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VALERIA:QUANDO SCOPRII CHE MI PIACCIONO GLI UOMINI MATURI – CAP.5


di Yocalsy
19.09.2021    |    15.915    |    29 9.7
"Percorrevo la sua asta con le labbra su e giù, ora Massimo iniziava ad ansimare..."
Ero davvero sconvolta.
Lo avevo riconosciuto, Luca, il marito di una delle amiche di mamma, anche lui una cinquantina di anni come Massimo.

Tornai a casa, feci una doccia veloce e mi misi a studiare cercando di dimenticare tutto, dopo aver spento il telefono ormai pieno di messaggi e di chiamate di Massimo.
Passai una bella serata con mamma, uscimmo anche a cena e per un po' mi scordai di tutto.

Tornata a casa riaccesi il telefono: 30 messaggi non letti e 10 chiamate perse, tutte di Massimo.
Nei messaggi si scusava, diceva di aver sbagliato ma che non voleva perdermi: “Cuoricino chiamami...”, “Sono un coglione, ti prego perdonami...”.
Spensi il telefono e mi preparai per la notte.
Indossai la mia maglietta grigia della notte e misi degli slip rosa al posto del perizoma.
Mi misi a letto ma non riuscivo a dormire, mi tornavano alla mente le immagini del pomeriggio, Massimo e poi Luca.
Senza rendermene conto però, la mia manina che stava accarezzando il pancino si era infilata nelle mutandine, quelle immagini mentali mi avevano eccitato, incredibile...
Indice e medio facevano cerchi sul mio clito, i capezzoli ormai duri premevano contro il cotone della maglietta mentre dalla finestra aperta il vento entrava impetuoso, così come i primi lampi e tuoni che annunciavano un temporale imminente.
Seduta a letto, le gambe larghe e piegate massaggiavo dolcemente la mia patatina.
Adesso indice e medio penetrarono il mio fiore strappandomi un gemito e iniziando un lento va e vieni che nel giro di pochi minuti mi portarono ad un intenso orgasmo, mentre ormai il temporale infuriava.
Mi addormentai...

Mi svegliai e mentre facevo colazione ricominciarono i messaggi di Massimo che chiedeva di potermi parlare. Risposi.
“Adesso ho lezione tra 10 minuti, non ti posso chiamare”
“Amore, che bello. Sei ancora arrabbiata?”
“Un po...”
“Ci vediamo stasera? Oggi sono fuori”
“Ok”
“Fatti trovare vicino al Bar XXXX, passo in macchina”
“Ok”
“Ti adoro cuoricino”

Passai il pomeriggio in spiaggia, Massimo non c'era e per fortuna nemmeno Luca.
Tornai a casa e dopo cena mi preparai per uscire.
Misi un vestitino nero con le spalline, la parte sotto un po' ampia e che mi arrivava a metà coscia.
Partii con la mia bici, la legai davanti al bar e dopo un po' vidi arrivare il pick-up di Massimo.

Salii e partimmo subito.
C'era un poi di imbarazzo in tutti e due.
“Come stai amore? Non so come chiederti perdono...”
Lo interruppi.
“Dai basta, non parliamone più, ok?”
“Ok, ma davvero, non voglio perderti...” intanto la sua mano si era posata sul mio ginocchio e saliva piano piano.
Arrivammo al parcheggio, quello del nostro primo appuntamento da soli, e Massimo parcheggiò.

Continuava a parlare: “Il fatto è che mi sono lasciato scappare con Luca che ci vedevamo...”.
Mi sporsi verso di lui e gli chiusi la bocca baciandolo, ritrovando la sua lingua con la mia, le sue grandi mani mi stringevano a lui.
La mia mano scivolò sul suo corpo fermandosi sui suoi jeans, dove lo trovai già duro.
Gli slaccia la cintura e aprii la zip guardandolo.
“Oddio cuoricino, mi fai morire...”
La mia manina aveva già portato alla vista il suo pene, e aveva iniziato ad accarezzarlo piano, lo guardai ancora per un'istante negli occhi e poi mi abbassai tra le sue gambe, accolsi la punta del pisellone tra le labbra e iniziai a succhiarla dolcemente, godendomi i suoi primi sospiri mentre la mano di Massimo mi accarezzava tra i capelli.
Ancora una volta mi sentivo un'automa, le azioni mi venivano naturali...
Adesso Massimo con la mano mi dava il ritmo mentre la sua mano destra mi accarezzava il sederino, lo sculacciava dolcemente e lo stringeva nel palmo.
Percorrevo la sua asta con le labbra su e giù, ora Massimo iniziava ad ansimare.
“Fermati tesoro o vengo...ti voglio scopare...”
Mi rialzai e ci baciammo ancora lungamente.
Nel frattempo mi aveva portato seduta sulle sue gambe, il mio viso era tra le sue mani.
Tenendo il suo pisellone nella manina, mentre Massimo mi scostava il perizoma arancione, lo guidai nella mia patatina.
Mi lascia cadere piano piano, le mie manine sul suo petto, mentre ci guardavamo negli occhi e sospiravamo.
Era tutto dentro di me e inizia a muovere il mio bacino aventi e indietro mentre mi teneva per i fianchi.
Massimo era immobile e mi lasciava fare.
“Sei bellissima...”
Io già ansimavo forte.
Adesso Massimo iniziò a muovere il bacino sotto di me, mi penetrava deciso, le sue mani si erano spostate sul mio sederino e mi spingeva verso il basso.
“Sei mia...dimmelo” mi sussurrava all'orecchio mentre continuava incessantemente.
“Sì...sì...sì” riuscivo a mormorare solo quello finché come un fulmine arrivò l'orgasmo, improvviso e intenso, cacciai un urlo “Aaaaaaaaah...”.
Massimo, ansimante e sorridente mi accarezzava il viso “Il mio cuoricino...”.
Il mio respiro piano piano si calmava e tornando sul sedile passeggero tornai con la bocca sul suo pene.
“Oh sì...”
La sua mano destra era tornata sul mio sederino.
Mentre lo succhiavo sentii un dito sfiorarmi la rosellina del culetto e farsi strada.
Alzai lo sguardo cercando i suoi occhi fermandomi un attimo e non so perché dalla bocca mi uscì:”Voglio incontrarti con Luca”.
Massimo mi spinse la testa in basso e adesso era lui che spingeva, mi scopava letteralmente la bocca furiosamente.
Un “Vengooo...” roco interruppe il silenzio mentre il suo piacere si riversava copioso nella mia bocca.

Dopo esserci calmati e sistemati Massimo mi chiese se ne fossi seria prima.
Gli raccontai della sera prima, sola nel mio lettino.
Massimo mi disse che non voleva nascondermi nulla, che con Luca era già capitato di fare sesso a tre nel passato, ma che a lui bastavo, non ero obbligata a fare nulla.
Lasciai la mia risposta in sospeso. Ricominciammo a baciarci.
“Vorrei passare tutta una notte con te cuoricino, vederti dormire nuda nelle mie braccia...”.
Arrivarono altri baci, ma ormai era tardi e io dovevo tornare a casa, lui doveva tornare dalla sua famiglia.
Mi riportò davanti al bar e sparì lungo la strada.

...CONTINUA...
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