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Gay & Bisex

06. Luca – Sì, sono una troia!!!


di vogliagay
01.10.2015    |    20.273    |    6 9.6
"Uno dopo l'altro si alternarono nel mio buco, unendo il loro cazzo a quello di Beppe..."
Arrivai a casa dopo un quarto d'ora buono, il culo mi faceva davvero male. Se ne accorse anche Saverio: "Si può sapere dove cazzo sei stato? Senza neanche avvisare! E come cazzo cammini? Che hai fatto?".
Il suo modo di parlare era sempre quello, di certo non finissimo. Però notai subito una cosa, che mi fece molto piacere. Quella frase, "senza neanche avvisare", tradiva una certa preoccupazione da parte sua.
"Lascia perdere", dissi. "Faccio una fatica a camminare!".
"Fammi vedere!", mi ordinò. Nel frattempo si avvicinò anche Beppe. Io ero imbarazzato. "Ma no ragazzi, non è il caso…", tentai di dire.
"Ti ho detto di farmi vedere!", ribadì. Mi spinse sul divano a quattro zampe e con un unico gesto abbassò pantaloni e mutande. Allargò le chiappe ed esclamò: "Oh porca puttana! Ma che minchia hai fatto??? Qui ti ha sfondato un palo della luce! Hai il culo distrutto!", esclamò. "Che è successo? Me lo vuoi dire?".
In realtà non era una domanda, era un ordine. Così cominciai, ma ero davvero in imbarazzo. Quindi sintetizzai al massimo.
"Ero in palestra da solo con un tipo che mi fa impazzire, a cui ho sempre fissato il pisello. Lui se n'è accorto e mi ha proposto di andare a casa sua. Poi però ci hanno raggiunti due suoi amici e mi hanno inculato tutti e tre…". Abbassai lo sguardo. "… anche due insieme…"
"Cosa???", disse incredulo Saverio. "Ti sei fatto inculare da due cazzi insieme? Ma sei proprio una vacca!!!".
"Hai visto Saverio? Noi ci siamo sempre fatti problemi su 'sta cosa, e la troia va a farsi spaccare il culo da altri!", intervenne Beppe. Tirò fuori dai pantaloni il suo uccello duro e lo agitò in aria.
"No, vi prego!", esclamai con le lacrime agli occhi. "Non ce la faccio, mi fa troppo male! Per qualche giorno non credo di farcela…", dissi rassegnato.
"Ma vaffanculo Luca!", urlò Saverio. "Tu vai a fare la troia per i cazzi tuoi e poi noi dobbiamo rimanere a cazzo asciutto!".
"Per questa volta ti veniamo incontro. Finché il tuo buco non guarisce non ti scopiamo. Ma dovesse capitare un'altra volta, ce ne sbattiamo altamente!", riprese Beppe, sempre col cazzo in mano.
Si avvicinò. "Intanto apri la bocca, quella non ti fa male…".
Obbedii e il suo cazzo mi trafisse arrivando in gola. Prese a scoparmi la bocca rabbiosamente. Era chiaro che si stava accontentando, avrebbe voluto altro. Facevo fatica a respirare, tentavo di allontanarlo per poter respirare più agevolmente, ma senza successo. Cominciai a fare versi strani e a perdere dalla bocca litri di saliva che finirono sul pavimento. Dopo un paio di minuti ansimò più forte, stava per venire. Continuò come stava facendo, a un tratto sentii un fiume di sborra direttamente in bocca e in gola. Si svuotò completamente. Estrasse il suo cazzo, si levò ma c'era già pronto Saverio con la sua mazza. Subii lo stesso trattamento da parte sua, con annessa sborrata direttamente in gola. Sfogata la rabbia, divennero più docili e si offrirono di prendersi cura del mio culo. Presero una pomata che avevamo in casa e me la spalmarono. Il contatto dava davvero fastidio.
L'indomani m'ingegnai e misi uno spesso strato di carta igienica tra il buco e le mutande, in modo da ridurre al minimo lo sfregamento e il fastidio. Dovevo andare al lavoro al pub e non potevo dare buca.
Nei giorni seguenti Beppe e Saverio continuarono a prendersi cura del mio buchetto, che piano piano andava migliorando, ma in cambio pretendevano pompini a raffica. Due a testa al giorno erano sicuri. E ogni volta ci davano dentro di brutto e si scaricavano direttamente in gola. Saverio poi andava oltre: "Non appena il tuo culo sarà di nuovo pronto ad essere sfondato, vedrai che cosa ti faremo. Così magari ti passa la voglia di andare a fare la troia in giro!". Sembrava una minaccia, ero un po' preoccupato ma anche eccitato, devo essere sincero. Stavo cominciando a prendere coscienza della mia natura.
Arrivò il martedì e non appena rientrai a casa Saverio mi disse di mettermi a pecora per la consueta passata di pomata. Prima però ci passò la sua lingua. Un brivido di piacere mi percorse, ma mi imposi di non farlo trasparire. Prese a spalmare la pomata ma ci stette più del solito, continuando a massaggiarmi il buchetto. Il piacere cominciava ad essere troppo intenso e non resistetti. Mi sfuggì un gemito e il cazzo cominciò a intostarsi. "Direi che sei guarito!", esclamò Saverio, ed entrò con un dito. Emisi un gemito più forte e un sospiro. "Sì, sì, direi proprio di sì!".
Mi aspettavo che tirasse fuori il cazzo e me lo mettesse dentro, vista l'astinenza accumulata. E invece nulla, mi tirò su i boxer e mi diede una pacca sul sedere. Ero stranito. E deluso, se devo dirla tutta. Abituato a prendere cazzi tutti i giorni, ne sentivo davvero la mancanza dopo quasi una settimana.
Una volta rientrato Beppe cenammo (come al solito cucinai io), sistemammo la cucina e ci mettemmo sul divano. I ragazzi non fecero niente di che, visto che come ogni martedì dovevano venire i loro amici. Era una consuetudine che già avevano prima che arrivassi io. Si trovavano il martedì sera e dicevano minchiate. Giocavano alla Play Station come gli adolescenti, bevevano di brutto tanto da diventare decisamente brilli e di tanto in tanto guardavano qualche porno, massaggiandosi le mazze (interessanti) dai pantaloni.
Mi integrai perfettamente con loro, ormai ero uno del gruppo e devo dire che qualcuno era proprio carino… Tra questi c'era anche Luigi, il mio collega dell'università a cui avevo fatto qualche pompino nei bagni e che mi aveva indirizzato a Saverio. Era nel gruppo in quanto suo fratello, Francesco, era amico di Saverio.
Quel martedì ci stravaccammo tutti sui divani come sempre. Cominciammo a chiacchierare, a ridere e scherzare. Poi passammo a giocare alla Play. Infine, dopo un giro di alcool, Saverio andò a prendere qualche DVD porno. Non si sprecarono i commenti offensivi nei confronti delle varie donne che si davano da fare su cazzi asinini e i massaggi alla zona inguinale, sui pacchi belli gonfi. A un tratto mi alzai e andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Ero girato verso il mobile della cucina e non mi accorsi dell'arrivo di Saverio alle mie spalle. Sentii solo che i miei pantaloncini e i boxer venivano abbassati e che la sua cappella dura premeva per entrare nel mio culo.
"Ma che cazzo fai!!!", urlai "a bassa voce", per non farmi sentire in soggiorno. "Di là ci sono tutti i vostri amici!".
"E allora, qual è il problema? Te l'avevo detto che l'avresti pagata e ora è arrivato il momento!", esclamò Saverio.
"No ti prego Saverio! Non puoi sputtanarmi così!", cercai di protestare.
"Macché sputtanarti! Se proprio dobbiamo dirla tutta, sei tu che ti sei già spompinato decine di tuoi colleghi di corso in università, compreso Luigi! Mi sorprendo di come la cosa non sia ancora giunta all'orecchio degli altri! Per cui poche storie, fai ciò che ti dico! Abbiamo un certo accordo, mi pare…", mi ricordò. "Ora girati, abbassati e comincia a spompinarmi", ordinò.
Rassegnato, feci quel che Saverio mi aveva ordinato. Imboccai la sua asta già enorme e dritta. Contrariamente a quanto aveva fatto nei giorni precedenti, ora era molto calmo. Entrava lentamente e si godeva il mio lavoretto in tutta tranquillità. Dopo un paio di minuti capii il perché: estrasse il cazzo dalla mia bocca, mi fece alzare e aprì le chiappe, poi puntò il buco con la sua lingua. Mi stava preparando. Cominciai a mugolare sommessamente. A un tratto sputò abbondantemente sul mio buco, riempì di saliva il suo bastone e avvicinò la cappella. Entrò non violentemente, ma comunque deciso. Un gemito uscì dalla mia bocca, ma cercai di trattenermi, anche quando prese a scoparmi a un ritmo più sostenuto. Non volevo farmi sentire dagli altri. Ma fu inutile, perché a un tratto sentii Francesco dal soggiorno domandare: "Ma dove cazzo sono Luca e Saverio???". Ero in preda al panico! Cercai di staccarmi da Saverio, ma lui "sadicamente" mi tenne ben attaccato a lui. Dopo qualche secondo vidi apparire Francesco sull'uscio della cucina. Rimase interdetto. Certo non si aspettava quello che stava davanti ai suoi occhi. Io nudo dalla vita in giù, col pisello barzotto che mi sballottolava in ogni direzione in seguito ai colpi che ricevevo in culo e la faccia completamente stravolta dal piacere; dietro di me Saverio che mi pistonava senza tregua.
"Oh cazzo! E chi si sarebbe aspettato 'sta cosa?", domandò.
"Uh Francy, hai visto? Al nostro bel coinquilino piace il cazzo! Io e Beppe ce lo sbattiamo tutti i giorni!", iniziò Saverio.
"Porca puttana, che storia!", commentò Francesco. Il bozzo sul davanti stava per esplodere e lui continuava a massaggiarselo.
Saverio se ne accorse. "Perché non ti fai succhiare il cazzo? Alla troietta farà molto piacere, vero?", mi chiese.
Ero rosso dalla vergogna. Ormai ero sputtanato. Con tutti. "Sì", sussurrai.
"Francy, vieni pure! Fa tanto la santerellina ma ha detto di sì!", aggiunse Saverio.
Francesco si avvicinò, in un attimo tirò giù pantaloni e mutande e mi mostrò il suo cazzo. Un gran bell'uccello, lungo una ventina di centimetri, grosso, con la particolarità di essere curvato verso il basso. Mi hanno sempre affascinato i cazzi così. Aprii la bocca e Francy entrò in me. Mi diedi subito da fare, l'eccitazione cominciava a farsi sentire. Francy sospirò di piacere e cominciò a muoversi nella mia bocca, mentre Saverio non mi risparmiava colpi sempre più forti.
Dopo un paio di minuti disse: "Andiamo di là!". Era il momento, ormai non potevo fare più nulla, lo sputtanamento totale era inevitabile. Appena entrammo in soggiorno tutti rimasero immobili e in silenzio, vedendoci nudi con i cazzi duri e penzolanti. Saverio risolse la situazione. "Ragazzi, stasera ci si diverte davvero! Il nostro Luca ci farà divertire!", esclamò entusiasta. Seguirono fischi e urla di giubilo.
"Inginocchiati sul divano, con la testa oltre la spalliera", mi disse Saverio, che scomparve. Ritornò subito dopo e vide che tutti si stavano spogliando. Mi si avvicinò e mi fece vedere quello che aveva in mano. Era un tubetto di lubrificante per penetrazioni anali. "Sono passato al sex shop stamattina e l'ho comprato. Non possiamo rischiare che il culo ti si conci come settimana scorsa", sentenziò. "Ragazzi, qui ci sono i preservativi per voi, per dopo. Ora però lascio il posto a Beppe, è una settimana che non scopa questo culo, poveraccio! Voi intanto potete usare la bocca!". Aveva detto proprio "usare"…
Passò il lubrificante a Beppe, il quale ne mise abbondantemente sul suo cazzo e anche sul mio buco, che ormai era affamato. Nel frattempo davanti alla mia bocca si era piazzato Luigi. L'avevo spompinato giusto quella mattina. Avevo di nuovo entrambi i buchi pieni. Cominciai a gemere senza alcun ritegno, dovevo esternare il mio godimento, altrimenti sarei impazzito. A livello psicologico ero già fuori di me. Stavo per farmi scopare da 8 ragazzi. La mia prima gang bang! Quante seghe mi ero sparato con questa fantasia!
Dopo qualche minuto Beppe uscì da me, così come Luigi. Vidi che indossava un preservativo, si cospargeva il cazzo di lubrificante e si piazzò dietro di me. "Finalmente ti faccio il culo!", esclamò felice, ed entrò senza problemi dentro me. "Oh wow, che culo largo e accogliente hai!!!". Francesco, che nel frattempo stavo di nuovo spompinando, guardò suo fratello negli occhi e gli chiese: "In che senso finalmente gli fai anche il culo?". "Non te l'ho mai detto fratellone, ma non sai quanti pompini mi ha fatto Luca in questi mesi all'università!", rispose ridendo. "Cazzo, ma allora è proprio una vacca assatanata!", concluse Francy, che prese a scoparmi letteralmente la bocca, ulteriormente eccitato da quanto gli aveva detto il fratello.
Come in una catena di montaggio, ognuno quando estraeva il cazzo dalla mia bocca si metteva il preservativo e m'inculava. Nel giro di una ventina di minuti li avevo già presi tutti. Rimasi a bocca aperta quando arrivò il turno di Enrico. Aveva un cazzo mostruoso! Subito mi tornò alla mente Omar. Ad ogni modo, essendo il mio culo ben allenato e già sfondato dai cazzi dei suoi amici, riuscì anche lui a scoparmi senza problemi. Pensavo fosse finita, ma mi sbagliavo. Beppe mi fece scendere dal divano e ci si mise lui, sdraiato supino. Alzò il suo cazzo perpendicolare al suo corpo e mi fece cenno di montarci su. Così feci e non appena lo ebbi tutto dentro mi sollevò leggermente e mi bloccò. Poi cominciò a muoversi, sempre più velocemente e con colpi di bacino sempre più violenti. Scosse continue di piacere mi partivano dal mio basso ventre e arrivavano fino al cervello. Mi inarcai, spalancai la bocca, gli occhi fuori dalle orbite e cominciai a lamentarmi: "Oh, sììììììììììììììì". Un lamento interminabile.
A un certo punto venni spinto in maniera decisa verso Beppe. Mi girai e vidi Saverio dietro di me, il suo cazzo ben saldo in mano puntato verso il mio culo. "Oddio no, ti prego! Mi fate male, avete visto in che condizioni ero settimana scorsa!", esclamai terrorizzato.
"Sta' zitto!", esclamò perentorio Saverio. "Così impari a fare la troia! Adesso ti inculiamo anche noi due per volta! Io e Beppe sono mesi che vogliamo farlo. Ma stai tranquillo, quelli sono stati animali. Noi faremo attenzione", continuò per tranquillizzarmi.
Spremette un bel po' di lubrificante sulla sua mano e ne riempì bene il suo cazzo e il mio buco. Poi cominciò a spingere. Ci fu un minimo di resistenza, ma la sua cappella entrò senza problemi. E senza dolore: il lubrificante aveva fatto il suo dovere, non c'era il minimo attrito. Per me era solo piacere. Mugolavo.
Saverio si sdraiò praticamente sulla mia schiena e mi sussurrò all'orecchio: "Finalmente! Finalmente ti spacchiamo il culo insieme io e Beppe! Vedrai cosa ti aspetterà in futuro!". Non capii se fosse una minaccia o un allettamento. Fatto sta che i miei amici cominciarono a darci dentro senza pietà. Io perdevo liquido dal cazzo, senza toccarmi. L'addome di Beppe era un lago praticamente.
Dopo qualche minuto Saverio si sfilò. Fece cenno a Francesco di avvicinarsi e prendere il suo posto. Prima però gli disse di lubrificarsi per bene il cazzo. "Non possiamo permetterci di rimanere senza scoparlo per un'altra settimana".
Ormai ero talmente aperto che entrò senza alcuno sforzo. Il suo cazzo ricurvo verso il basso mi fece provare sensazioni diverse da quelle che avevo provato con Saverio, ma era comunque piacevolissimo. Io rimanevo ormai completamente passivo, a godermi quelle sciabolate che mi provocavano un terremoto interiore.
Uno dopo l'altro si alternarono nel mio buco, unendo il loro cazzo a quello di Beppe. Mi fecero anche cambiare posizione, mettendomi in modo da dare la schiena a Beppe e permettere la penetrazione del secondo cazzo dal davanti. Luigi invece si sdraiò vicino a Beppe, ma in maniera speculare: la sua testa era sul bracciolo opposto a quello su cui poggiava quella di Beppe e il suo cazzo attaccato a quello del mio amico. Capii immediatamente quello che dovevo fare. Impalarmi. Mi accovacciai sull'addome di Luigi e scesi lentamente. Le cappelle entrarono a contatto con la mia rosellina ormai spalancata, per poi intrufolarsi dentro di me. Un sospiro mi sfuggì dalla bocca. Continuai a scendere piano piano e mi resi conto che la sensazione che provavo era leggermente diversa: mentre prima i due piselli si muovevano "autonomamente" e quindi capitava che mentre uno era piantato in fondo, l'altro era quasi fuori, ora penetravano insieme, nello stesso momento… Li sentivo ancora di più. E mi piaceva ancora di più. Loro stavano fermi e io gradualmente scendevo e li facevo sempre più miei, ad ogni discesa. Raggiunsi l'apoteosi quando me li piantai entrambi fino alla base. Mi uscì un urlo. Rimasi fermo per un attimo per abituarmi a quell'enormità che avevo dentro, ma poi mi resi conto che non riuscivo ad alzarmi. O meglio, non volevo. Quindi presi a muovermi con movimenti rotatori. Avvertivo continue fitte di piacere. Vedevo Luigi immobile che mi guardava estasiato. Il piacere montava sempre di più e cominciai a sputare sborra dal mio cazzo durissimo, ma senza provare l'orgasmo. Era la naturale reazione al forte stimolo della prostata. Questa scena mandò fuori di testa Luigi. Si risvegliò dal suo stato di trance e cominciò a muovere il bacino, imitato da Beppe, dietro di me. Cominciai a mugolare forte, mi sentii afferrare per le chiappe e sollevare, in modo da creare un po' di spazio tra il mio corpo e i loro bacini. Quindi cominciarono a colpirmi in maniera sempre più violenta, incoraggiati dalle mie urla di godimento.
Beppe non ce la faceva più. Mi scopava da parecchio e nel giro di poco urlò: "Ci sono Luca! Eccomi, ti riempio il culo di sborra finalmente!!! Ahhhhhhh!". E si scaricò nel mio culo. La sborra però uscì subito, un po' per la posizione, un po' per il mio culo che era ormai una voragine. Quindi uscì da me e si defilò. Restai dunque impalato solo su Luigi. Per poco però. Saverio mi spinse verso Luigi e si mise dietro di me. "Ora tocca a me farti il clistere!", esclamò. Entrò senza alcun riguardo nel mio culo e riprese a stantuffare con molta energia, cercando di raggiungere il suo obiettivo il prima possibile. Mi farcì anche lui con la sua densa crema. Ero stremato. Avevo recuperato tutto il cazzo che non avevo preso durante la settimana precedente. Mi tirai su e mi ritrovai con la strana sensazione del culo vuoto. Ma irrimediabilmente aperto. La sborra di Beppe e Saverio scivolò lungo le mie gambe.
"Ora tocca a noi però!", reclamò Francesco. Mi fece inginocchiare sul pavimento e mi ritrovai circondato. Sei cazzi che venivano smanettati per poter schizzare il loro carico. "Chiudi gli occhi e la bocca e fatti sborrare in faccia!", mi ordinò Saverio. Ubbidii e restai in trepidante attesa. Nel giro di un paio di minuti ricevetti sul viso decine di schizzi caldi e cremosi, che colarono poi lungo tutto il mio corpo.
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