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I piedini di mia figlia EP.2


di Yocalsy
23.10.2022    |    25.349    |    11 9.7
"Martina si rigirò pancia sopra, in questa posizione potevo sfregare ancora meglio i suoi piedini su di me..."
I giorni passarono tranquillamente dopo quell’episodio. Cercai di evitare mia figlia, lo ammetto, ma poi mi scordai, quasi del tutto, di quelle sensazioni provate in quel pomeriggio. Ero impegnato quasi tutto il giorno per lavoro e quando tornavo a casa mi dedicavo a mia moglie Sara. Il mio appetito sessuale era notevolmente aumentato, con soddisfazione reciproca. Fu dopo una sana scopata prima di dormire (dopo un lungo 69 avevo fatto alzare Sara, l’avevo sbattuta nuda faccia contro il muro e l’avevo posseduta lì, in piedi, finché dopo il suo orgasmo avevo riversato tutto il mio sperma dentro di lei), che mia moglie mi rivelò il fatto che Martina da qualche settimana era single, aveva lasciato il suo ragazzo, stanca della sua gelosia.

- Perché non me lo hai detto prima?- le chiesi, nudo sul letto, il viso di Sara sul mio petto.
- Mi ha detto di non dirti nulla, “perché poi papi si preoccupa”…- rispose sorridendo.
- Come sta secondo te, l’ha presa bene?- intanto le accarezzavo i capelli.
-Sì, non ne poteva più. Ho però notato che in questi giorni a parte per la scuola non è più uscita, magari sabato potresti portarla da qualche parte, fare qualcosa assieme…-.
Rimasi in silenzio. Dopo qualche secondo farfugliai qualcosa, dissi che sabato avrei chiesto Martina di fare qualcosa assieme, mentre intanto, il mio pene si stava indurendo.
-Ancora?- disse ridendo Sara, che non poteva certo associare la mia erezione al fatto che nella mia mente aveva fatto capolino il ricordo di quei piedini abbronzati tra le mie mani, sul divano, in quel famoso pomeriggio.
Non le risposi nulla e mi sistemai con il viso tra le sue gambe, prima di possederla un'altra volta.

E venne sabato. Sara sarebbe uscita con le amiche, come tutti i sabati, parrucchiere e centro commerciale, quindi sarebbe rientrata solo per la cena. Avevo pensato di chiedere a Martina di andare in piscina, almeno saremmo stati in mezzo alla gente e non avrei avuto certi pensieri. Feci colazione con mia moglie, che poi uscì.
Passavano le ore e Martina non si svegliava. Erano ormai le 10, mi rassegnai a rimanere a casa. Andai in terrazzo, cercando di curare le piante di mia moglie. Ero immerso in queste odiosissime mansioni quando una voce alle spalle mi ridestò.
-Buongiorno papi- con un sorriso a trentadue denti.
La guardai un attimo, si era appena svegliata, i capelli non pettinati e indossava una canotta arancione e dei micro pantaloncini dello stesso colore che esaltavano la sua abbronzatura.
-Ciao amore, che dormita hai fatto, però ti avevo detto ieri che mi sarebbe piaciuto andare in piscina, ormai ci sarà il delirio…- dissi poi, mostrandogli la mia delusione.
Mi guardò ancora sorridendo.
-Magari dopo pranzo possiamo fare un giro in centro…- e mentre pronunciava le ultime parole si girò per andare verso la cucina, mostrandomi quel sederino piccolo ma molto tondo che mi fece deglutire.
Finii i miei lavoretti con mille pensieri in testa e poi mi feci una doccia, gelata. Indossai una maglietta e dei bermuda ed andai verso il soggiorno.

La ritrovai stesa sul divano, ancora con la canotta e i pantaloncini della notte che guardava distrattamente la TV.
-Papi, mi massaggi i piedini?-
Ancora quella richiesta, tutto ciò che volevo evitare ma che in fondo desideravo ardentemente.
-Ok, fammi spazio…-
Mi misi seduto, mi ritrovai i suoi piedini sulla coscia, questa volta non aveva lo smalto, e prendendo il destro nelle mani iniziai il massaggio. La reazione fu istantanea, un’altra erezione, violenta e importante. Provai un’altra volta a parlare del più o del meno, Martina sembrava quasi non ascoltarmi mentre il panico si stava impadronendo anche questa volta di me, mi era impossibile nascondere l’erezione. Non mi venne in mente nulla di meglio che chiederle di mettersi a pancia sotto, almeno non avrebbe visto la tenda canadese che erano diventati i miei bermuda.
-Così li massaggio meglio…- mi giustificai.
Mi guardò e, era inevitabile, notò il rigonfiamento ma, con mio immenso stupore, invece di urlare e scappare disgustata dandomi del pervertito, minacciando di dire tutto a sua madre, mi fece un dolcissimo sorriso e si mise pancia sotto come le avevo proposto. Continuavo a massaggiare i suoi piedini, lavorando ora la pianta, ma quel sorriso complice mi aveva ottenebrato il pensiero come una droga pesante.
Ad un certo punto la sentii muoversi leggermente e mentre nelle mani avevo il suo piedino sinistro, quello destro cercò e poi trovò il mio rigonfiamento al centro delle gambe. Il sangue mi si gelò nelle vene, anche se il mio corpo ribolliva.
-Martina che fai?-
Girò il viso all’indietro verso di me, sorridendo divertita.
-Dai papi, niente, non rompere-
Nel mentre il piede aveva iniziato a giocare e tormentare il mio pene che sembrava volesse bucare i boxer e i bermuda da un momento all’altro. Avrei dovuto alzarmi, urlare e sgridarla, lo so, ma purtroppo la carne è debole.

Faccio fatica a ricordare con lucidità quello che successe ma ci provo. Ormai posseduto dal desiderio mollai il piedino sinistro di Martina e con un unico gesto mi calai pantaloncini e boxer e mi portai i suoi piedi contro il mio membro. Mugolai subito di piacere mentre li guidavo su e già a solleticare quella carne dura e tesa. Alzai lo sguardo e incrociai quello di Martina che mi guardava con la testa girata verso di me, non rideva più e, cosa che mi fece eccitare ancora di più, se ciò era possibile, aveva il braccio sinistro sotto il corpo, con la mano dentro i pantaloncini, e si masturbava. Ora anche lei ansimava e mugolava mentre io la guardavo, guardavo il suo sederino e muovevo sempre più velocemente i suoi piedini lungo il mio pene. Martina si rigirò pancia sopra, in questa posizione potevo sfregare ancora meglio i suoi piedini su di me. Nel silenzio di quel sabato pomeriggio i nostri sospiri e mugolii di piacere urlavano. Ci scambiavamo occhiate di tanto in tanto, il piacere e un po’ di imbarazzo, almeno per me, mi portavano a chiudere gli occhi.
-Papi…- mormorò Martina, il respiro sempre più affannoso, rossa in viso, mentre la sua mano si muoveva veloce nel pantaloncino, finché la vidi irrigidirsi, inarcare la schiena ed esplodere nell’orgasmo.
-Ohhhhh sììììììì…-
Quell’immagine e quei sospiri mi portarono al punto di non ritorno. Strinsi ancora di più i suoi piedini sul mio pene che in pochi secondi esplose inondandoli con il mio piacere.
-Ahhhhhhhh cazzooooo- urlai con voce roca.

Il cuore mi batteva nel petto fortissimo. Riaprii gli occhi e guardai verso Martina. Stava sorridendo soddisfatta. Tutti e due avevamo il fiatone ed eravamo madidi di sudore. Mi spogliai veloce la maglietta e l’avvolsi intorno ai piedi di Martina per non correre il rischio di macchiare il divano. Piano piano il mio cervello si stava risvegliando, iniziavo a realizzare quello che era successo.
-Oh mio Dio Martina, scusami, cosa ho fatto? Perdonami…- mi portai le mani al volto disperato.
-Ma di cosa papi? Io ne avevo bisogno, tu pure. Non sono più una bambina eh-
-Lo so che non sei più una bambina, ma sei mia figlia cazzo! Non pensi a mamma?-
-Papi, io ti voglio bene, tu mi vuoi bene, questo è quello che conta. Non ho fatto nulla che non volessi fare. A mamma non c’è bisogno di dire nulla, sicuramente non capirebbe-
Non dissi nulla, ancora con pantaloncini e boxer calati stavo ripulendo, come potevo, i piedi di mia figlia dal mio sperma, me lo ripetevo nella testa: hai sborrato sui piedi di tua figlia, maniaco pervertito che non sei altro! Ma che cazzo fai???
Mentre ero assorto in questi pensieri Martina portò i piedi sul pavimento e si avvicinò.
-Grazie papi, è stato fantastico- e mi stampò un dolce bacio sulla guancia.

La guardai andarsene verso il bagno. Io ancora non riuscivo a muovermi. Ripensavo a quel piacere, così intenso, come da anni non provavo, all’orgasmo di mia figlia… Mia figlia!
Il telefono che squillava mi obbligò a riprendermi. Mi ricomposi e andai verso il tavolo dove avevo posato il telefono. Il display illuminato mi mostrava la foto sorridente della mia bellissima moglie.
Feci un respiro profondo e risposi.

-Ciao amore…-...


…CONTINUA…?
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