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La mia Domina Sessantenne mi convoca


di licklick69
11.03.2021    |    8.665    |    5 8.5
"” La mia mano sollevando per il tallone un piede cominciò a correre lungo la suola, andava e veniva con lunghi movimenti e continuai così finché tutta la..."

Stavo andando alla convocazione della mia Mistress, per strada stavo pensando che ero ben fortunato ad aver trovato una Mistress come lei, mi eccitava da morire soltanto il suo sguardo me lo faceva diventare duro e agognavo di servirla in tutti i suoi desideri.
Ed oggi mi aveva preannunciato che avrebbe avuto ospiti un master e la sua schiava.
Suonai il campanello e percorsi il vialetto fino alla porta d’ingresso che spinsi chiedendo “permesso?”
Da lontano sentii la mia padrona dirmi di entrare. Percorsi il breve corridoio ed entrai nel salone
La mia signora stava lavorando al computer; non so esattamente di cosa si occupasse, ma avevo intuito che si trattasse di finanza. Era di spalle ma potei notare la lunga gonna nera con un profondo spacco, i capelli raccolti in una coda di cavallo e le gambe inguainate in calze di nylon nero. Senza degnarmi di uno sguardo disse:
Il mio amico Master oggi non può venire (siete curiosi di quanto avverrà con lui? spogliati e vieni qui di fianco a me in ginocchio”
Così feci e attesi altri ordini dalla mia Signora
Prese il telefono e chiamò un numero, la conversazione mi confermò che si trattava di finanza, dava ordini di vendere azioni e di comprarne altre, si informava sui fatturati di alcune aziende e prendeva appunti su un block notes con la copertina di pelle.
Ad un certo punto chiuse il suo block notes prese un giornale e facendo ruotare la sua sedia da ufficio mi ordinò di cominciare con il leccagli le scarpe: “ Mi raccomando pulisci bene la suola e i tacchi.”
La mia mano sollevando per il tallone un piede cominciò a correre lungo la suola, andava e veniva con lunghi movimenti e continuai così finché tutta la suola no fosse pulita ed umida della mia saliva.
Mi dedicai quindi alla scarpa cominciando dalla punta e facendola correre dapprima lungo un fianco fino a raggiungere il tacco che infilai nella mia bocca succhiandolo e dedicandomi in modo particolare al sopratacco, cioè la parte terminale in gomma per poi tornare alla punta e ripetere l’operazione dall’altra parte.
La mia signora sollevò il giornale e facendo ruotare il piede osservò il mio lavoro.
“Bene, ora l’altra” Mi disse e abbassando il giornale continuò la sua lettura.
Finito il lavoro sull’altra scarpa mi ordinò:
“Ora toglimi le scarpe ed occupati dei miei piedi.” E accavallando le gambe mi offrì il piede
Comincia il lavoro su quel piede inguainato nel nylon, leccandone e baciandone ogni centimetro, e succhiando l’intero gruppo di dita infilato nella mia bocca.
L’aroma del cuoio umido di sudore mi eccitò, avevo il cazzo dritto e duro.
La mia Padrona mi porse l’altro piede cambiando di posizione alle gambe ed io ripetei l’operazione su quell’altro piede.
Chiudendo il giornale e gettandolo di lato si alzò in piedi e facendo scendere la cerniera laterale della gonna se ne liberò tornandosi a sedere.
“Ora occupati della mia figa!”
Ed io mi precipitai tra le sue gambe a leccare il triangolino di rinforzo dei collant.
“Lecca e succhia, succhia bene, non vorrai perderti il sapore dei miei divini umori!” E tenendomi la testa con le due mani me la faceva sfregare sui suoi collant.
Andai avanti così per un’infinità di tempo, la lingua mi doleva per il continuo sfrigolio sul nylon.
La mia signora a quel punto mi allontanò e aprendo un cassetto della scrivania ne tirò fuori un strapon che indossatolo me lo mise davanti alla bocca.
“ Succhia bene che dopo te lo ficcherò nel culo, no anzi, sarai tu stesso ad incularti”
Dopo avermelo spinto ben in profondità nella mia bocca causandomi anche conati di vomito e tanta salivazione mi ordino di sedermi su di esso e di incularmi.
Reggendomi ai braccioli della poltrona di schiena alla mia signora mi feci penetrare quello strapon nel culo.
“Adesso muoviti, vai su e giù, voglio vedertelo entrare ed uscire” e forzandomi dalle spalle mi spingeva per farmelo penetrare fino alla base.
Inutile dire che il mio cazzo si reggeva dritto e duro e la mia signora ogni tanto me lo schiaffeggiava facendolo sobbalzare.
Mi disse poi di mettermi per terra con il culo ben in aria e venendomi dietro cominciò a stantuffare il mio culo con quello strapon. Mi tirava i capelli facendomi alzare le testa e mi gridava:
“Troia godi!”
Dopo un buon dieci minuti di questo trattamento si alzò in piedi e tolto lo strapon si risedette sulla poltrona e mi ordinò di toglierle i collant e gli slip.
“Ora segati e sborrami sulla figa”
Non mi ci volle molto a emettere una lunga serie di getti di sborra che andarono sulla figa sulla pancia e all’interno delle cosce della mia Signora.

“Ora lecca tutto, puliscimi per bene dalle tue schifezze”
Mi misi all’opera e con perfetta dedizione andai a leccare tutte le gocce del mio sperma e quando stavo dedicandomi alla figa lei mi prese la testa tra le mani e me la schiacciò sulla sua figa muovendola a destra e sinistra tenendomela pressata su di essa.
Il fiotto che mi investì mi andò direttamente in gola, era il premio della mia dedizione.
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