8.9
"Ancora dieci minuti di strada e proprio scoppiavo, inizia a guardarmi intorno..."
Come ogni estate, anche quell'anno, mi ero trasferita in campagna dai nonni materni.
Paesino di circa mille anime e case sparse in tutta la campagna.
Avevo un gruppo di amiche quelle solite conosciute da bambina alcune vivevano li tutto l'anno altre come me solo in estate.
Le possibilità di svago erano davvero poche, noi ragazzi ci incontravamo al bar del parco.
Tra ragazze le solite chiacchiere alla ricerca di qualcosa di nuovo da inventare o qualche ragazzo di passaggio da conoscere ma in genere le facce erano sempre le stesse.
Verso i tredici-quattordici anni era stato anche divertente avere i primi filarini estivi con quei ragazzi ma ormai non mi interessavano più.
Sarà che stavo crescendo ma quell'estate sembrava più pallosa del solito e niente riusciva a risollevarla.
Una sera dopo essere stata al bar rincasavo a piedi, casa dei nonni distava si e no cinque chilometri, la strada non aveva marciapiede ma era asfaltata e costeggiava tutta una serie di villini.
Saranno state le venti all'inizio di luglio pieno giorno.
Camminavo da circa quindici minuti quando sentii impellente la necessita di fare pipi.
Avevo bevuto troppa CocaCola ed anche una mezza birra offerta da un ragazzo e sicuramente per la fretta ero uscita di casa senza farla.
Ancora dieci minuti di strada e proprio scoppiavo, inizia a guardarmi intorno.
Di farla in strada non se ne parlava, passavano comunque troppe macchine e di angolini appartati non ce n'erano.
Recinzioni, siepi, muri, tutto chiuso, ad un certo punto passai davanti ad una lunga recinzione in muratura alta circa due metri, oltre si vedevano le cime degli alberi.
Ai lati del cancello la recinzione si abbassava formando due curve concave per cui l'altezza si riduceva.
Sbirciai dentro e nel frutteto vidi una donna che zappava.
Il cancello era accostato lo spinsi ed entrai per richiamare l'attenzione della donna.
Quella poggiò la zappa e si avvicino, poteva avere una settantina d'anni e nonostante l'abbigliamento si vedeva che era una bella donna.
“mi scusi", dissi quando fui vicina abbastanza, “mi scappa la pipi”.
“non preoccuparti” mi rispose divertita, “posto ce n'è e qua sono sola mettiti dove vuoi ma allontanati dal cancello”.
Feci alcuni passi sistemandomi dove il muro era più alto, dandogli le spalle abbassai i jeans e gli slip mi accucciai a terra ed inizia a farla.
Quando finii non avendo fazzolettini, agitai un po la patatina per far scendere le ultime gocce, mi alzai sollevai tutto e mi girai.
La donna era rimasta alle mie spalle, ringraziai e scappai quasi di corsa.
Tornando a casa, senza sapere perché, inizia a sentirmi eccitata.
Arrivata a casa sali in bagno per lavarmi, la patatina era tutta bagnata, a gambe larghe sul bidet non riusci a resistere e mentre mi lavavo mi feci un ditalino venendo subito.
La notte a letto ripensai a quanto era accaduto, mentre mi toccavo lentamente mi resi conto che mi sarebbe piaciuto ripetere quella cosa.
Il giorno dopo mi ritrovai a passare davanti a quella casa, sembrava una pazzia ma non riuscivo a resistere.
Esisteva più di una probabilità che mi cacciasse in malo modo, non era certo un bagno pubblico ma l'istinto mi suggeriva di provare e poi mi era piaciuto troppo.
Inoltre per essere pronta avevo bevuto quasi due litri d'acqua ed ora proprio mi scappava.
Arrivata davanti al cancello e richiamai la sua attenzione.
Mi fece cenno d'entrare
“posso”
Fece di si con la mano, come a dire accomodati e sistemati dove vuoi.
Avevo messo una gonna abbastanza corta, mi sistemai di lato perché avevo deciso di sbirciare mentre la facevo.
Arrotolai la gonna in vita, abbassai le mutandine alle ginocchia e mi accucciai tenendole tirate in avanti per l'elastico.
Ne avevo da fare un litro, la guardai rapida un paio di volte.
Che eccitazione mi guardava fare le pipi.
Il suo sguardo non certamente malizioso ma a me faceva comunque effetto.
Mi alzai mi sistemai con più calma del giorno prima la ringraziai e salutai.
La notte mi feci due ditalini ed un mucchio di progetti.
La sera dopo ero nuovamente li ma lei non c'era e rischiai davvero di farmela addosso.
Per un paio di giorni non la vidi, passavo allora prima in bicicletta per controllare ma il terzo giorno eccola di nuovo in frutteto.
Tornai a casa mandai giù una bottiglia d'acqua e mi preparai.
Feci la strada piano piano per gustarmi a fondo quel momento, mi feci vedere dal cancello.
Fece cenno d'entrare, fino ad allora mi ero fermata ad una decina di metri da lei ma quel giorno stava lavorando dove in genere la facevo.
Mi sistemai nel solito angolo, arrotolai la gonna in vita e sfilai gli slip.
Mi abbassai di fronte a qualche metro da lei.
Non volevo farla subito, alzai gli occhi mi osservava tranquillamente aspettando che finissi.
Inizia a farla solo che era imbarazzante perché mi scappò un getto lunghissimo, senza aspettare che finissi mi disse “dovevi proprio farla eh “ “ e si” dissi io “scappava proprio” e continuammo a parlare mentre finivo di liberarmi.
La notte mentre al solito mi toccavo decisi di fare un altro passo.
Dopo qualche giorno la vidi nuovamente mi preparai come al solito, arrivai feci cenno ed entrai.
Era abbastanza lontana ma mi avvicinai io.
Arrivata da lei sfilai gonna e slip e li poggiai su un sasso, lei non disse niente, me girai di spalle e feci la pipi, sapevo di avere un bel sedere e volevo lo vedesse.
Poi mi alzai e rimasi a parlare con lei una decina di minuti nuda dalla vita in giù.
Lei si comportò al solito con naturalezza ed io che capivo che la cosa si era spinta oltre la normalità non sapevo più cosa pensare.
Sicura che ormai non mi potesse più dire nulla il giorno dopo tornai feci tutto come il giorno prima solo che dopo aver fatto la pipi mentre la ascoltavo nuda dalla vita in giù inizia piano piano ad accarezzarmi la pancia poi il pube ed infine visto che non diceva nulla iniziai a toccare il bottoncino.
Non ero mai stata cosi bagnata, un lago, le gocce scendevano fino alle cosce,
La donna parlava di un suo gatto mentre io mi toccavo.
Dopo alcuni minuti quasi venivo davanti a lei, la donna invece cortese mi salutò, “ritorna” poi mi diede un bacio sulla guancia.
Passarono un altro paio di giorni, come al solito mi ero idratata abbondantemente, arrivai ed entrai direttamente nel giardino.
Non la vidi subito ma dato che il cancello era semi aperto pensai dovesse esserci, feci un certo tratto del viale.
Me ne accorsi troppo tardi, quando la vidi mi resi conto che non era sola.
Vicina a lei c'era una nonnina bassa e curva di almeno novant'anni, le due donne parlavano.
Mi fece avvicinare, mi presentò come la nipote di ...; che imbarazzo capii che conosceva mia nonna.
Iniziarono a farmi delle domande, le solite, dove vivevo, la scuola, se mi piaceva quel posto, la nonnina aveva uno sguardo vivace ed era lucidissima.
A me scappava proprio, stringevo le gambe per trattenerla, di andare via e farla prima di uscire non se ne parlava, ci eravamo spostati nel viale e da li si vedeva tutto sino al cancello.
Fu la signora a trarmi d'impaccio, "ci siamo conosciute così, la ragazza ha un disurbo alla vescica ed il dottore le ha ordinato do farla spesso così rientrando a casa si fermava da me".
" ma allora forse ha un'urgenza e noi la stiamo trattenedo" disse la nonnina.
"si scusa cara, fai pure liberamente questa è una cara amica".
Ovviamente la cosa mi eccitava moltissimo, nonostante dovessi proprio farla decisi di allungare i tempi.
mi schernii un poco poi mi spostai a pochi passi da loro vicino ad un albero, infilando la mani sotto la gonna lungo i fianchi sfilai le mutandine, poi arrotolai la gonna in vita mostrando il sedere, poi mi girai davanti a loro e mi accucciai con le cosce belle aperte.
Avevo rasato il pube ed il mio sesso era completamente esposto, con le dita divaricai le piccole labbra poi iniziai ad urinare.
Con estrema naturalezza le due donne mi guardavano, io tenevo la pelle sul pube tirata verso l'alto così che il getto andasse in avanti, ogni tanto però facevo in modo di spostare la direzione bagnandomi le cosce.
Mi fermavo poi riprendevo, la nonnina " mamma quanta, scoppiavi proprio".
Gli zampilli durarono un bel pò quando finirono ero così stanca che rimasi ancora piegata a terra con l'interno delle cosce che gocciolava.
"così non puoi andare via" disse la signora, "aspettami qui" e si diresse verso casa,
Rimasi da sola con la nonnina, mi ero rimessa in piedi, "ai nostri tempi non si usava così" e mi guardava il pube, "ma adesso so che voi ragazze vi depilate tutte la sotto".
Poi aggiunse " posso toccarla", io rimasi senza parole, "si" riuscii solo a dire.
La nonnina si mise a sedere su un tronco e mi fece avvicinare poi passo la mano sul pube
Sentii una mano su una natica poi sull'interno delle cosce.
Mi toccava incurante del fatto che fossi tutta bagnata di pipi, poi mi accarezzò il sesso.
Trovò subito il clitoride ed iniziò a titillarlo con un dito tutt'intorno.
Quando la signora rientrò ci trovò così ma non disse nulla anzi lasciò che la sua anziana amica continuasse a giocherellare con il mio sesso.
"che bello essere giovani" diceva la vecchia guarda qui e stringendo le labbra le mostrava all'amica, poi continuò a stuzzicarmi fino a farmi venire così in piedi davanti a loro.
Dopo ovviamente ero mortificata ma mi lavarono, asciugarono e sistemarono con mille attenzioni e cure.
Tornai molte altre volte in quella casa ogni volta pisciatina e ditalino che nostalgia.
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