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la donna diversa che è dentro di me cap.2


di shary88
15.05.2023    |    3.121    |    11 9.8
"» La guardo con espressione alquanto basita; il suo è un ragionamento così semplice, pratico e deciso..."
La donna diversa che è dentro di me. Seconda parte.
La suocera complice.

Mi ripulisco la fica con un po’ di carta igienica e, mentre cerco di darmi una sistemata, scopro che anche il reggiseno è inzuppato della sborra di Giulio. Ne sento l’odore e questo mi preoccupa molto, perché ora devono andare a casa di mia suocera a riprendere i miei figli e lei non è una stupida: certe cose non le sfuggono e potrebbe capire. Mi guardo attentamente allo specchio, nella speranza che il mio vestito non si sia macchiato, mentre cerco, con un po’ di carta igienica messa nelle mutandine, di contenere l'ingente quantità di sborra che continua a colarmi. Se, ogni giorno, Rosa faceva un bocchino ad entrambi, è chiaro che, essendo in astinenza da molti giorni, mi hanno irrorato ventre e bocca con un ingente quantità del loro seme. Un po’ malferma sulle gambe prendo il mio giaccone e me ne vado.
Appena fuori, l’aria fresca della sera desta, in qualche modo, i miei sensi e comincio a riflettere su tutta la faccenda. Mentre scendo le scale della metro, sento ancora che mi cola sborra e, dentro di me, si affacciano i primi dubbi. Come faccio? Non posso accettare! Mi trasformeranno in una puttana! Per cosa poi? Per soldi? Ne vale la pena? Cazzo, sì. Ho goduto come una troia nel farmi sbattere da loro due come non mi era mai capitato, nemmeno con mio marito. Già, mio marito! Chissà cosa penserà, quando si renderà conto che, ora, guadagnerei più di lui; questo sicuramente sarà morivo di forte irritazione per lui, che si chiederà il perché e potrebbe anche giungere alla conclusione più reale, immaginando compiutamente ciò che possa aver fatto per ottenere un simile riconoscimento. Salgo nella metro e mi appoggio all'apposito sostegno e, al primo scossone, sento qualcuno, dietro di me, che appoggia il suo cazzo sul mio corpo. Per il passato ho lasciato correre e, qualche volta, ne ho anche goduto un po’, ma oggi no! Oggi, di cazzo, ne ha preso abbastanza! Mi sposto e, poche fermate più avanti, scendo e, prima di raggiungere la casa di mia suocera, mi fermo in un bar, ordino un caffè e vado in bagno. Sono un disastro fra le gambe. Riesco a far la pipì e questo in qualche modo lava un po’ la mia vagina e, sempre utilizzando della carta igienica, riesco ancora a contenere la fuoruscita di sperma. Le calze sono da buttare e le mutandine sono così inzuppate da farmi temere di sedere, perché certamente imbratterebbero il vestito. Mentre mi lavo un po’ la faccia per darmi una sistemata, sento l’odore della sborra provenire dal reggiseno: questo mi terrorizza ancor di più, così, dalla borsa, prendo un piccolo campioncino di profumo e, utilizzandone qualche goccia, cerco di coprire l’odore di maschio, di cui sono ancora ricoperta. Ne utilizzo giusto qualche goccia, perché non è mia abitudine impiegarne molto, cosa che potrebbe a maggior ragione insospettire mia suocera, che è una donna sveglia ed accorta. Poi, con passo deciso, vado a riprendere i miei figli. Entro in casa e subito corro ad abbracciarli: stavano giocando con mio suocero. È magnifico vedere quell'uomo così innamorato di queste due creature. Anna mi viene incontro e cerco di evitare un contatto fisico, perché sento sempre l'odore dello sperma affiorare dal mio reggiseno. Lei mi dice che devo restare a pranzo con loro, poiché Paolo è impegnato tutto il giorno. Accetto, ma prima devo recarmi in bagno. Quando abbasso le mutandine scopro che sono inzuppate da schifo e cerco, in qualche modo, di mascherare tutto quel bagnato che ancora mi cola dalla fica. Temo sempre che, nel sedermi, possa imbrattare il vestito. Rimedio in qualche modo e mi guardo allo specchio; non smetto di rimproverarmi per il mio comportamento: "Sharon, sei una puttana! Hai ceduto al desiderio di farti scopare, ma così non va bene. Non puoi accettare quello che ti hanno proposto. Come giustificherai il tuo comportamento, la flessibilità dell’orario, e, non ultimo, il tuo abbigliamento che a tuo marito sembrerà da zoccola? È troppo geloso per accettare una condizione simile e poi? Con i tuoi suoceri, come la metti? Che gli racconti? No, lascia perdere tutto! Come posso permettermi di chiedere a queste persone ulteriori sacrifici, mentre io andrei in giro per cazzi miei? No, non è possibile! Non posso diventar una puttana. La serenità dei miei figli è troppo preziosa e, soprattutto, rischierei di esser scoperta da mio marito che, geloso com'è, potrebbe metter in discussione la nastra unione. No, non posso rischiare tutto questo! Non voglio che accada tutto questo! Non devo accettare! Esco dal bagno e mi reco in cucina, dove Anna sta finendo di apparecchiare. Mi guarda e nota il mio viso preoccupato: si avvicina e mi guarda dritto negli occhi:
«Sharon, hai l’aria stanca; cosa ti preoccupa?»
La guardo e mi rendo conto che devo misurar bene le parole, altrimenti potrei complicarmi ulteriormente la vita. Abbasso lo sguardo e rispondo dicendo semplicemente che il lavoro mi sta impegnando un po' troppo. Lei naturalmente non ci crede, mi abbraccia, si avvicina a me, ho paura che avverta l'odore di maschio che porto ancora addosso e noto le sue narici che sicuramente hanno percepito questo dettaglio. Abbasso gli occhi e resto in silenzio, mentre la sua voce è calma e decisa:
«Sharon, sono molto fiera di te, del fatto che ti stai realizzando; il lavoro che stai facendo è qualcosa di importante per cui, se posso esserti utile, in qualche modo, vorrei che tu condividessi con me le tue preoccupazioni.»
Alzo gli occhi, la guardo e mi rendo conto che non posso cavarmela senza una esauriente spiegazione.
«Come ti ho già detto, il mio ufficio è diretto da due maschi, che lo hanno fondato, e da una donna, Rosa, moglie di uno dei soci. Purtroppo lei deve assolutamente smetter di lavorare e per questo mi hanno offerto il suo posto e, se riuscirò a dimostrare, da qui alla fine dell'anno, di esserne all'altezza, mi hanno proposto che, dal primo gennaio, diventerei socia al 10% e questo sarebbe di sicuro un cambiamento assai importante dal punto di vista economico, oltre che di natura satisfattiva.»
Lei mi guarda, sorride e mi abbraccia, mentre io tremo nel sentirmi stretta a lei. La sua voce è veramente compiaciuta.
«Ragazza mia, ma tutto questo è magnifico! Finalmente un passo in avanti molto importante che consentirà un miglior tenore di vita per le maggiori entrate, ma anche un vivere in maniera più serena. Proprio non capisco cosa ti preoccupa! C’è forse un rovescio della medaglia che ancora non mi hai
detto?»
La guardo e mi rendo conto che, come ho sempre pensato, Anna è una donna veramente speciale, intelligente, molto pragmatica, capace di intuire lo stato d'animo delle persone e, soprattutto, leggere dentro di loro.
«Sì, Anna, hai ragione: c'è un rovescio della medaglia. Il fatto di aver maggiori responsabilità ed una quota nella società, comporta cambiamenti di orario, soprattutto la mattina: dovrai esser lì una mezz'ora prima, alle 7:30, per preparare l'ufficio per quando arriva la clientela. Poi, a sera, qualche volta dovrei trattenermi un po' oltre l'orario e, soprattutto il venerdì, quando i soci si riuniscono a cena per fare il punto della situazione sul lavoro svolto, durante la settimana e programmare interventi futuri. Capisci che tutto questo comporta qualcosa di troppo oneroso che temo di non saper gestire. Non me la sento di chiedere a voi un ulteriore impegno e, soprattutto, son sicura che Paolo non accetterebbe che io, la sera, uscissi a cena con altre persone.»
Lei mi guarda, i suoi occhi brillano, sono un misto fra orgoglio e fierezza.
«Ragazza mia, non ti devi far nessuno scrupolo con noi, perché, come ti abbiamo già detto, aver con noi i nipoti non è un lavoro, ma una gioia immensa. Guarda tuo suocero: da quando ci sono queste due creature, la sua vita è come ricominciata, è ancor più bella di prima ed io sono orgogliosa dei miei nipoti e del fatto che ho una nuora in gamba, capace di farsi valere nel mondo del lavoro. Ora, se questo dovesse comportare un maggior impegno a dover badare ai tuoi figli, per noi non ci sono problemi: la camera dove dormiva tuo marito è libera e il letto è sufficientemente grande per farli dormire qui, se qualche volta se ne presentasse la necessità.
A volte la vita ti sbatte in faccia scelte difficili da rinunciare e tu, in questo momento, devi imbarcarti su questo treno, non puoi perderlo. I tuoi figli cresceranno e andranno per il mondo, ma tu non potrai nutrire il rimpianto di non aver colto questa grande opportunità. Non far lo stesso errore che feci io a suo tempo, per poi pentirmene amaramente. No, tu devi accettare questa offerta e, se dovesse comportare un maggior aggravio sotto ogni punto di vista, non importa, perché devi riuscire in quello cui aspiri, anche se, qualche volta, ti troverai a dover aprire le cosce per aver qualcosa di più da qualche maschio; non esitare, perché, dopo, ti basterà far una semplice doccia e tutto ritornerà come prima.»
La guardo sbigottita, non eravamo mai entrati in questi argomenti così intimi e sono davvero stupita dalle sue parole. Mentre lei mi guarda, mi rendo conto che questa donna è veramente speciale: continua a parlare con calma e molta determinazione.
«Sarà un cambiamento notevole, cui dovrai adeguarti e ci adegueremo anche noi, sta' tranquilla! Inoltre, non puoi più andare in giro con la metro, soprattutto se la sera ti devi recare ad una cena e sei vestita in maniera elegante o, magari, anche un po’ conturbante. Nel garage, ci son due auto: la mia e quella di tuo suocero. Io, della mia, posso benissimo far a meno, perché lui vuole sempre che guidi la sua, quindi, da oggi, puoi usare tu l'altra e, non guardarmi così sorpresa: ti è assolutamente indispensabile, tanto più che non la uso! Inoltre, se dovrai presentarti ad una cena e dovrai vestirti in maniera un po' più osé, son sicura che anche il tuo guardaroba andrebbe rinnovato. Pertanto oggi, appena finito di pranzare, andremo assieme a far spese, passeremo dalla città mercato, dove sicuramente troveremo qualcosa di carino da acquistare. Sharon, devi affrontare una scelta importante e, di conseguenza, devi fare un cambiamento importante; voglio che tu abbia tutte le carte in regola, perché ti possa realizzare al meglio.»
La guardo con espressione alquanto basita; il suo è un ragionamento così semplice, pratico e deciso. Son sempre stata convinta che in questa casa fosse lei a portare i pantaloni ed ora ne sono assolutamente certa. Consumiamo velocemente il pranzo, poi lei si cambia per uscire, mentre io le chiedo di passare un attimo da casa per far la stessa cosa. Quando è pronta la guardo e noto con quanta raffinatezza si è vestita. Indossa una gonna elegante con uno spacco laterale che le arriva al ginocchio, una camicetta bianca, da cui traspare un reggiseno di pizzo bianco che le modella lo splendido seno che si ritrova.
Le gambe sono fasciate da calze velate, ma, soprattutto, calza delle scarpe con tacco 12, che la fanno sembrare molto più elegante e seducente e, nello stesso tempo, come dice lei, mi fanno crescere quel tanto che basta per non sentirmi troppo bassa! Passiamo da casa mia; io mi spoglio e faccio una doccia rapida e, quando esco dal bagno, lei è seduta sul mio letto e tiene fra le mani il mio reggiseno e le mutandine ancora inzuppate. Mentre guarda i collant strappati, si alza e viene verso di me; mi guarda con un sorriso un po' sornione:
«Chi dei due, ti ha dato una promozione?»
Mi chiede mostrandomi gli indumenti inzuppati di sperma. La guardo ed abbasso gli occhi senza rispondere. lei mi abbraccia, mi solleva il mento e mi guarda dritto negli occhi. Il mio non rispondere è stata la conferma che si aspettava.
«Sharon, te li sei fatti tutti e due? Accidenti, hai proprio fatto bene. Dai, dimmi, almeno è stata una bella esperienza? Ne è valsa veramente la pena?»
La guardo dritta negli occhi e non posso far a meno di annuire, aggiungendo che è stato davvero qualcosa di molto bello, ma ora provo sensi di colpa nei confronti di mio marito. Lei sorride e scuote il capo, mentre la sua voce risuona nel silenzio della stanza.
«Lascia perdere, non ti angustiare per questo. Tuo marito sicuramente capirebbe, se mai lo dovesse scoprire. Per ora taci e va' avanti. Alla fine si troverà a camminare con le stesse scarpe di suo padre! Stai tranquilla e non farti scrupoli di esserti fatta una bella scopata. Vedrai che, con il tempo, anche lui, come tuo suocero, accetterà l'idea che un altro maschio ti possa far godere e, ti assicuro, sto parlando per esperienza vissuta.»
Lei mi guarda, mentre cerco di capire che cosa mi sta dicendo, poi si gira verso la finestra e, con voce malinconica, mi racconta una cosa del suo passato di cui non ero a conoscenza.
«Come ti ho detto, certe opportunità nella vita capitano una volta sola ed io, in passato, non ho avuto il coraggio di andar fino in fondo. È per questo che voglio che tu ti realizzi e che viva la tua vita da donna libera, con la consapevolezza che sei una madre, ma, nello stesso tempo, hai diritto di esser te stessa. Tu sai che ero la direttrice dell’ufficio postale situato molto vicino alla sede centrale. Era un incarico di prestigio che ricoprivo con molta attenzione e bravura. L'anno dopo, ebbero a cambiare il direttore del personale e, al suo posto, arrivò Augusto, un dirigente molto carismatico, bello, alto, spalle larghe, insomma un vero maschio Alfa. Fin da subito, decise di creare un gruppo ristretto per poter ottimizzare le risorse umane, così che, ogni ufficio postale, avesse l'adeguato numero di personale a disposizione. Di quel piccolo gruppo, molto esclusivo, facevamo parte io, due uomini e un'altra donna, che fungeva da segretaria. Ero affascinata da Augusto: anche gli altri due erano due bei maschi, ma lui era in qualche modo l'elemento dominante. Fin da subito, a trovarmi davanti a lui mi faceva bagnare le mutandine e, dopo una settimana, son diventata la sua amante. Era sconvolgente quando mi scopava. Aveva la più bella dotazione che avessi mai visto in vita mia. Era lungo, duro, grosso e molto resistente. Quando mi entrava dentro, mi sentivo letteralmente sfondare, ma era una sensazione bellissima. Angelo, tuo suocero, si è accorto quasi subito che mi facevo scopare da lui. Mi sarei aspettata tuoni e fulmini, invece lui, con fare pacato, ha accettato di buon grado che io mi facessi sbattere da un altro. Addirittura, dopo le prime volte, poiché prendevo già la pillola, gli ho chiesto di non usare più il preservativo e di scoparmi a pelle, inondando il mio ventre con tutto il suo seme. Era qualcosa di sconvolgente sentirsi riempire da quel maschio così forte e possente e, vedendo come sono ridotte le tue mutandine, posso solo immaginare quanto piacere devi aver provato nel sentirti irrorare la vagina da tutto quel seme. Dopo qualche mese che ero la sua amante, una sera, una volta tornata casa, dopo aver goduto con lui che mi era venuto dentro due volte, Angelo si è accorto che ero completamente inzuppata del suo piacere e, dopo un attimo di stupore, mi ha fatto notare quanto la cosa lo eccitava. Non so cosa mi abbia preso in quel momento, ma quando lui mi ha accarezzato ed ha infilato le dita nella mia vagina, completamente piena del piacere dell’altro maschio, ho avvertito uno strano brivido di piacere e, soprattutto, son rimasta stupita dal fatto che, dopo tanto tempo, a mio marito era venuta voglia di scoparmi. Mi è salito sopra ed il suo cazzo era durissimo; mi ha penetrato facendomi godere ancora una volta, per infine riversare, dentro di me, anche il suo piacere. Da quel momento, lui ha accettato le "corna" come un fatto assolutamente normale e, una sera, Augusto è venuto a cena da noi e, dopo cena, noi due ci siamo messi a scopare tranquillamente sotto gli occhi di Angelo, che ci guardava con un'espressione di gelosia mista a piacere. Quando è venuto dentro di me, Angelo si è avvicinato e mi ha chiesto di potermi scopare a sua volta, ma il mio amante lo ha guardato e gli ha detto che doveva prima ripulire la sua sborra. Ero lì sdraiata sul letto a cosce aperte, con la fica gonfia e tumefatta, per esser stata scopata per un tempo lunghissimo e sentivo colar fuori la sborra di quel maschio così autorevole da trattare, dominandolo, anche mio marito, che era incerto sul da farsi. Angelo si è avvicinato, aveva il cazzo in mano durissimo, ma Augusto lo ha fatto inginocchiare fra le mie cosce e con una mano poggiata sul suo capo, lo ha spinto contro la mia fica, affinché la leccasse così com'era intrisa dei suoi umori. Fu una sensazione incredibilmente bella e ben presto ebbi modo di raggiungere un nuovo orgasmo e, solo allora, Augusto diede il permesso a mio marito di potermi scopare. Per due anni, sono stata la sua amante e, quando lui fu trasferito in un’altra regione per un nuovo incarico, ancora più prestigioso, mi chiese di andare con lui. Era un cambiamento notevole. Avrebbe comportato due cose: un importante avanzamento nella mia carriera, e un cambiamento totale della mia vita. Avevamo Paolo piccolo e questo poteva significare che, dal lunedì al venerdì, sarei stata lontana, per tornare a casa solo nel weekend. Non me la son sentita di accettare. Augusto non ha battuto ciglio, lasciandomi libera di scegliere e, da quel momento, la mia vita si è concentrata solo sulla mia famiglia. Purtroppo però, più in là mi son accorta che mio figlio era cresciuto e se n’era andato, ed io ero rimasta quella che ero: una semplice direttrice di un qualunque ufficio postale. Per questo voglio che tu accetti, che ti realizzi a qualunque costo. Se quel fesso di mio figlio, dovesse metterti i bastoni fra le ruote, dovrà fare i conti con me: tieni bene a mente che, io e tuo suocero, saremo sempre dalla tua parte. Se poi dovessi litigare con lui, potrai sempre venir a vivere in casa nostra, dove tu ed i ragazzi sarete sempre ben accetti. Ricordati: in qualunque situazione io e mio marito saremo sempre dalla tua parte. Adesso andiamo, perché voglio andare a fare un po’ di shopping, insieme a te.»
Usciamo e ci rechiamo alla città mercato e, mentre camminiamo per i negozi, mi rendo conto che anche lei suscita interesse in diversi maschi e noto anche che di questo ne è molto compiaciuta. Dietro suo consiglio, acquisto dei completini sexy, delle gonne molto eleganti e alcune paia di scarpe dal tacco alto, che slanciano il mio corpo e mi fanno inarcare il mio splendido culetto.


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