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Scopata non pianificata


di MaraTravCa
10.04.2013    |    10.613    |    1 8.1
"Esco dal bagno e mi riempie di complimenti: “Che gran figa” si avvicina per prendermi..."
Questa storia è frutto della fantasia ma ispirata ad un fatto realmente accaduto.
Mi trovato in bus che collega l'aeroporto alla città di Cagliari. Assolutamente non en femme, visibilmente distrutto da ore di volo. Prendo posto in bus e di fronte a me si siede un quarantenne brizzolato, fisico secco. Non riesco a smettere di squadrarlo e lui si accorge e ricambia insistentemente. Un sorrisetto malizioso e io subito desisto e guardo altrove ma percepisco di essere osservato. Chiaramente ogni tanto dirigo lo sguardo curioso verso il bel sconosciuto e lui ricambia. Sono stanco e non ho nessuna intenzione di approcciare uno visto che sono molto discreto. Arriviamo alla stazione centrale, ancora uno sguardo e scendo dal bus. Vedo che sta fermo di fronte al tabellone un po' disorientato e, sfacciatamente, decido di scambiare due parole di cortesia.
“Ciao, ti sei perso?” Gli dico gentilmente. Lui risponde sorridente: “Beh non vengo spesso in questa città e non conosco gli orari dei bus e le linee.” “Ti posso aiutare se vuoi dove devi andare?” Dico.
“Vado all'hotel mediterraneo”. “Ok allora dovresti prendere il PQ e scendere alla 4 fermata” Rispondo. “Molto gentile posso offrirti un caffè?” Mi chiede. “Prendo una birra”, rispondo sorridente, “Ok!”. Ci avviciniamo al bancone e ordina birra e caffè. Sorseggio la birra e lo osservo attentamente mentre si allontana per andare al bagno. Mi faccio in testa un film porno. Appena torna dal bagno mi dice a bruciapelo: “Ho notato che mi guardavi nel bus”. “Cosa?”, Faccio io fingendomi sorpreso e con un ridolino da deficiente. “Eh eh ti ho visto non negare”, mi fa. “Ok guardavo perché tu mi guardavi!” Dico. “Ah si? Beh che vogliamo fare? Giochiamo a chi guardava prima. Ti ho notato anche io non ti intimidire”. Sorride, sorseggia il caffè e senza guardarmi neppure mi accarezza la gamba. Ok...sono già a novanta nella mia testa, il cazzo mi viene duro, mi surriscaldo e prurito ovunque. Capisco che ci sa fare e lo lascio fare. Mi scopro completamente perché in pratica mi ha già messo in scacco. “Beh si e allora che vogliamo fare?”. “Io sono qui stasera e non ho impegni vogliamo approfondire la conoscenza?” Mi dice. Riesco solo ad emettere un gemito, la salivazione va in tilt. “Si ma voglio farti una sorpresa”. Pensavo già a cosa indossare. Scrivo il mio numero e mi da il suo.
Torno a casa, doccia e alle 8 sono sotto l'hotel con beauty, perizoma e tutto l'occorrente per trasformarmi in Mara. Vado alla reception e mi avvicino alla sua stanza. Salivazione ancora instabile, palpitazioni e forte emozione. Eccitata. Mi accoglie alla porta a torso nudo. Un adone. Mi mette la lingua in bocca che quasi soffoco e mi carezza la schiena. Tocco ovunque e sono tutta un torpore ma trovo l'attimo per staccarmi e lui spiazzato mi fa: “Beh? Che succede?”. “Dammi un attimo”, e fuggo in bagno con l'occorrente per trasformarmi, esteriormente, nella troia che sono.
Cerone, matita sugli occhi, ombretto, rossetto, calze a rete, intimo nero e parrucca rossa. Eccomi: Mara.
Esco dal bagno e mi riempie di complimenti: “Che gran figa” si avvicina per prendermi. Io oramai non tremo più e la salivazione è ok. Sono diventata la gran troia che sono e sento le sue mani ovunque e la sua lingua dentro. Mi tocca davanti. Prende lui l'iniziativa. Si fa largo tra i merletti neri e mi carezza i capezzoli, bacia. Io sospiro. Infila la mano nelle mutandine ed estrae il mio cazzetto iniziando a segarlo. Lo lecca e inizia a spompinarmi. Sono in estasi e succhia da dio. Mi lascia duro e riprende a baciarmi il collo. Slaccio i suoi pantaloni e lo sego. Chiudo gli occhi e mi faccio guidare dall'odore di cazzo verso la cappella con le labbra rosse. Inizio a pompare. Lui gode e mi tiene la testa. Su e giù per cinque minuti prima. Lui inizia ad esplorarmi dietro. Mi infila un dito in bocca e mi dice: “Lecca cagna”. Obbedisco senza fiatare e gli insalivo il dito che so già dove andra. “Girati!” mi intima in maniera autoritaria. Io sono la sua cagna e obbedisco. Sto alla pecorina. E sento il suo dito che si fa spazio tra la carne. Prima uno, poi due. “Sei stretta” mi dice. Toglie le dita, allarga le chiappe e mi sputa il buchino. E' rude e io sono la sua cagna. Si infila il preservativo, mi infila in bocca il cazzo: “Sputa!” Io sputo sulla sua cappella. E poi sento che preme su di me. Dolore, piacere e gemiti. Continuò per 20 minuti. Prese le mia gambe sulle spalle e continuò alternando schiaffetti e gemiti.
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