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Prime Esperienze

Anziane Contadine


di Conte01
07.04.2015    |    26.456    |    1 7.9
"Quando la punta del dito incontrò la prostata Marco ebbe un fremito poi il dito uscì..."
Racconto dedicato unicamente alla masturbazione maschile praticata da donne anziane.
Già pubblicato, rivisto.

Camminavano lungo un sentiero che costeggiava un campo, Maria lo spinse verso una siepe poco lontana, Marco la seguì in silenzio, arrivati la donna si avvicinò e senza aggiungere altro infilò una mano nei pantaloni iniziando ad accarezzarlo. Con calma tirò fuori l’uccello ed iniziò a massaggiarlo, era talmente piccolo che le erano sufficienti tre sole dita. Lentamente cominciò a gonfiarsi, fino a quando diventò abbastanza duro da poterlo stringere nella mano, iniziò allora a muoverla rapidamente, poi all’improvviso, prima ancora di raggiungere un’erezione completa, Marco venne.
Per la sorpresa, la donna, si fermò, mentre il seme continuava a colarle tra le dita, Marco era mortificato mentre la donna imbarazzata non sapendo cosa fare lasciò quell’angolo seguita dal giovane.
Si conoscevano da qualche mese; lui si era laureato in ritardo e a 39 anni le possibilità di sfruttare la laurea in Agraria erano davvero poche, pensando di svolgere l'attività d'agente di commercio, inviò il suo modesto curriculum a svariate aziende del settore, alla fine fu contattato da una ditta che gli propose di trasferirsi in una piccola regione dell'Italia centro-meridionale.
I prodotti che rappresentava erano rivolti ad aziende di piccole dimensioni era quindi costretto a battere le campagne in lungo e in largo, passando tutto il tempo tra fattorie e contadini.
Marco non era sposato, non era mai stato neppure fidanzato, molto timido, la bassa statura, gli occhiali e la precoce calvizie non l’avevano certo aiutato nei rapporti con le donne, aveva inoltre sempre avuto un complesso legato alle piccole dimensioni del suo pene, temendo di essere respinto aveva finito per isolarsi accettando con rassegnazione la sua condizione.
Il lavoro non era certo gratificante ma gli dava la possibilità d’incontrare molte persone, aveva scoperto che in campagna i rapporti sono ancora semplici e diretti e si era subito trovato a suo agio, spesso i poderi erano gestiti da donne di 60, 70 anni dai corpi robusti e le maniere spicce con le quali si entrava subito in confidenza; si abituò con piacere alla nuova situazione anche se spesso, le donne, lo facevano arrossire rivolgendogli battute pungenti.
Tra tutte le persone incontrate quella con cui era entrato maggiormente in confidenza era Maria, 65 anni, capelli biondi, fisico robusto, seni e fianchi generosi, rimasta vedova, gestiva da sola una piccola proprietà, Marco, si recava spesso a trovarla, si era creato così tra i due un certo legame e la donna, vedendolo sempre triste e sconsolato cercava di farlo parlare.
Un giorno più depresso del solito le aveva detto, “è che non sono fidanzato e devo continuare a farmi le seghe alla mia età”, la donna rimase stupita da tanta sincerità.
La settimana successiva arrivò ancora più triste e la donna aveva pensato fosse arrivato il momento d’intervenire.
Continuarono il giro della fattoria senza commentare quanto era accaduto, arrivati alla macchina stavano per salutarsi quando la donna notò sorpresa che aveva ancora il cazzo gonfio, effettivamente per l'eccitazione gli era ritornato bello duro, non volendo mandarlo via in quello stato, lo spinse con decisione verso un trattore fermo lì vicino, sembrava gli stesse mostrando qualcosa invece abbassò rapida la lampo.
Iniziò a masturbarlo velocemente per paura di essere vista, questa si rivelò una precauzione inutile Marco, infatti, sborrò rapidamente come la prima volta, la donna si assicurò di averlo svuotato completamente continuando con movimenti lenti e profondi fino a far uscire le ultime gocce.
Nelle settimane successive Marco ritornò spesso, succedeva così che mentre ispezionavano un campo o un fienile, la donna lo spingeva verso un angolo appartato e subito iniziava a masturbarlo per ricominciare, magari, dopo pochi minuti in un altro posto, fermandosi solo quando vedeva che l'uccello non si raddrizzava più, d’altronde Marco era pieno d'energia e le capitava di farlo sborrare anche quattro volte di seguito.
Tante visite non passarono inosservate e i pettegolezzi giunsero alle orecchie di Ines, una signora di 72 anni che pensò di poter approfittare della situazione, Ines conosceva abbastanza bene Maria, la chiamò chiedendole di Marco e questo iniziò a frequentare assiduamente anche la sua fattoria.
Si creò una certa confidenza e i discorsi diventarono sempre più intimi, poco alla volta Ines portò Marco a confidarsi, finì così col ripetere quanto già aveva raccontato a Maria.
Ines colse al volo l'occasione, Marco non era sicuro di aver capito bene le intenzioni della donna; Ines, invece, moriva dalla voglia di ritrovarsi il suo uccello tra le mani e non voleva rischiare di perdere quell'occasione, trovandosi nello spiazzo di fronte alla casa, propose al giovane di entrare per stare più comodi, Marco però le disse che se per lei era lo stesso preferiva restare fuori, Ines non ci fece caso e visto che non c'era nessuno era inutile cercare un altro posto, gli aprì la lampo ed infilò la mano dentro le mutande, l'uccello era duro, lo tirò fuori erano anni che non ne vedeva uno e adesso voleva gustarsi con calma quel momento.
Iniziò ad accarezzarlo palpando le palle e l’asta, poi l’impugnò iniziando a masturbarlo, dapprima lentamente poi con movimenti sempre più rapidi, quando si accorse che il giovane stava per godere aumentò il ritmo e la profondità dei movimenti, senti lo sperma scorrere sotto le dita e subito un lungo schizzo uscì fuori, si fermò un istante poi riprese a pompare, la sborra uscì ancora con forti schizzi poi in grossi grumi caldi.
Nelle settimane successive Marco ritornò spesso, Ines dal canto suo era sempre disponibile, lo masturbava a lungo facendolo godere molte volte, avendo notato che godeva quanto più cresceva il rischio di essere scoperti, cercava tutte le situazioni che potessero eccitarlo, cosi mentre inizialmente si erano rifugiati dietro le siepi o i muretti, adesso, sicura che nessuno potesse vederli, le capitava di masturbarlo lungo i tratturi o in mezzo ai campi e in questi casi, Marco, aveva orgasmi rapidi e violentissimi.
Ormai sicura di questa intuizione pensò di fargli una sorpresa, un giorno, con una scusa si diressero verso un capanno, girarono attorno fermandosi sul retro; gli aprì i calzoni tirò fuori l'uccello ed iniziò a masturbarlo con calma.
Trascorsi diversi minuti, all'improvviso da un piccolo boschetto a circa 300 metri da loro, apparvero tre donne che portavano dei cesti sulle spalle curve, erano vestite di nero dalla gonna ai fazzoletti che portavano sul capo, dopo essersi fermate iniziarono a raccogliere della legna, Marco spaventato lo fece notare ad Ines ma questa, continuando la sega, rispose di non preoccuparsi perché erano troppo lontane per poterli vedere.
I sospetti della donna erano esatti, dovette quasi fermarsi per non farlo venire subito, Marco era preoccupato ma allo stesso tempo si sentiva stranamente eccitato; Ines continuava a masturbarlo lentamente, senza mostrare nessun imbarazzo, nonostante le donne fossero proprio di fronte a loro; Marco, per lunghi minuti, le osservò, mentre piegate raccoglievano la legna, con la speranza inconfessata che qualcuna voltandosi potesse vederlo
Ad un certo punto una donna dopo essersi fermata si girò verso di loro, gli era sembrato avesse piegato il capo per dire qualcosa alle compagne e queste subito avevano voltato le testa nella loro direzione, Ines rallentò i movimenti, sollevò la testa, poi sempre osservando le donne riprese la sega, lentamente, tirando tutta la pelle sul glande per poi ricoprirlo, quasi volesse mostrare quanto stava facendo, guardavano proprio dalla loro parte ma forse Marco si sbagliava, Ines ripeté, “tranquillo, non ci possono vedere”.
Le donne avevano ripreso il lavoro, era sicuro che avessero capito cosa stavano facendo, anche perché ogni tanto si sollevavano e guardavano con insistenza nella loro direzione e non riusciva a spiegarsi come mai Ines fosse così tranquilla, d'altronde era talmente eccitato che non riusciva a pensare a niente se non a godersi quei momenti, terminato il lavoro le donne si fermarono, sollevandosi.
"Ci hanno visti" ripeté Marco,"guardano da questa parte", per lunghi istanti rimasero ferme con lo sguardo nella loro direzione poi sistemate le ceste sulle spalle si incamminarono nella loro direzione, "non ci hanno visto, però adesso sborra " disse " altrimenti mi trovano con il tuo cazzo in mano", aveva però rallentato il ritmo e Marco non riusciva a venire.
"Sborra, sborra", ripeté, ma ovviamente non ci riusciva, ormai le donne erano a meno di duecento metri ed iniziava a vederle chiaramente, per l'emozione non poteva parlare, una donna alzò una mano come per salutare e Ines rispose al cenno, "sbrigati”, ripeté, “o hai deciso di sborrargli proprio davanti", fortunatamente si erano fermate per sistemare una cesta, Ines si sistemò al suo fianco, ora l’uccello era completamente esposto alla loro vista, la mano scorreva lentamente, lungo l’asta, arrivata alla base la muoveva su e giù facendo oscillare il cazzo; le donne, ripresero ad avvicinarsi, mentre Ines ormai sfiorava soltanto l'uccello, "allora vuoi proprio compromettermi, vuoi che mi vedano con il tuo cazzo in mano, ma io non ho intenzione di fermarmi sino a quando non vedrò la sborra uscire, per questo deciditi o ci troveranno così", Marco non sapeva più cosa fare ed era pronto al peggio quando all'improvviso la mano di Ines riprese ad andava velocemente, le donne erano a meno di cento metri, non riuscì più a trattenersi, iniziò ed eiaculare, la sborra cadeva sull'erba e sembrava non finire mai, fece appena in tempo a rivestirsi prima del loro arrivo, i segni del suo piacere erano ancora ben visibili sull'erba, le donne si fermarono proprio davanti a loro calpestando il suo seme e Ines le salutò con la mano ancora bagnata.
Quando andarono via aveva il cazzo così duro che Ines dovette riprendere da dove aveva lasciato facendolo sborrare una seconda volta.
Trascorsero alcune settimane, una mattina, dovevano andare a controllare un pozzo che si trovava a circa un chilometro dalla fattoria, era un angolo riservato, protetto da alberi e cespugli, come arrivarono Ines sfilò i pantaloni di Marco ed iniziò a masturbarlo, dopo alcuni minuti si sentirono dei fruscii, ma non si vide nessuno ed Ines continuò a toccarlo, anche Marco non ci fece caso, invece all'improvviso, da dietro una siepe a pochi metri da loro, apparvero due donne, una di circa 60 anni l'altra di almeno 80, la più anziana era bassa e magra, vestita completamente di nero, la più giovane doveva essere una rumena, vestiva in modo trasandato, come si usa in campagna durante il lavoro, Marco rimase colpito dal seno davvero enorme appena coperto da una lisa maglietta bianca.
Ines lasciò l’uccello e Marco si ritrovò davanti a loro con il cazzo dritto, anche le due donne si erano fermate, Marco cercò di coprirsi il sesso con le mani, le due vecchie si voltarono come per andare via ma Ines le richiamò.
Le due avevano quattro bidoni sopra una carriola ed erano li per fare provvista la donna le invitò a prendere pure l'acqua liberamente.
La più anziana guardando l’uccello diventato ormai piccolissimo disse “ non vorremo dare altro disturbo, continuate pure liberamente andremo via appena possibile” e senza nessun imbarazzo si avvicinarono ed iniziarono a prendere l'acqua.
Nell’attesa Ines prese in mano l’uccello di Marco, il rubinetto si trovava a pochi passi e le due vecchie davano loro le spalle, Ines vide che il cazzo si era nuovamente ingrossato e notò l’eccitazione di Marco allora nonostante le due vecchie fossero li vicino riprese a masturbarlo; queste, guardavano spesso dalla loro parte, curiose; anche Marco non era indifferente alla loro presenza ed Ines dovette stare attenta a non farlo godere troppo in fretta.
Quando la più anziana terminò di riempire il suo bidone si voltò, Ines si fermò, ma a differenza di quanto Marco s'aspettava la vecchia non era affatto turbata, Ines riprese allora a giocherellare con l’uccello poi visto che la vecchia continuava a guardare verso di loro si sentì libera di riprendere la sega, Ines lo masturbava lentamente ma Marco era talmente eccitato che stava ugualmente per venire.
Intanto anche l'altra donna aveva terminato e si era voltata, Ines iniziò a masturbarlo più velocemente, quando si rese conto che il giovane stava per godere disse “ Marco cosa stai facendo, non vorrai sborrare davanti a queste due signore, o mamma mia che vergogna, cerca di trattenerti, nooo! Ecco che sborra, sborra, signore non guardate” il seme uscì con forza, tre, quattro lunghi schizzi e poi ancora altri più deboli, mentre le vecchie osservavano con curiosità.
Ines andò a sciacquarsi le mani e le donne iniziarono a parlare tra loro, Marco intanto era rimasto appoggiato al pozzo con il cazzo che rapidamente si ritirava, dopo alcuni minuti le donne si avvicinarono.
Ines fece girare Marco invitandolo ad appoggiarsi con le mani sul bordo della vasca col culo ben esposto.
Sapeva che le donne dietro di lui lo stavano guardando e si eccitò poi senti che qualcuno spalmava una sostanza oleosa sul suo ano e subito dopo un dito entrò dentro provocandogli bruciore.
La sensazione spiacevole lascio subito il posto ad un calore piacevole con il dito che andava avanti ed indietro.
Quando la punta del dito incontrò la prostata Marco ebbe un fremito poi il dito uscì.
Rimase così col culo all'aria e subito dopo sentì un'altra mano e un altro dito che lo solleticava per poi infilarsi.
Si chiese se fosse la vecchia o la più giovane ma presto senti altre mani sulle sue natiche.
Le dita entravano ed uscivano e chi non trovava posto nell'ano si dedicava a mungere le palle o l'uccello.
Ben presto le dita nel culo diventarono due, insieme entravano ed uscivano lasciando il buco aperto, era eccitatissimo ma l'uccello non si drizzava egualmente gli sembrava di non riuscire più a trattenere la sborra.
Ogni tanto qualcuno spalmava della vaselina e poi riprendeva l'esplorazione in certi momenti gli sembrava di avere dentro un dito di ognuna di loro.
Giocarono a lungo prima di concedergli un'altra sborrata, ad un certo punto Ines lo fece voltare, le tre donne avevano tutte le dita unte, quelle di Ines erano ancora nel suo culo, prese a massaggiare la ghiandola e senza neanche toccare l'uccello gli provocò un orgasmo con il seme che anzichè a schizzi sgocciolò fuori piano, come piscio.
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