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Gay & Bisex

La panchina


di scrittore
18.04.2024    |    31    |    0 8.0
"Sono uscito di casa che pioviggina, una giornata uggiosa e direi più che marzo pazzerello aprile sembra proprio matto con il tempo quest’anno, due giorni fa..."
Sto seduto piegato sulla panchina, le mani a tenermi sulla tavola e il culo nudo e questo ragazzo che mi scopa come se non ci fosse un domani; se non mi tengo saldamente mi fa andare chissà dove con le bordate che sta dando per entrare tutto dentro il mio culo.
Il luogo lo conoscete, gli impianti sportivi dove c’è la squadra di rugby della città, zona cimitero per intenderci, zona container per chi ha letto le mie avventure degli ultimi tempi.
Sono uscito di casa che pioviggina, una giornata uggiosa e direi più che marzo pazzerello aprile sembra proprio matto con il tempo quest’anno, due giorni fa sole a catinelle ed ora temperature rigide; indosso pantaloni di una tuta e il kway e entrando nella zona del campo di rugby, in senso contrario incontro un tizio che poi affermerò che è un ragazzo sulla trentina, che corre in modo blando e con il classico viso di ragazzo pulito, barba perfetta, etc, etc; indossa una tuta ginnica nera e dopo che ci siamo incrociati mi volto perché sono certo che sculetta, e già, proprio così, correndo blandamente le sue natiche fanno su e giù , ero certo di non sbagliarmi.
Ci incrociamo una seconda volta, sta davanti a me e mi precede e il suo culo non smette di ancheggiare; proseguo e dopo aver completato l’andata del mio solito percorso quotidiano torno indietro per andare a casa; dove sta il campo di gioco c’è un rialzo in terra e erba lungo più del doppio del campo che divide gli impianti sportivi dalla strada statale che va verso Spoleto o Perugia, a seconda dei sensi di marcia, una rete verde e la vegetazione fanno da divisorio sia artificiale che naturale; da un paio di giorni inoltre hanno tagliato l’erba alta e quindi ora camminare è più semplice perché non devi cercare il piccolo sentiero nascosto ma il passaggio è tutto libero.
Sono anni che cammino in questo posto e fin dalla prima volta mi fa sorridere che c’è una specie di panchina, una tavola lunga circa un metro e mezzo con due cavalletti di ferro come sostegni che è legata con una catena e un lucchetto alla rete di divisione; mi sono chiesto ma chi mai va a rubare una panchina eppure se è legata un motivo ci sarà.
La pioggerellina fine è fastidiosa ma oramai sono in ballo e mi incammino sul rialzo di terra ed erba quando di fronte in senso quindi contrario ripassa questo tizio che invece che continuare si ferma proprio alla mia altezza e mi saluta con cortesia; rispondo fermandomi anche io e senza mezzi termini mi chiede: “ti è piaciuto il mio culo”? e se resto un attimo spaesato mi riprendo subito:” eh si è” rispondo osservandolo bene stavolta.
“Mi sembrava infatti che ti sei voltato la prima volta mentre la seconda ho sentito proprio lo sguardo addosso”.
Sorrido, cosa volete che dica, è tutto vero quindi non posso negare l’evidenza.
Abbassa i pantaloni della tuta e mostra un bel cazzo già teso: “ti va di succhiare” chiede e controllando che gli impianti sportivi sono deserti e poco più in là c’è un albero che fa da copertura ci spostiamo e poco dopo, accucciato gli sto succhiando il cazzo e accarezzando le palle.
La mia mano va anche sul suo culo forzando l’ingresso dentro i pantaloni elastici e le sue chiappe sono fredde e sode e quando con un dito gli sfioro il buco il suo cazzo ha un guizzo dentro la mia bocca; insisto e il dito va dentro mentre la bocca non smette di succhiare e quando comincio a muoverlo dentro e fuori l’ano, si irrigidisce e comincia inaspettatamente a sborrare dentro la mia bocca cogliendomi di sorpresa e tenendomi fermo in modo che lo sperma sia tutto in gola e quindi costringendomi ad ingoiare se non voglio soffocare.
Mi tiro su e mi bacia in bocca cercando il suo seme che gli cedo volentieri poi alza i pantaloni e mi prende per un braccio accompagnandomi verso la panchina incatenata appena distante.
Mi chiede di sedere con le gambe a cavallo della tavola di legno, spinge la mia schiena verso il basso e devo allungare le braccia per sostenermi, abbassa i miei pantaloni e mutande e subito mi fa sentire un dito che va dentro senza mezzi termini e mi apre il buco, un antipasto perché poi le dita sono due e le fa andare con metodo.
Vorrà divertirsi qualche istante penso, tranquillo che ci vorrà poco e poi lo sento, sento il suo cazzo ancora duro accanto al mio culo, la cappella sull’ingresso e la spinta che penetra e va dentro meravigliato perché ha sborrato pochi minuti fa eppure è pronto, spinge subito con forza e devo tenermi per non scivolare in avanti mentre il cazzo prende il ritmo e affonda e capisco che vuole entrare tutto dentro fino alle palle, le sue mani sono strette sui miei fianchi per non farmi scappare e sono preoccupato se dalla strada statale ci possono vedere, con l’erba tagliata la visuale è nitida e speriamo che nessuno mi riconosca.
Mi scopa a lungo, non me lo aspettavo e invece ci dà dentro tra uno sforzo e un gemito poi sento il cazzo che si gonfia e di nuovo giunge all’orgasmo, lo sperma dentro il culo e lui fermo in pressione a godere fino all’ultima goccia.
Mi alzo e mi fa stendere sulla panchina poi apre la bocca e comincia un bocchino caldissimo, di solito duro ma oggi non è così e dopo qualche minuto comincio a sborrare liquido caldo che beve tutto fino alla fine.
Mi sistemo gli abiti sotto la pioggerellina che non ha mai smesso e lui non c’è più, lo vedo che sta correndo come se non fosse accaduto nulla ma so che ci siamo divertiti.
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