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Lui e la passera bionda-seconda parte


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
03.03.2024    |    2.877    |    7 9.8
"Poi pian piano la sua mano scese, sempre sfiorandomi appena, raggiunse ma trascuro' il mio uccello ancora a riposo, iniziò un lento massaggio alle cosce..."
La pioggia ha smesso di cadere e un timido raggio di sole si fa strada tra le nuvole.
Ormai siamo quasi arrivati a casa, il panorama malinconico del lago ha lasciato il posto alla monotonia della pianura padana.
Lui mette la freccia e ferma la macchina.
Si mette comodo, slacciandosi la cintura, girando spalle e viso verso di me.
Vuole che io capisca che sarà sincero una volta per tutte, e che non ci saranno repliche.
"Se devo essere onesto, non sono proprio fiero di quel periodo della mia vita.
Mi conosci e se ascolterai il resto potrai capire..."
La radio è ancora sintonizzata sulla stessa stazione (meraviglie della tecnologia Dab) e una giovanissima Patty gorgheggia "Ragazzo triste", mi chiedo se sia stata stregata (la radio, non la Patty)
"Margarethe, fu la prima ma ne seguirono altre.
Di lei mi ricordo, posso descriverti attimo per attimo quel pomeriggio di giugno, perché l'ho rivissuto per settimane.
Delle altre, preferisco non ricordare, sono state solo sesso.
Ma lei...
Un momento ed eravamo al bar con in mano il giornalino di Alan Ford ed io cercavo di descriverle i personaggi del mio fumetto preferito, lei vicina con quel suo lieve profumo raffinato, niente a che vedere con il semplice sentore di saponetta alla lavanda che conoscevo sulla mia "morosa".
Quei pochi secondi, quando la sua mano coperta dalla tovaglia si appoggiò sulla patta dei miei pantaloni, leggera ma ferma.
E lo sguardo fisso di lei, i suoi occhi azzurri piantati nei miei e la sua voce un po' roca che mi dice "Andiamo".
Si alzò e senza voltarsi imbocco' la scala che portava diretta al piccolo balcone della sua camera.
Capii che si aspettava che la raggiungessi, passando con discrezione dall'accesso interno all'albergo.
Mi alzai di scatto a mia volta e corsi al bancone, dove Beppe stava a disposizione degli ospiti.
"Cazzo, Beppe, mi succede una cosa, non so che fare!
La biondona della quattro al primo piano, ehm, mi ha detto che..."
"Va' e scopala, finchè è calda.
Mi ha chiesto di te, hai fatto centro"
Ed allungando una mano sotto il bancone, prese un pacchettino e me lo porse.
Una confezione da sei di Hatu', non potevo fraintendere.
Me li porse e con un gesto della testa, mi sprono' come a dire "Sbrigati, scemo"
Sono onesto, ripensandoci, tutta la magia della situazione era ormai persa.
Lei, il suo sorriso, il profumo, gli sguardi.
Ero una preda, un giocattolo, ma in quel momento le mie gambe sapevano solo di portarmi di corsa al primo piano, nel corridoio dove vidi la porta socchiusa.
Lei mi aspettava sul letto, indossando una sottoveste nera.
Io battei il record della svestizione jeans-maglietta-mutande e scalciate le scarpe, la raggiunsi.
Senza tanti riguardi, mi misi in ginocchio al suo fianco e le avvicinai il cazzo alla bocca.
Lei la aprì, arricciando appena il naso per il mio sicuro odore di maschio non proprio pulito (non mi aveva sfiorato l'idea di passare dal bagno) e lo accolse.
L'emozione di quel momento è ancora con me: piacere di sentirlo dentro di lei, il contatto rapido della sua lingua, io che la guardo dall'alto, dominante, lei sdraiata sotto di me.
Non occorre che ti dica, venni in meno di un minuto, credo, innondandole il viso dal trucco perfetto.
Crollai al suo fianco, in preda ad un'emozione mai provata.
Lei andò in bagno sentii, scorrere l'acqua, poi la vidi tornare e andai anch'io a lavarmi e a pisciare.
Mi guardai un attimo nello specchio e mi lisciai un po' i capelli bagnandoli appena.
Non sapevo che fare, l'avevo delusa, certamente ed avevo deluso me stesso, godendo così in fretta come un adolescente.
Mi feci forza e tornai da lei.
La guardai e vidi che sorrideva, battendo la mano sul letto, invitandomi a sdraiarmi.
Non credevo ai miei occhi, non solo non era arrabbiata ma sembrava rilassata, divertita.
"Grazie" mi disse con quel suo accento rude "ti sono proprio piaciuta.
Riposati e riproviamo."
Mi stesi, convinto di essere morto e di aver raggiunto il paradiso.
Chiusi gli occhi, rilassandomi sotto il tocco leggero della sua mano che giocava con i, pochi, peli del mio petto.
Sentivo ancora il suo profumo e la sua presenza che mi innondavano la testa, il massaggio leggero intorno ai capezzoli e poi le sue labbra sulle mie, delicate, quasi timide.
Poi pian piano la sua mano scese, sempre sfiorandomi appena, raggiunse ma trascuro' il mio uccello ancora a riposo, iniziò un lento massaggio alle cosce allora potenti per l'attività sportiva.
Stavo immobile, prigioniero del piacere che ancora provavo, la testa svuotata ed il corpo che sembrava sdraiato sulle nuvole.
Non so quanto tempo passò, ma ad un tratto sentii di nuovo la sua bocca sul mio cazzo.
Giocava con lui, leccandolo e succhiandolo con delicatezza e pian piano lo sentii crescere nella calda umidità che mi accoglieva.
Poi si staccò e fu la sua mano a solleticarmi con movimenti lenti e sensuali.
Aprii gli occhi la guardai, scoprendo che i suoi erano fissi sul mio viso.
Sorrideva ancora, inginocchiata al mio fianco, aumentando la velocità e la presa su di me.
Allungai una mano ed osai toccarle la fica, scoprendola bagnata e calda.
E bionda, si', con quel pelo leggero ed umido simile a quello che avevo sognato per mesi.
Capii che ero pronto di nuovo e stavolta lo fui per lei.
Mi aiutò col preservativo, facendo diventare anche quel gesto di solito odiato, un momento di gioco eccitante.
Si sdraio' in attesa e me lo guidò dentro, ansimando piano sentendolo.
Non avevo mai provato il piacere di scopare dopo aver già goduto da poco.
Passato l'impeto del desiderio quasi selvaggio, mi scoprii più lento, più padrone di me.
Cercavo di stare sollevato per non pesarle addosso ma soprattutto per guardare il suo viso, finché, era evidente, le davo piacere.
Lei venne, pian piano, fu stupendo vedere il suo orgasmo che cambiava i suoi lineamenti, addolcendoli.
Non avevo mai scopato in quel modo ed ora so che lei mi insegno' il piacere dell'attesa, del dominare un po' l'istinto ma soprattutto di godere nel veder godere.
Nella stanza numero quattro entrò un ragazzo ma uscii un uomo"
Silenzio.
Lo guardo, una lacrima mi scende.
Lo bacio.
"Andiamo, gli dico"
Alla radio, Cocciante ci canta "Margherita"



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