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I Miei Migliori Amici [Parte 2]


di LaraTrav85
18.04.2012    |    7.596    |    0 9.2
"Praticamente non avrei potuto togliermi ne la tuta ne le scarpe..."
Io non dissi niente ed iniziai a camminare trattenendo le lacrime. Pensavo di fare molta più fatica con quei tacchi. In realtà camminavo abbastanza bene e non ero molto preoccupato di cadere. La mia preoccupazione andava al fatto che non sapevo bene cosa aspettarmi. Continuavo a girare intorno al letto provando tanti movimenti diversi per vedere dove ero limitato. Chiaramente non potevo correre e non potevo neanche piegarmi di scatto, ma la mia mobilità era decisamente buona e miglioravo molto velocemente. Il rumore dei tacchi non si era ancora interrotto, almeno fino a quando scivolai leggermente e caddi per terra. Non mi feci assolutamente niente ma mi resi conto ancora meglio del fatto che non potevo distrarmi con sotto 12 centimetri, dovevo stare concentrato.
"Tutto bene Lara? Come mai ti sei fermata?" mi disse Aldo facendo capolino dalla porta aperta. "Niente, sono scivolato" risposi "ma riprendo subito" risposi mentre mi rialzavo. "Peccato, ti sei dimenticata "Padrone" ed hai detto "scivolato"; una ragazza non dice "scivolato". Primo errore. Seguimi di là in cucina, muoviti" Ecco, primo errore, avevo già sbagliato qualcosa. Volevo rispondere ad Aldo ma in quel momento decisi che forse era meglio stare calmo e fare quello che mi chiedevano. Aldo mi attaccò un guinzaglio al mio collare, come se avesse paura che scappassi, e si mise a tirare per indicarmi dove andare. Mi ritrovai nel grande salone con camino, gli altri ragazzi erano seduti sui due divani e mi guardavano mentre entravo. Aldo mi fece inginocchiare davanti a loro e mi staccò il guinzaglio. Alzai un attimo lo sguardo ma Luca con un gesto mi fece subito capire che dovevo guardare il pavimento. Pazienza, mi dissi, non erano soggetti così belli da essere guardati, anche il pavimento sarebbe andato bene.
"Allora Lara, abbiamo compilato un programma per la giornata di sabato. Ti dovrai attenere scrupolosamente al nostro elenco di cose da fare, hai solamente tre errori.." disse Luca che però venne subito interrotto da Aldo "Due errori, uno l'ha già usato". "Va bene, due errori. meglio ancora. Ormai per stasera non farai niente, sono le 2 passate e sarà meglio andare a dormire, domani sarà una giornata molto dura per tutti, ma soprattutto per te. Eccoti una copia del programma, adesso vai subito in cucina e studiala per bene. Prima però portaci tre birre." Mi trovai con un foglio in mano e mi alzai immediatamente, anche perchè le ginocchia iniziavano ad indolenzirsi. Senza neanche alzare lo sguardo mi diressi subito in cucina. Presi le tre birre nel frigorifero e stavo per ritornare quando mi ricordai di una cosa; probabilmente avrebbero voluto che io portassi tutto su un vassoio e che preparassi anche i bicchieri. Normalmente non l'avrei fatto, ma pensai che forse era un modo per non essere rimproverato. Preparai il tutto e mi diressi verso il salone, stando attento a non rovesciare niente. Ognuno di loro prese la sua birra, io mi fermai in attesa di qualche nuovo ordine ma nessuno mi disse niente, praticamente mi ignoravano. Quindi ritornai in cucina ansioso di leggere di che morte sarei dovuto morire il giorno dopo.

Il programma era scritto al computer (figuriamoci) e mi ricordava le seguenti cose.
"Ore 8.00: sveglia"
"Ore 8.30: cambio uniforme"
"Ore 9.30: colazione a letto"
"Ore 10.00: cambio di uniforme"
"Ore 10.30: spesa"
"Ore 11.30: preparazione pranzo"
"Ore 12.30: cambio di uniforme"
"Ore 13.00: servizio al tavolo"
"Ore 14.00: pulizia cucina"
"Ore 15.00: pulizia casa"
"Ore 18.00: preparazione cena"
"Ore 19.00: servizio al tavolo"
"Ore 20.00: pulizia cucina"
"Ore 21.00: tavolo"
"Ore 22.30: cambio uniforme"
"Ore 23.00: passeggiata"
"Ore 24.00: coprifuoco"

"Per qualsiasi chiarimento siamo a tua disposizione, l'importante è ricordare le regole base di una buona servetta, obbedienza e sottomissione in qualsiasi momento." Ma quante cose dovevo fare? E cosa voleva dire "spesa"? E "tavolo"? E "passeggiata"? Le altre cose bene o male le avevo capite, ma queste tre mi lasciarono un po' di sasso, iniziavo a temere il peggio. Volevo andare in sala per chiedere spiegazioni ma mi convinsi del fatto che forse la mia presenza non era richiesta. Decisi quindi di aspettare e di essere chiamato da loro. La mia attesa durò molto poco, dopo alcuni minuti sentii Luca che mi ordinava di andare da loro e di inginocchiarmi. Cosa che feci immediatamente e senza nessuna esitazione. Ormai ero rassegnato ed avevo anche molta paura. "Allora Lara, adesso andiamo a letto, il programma puoi tenerlo come promemoria. Tu dormirai nel sottoscala, per terra. Ti daremo una coperta, un cuscino ed una sveglia, in modo che domani mattina non ti possa dimenticare. Chiaramente ti dovrai cambiare prima di metterti a letto, il tuo pigiama è gia pronto. Saluta Aldo e Gianni e vai nel sottoscala ad aspettarmi."
Dovevo dormire per terra! Bene, ci mancava solo questo. "Buonanotte Padrone Aldo, buonanotte Padrone Gianni" e senza alzare gli occhi me ne andai verso la mia stanza. Mentre camminavo non pensavo a niente, solo ad andarmene il più velocemente possibile ed a trattenere le lacrime. Il sottoscala era tremendamente triste, e la coperta e il cuscino per terra lo rendevano ancora peggiore. Luca arrivò subito, mi fece sedere e mi ordinò di spogliarmi. Tolsi la maggior parte dei vestiti più velocemente che potevo, mentre lui si dedicava al corsetto ed a tutto il resto. Per me fu un sollievo ricominciare a respirare normalmente. Rimasi praticamente in reggiseno, mutandine e collant. "Quelle puoi tenerle, per dormire infilati questa catsuit". Mi diede questa specie di completo molto aderente di latex rosso, una specie di tuta che feci molta fatica ad indossare. Stringeva in tutti i punti del mio corpo e, quando mi alzo la lampo sulla schiena, vidi che prendeva un piccolo lucchetto. Lo uso per fermare la cerniera dietro al mio collo, dopodichè mi fece indossare un paio di scarpe stranissime, fatte interamente di punta e tacco, senza una base d'appoggio. Anche queste due scarpe avevano un piccolo lucchetto per parte, che Luca bloccò immediatamente. Praticamente non avrei potuto togliermi ne la tuta ne le scarpe. Camminare con queste era praticamente impossibile, il tacco era sempre altissimo e dovevo stare per forza in punta di piedi. Pensai che tanto dovevo solo dormirci e che da coricato non erano scomode. Ma ero ancora una volta molto limitato nei movimenti. "Buonanotte Lara, mi raccomando per domani. Non tolleriamo errori" mi disse Luca serio. "Buonanotte Padrone Luca, non siate troppo crudeli con me" ebbi il coraggio di dire, ma Luca se ne andò senza parlare. Dopo un minuto ritornò e mi disse "Lara, domani mattina, appena alzata, vieni nella mia camera e svegliami. Ti darò una mano a cambiarti e poi devo partire. Ricordati di non fare mancare niente agli altri e di servirli in qualsiasi cosa ti chiedono. Io torno per pranzo e non voglio sentire lamentele." e se ne andò senza dire altro. Adesso si che mi misi a piangere, in silenzio singhiozzavo per non farmi sentire dagli altri. Mi buttai a terra, misi la sveglia per le 7.30 e, continuando a piangere pensavo al guaio in cui mi ero cacciato. Pensavo di non riuscire ad addormentarmi ma fisicamente e psicologicamente ero talmente stanco che mi assopii subito, senza avere neanche il tempo di rammaricarmi troppo della mia situazione. Dormii senza incubi, e alla mattina mi alzai immediatamente al primo suono della sveglia.
Avevo dormito solo poche ore ma mi sentivo riposato. Adesso però iniziavo a pensare alla giornata che avevo davanti. Cosa faccio, scappo? Vestito così? Non mi posso cambiare, non so dove sono i miei documenti e non posso sicuramente farmi vedere in mezzo alla gente conciato in questo modo.
Uscendo dalla mia stanza mi ricordai che dovevo farmi un piano di scale con queste scarpe, camminando sulle punte. Pazienza, non volevo farmi riprendere per questo motivo, così mi sforzai di salire le scale il più velocemente possibile. Le mie gambe erano abbastanza riposate e non feci particolare fatica. Appena fuori dalla stanza di Luca bussai cercando però di non fare troppo rumore per non svegliare gli altri. "Avanti" disse la voce all'interno della stanza. "Buongiorno Padrone Luca, sono venuta a svegliarla come da Sua richiesta" "Bene Lara, andiamo al piano di sotto e prepariamoci per la giornata di oggi" Tornammo nel mio sottoscala, Luca mi tolse i lucchetti e mi mandò a fare una doccia intimandomi di fare in fretta. Dopo 10 minuti passati sotto l'acqua calda, mi accorsi che praticamente ero ridiventato uomo, non avevo ne vestiti ne trucco. Aumentò quindi la mia consapevolezza che per quanto potessero umiliarmi, domenica sarebbe arrivata in fretta ed avrei dimenticato tutto altrettanto velocemente.
Tornai nel sottoscala di corsa e iniziammo l'opera di "restauro". Luca mi mise la stessa biancheria di latex, ma stavolta di colore bianco. Il corsetto purtroppo era lo stesso del giorno prima, e penso che lo strinse ancora di più. Anche il vestito, gli accessori e gli stivali erano gli stessi. La parrucca stavolta era quasi bionda ed i capelli erano un po' più lunghi. Dopo il trucco mi accorsi che stavano anche meglio. Adesso però non avevo tutti i problemi di movimento del giorno prima, ero leggermente più sciolto, ed anche gli stivali, per quanto sempre scomodi, mi permettevano una mobilità migliore.
"Lara, adesso corri in cucina e prepara la colazione, alle 9.30 dovrai svegliare gli altri e portargliela a letto. Dopodichè ascolta cosa ti dicono loro. Io farò colazione al bar, devo correre in città. Vuotami le valige di ieri e portamele qui" "Certo Padrone Luca" dissi velocemente e mi diressi verso la sala, vuotai le valige e tornai quasi di corsa da lui. "Ecco Padrone Luca, le valige. Faccia un buon viaggio". "Brava Lara, stai andando molto bene", e nel dirmi questo mi accarezzò i fianchi, mettendomi una mano sul sedere. Mi diede anche un piccolo bacio sulla guancia prima di uscire di volata. Mentre sentivo l'auto che si allontanava, non potei fare a meno di ripensare al bacio. Era solamente una guancia, ma mi preoccupava un po'. Adesso tornava un po' di paura, non mi era ancora chiaro che cosa avessero veramente in mente quei tre. Comunque non avevo tempo da perdere, dovevo preparare la colazione e svegliare i miei due aguzzini. Mi diressi in cucina. Ormai camminavo quasi come una vera donna, gran parte dell'incertezza era ormai svanita e mi muovevo bene anche se non ero proprio a mio agio. Mentre preparavo il caffè ed i vassoi però mi ricordai di una cosa. Io non sapevo fare da mangiare!. Passi per la colazione, ma più di un piatto di pasta non sapevo fare. Come me la sarei cavata per pranzo? E per cena?. Mi calmai un attimo e mi misi a spalmare un po' di fette biscottate. Con i guanti facevo un po' fatica ma non sapevo se potevo toglierli o meno e, nel dubbio, decisi di tenerli. Preparai anche tazze e vassoi. Ero decisamente in anticipo e così mi misi a guardare nel frigorifero e nella dispensa, pensando a qualcosa da fare per pranzo.
Molto male, non c'era quasi niente. Meglio così, mi sarei dovuto arrangiare con poca roba e forse avrei fatto bella figura ugualmente. All'ora prestabilita iniziai a salire le scale. Bussai alla porta della stanza di Aldo. "Avanti Lara, entra pure." era sicuramente sveglio da un po'. "Buongiorno Padrone Aldo, dormito bene?" dissi nel modo più servile possibile. "Certo bella, appoggia tutto sul comodino e corri a svegliare Gianni". "Bene Padrone Aldo, corro" ed uscii più velocemente possibile dalla stanza, mentre il rumore dei tacchi risuonava per tutta la casa. Bussai anche alla porta seguente, e Gianni mi disse di entrare
"Buongiorno Padrone Gianni, dormito bene?" "Grazie Lara, e tu come stai?" mi chiese. Mi sembrava veramente interessato e mi sentii per un attimo più tranquillo. "Non proprio bene, Padrone Gianni". "Appoggia tutto lì, aspettaci in sala" "Come desidera Padrone Gianni" e me ne andai al piano inferiore. Non sapevo se potevo sedermi o se dovevo rimanere in piedi, però i tacchi un po' mi davano fastidio e decisi che se mi fossi inginocchiato sul tappeto avrei trovato un po' di riposo, e loro sarebbero stati contenti vedendomi sottomesso. "Brava schiavetta, vedo che impari in fretta" mi disse Aldo entrando nella stanza vedendomi inginocchiato per terra. "Adesso ti cambiamo così sarai un po' più presentabile ed un po' meno troietta".
Gianni stava entrando con dei vestiti. Mi fecero spogliare ancora una volta, ad eccezione del seno finto e dell'intimo. Non capivo tanto bene il perchè (mi ero appena vestito come voleva Luca) ma come al solito non mi sembrava il caso di chiedere spiegazioni in merito alle loro decisioni. Questa volta mi diedero un paio di collant neri da mettere sopra a quelli trasparenti. Con mia grande gioia non mi fecero indossare nessun corsetto (pensate in che situazione mentale ero, mi rallegravo perchè non mi mettevano il corsetto) ma solamente una semplicissima camicia con le maniche lunghe abbottonata fino al collo. Il seno finto sporgeva abbastanza ma non mi dava fastidio e sembrava molto naturale. Non mi diedero ne guanti ne collare, ma la minigonna che mi passò Gianni era decisamente aderente. Mi arrivava a metà coscia, quindi non era proprio corta. Le scarpe invece erano normali, nere lucide, con un bel tacco da almeno 12 centimetri di metallo e con un laccetto alla caviglia. Con queste camminavo molto meglio che con gli stivali. Non avevo i guanti Luca decise che era il caso di mettermi delle unghie finte colorate di rosa.
Nonostante pensassi il contrario non erano così semplici da indossare, dovevo calcolare un po' meglio i movimenti delle mani. La parrucca ritornò castana e il trucco mi venne lasciato praticamente inalterato, solo un po' di terra per colorirmi il viso. Come al solito il risultato dello specchio fu spiazzante. Ero, se possibile, ancora più somigliante ad una donna rispetto al giorno precedente. E soprattutto ero più vicino all'abbigliamento di una donna "normale". "Bene Lara, adesso andiamo a fare la spesa" mi disse Aldo ridendo "ti accompagniamo noi in macchina all'ipermercato in città".
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