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...Prima la zia e poi la figlia. Ginnastica Artistica, Weekend In Montagna Con La Piccola Camilla, Giochi Innocenti


di pasticcino69
25.10.2020    |    4.038    |    6 9.7
"Figa, lo stesso odore di Maria! "Dai spingi a fondo che non sento niente!" "Se lo dice lei" penso, e basta spingerle le gambe un po'..."
Sempre storie originali, scritte esclusivamente per amiche ed amici di annunci69.
Saprò apprezzare un "Like" e un commento, anche in privato.

"Camilla è diventata davvero una signorina!"
Esprime sicurezza con i suoi gesti, quanto ti parla guardandoti dritto negli occhi e ogni tanto ti sfiora senza toccarti davvero, con quel suo aspetto curato anche senza un filo di trucco, la sua andatura sensuale ma con un look comodo e sportivo e un atteggiamento rilassato, un tono di voce caldo e rassicurante anche quando ti racconta dei suoi hobby, passioni, interessi, viaggi, e la spontaneità con cui mi abbraccia ogni volta stringendosi a me e facendo aderire il suo corpo al mio...

Questi i primi pensieri mentre la osservavo disfare la valigia.
Era dovuta ritornare in anticipo dalla settimana bianca con la scuola e i genitori, che abitano sullo stesso piano, dovevano stare in quarantena perchè un collega del padre era risultato positivo al Coronavirus.
Appena saputa la notizia, Maria, sua madre, mi ha chiesto la cortesia di ospitarla da me siccome ci frequentiamo da anni.

Camilla ha già da me una stanza dove giocava da piccola e adesso si esercita in ginnastica artistica.
Verso i sei anni aveva iniziato un corso e si è appassionata subito, i risultati erano eccellenti, e siccome lavoro da casa, lei ha continuato a passarci sempre più tempo. Dalle le scuole medie ha iniziato a stare da me addirittura tutti pomeriggi, tanto che la "sua" stanza è diventata una specie di palestra attrezzata.

Quindi allo "Zione", come mi chiamava Camilla, sua mamma ha portato un paio di cambi di vestiti per affrontare l'emergenza:
- canotte con i fiorellini taglia XS,
- calzini in cotone corti a righe,
- slip a fantasie animalier grandi meno di una spanna,
- un pigiama corto con wonder woman
- due leggins elasticizzati bianchi leggerissimi.

Quando Maria mi ha portato i vestiti era un po' angosciata, aveva anche lei la mascherina, i guanti, e un camice bianco da infermiera.
Ci è bastato stringerci per risvegliare quella passione che regolarmente ci assale, una vampata che sale come uno Tsunami, impossibile resistere, tanto sappiamo che poi per qualche mese "stiamo a posto".
Le sollevo il camice da dietro,
le sposto di lato le mutandine in pizzo
le affondo a secco la cappella.

Mugola già, ma sembra secca.
Spingo e finalmente il calore del suo inferno mi assale la cappella,
la lava di umori inizia a bagnarmi l'uccello che tiro fuori per inumidire anche la grandi labbra,
prendo la rincorsa e glielo affondo tutto fino alle palle.

Sento la fine della figa che spinge sulla cappella, la stantuffo con decisione da dietro, mentre la afferro per le mammelle, ancora piccole e sode nonostante l'età.

Mi prega "Riempimi! Adesso!"

Io accelero il ritmo, sento che lei sta venendo perchè la figa le si è allagata, giusto in tempo per esplodere assieme e riempirla del mio seme che trattenevo da qualche giorno...
UNO
DUE

CINQUE

DIECI
DODICI schizzi
mi sconquassano mentre lei stringe la figa meglio di una bocca.

Lo chiamiamo "il segreto di un matrimonio felice", il suo ovviamente, visto che io sono rimasto scapolo dopo che Maria mi ha lasciato un anno prima di sposare Paolo, con un semplice "Lui ce l'avrà più piccolo del tuo, ma almeno mi capisce".

Quel giorno ho finto mezz'ora di disperazione e poi ci siamo concessi "un commiato come si deve".

In realtà da un paio di mesi speravo solo che mi lasciasse ma non avevo il coraggio di dirglielo: il sesso tra noi era sempre fantastico, ma dopo 4 anni volevo anche provare altro.
Dopo quell'addio-arrivederci, noi abbiamo comunque continuato a fare sesso senza ossessione, ogni tanto.
Lei voleva "tenersi in forma"...
"Si, mantenere la forma del mio cazzo nel suo culo",
pensavo io, visto il cazzetto di Paolo.
Godevo il doppio a pensare che per una settimana quello ci sarebbe ballato dentro.
Finchè un giorno Maria mi confessò che neanche glielo metteva in culo: Paola faceva la santa, e lui il timido benpensante.

L'anno dopo è nata Camilla, quando eravamo all'ultimo anno di Università, e ancora adesso scherziamo sulla sua paternità.
Maria con malizia allude alla potente scopata fatta prima di partire per le vacanze.
Ero all'asciutto da una settimana e l'ho riempita di seme una volta.
Mi è rimasto duro e ho continuato a martellarla nel cick ciack nella figa pregna di umori e seme fino a scaricarle un secondo carico di sborra.
Ma i conti non tornano, perchè Camilla è nata circa 10 mesi dopo.

Camilla ha subito trovato il giusto equilibrio chiamamdomi "ZIO", che ha messo tutti d'accordo.

"Zio, fammi vedere cosa ti ha lasciato di pulito per me la mamma!"
Una rapida occhiata al mucchietto di vestiti piegati
"Mannaggia, manca il body da ginnastica, e se smetto di allenarmi, quando riapriranno la palestra sarò di legno."
"Non è sicuro prendere altro da casa tua per almeno due settimane. Come puoi fare?" Le chiedo dispiaciuto.
"Farò in slip" mi risponde lei sorridendo.
"Inizio subito, faccio una doccia dopo"

Dopo neanche 10 minuti mi chiama:
"Ho finito il riscaldamento. Zione vieni ad aiutarmi tu a fare stretching che oggi sono rigida?"
Seduta sul materassino, slip e canotta aderente... come faccio a dirle di no?

Primo esercizio: seduta a gambe tese, "Siediti dietro" mi fa lei.
Io le spingo le spalle in giù e lei si afferra i piedi con le mani.
Inevitabilmente mi trovo la nerchia appoggiata al suo culetto.
E più la molleggio e più si strofina.
Il cazzo è già una pietra!
Il suo osso sacro mi preme sulla cappella e oppone resistenza ogni volta che saliamo, sento quasi di entrarle nel culetto.
"Dai, ritmo! zio, bravo, così"

Passiamo al secondo: lei divarica le gambe e va sempre più giù.
Adesso sento nettamente la sua fighetta che aderisce al mio membro ormai fuori controllo, e più Camilla si allunga e più cazzo sta appoggiato sulla figa. Quello slip sottile sembra inesistente.
Camilla è entusiasta "Sono arrivata oltre il mio limite. Continuiamo così"

Si gira a pancia in su e butta le gambe tese dietro alle spalle, a 20 centimetri dalla mia faccia.
Dallo slip intravedo le due labbrottine rasate che si delineano, strette tra le sue cosce asciutte escono fuori ancora di più.
Quella chiazza è umido sicuramente!
Mi guardo il pantaloncino: ho una chiazza anche io!
"Sarà il suo sudore o sarà già il mio precum?" penso.

"Adesso mi devi afferrare dalle caviglie e spingere in basso" mi distoglie dei pensieri.
E' una parola!
Già a metà il cazzo finisce sulla sua figa.
Più spingo le caviglie e più spingo il cazzo e più Camilla dice "Bravo, spingi!"

A questo punto glielo appoggio bene, sento la spaccatura delle labbra attorno all'asta e inizio a farla scorrere lungo tutta la lunghezza, giù fino alla base e su fino a farci affondare la cappella, che esce ogni volta a fatica quasi la sua figa volesse risucchiarmela dentro.

"Mi sento ispirata. Adesso aiutami per la spaccata" mi fa.
Sempre a schiena a terra
"Afferrami le caviglie e spingi, devo stretchare l'inguine"
Ho delle remore, così mi ritrovo la figa a 5 centimetri dalla faccia, ne sento il profumo acre, un misto di ammorbidente, sapone intimo e... figa, lo stesso odore di Maria!

"Dai spingi a fondo che non sento niente!"
"Se lo dice lei" penso, e basta spingerle le gambe un po' che la bocca è sulla figa, riesco a respirare con il naso ma mento e bocca premono tra le labbra divaricate al massimo.
"Altro che pre-cum, sono gli umori di Camilla!" a bagnarmi le mutande, e ora anche la barba e il mento.
Vorrei scostarle gli slip e leccarla, affondarle la lingua per esplorarla a fondo, succhiarle quel clitoridino duro che adesso spinge proprio sulle mie labbra.
Sono due minuti infiniti.

"Adesso tirami a te"
Mi siedo anche io di fronte e Camilla, con le gambe divaricate e le piante dei piedi che si toccano.
Lei, più piccolina, è aperta come non mai, dagli slip le spuntano le due labbrotte perchè si sono infilati dentro al taglio.

La afferro per le mani e la tiro a me.
Sento scorrere le sue mani sul mio cazzo, poi un braccio, e quando torniamo indietro mi guarda tra il serio e il sorridente.
"Facciamo sul serio che mica mi spezzo! Prova a tirarmi come si deve"
La seconda volta tiro fino a sdraiarmi.
Non riesco a vedere, ma sento chiaramente la sua bocca sul mio uccello gonfio nei pantaloncini da mezz'ora ormai.

"Tira, zio" fa Camilla.
"Cazzo e come tira" penso io
"Dai Camilla, su Camilla! Su Camilla!" la esorto io.

E tirando a piccoli colpi la sua bocca scorre come se succhiasse l'asta, fino alle palle e su alla cappella.
Torniamo su.
E giù ancora, per venti volte.

Non vorrei smettere, anzi vorrei sborrare, ma per fortuna c'è l'ultimo esercizio.
"Bravo zione. Adesso finiamo in bellezza con il torso. Mettiti in piedi, di fianco e ruotami le spalle"
La afferro da sotto alle ascelle, non sudate ma piacevolmente umide e inizio a ruotarla verso destra.
Adesso è la sua faccia che preme sul mio sesso. E con le oscillazioni anche Camilla strofina il cazzo sulla bocca per tutta la lunghezza, soffermandosi sulla cappella quell'attimo in più quasi volesse succhiarla, e mi fa sussultare ogni volta.
Dall'altra parte è peggio ancora, nelle oscillazioni sento che la cappella le entra in bocca nonostante i pantaloncini.
Decido di lasciarmi andare e mi abbandono all'orgasmo mentre la sua bocca è proprio sopra alla cappella.
UNO
DUE

CINQUE

DIECI
DODICI schizzi mi escono poderosi, a ritmo di stretching.

Camilla succhia senza mollare un attimo e continua anche dopo.
Mi aspettavo di colare sperma fino ai calzini, ma non scorre nemmeno una goccia...
Vuoi vedere che mi ha bevuto tutto lei succhiandolo dal tessuto?

"Grazie zio, per fortuna che sei VENUTO tu ad aiutarmi. Prometti che domani vieni ancora? Ma adesso facciamo una doccia."

Qualche giorno dopo...

"Camilla bella di zio, che regalo vuoi per il compleanno?"
"Zione, portami un weekend in Trentino, almeno recupero la settimana bianca sfumata!"
Chiedo a Maria e Piero se vogliamo andare tutti assieme, così prenoto per quattro: una tripla per loro e una doppia uso singola per me.

L'emergenza Covid è appena passata, hanno riaperto la mobilità tra regioni ma trovare un albergo è stato facilissimo: le prenotazioni scarseggiano.

La settimana successiva carichiamo i bagagli e partiamo.
Giornata calda di giugno, io indosso un pantaloncino largo, comodo per il viaggio, e mutande in cotone con lo spacco avanti.
Camilla uno di quei leggings stretti da contarle le pieghe della patata, che mi butta in faccia con la scusa di togliere le foglie dal tetto.
Io sono seduto con i piedi fuori a controllare di avere tutti i documenti e lei sale con un piedino sul longherone e alza l'altro ginocchio per raccogliere le foglie, le gambe sono spalancate e mi preme la fighetta sul viso.
Il profumo è inebriante, non riesco a togliermi.
"Dai zio, aiutami, tirami su che me ne mancano due più lontane" mi fa entusiasta.
Con il naso quasi nella figa, la sollevo delicatamente
"Siii, prese!"

Scende e fa
"Zio, Posso stare davanti?"
"Certo Camilla, è il tuo regalo!"
Il viaggio è lungo e dopo mezz'ora Piero e Maria dormono dietro, e anche il respiro di Camilla diventa regolare, anche se continua a girarsi e rigirarsi sul sedile ampio, finchè si lascia scivolare dalla mia parte.

Io le allento un pochino la cintura e lei piazza la testa sulle sulle mie cosce.
Dopo due minuti mi diventa duro. Saranno i sobbalzi e le curve che le fanno strofinare la guancia proprio li, e anche lei continua a muoversi proprio sulla cappella.

Adesso porta due mani sotto la testa, e una finisce sul cazzo ormai incontrollabile.

Il respiro è regolare,
il sonno sembra profondo,
non vorrei svegliare il mio angioletto!

Le sue dita si muovono lentamente e sembra che il pantaloncino stia salendo su.
Ormai la cappella è scoperta e la sua mano impugna l'asta.
Talmente vicina alla bocca che in un tornante le labbra di Camilla sono sopra e nel tornante successivo le scivola il cazzo in bocca.

"Chissà cosa sogna?" Mi chiedo mente mi godo il mio sogno.

La mano scorre decisa e ormai tutto il cazzo possibile le è entrato fino in gola.
Adesso cambia mano e sento scivolare la destra sotto al pantaloncino fino alle palle.
Le riempiono la mano.
Con la sinistra accelera il ritmo, succhia sempre più decisa e il mignolino destro si fa spazio giù fino alle chiappe.

Fa in tempo ad appoggiarsi al mio buchetto inviolato che le esplodo il mio piacere in gola.
UNO
DUE
TRE schizzi
Glub e sento ingoiare Camilla

CINQUE

DIECI schizzi
E Camilla deglutisce ancora

UNDICI
DODICI
sono svuotato, stavo quasi sbandando dal piacere, mentre lì sotto lei me lo tiene in bocca e ciuccia con dolcezza.

Tempo mezz'ora e siamo arrivati.

Per fortuna Camilla è tornata sul suo sedile e appena fermo l'auto nel parcheggio si svegliano tutti.

Scarichiamo i bagagli e al check-in ci assegnano le stanze.

Piero suggerisce una visita alla SPA e in due minuti siamo pronti.
Primo step Jacuzzi, certo in quattro si sta strettini, ma Camilla potrebbe evitare di tenere i due piedini proprio sul mio pacco.
Nascosta dalle bolle abbondanti, continua a scorrere su e giú sulla mazza.
Con le dita sento giocherellare sulla cappella, Camilla è ormai senza freni.
A sto punto allento la cordina degli slip e la cappella salta fuori.
La piccola se ne accorge perchè cinge il cazzo con i due piedini e con ritmo deciso sale su e giù.
Piero e Maria intanto parlano fitti fitti seduti di fianco.

Io allungo le gambe e con il piede destre mi faccio strada fino alla patata.
Inizio a massaggiarla con il pollicione sul clitoridino bello duro e reattivo.
Cerco invano di spostare il suo slip un paio di volte.
Camilla ci riesce furtivamente e al primo colpo.
Mi ritrovo con l'alluce nella sua fighetta e lei seduta sopra che ancheggia mentre continua a segarmi con i piedi.

Voglio prolungare quel paradiso.
Allungo l'altra gamba e con l'alluce sinistro spingo tra le sue natiche sode.
Avanzo delicatamente fino a sentire il culetto, è stretto ma non ho dubbi, è il buchino.
Camilla cambia espressione, sembra seria, piccolo sforzo... sta spingendo!
E infatti l'alluce le scompare nel culetto, caldo, stretto, e la sua espressione cambia.

Ora sembra in estasi, si muove lentamente come una sirena.

Nonostante l'acqua e le bolle sento chiaro l'orgasmo, un fiotto bollente sull'alluce, delle contrazioni inequivocabili e una stretta ulteriore dei piedi sul cazzo.
Resta così, testa all'indietro per qualche minuto, e anche io mi godo la sua passione come se fosse la mia.

A cena in albergo noto che Camilla ha una gonnellina corta che attira le occhiate arrapate di mezzo locale.
Al buffet un cameriere le fa cadere un tovagliolo vicino per chinarsi e annusarle le cosce.
Per raggiungere il suo posto a tavola, Camilla mi passa da dietro strofinandomi il deretano su braccio e schiena.
Da seduta sento il suo piedino senza sandalo cercarmi tra le gambe, esplorarmi e soffermarsi sul cazzo duro: è rimasto insoddisfatto in Jacuzzi.

Dopo cena torniamo alla camera di Piero e Maria perchè hanno la TV.
Non ricordo cosa ci fosse in onda: dopo cinque minuti i due seduti vicini iniziano a pomiciare soft e Camilla mi volta inequivocabilmente le spalle.
La disgraziata si è tolta gli slip, se mai prima li aveva!

I lampi della TV illuminano due chiappe pallide, un buchino rosellino e lì sotto quella fessura ancora inviolata, un taglio netto con due labbrottine che finora avevo solo immaginato, annusato, tastato, ma mai guardato.

Si avvicina ancora più verso di me, il culo sporge sempre di più, e quando Camilla si schiaffeggia dolcemente una natica quello è il segnale che fa scatenare l'inferno al mio Gladiatore.

Apro la zip e spunta la cappella.
Con una mano mi afferro le palle.
Le tiro fuori con tutto il resto del cazzo.
Mi basta girarmi leggermente su un fianco per puntare la sua fighetta.

Mi sputo su indice e medio, la spalmo quanto basta perchè dentro Camilla è già un lago. Altra piccola rotazione e il contatto è avvenuto.
Spingo, sento resistenza quanto basta per farmi strada dentro di lei.
Piero e Maria sembrano appisolati da un po'.

Mi avvicino, entra tutto, iniziamo una danza lenta e ritmata.
Camilla è bagnatissima, ma stretta, e io sono pieno di nuovo dal pomeriggio in Jacuzzi.
I lampi della TV sembrano dei flash su quella scena eccitante:
finalmente me la sto scopando,
a pelle,
di fianco ai suoi!

Entra ed esce per intero, il mio cazzo è lucente dei suoi umori e andiamo avanti così per un periodo infinito, senza fermarci nemmeno dopo il suo primo orgasmo.
Ormai li riconosco in anticipo, e voglio concederle il primo di riscaldamento.

Ma in vista del secondo mi concentro e velocizzo quanto basta.
Mi sputo sulle dita e gliela spalmo sul buco del culo, sembra una rosellina.
Mi succhio il pollice e glielo punto proprio all'ingresso, basta una lieve pressione.
Camilla spinge e sono dentro.

IL PAVONE!
In tutta la sua bellezza allargo le altre quattro dita e ammiro il pavone che mi sto scopando da tanto.
Chiudo le dita sopra all'osso sacro e posso tirarla a me ritmando la penetrazione, fino in fondo.

Camilla inizia a contrarsi nel momento in cui le scarico in corpo il primo dei miei poderosi schizzi.
UNO
DUE

CINQUE

Ho il cazzo come una pietra, più lei si dimena quasi da ferma e più la riempio di schizzi che mi sconquassano.
DIECI
UNDICI
DODICI schizzi

Restiamo così ancora, fermi, il mio uccello non molla, piantato nel suo ventre.
Il pavone è esausto, vorrei addormentarmi dentro di lei ma meglio ricomporsi.
Quei due dormono, Camilla fa finta di dormire anche lei.
Con un fazzoletto le tampono la figa che gronda seme.
Prendo un secondo e poi un terzo kleenex.

Vorrei leccarla ma non ci sto nel divano.
Le passo un dito e me la assaporo.
Nettare, un vero cocktail afrodisiaco.

Vado a letto.
Il weekend è appena iniziato.

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