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I Miei Migliori Amici [Parte 1]


di LaraTrav85
18.04.2012    |    11.486    |    2 9.5
"Non parlo di sesso chiaramente..."
Ci frequentiamo da un po'. Siamo amici ed ognuno di noi ha una vita completamente diversa.
Ci vediamo una volta al mese e scommettiamo su tutto, carte, cavalli, calcio, qualsiasi cosa. Sempre con molti soldi in ballo. E non sempre vinco.
Nella vita faccio il consulente per un'agenzia pubblicitaria, Luca ha un sexy shop, Aldo un locale in provincia e Gianni non fa niente, ma è molto ricco di famiglia e passa la sua vita sui computer.
Questa storia è ambientata nella casa di campagna di Gianni, più o meno 6 mesi fa.

Avevo ormai realizzato le mie possibilità; zero! Ero semplicemente in un vicolo cieco e non potevo fare più niente, la mia ingordigia mi aveva portato in una situazione senza uscita. Non avevo abbastanza soldi. E non sapevo neanche dove prenderli. Mentre pensavo alla cazzata che avevo fatto mi rendevo conto che gli altri ragazzi stavano discutendo in modo molto bonario e scherzoso su quello che ognuno di loro doveva fare. Gianni si sarebbe occupato, come prevedibile, di preparare e piazzare computer, telecamere e macchine fotografiche per tutta la stanza, Luca stava già uscendo per andare nel suo negozio e fare scorta mentre Aldo, che ho sempre considerato come uno tra i miei migliori amici, si sarebbe preoccupato di misurarmi e prepararmi in vista del ritorno di Luca. Mentre gli altri andavano per la loro strada Aldo mi chiese di alzarmi e ci dirigemmo verso il bagno; ero ancora molto spaesato ma iniziavo a pensare che, a parte la vergogna, non era poi tutto quel dramma. Pagare la cifra richiesta sarebbe stato un dramma, questo solo un esperienza da dimenticare in fretta. Mi dovetti spogliare e infilare sotto la doccia mentre Aldo cercava in giro per casa un metro. La doccia mi svegliò un po' e appena uscito venni sottoposto al rito della misurazione; mi misurava tutto il mio corpo e segnava con precisione i numeri su un foglio. Mentre mi porgeva una lametta da barba e la relativa schiuma prese il cellulare per chiamare Luca e dargli tutte le mie taglie. "Pronto Luca, puoi scrivere? Ti passo le misure di Lara". Ecco, avevo anche un nome, scritto anche sul foglio delle misure. "Ok, ci vediamo tra un paio d'ore" e riappese. Avevo finito di farmi la barba quando Aldo mi portò una sedia e mi chiese di sedermi. "Adesso io inizio dalle gambe, tu occupati del petto e di qualsiasi altro pelo che hai in giro" disse sorridendo. Io non avevo ancora parlato da quando ero entrato in bagno e decisi di controllare ogni mia reazione ancora per un po'. Ormai ero praticamente ricoperto di schiuma e ad ogni rasoiata sentivo sempre più freddo. Non ho mai avuto molti peli e l'operazione di rasatura durò relativamente poco e alla fine potevo vedere solo un paio di minuscoli taglietti. Ma non avevo più un pelo su tutto il corpo, dalle braccia ai genitali e al sedere ero solamente liscio. Mi feci un'altra doccia e ci rimasi più tempo possibile, la pelle adesso in alcuni punti un po' delicati bruciava un po' ma il contatto con l'acqua calda mi dava sollievo. Uscito dalla doccia stavo abbastanza bene, considerando tutto. E c'era ancora un po' di tempo per un'abbondante dose di borotalco che mi fece stare ancora meglio. Nel frattempo rividi anche Gianni, che entrò in bagno sorridendo. "Di là è tutto a posto Aldo, poi magari vediamo per le luci ma l'immagine è decisamente buona, ho già fatto una piccola prova e si vede tutto bene, al massimo spostiamo anche le due alogene del soggiorno. Vieni a vedere". "Arrivo, tanto ormai fino a quando non arriva Luca non si fa più niente" ed uscì dalla stanza. "Come va, tutto bene?" mi chiese Gianni; sembrava che si sentisse molto a disagio. Bisogna considerare che è sempre stato il più timido di noi quattro e che probabilmente neanche lui aveva ancora capito bene cosa si stava facendo. Io non risposi ma il mio sguardo rassegnato probabilmente era già abbastanza soddisfacente per lui. Dopo neanche 1 minuto il campanello suonò. Luca. Adesso si faceva sul serio e un minuto di brividi non me li tolse nessuno. Luca entrò in casa con due valige enormi che appoggiò sul pavimento sbuffando. "Ce n'è un altra, la vado a prendere. Ciao Lara, sei pronta?". Anche stavolta non risposi ed abbassai anche lo sguardo sulle valige. Aldo iniziò ad aprirle, e guardando attentamente all'interno iniziai a preoccuparmi un po'. Cosa aveva portato? Non erano vestiti di pelle, erano più lucidi, tipo plastica, e sembravano troppo stretti anche per me che avevo un fisico esile. Mi chinai per toccarli proprio mentre rientrava Luca con l'altra valigia. "Sei impaziente Lara? Adesso ti vestiamo, stai tranquilla". Aveva usato il femminile! Non ero ancora vestito, non ero ancora "Lara", come piaceva a loro. "Iniziamo" disse Aldo e senza aspettare approvazione dagli altri mi chiese di togliermi l'accappatoio. Io ero lì, nudo, mentre Luca mi veniva incontro con un seno finto, non esagerato, con i lacci come quello di un normale reggiseno, probabilmente di lattice. "Infila", e mentre facevo passare le braccia nelle fettucce di plastica trasparente Luca si spostò dietro di me e mi aiutò ad allacciarlo. Anzi, per la verità fece tutto lui, io mi muovevo il meno possibile. Dopo questo toccava alle mutande e al reggiseno (che non serviva visto che stava tutto a posto da solo), anche questi in quello strano materiale. "Latex" disse Aldo, "mi piace, lucido e stretto. Bella scelta". Infilai le braccia nelle spalline e tutto fu agganciato come prima; ora gli slip, che avevano una cerniera posteriore ed un piccolo rinforzo anteriore dove inserire il pene. Impediva l'erezione mi disse Luca, come se fosse convinto che mi sarei eccitato. Appena indossate mi resi conto che erano abbastanza fredde e che il mio pene era schiacciato verso il basso, ma non mi faceva male. Dopo arrivarono le calze, un paio di collant praticamente trasparenti ma molto lucidi che indossai, dopo essermi seduto, con molta fatica. Aldo rideva di questa mia lentezza ma non disse niente, e così feci io, ma senza guardarlo in faccia. "Adesso viene il difficile" disse Luca mentre estraeva un affare dalla strana forma pieno di lacci e cinghie dalla valigia. Un corsetto, di pelle nera, molto rigido. Me lo dovetti infilare dai piedi alzandomi. Luca e Aldo lo posizionarono nel modo migliore ed iniziarono a stringere le cinghie e i laccetti. "Basta, è abbastanza" fu la prima cosa che dissi dopo un paio d'ore di silenzio assoluto. "Per essere belle bisogna soffrire Lara, porta pazienza" disse Aldo ridendo. "Cazzo ridi, stronzo" esplosi io cercando di muovermi ma Luca intervenne subito. "Dai Lara, non crearci problemi, hai un bel fisico considerando che non sei una donna, molto bello, ma il vitino da vespa è molto importante". "Basta, non respiro" piagnucolai ma nessuno disse niente e anche se mi divincolavo riuscivano sempre a stringere un po' di più. Stavo quasi per scoppiare ma ormai il corsetto era completamente chiuso; guardando in basso vidi che mi aveva praticamente tolto gran parte delle mie forme originali e me ne aveva data un'altra sicuramente femminile ma anche molto dolorosa. Chiariamoci, non ho mai avuto il fisico da macho e non sono mai stato molto muscolo, quindi avevano potuto stringere un bel po' prima di fermarsi. Ma io respiravo a fatica ed avevo iniziato ad ansimare. Ci misi un minuto per adattare in mio respiro (ora decisamente accorciato) al corsetto, ma appena mi calmai un po' ripresi a respirare senza affanno. Mi portarono un altro paio di calze, questa volta nere. Mi sedetti per infilarle e mi accorsi subito che il corsetto mi limitava molto anche nei movimenti; non ero bloccato ma mi potevo piegare di pochissimo e mi infilai le calze con molta fatica, anche se questa volta scivolarono molto meglio sui collant. "Ce la fai Lara?" disse Aldo. "Non chiamarmi Lara stronzo" dissi con un filo di voce. Mi fecero alzare aiutandomi e Luca mi agganciò le calze ai ganci sul corsetto che facevano anche da giarrettiera. Dopo questa operazione fece passare una cinghia del corsetto che pendeva davanti a me tra le mie gambe e la chiuse dietro al corsetto. Adesso il pene era molto schiacciato ed iniziava a farmi un po' male. Non dissi niente solo per non avere altre risposte ridicole. Luca prese un vestito sempre di latex nero dalla valigia. Mi sembrava molto corto e stretto, ed aveva tanti lacci sul retro. Luca iniziò ad infilarmelo dalla testa facendomi infilare prima le braccia non senza fatica da parte di entrambi. Appena posizionato abbastanza correttamente iniziò a stringere i lacci dietro alla schiena e sotto al sedere. All'altezza del sedere aveva un'altra piccola cerniera. Praticamente appena tutti i lacci furono stretti come al solito, con l'aiuto di Aldo, mi accorsi che il vestito non si sarebbe mosso per niente al mondo. Mi arrivava appena sopra al ginocchio ed aveva 2 spacchi laterali che mettevano in vista un piccolo lembo di giarrettiera. Però non potevo fare passi più lunghi di 20 centimetri e i lacci stretti sotto al sedere impedivano alla gonna di alzarsi. Le maniche corte e le gambe scoperte mi provocavano fitte di freddo anche se il resto del corpo era inguainato nel latex. "Guanti" esclamò Luca, e mi portò anche un paio di guanti sempre di latex e sempre neri che mi arrivavano sopra al gomito. "Almeno questi non danno fastidio" dissi con voce bassa ridendo. Anche gli altri risero con me. Cosa stavo dicendo? Ero indolenzito, abbastanza umiliato e ridicolo e scherzavo? Stavo impazzendo? "Brava Lara, divertiti con noi" disse Aldo. Ecco, non ero impazzito, ero rassegnato. Ormai ero in ballo, cosa potevo fare? Non sarei stato in grado neanche di svestirmi da solo, con tutti quei lacci sulla schiena. Dopo tutto questo mi misero anche un collare sempre di latex, dicendo che serviva per coprirmi il pomo d'Adamo. Balle, mi stavano addobbando come un albero di Natale, più roba c'è e meglio è. Purtroppo. Ed ho sempre odiato il Natale. "E ora le scarpe, guarda che roba" mi disse Luca. "Io non le metto" cercai di gridare con una vocina stridula. Perchè stridula? Sembrava quasi una voce da ragazza. Perchè? La paura forse? Comunque mi ritrovai davanti un paio di stivali, sempre neri, con un tacco esagerato. Troppo esagerato. "12 centimetri, belli vero" disse Aldo mentre mi sedevo rassegnato. Me li infilai non senza fatica, e chiusi entrambe le cerniere. Mi arrivavano appena sotto al ginocchio. Però non mi alzai subito, avevo paura. Luca e Aldo mi si avvicinarono e mi aiutarono ad alzarmi. Mamma mia, non ce la facevo. Sentivo i muscoli dei polpacci tirare e mi aggrappavo a loro per non perdere l'equilibrio. "Guarda Aldo, come ha tirato in fuori il culo. E che bel culo". Cercai di fare qualche passo mentre mi reggevano loro. Certo, camminare camminavo. Ma dovevo stare concentratissimo per non cadere e adesso anche le gambe mi si indolenzivano.
Mi accompagnarono in bagno e mi fecero sedere. Mi trovai di fronte una trousse enorme piena di colori, di creme e rossetti. Adesso eravamo tutti in silenzio e, mentre i due "amici" mi davano ordini su come muovere il viso per farmi truccare meglio mi accorsi che non avevo più visto Gianni. Girai il viso e mi accorsi che era molto vicino a me, e stava filmando tutto. Chissà da quanto tempo? Conoscendolo probabilmente dall'inizio dell'arrivo di Luca. Comunque questa parte del trucco non fu per niente fastidiosa e mi lasciai fare quello che volevano. Mi misero in testa una specie di cuffia di nylon e Aldo si avvicinò con una parrucca castana. I capelli sembravano veri, e magari lo erano anche. Me la misero sulla testa e la mossero un po'. Aveva un buon profumo. "Ecco, ci siamo. Direi che va tutto meglio di quanto pensassi" disse Luca soddisfatto. Mi fecero alzare e mi accompagnarono davanti ad uno specchio intero. Sinceramente ero un po' emozionato ma mai avrei immaginato di vedere una cosa del genere. Rimasi praticamente senza fiato per un minuto. Mamma mia che figa. Veramente, con una così ci sarei andato al volo, anzi, non ci sarei andato proprio perchè non avrei potuto neanche avvicinarla. Ho sempre avuto ragazze molto carine, ma mai così. Certo, ci sono tantissime donne più belle, per carità. Ma ero io. E che fisico. I vestiti mi stavano a pennello, ed anche se il look era un po' da "troietta" con il trucco avevano fatto un bel lavoro, sexy ma non troppo marcato.
Probabilmente nessuno si sarebbe accorto che ero un ragazzo. Nessuno, io per primo. Aldo ruppe l'incantesimo. "Allora Lara, adesso ascoltaci senza fiatare. Tu hai perso, noi abbiamo vinto. Come da accordi sei a nostra disposizione per tutto sabato e domenica. Non parlo di sesso chiaramente. Non si parla di sesso tra di noi. Ma sei a nostra disposizione. E nessuno di noi vuole riprenderti se fai qualcosa di sbagliato. Però ricordati che devi ubbidirci e che, cosa molto importante, puoi parlare solo quando noi ti chiediamo qualcosa, e con la voce più femminile possibile. E ti devi comportare da donna in qualsiasi cosa tu faccia, senza mai fiatare. Altrimenti paghi il debito in denaro e non se ne parla più." "Adesso noi tre andiamo in cucina a mangiare qualcosa, tu rimani qui e ti eserciti. Devi imparare a camminare bene, devi essere rapida e femminile nei movimenti. Vogliamo sentire il rumore dei tacchi sul pavimento per tutto il tempo che passeremo in cucina. Non ti devi fermare. Continua a camminare e cerca di essere sexy più che puoi. So che non sarà facile ma abbiamo deciso così. Mentre mangiamo faremo anche un programma per la mattinata di domani, te lo consegneremo dopo e dovrai studiartelo attentamente. Hai solamente tre errori a disposizione, e tre errori nella tua condizione si fanno in fretta. Regolati. Hai qualcosa da dire?" Ero basito, che cambiamento improvviso. Adesso avevo veramente paura. "Ma ragazzi, non stiamo..." "Zitta, non permetterti mai più di chiamarci ragazzi. Chi ti credi di essere?" disse Luca, "Siamo i tuoi padroni, ci dovrai chiamare Padrone Luca, Padrone Aldo e Padrone Gianni. Non parlerai molto ma le poche volte che ti sarà concesso di parlare dovrai rivolgerti a noi così, prima con il noi e poi dicendo quello che ti viene chiesto." "Adesso basta Luca, mi sono stancato" disse Aldo, "andiamo in cucina. E tu Lara inizia a passeggiare per la stanza, e non fermati. Hai capito?" "Certo Padrone Aldo" dissi con un filo di voce cercando di essere più femminile possibile. "Brava Lara, sei una brava servetta. E anche molto figa" disse Aldo toccandomi il sedere e schiaffeggiandolo leggermente mentre si allontanava con Luca. "Salvo il filmato e arrivo" disse Gianni. Poi guardandomi mi disse "mi raccomando Lara, impegnati e cerca di essere perfetta, domenica sera arriva presto. Ma ricordati che ho messo delle webcam praticamente ovunque e sei sempre sotto controllo".
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