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Gay & Bisex

Una nuova vita 4 – Erano partite di poker


di vogliagay
03.10.2014    |    10.762    |    6 9.6
"Sono affamato e grazie alle dimensioni sicuramente più ridotte riesco a ficcarmelo completamente in gola, provocando un urlo di godimento da parte del biondino..."
Esco dalla doccia, mi asciugo e mi metto comodo. Tra una ventina di minuti arriveranno i miei amici. Come ogni giovedì ci vediamo. Lo facciamo da anni, ci ritroviamo per giocare a poker. Non mi ha mai fatto impazzire il poker, diciamo pure che sono una schiappa, ma non abbiamo mai giocato a soldi, quindi non ho mai avuto nulla da obiettare. Per me è sempre stata un'occasione per passare una serata tranquilla insieme ai miei amici di sempre, a ridere e a scherzare. Tutto questo fino a due settimane fa, quando le cose sono inaspettatamente cambiate. L'artefice del cambiamento, sempre lui: Marco.
La sera dopo la mia telefonata con Enrico, appena uscito dal lavoro, l'ho chiamato per sapere come stesse e per chiedergli chiarimenti riguardo a quanto mi aveva detto la mattina Enrico. Lui era molto calmo, decisamente un altro rispetto alla sera precedente quando si era presentato sconvolto a casa mia. Sembrava sereno, ecco il termine giusto. Molto tranquillamente mi ha spiegato che era stato senza ombra di dubbio un modo di Monica per far ricadere la colpa su di lui e mi ha confermato che era lei a non volere fare l'amore. Ma mi ha rassicurato sul fatto che aveva pensato a quello che era successo e che avrebbe cercato di essere paziente e di fare il possibile perché tutto si sistemasse. Alle sue parole mi sono tranquillizzato.
Due giorni dopo era giovedì, quindi i miei quattro amici sono venuti da me per le nostre solite partite a poker. Tutto scorreva come sempre, quando ad un tratto Marco dice: "Sentite ragazzi, che ne dite di movimentare un po' la cosa? Abbiamo sempre giocato senza soldi, sinceramente avrei voglia di un po' di pepe!".
Io e gli altri ci guardiamo e siamo tutti concordi. Parlo io: "No Marco, mi spiace ma niente soldi! Siamo tra amici e non esiste. Poi va a finire che ci facciamo prendere la mano e succedono episodi spiacevoli! Poi se permetti, io sono la più schiappa fra tutti, quanto ci devo perdere?!", dico risoluto.
"Ma no, ma che avete capito? Io non intendevo di giocare a soldi! Giochiamo a strip poker! Vi va? Potrebbe essere eccitante!", ci guarda malizioso.
Siamo un po' incerti, ma Enrico è il primo ad accettare. "Ma sì dai, alla fine non è mica niente di che! Io ci sto!", e lancia un occhiolino a Marco.
"Io anche!", gli fa eco Fabio.
"Io seguo il mio fratellino!", fa Teo.
Quattro contro uno… "E va bene, non mi pare di avere altre alternative!", dico rassegnato.
"Su su, non fare così!", interviene Marco. "Mica si tratta di andare al patibolo!".
Alla fine mi convinco anch'io, tanto siamo tra di noi!
Riprendiamo a giocare. È una serata particolarmente sfigata per me; una, due, tre, quattro mani, e giustamente mi ritrovo nudo!
"Ecco qui ragazzi, ecco perché non volevo fare 'sta cosa! Dai, io sono fuori, continuate voi!".
"Perché scusa?", mi chiede Marco.
"Come perché? Non vedi che sono già nudo? Alla prossima mano persa cosa faccio? Mi tiro via la pelle???", commento sarcastico.
"Certo che no, ma vedrai che troveremo il modo di farti pagare!". Tutti scoppiano a ridere, dando per scontato che sarò sempre io a perdere.
E in effetti così accade, perdo anche la mano successiva. "E ora, cosa devo fare?", chiedo infastidito.
"Io un'idea ce l'avrei…", dice allusivo Marco. Abbassa la zip dei suoi jeans, abbassa anche i boxer e tira fuori il cazzo già completamente in tiro.
"No no no, avete sbagliato a capire, ragazzi! Non voglio!", esclamo determinato. Non voglio fare nulla con Marco, mi sento troppo in colpa nei confronti di Monica. E non capisco come diavolo sia possibile che non sia lo stesso anche per Marco.
Gli altri, non sapendo quello che è successo la sera che Marco ha dormito da me, non trovano nulla di male nella proposta di Marco, anzi, la appoggiano.
"Eddai, non fare il prezioso! Come se non sapessimo che ti piace!", esclama Teo.
Nel frattempo Marco si sta dando da fare: con una mano si smanetta l'uccellone, con l'altra mi palpa il culo dopo essersi intrufolato nei miei pantaloncini e nei boxer.
Come al solito la mia resistenza cala, e dopo qualche secondo mi ritrovo col cazzo di Marco piantato praticamente in gola. Viene tutto naturale: un pompino dopo l'altro, un'inculata dopo l'altra, una sborrata dopo l'altra, alla fine sono esausto.

Giovedì scorso all'arrivo dei miei amici, le carte erano già pronte sul tavolo. Cominciamo a giocare e neanche a dirlo perdo la prima mano.
"Forza, togliti la maglietta!", mi fa Enrico.
"Ah, ma perché, dobbiamo fare ancora la minchiata della scorsa settimana?", rispondo io scocciato.
"Mah, a me tanto una minchiata non è sembrata", replica Marco. "Alla fine mi pare che ci siamo tutti divertiti parecchio!".
Rassegnato mi tolgo la maglietta, rimanendo a torso nudo. Nello stesso momento Marco si alza dalla sua sedia e si avvicina a me. Già vedo la sua asta dura sotto i pantaloncini. Si abbassa sul mio petto e comincia a leccarmi e mordicchiarmi un capezzolo. Mi prende una mano e me la infila sotto i suoi boxer dandomi il suo cazzone da segare.
"Ma chi cazzo se ne frega delle carte!", esclamano all'unisono i gemelli.
E ricomincia la gang bang.

Ormai stasera sono ben conscio di quello che succederà. Per questo mi sono preparato per bene. E non ho neanche tirato fuori il mazzo di carte.
Suona il campanello. Vado ad aprire. Ci salutiamo e i miei amici cominciano a entrare in casa. Prima Enrico, poi Teo, poi Fabio, per ultimo Marco. E proprio Marco, nel momento in cui mi oltrepassa, allunga una mano e mi palpa il cazzo dai pantaloncini. Immediatamente allontano la sua mano, lo guardo con un'espressione infastidita, ma lui ricambia sorridendomi e facendomi l'occhiolino. Il suo comportamento comincia davvero a mettermi in difficoltà!
I miei amici si siedono sul divano, io intanto mi dirigo in cucina a preparare il caffè. Una volta pronto lo verso nelle tazzine e mi incammino verso il soggiorno col vassoio in mano. E mi rendo conto che tutti, senza parlarci, eravamo consapevoli di quello che avremmo fatto. I miei amici infatti sono seduti sul divano, completamente nudi, che si smanettano il cazzo già duro. Sono seduti nello stesso ordine in cui sono entrati in casa. Senza dire una parola appoggio il vassoio al tavolino, mi denudo e mi avvicino, volutamente, a Enrico, lasciando che in questo modo Marco sia il più lontano da me. Mi inginocchio e imbocco il tronco del mio amico, che immediatamente gradisce, tanto da inarcare la schiena e buttare la testa all'indietro. Ormai faccio tutto senza alcun ritegno, senza alcuna vergogna, come la più navigata delle troie. Credo di aver trovato la mia strada, mi piace il cazzo e voglio il cazzo. E soprattutto, i miei più cari amici sono ben lieti di accontentarmi. Cosa posso volere di più? Cerco di impadronirmi di quanto più cazzo posso, ma con la sberla di Enrico non è per niente semplice. Mi ingozzo, produco molta saliva e alla fine il suo uccello splende.
Teo nel frattempo prende la mia mano sinistra e la porta sulla sua mazza che comincio a segare. È molto eccitato, infatti dopo pochissimo la mia mano è già tutta bagnata del suo liquido preseminale. Tempo un paio di minuti e capisco che la mia mano non è più abbastanza per lui. Mi tira per un braccio e mi fa capire che vuole la mia bocca. Lascio il pitone di Enrico e mi fiondo sull'uccello del gemello. Sono affamato e grazie alle dimensioni sicuramente più ridotte riesco a ficcarmelo completamente in gola, provocando un urlo di godimento da parte del biondino.
"OOOOOOHHHHHH! Sì troia, succhia! Hai fame vero? Sei favolosa!".
Gli insulti mi eccitano ancora di più, tanto che non posso fare a meno di abbassarmi i pantaloncini e tirare fuori il mio arnese che chiede di essere smanettato.
Fabio, seduto di fianco al fratello, reclama la sua parte, quindi dopo poco la mia bocca ospita un altro cazzo. Questa volta però il mio amico non sta fermo come gli altri a godersi il mio lavoretto, ma mi prende la testa tra le mani, la tiene ferma e comincia a scoparmi la bocca con decisione. Io comincio a lamentarmi, ma il mio cazzo è sempre più duro e comincia a perdere liquido. Continua così per un buon minuto, non lasciandomi un attimo di tregua, tanto che alla fine sono costretto a fare forza e a sollevarmi per poter riprendere a respirare.
Marco coglie al volo l'occasione per prendermi il braccio e tirarmi a se, dandomi da succhiare il suo bel cazzone. Poco da dire, è quello che ha il cazzo più bello. Lungo, grosso e ben proporzionato, cappella bella grossa e rossa. È oggettivamente bello.
Comincio a darmi da fare con la sua nerchia e mi rendo conto che vuole spingersi oltre. Infatti mi abbassa completamente i pantaloncini, mettendo a nudo il mio culo e comincia a giocare col mio buchino, sporgendosi col busto fuori dal divano e ingozzandomi così ancora di più col suo cazzo. Ad un tratto sento un suo dito, bagnato, che forza il mio sfintere ed entra agevolmente nelle mie viscere. Comincio a godere rumorosamente e i miei mugolii lo incitano ad andare avanti, tanto che le dita nel mio culo diventano ben presto due e poi tre. Ho il buco già bene aperto, quindi Marco toglie le dita, mi solleva e mi dice: "Forza, siediti sul mio cazzo tesoro! È tutto tuo!".
"Ma non conviene andare in camera?", chiede Enrico.
"Non ancora, devo prima infilare il mio cazzo nel suo culo, non resisto più!", risponde Marco.
Razionalmente non vorrei stare con Marco, ma ora ragiono col cazzo (o meglio, col culo), quindi i miei buoni propositi vanno a farsi benedire e in men che non si dica mi ritrovo impalato sul mio amico. Urliamo il nostro piacere insieme, e Marco attacca la sua bocca alla mia, cominciando a limonarmi.
Gli altri tre sono sorpresi. "Woooooow! Però!", esclama Teo. "Ora te lo limoni anche!".
Ma Marco sembra non sentire nulla. Comincia a darmi bordate violente e io comincio a godere intensamente. Dopo un paio di minuti mi dice: "Giò, reggiti al mio collo". E agli altri: "Ora possiamo spostarci in camera!". Nello stesso momento dà un colpo di reni fortissimo, facendomi urlare di dolore, e si mette in piedi.
Comincia a camminare con me impalato sul suo cazzo e il movimento del bacino ad ogni suo passo mi provoca un piacere intenso, tanto che continuo a mugolare.
Arriviamo in camera e mi appoggia delicatamente al materasso, e senza uscire da me continua a scoparmi nella posizione del missionario. Colpi forti, violenti, quasi rabbiosi, tanto che non posso fare a meno di urlare. Mi guarda intensamente, guarda me e basta, sembra che esistiamo solo io e lui, è in un mondo tutto suo.
Nel frattempo Enrico e Teo si mettono in ginocchio all'altezza della mia testa e mi danno da succhiare i loro bastoni, mentre Fabio rimane in piedi a segarsi.
Ad un tratto però esclama: "Marco, ma non ti sembra di esagerare? Guarda che ci siamo anche noi, eh!!!". Senza dire una parola si sfila e Fabio si mette di fianco a lui, pronto a prendere il suo posto. Al che Marco subito esclama: "No Fabio, che fai? Ho un'altra idea". Si sdraia supino e mi fa cenno di impalarmi su di lui a smorzacandela.
Eseguo e lui mi tira a se, dicendo agli altri: "Bene, accomodatevi", facendo capire loro che l'unica alternativa era la doppia penetrazione, visto che lui non si sarebbe tolto dal mio culo.
Si avvicina al mio orecchio, comincia a leccarlo e mi sussurra: "Tesoro mio, io non esco per niente al mondo da te!". Sono a disagio, ma inaspettatamente sento anche una forte emozione a quelle parole.
Non ho il tempo di lasciarmi andare a chissà quali pensieri, perché sento che Fabio si fa strada nel mio culo, lentamente ma in maniera decisa. Sento dolore e comincio a urlare: "Oddio che male! Piano Fa!!! Cazzo che doloreee!". Ma subito Marco prende a stimolarmi i capezzoli e ricomincia a limonarmi, distogliendo la mia attenzione dal dolore. Infatti quando poi mi molla mi rendo conto di provare solo piacere.
"Ahhhhh sìììììì! Apritemi il culo! Adoro quando mi scopate in due insieme! Che tori!". E comincio a godere senza alcun pudore.
Dopo qualche minuto Teo prende il posto di suo fratello, ma è molto più violento. Questo eccita ancora di più Marco, che aumenta la forza delle sue spinte. Io sono in paradiso, ormai non mi rendo conto più di niente, neanche del fatto che stiamo facendo un casino assurdo. Ad ogni spinta il letto va a sbattere contro il muro e tutti e tre urliamo di piacere.
Il gran finale prevede la presenza dei cazzi più grandi insieme nel mio culo. È l'apoteosi. Il mio buco del culo è talmente aperto e tirato che ormai non lo sento più, complice il continuo sfregamento. Le mie viscere però sono sconvolte da quei due tubi di carne e il godimento ha raggiunto livelli inimmaginabili. Sono in trance, urlo come un ossesso le cose più porche. "Sììì, spaccatemi in due, apritemi con quei cazzoni. Godo, godooooo! Continuate, non fermatevi, vi prego!".
Mi fanno eco i due tori: "Prendi i cazzi, vacca! Dovresti guardarti, sembri proprio una vacca da monta! Sei formidabile, abbi pazienza qualche secondo che ti diamo anche il premio!". Ancora qualche spinta e sento l'intestino riempirsi di sborra bollente. Sono venuti entrambi nello stesso momento, sto ricevendo praticamente un clistere di sborra. Enrico e Marco urlano a pieni polmoni, finché al temine dell'orgasmo rimangono interamente piantati dentro di me, per uscire solo dopo qualche secondo. Inutile dire che ho il buco talmente sfondato che quasi tutta la sborra cola sulle mie gambe e sul copriletto. Sono stremato, ma ancora eccitatissimo, devo ancora godere. Mi metto supino e chiamo di fianco a me i gemelli, che alternano qualche smanettata a qualche ciucciata nella mia bocca. Tiro fuori la lingua e capiscono quello che voglio. Dopo qualche secondo vengono contemporaneamente, facendo cadere tutta la loro sborra nella mia bocca spalancata. Bevo beato e ripulisco i loro cazzi.
Intanto mi sego furiosamente e ansimo sempre più forte, finché vedo che Marco mi alza le gambe in modo da sollevare il mio culo. Sono quasi in verticale. Sento che mi allarga le chiappe e che con la lingua comincia a stuzzicare il mio buchetto ultra sensibile. È la goccia che fa traboccare il vaso. Do qualche colpo più deciso e mi inondo il viso di sborra, urlando il mio piacere a pieni polmoni.
Siamo esausti. I miei amici cominciano a rivestirsi, mentre io cerco di ripulirmi alla bell'e meglio con delle salviettine.
Ritorno alla realtà e chiedo preoccupato ai miei amici: "Raga, ma non avremo fatto troppo bordello??? Non è che i vicini hanno sentito?".
"Ma va'", mi rassicura Enrico, "i tuoi vicini non sono mica tutti dei vecchi rincoglioniti che tengono la tv a tutto volume? Non si accorgerebbero di nulla, neanche se scoppiasse una bomba!". In effetti non ci avevo pensato.
Ci salutiamo e accompagno i miei amici all'ascensore. Una volta saliti e chiusa la porta, mi giro per rientrare in casa. Proprio in quel momento noto la porta dell'appartamento del ragazzo del piano di sopra chiudersi. Rimango paralizzato.
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