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“il primo incontro”


di Membro VIP di Annunci69.it Francesco1152
14.01.2022    |    1.200    |    2 8.7
"”Si, non è affatto male” disse rivolgendosi al mio Signore e Padrone mentre anche l’altro ospite si avvicinò prendendo la mia mano e guidandola verso il suo..."


Quella che segue è la cronaca fedele del periodo più bello della mia vita di servo, quando ho avuto l'onore di essere addestrato da un Master terribile e meraviglioso che mi ha plasmato e addestrato alla soddisfazione delle Sue pulsioni e dei Suoi piaceri.


Avevo letto i Suoi annunci su un sito di incontri e, superata l’inziale titubanza dovuta alla mia poca esperienza, avevo trovato il coraggio di scrivergli un messaggio. Dopo un breve scambio di mail e di messaggi watsapp il mio Signore e Padrone mi convocò presso la sua dimora per valutare se fossi stato degno di essere ammesso al Suo servizio. Le due ore che impiegai per arrivare in auto a casa Sua mi parvero pochi istanti per il tumulto di pensieri, paure e tanta eccitazione che affollarono la mia mente durante il tragitto. Una volta arrivato parcheggiai la macchina dove Lui mi aveva indicato e mandai un messaggio sul Suo telefonino per comunicare il mio arrivo, passarono 15 interminabili minuti, poi finalmente mi rispose “Ti ho aperto il cancello troia”, aveva iniziato a chiamarmi così dopo i primi contatti pretendendo al contempo che io mi rivolgessi a lui come Signore e Padrone. Arrivai al cancello di una villetta a due piani circondata da un giardino perfettamente custodito, lo varcai e lo richiusi alle mie spalle, percorsi il breve vialetto che conduceva ad un elegante portone in legno e una volta arrivato sentii lo scatto della serratura, contemporaneamente arrivò un altro messaggio sul telefonino “Primo piano troia”. Potevo sentire ogni palpitante battito del mio cuore mentre salivo le due brevi rampe di scale che mi conducevano alla porta di casa Sua che trovai socchiusa. Mi fermai un istante e subito udii la sua voce da dentro “Entra e chiudi troia”. Mi ritrovai in un grande soggiorno elegantemente arredato, il tempo di guardarmi attorno e vederlo comodamente adagiato sul divano al centro della stanza, un uomo di statura medio alta vedendolo seduto, che dimostrava meno dei Suoi 58 anni, capelli corti brizzolati, barba molto curata, fisico tonico e giuste proporzioni, un cenno imperioso della mano e capii che la mia posizione eretta non era gradita al mio Signore e Padrone. Mi misi prontamente in ginocchio con lo sguardo basso sul pavimento. “A quattro zampe troia, vieni subito qui !” . Il Suo timbro maschile e il Suo tono imperioso che incutevano rispetto e timore non ammettevano repliche, e non ve ne furono, eseguii gattonando verso di Lui giungendo con il capo a pochi centimetri dalle Sue ginocchia. Era completamente vestito di nero, con delle eleganti scarpe di pelle lucida “Bacia la punta delle scarpe troia”, non me lo feci ripetere, accostai con delicatezza le labbra alla destra rendendo doveroso omaggio, mentre stavo baciando la sinistra sentii la suola sulla testa “Ogni volta che ti ammetto al Mio cospetto voglio che, varcata la soglia di questa casa, tu ti metta a quattro zampe e che venga immediatamente a rendermi omaggio baciandomi le scarpe, tutto chiaro troia ???” disse aumentando la pressione del piede e schiacciandomi il viso sulla sua scarpa, “Si Signore e Padrone” fu la mia pronta risposta con la voce che mi uscì goffamente distorta dalla bocca schiacciata da quell’elegante calzatura. Continuò ancora qualche istante a schiacciare la mia faccia a terra muovendo la scarpa sui miei capelli come nell’atto di spengere un mozzicone di sigaretta, quando tolse il piede non osai muovermi di un millimetro in attesa dei Suoi ordini, un altro schicco di dita mi fece scattare in ginocchio “Annusami la patta troia !” osai appoggiare le mie mani sulle Sue ginocchia e subito mi arrivò un violento ceffone che mi fece girare di lato “Non ti azzardare a toccarmi senza il Mio permesso troia !!!” tuonò, “Metti le tue stupide mani dietro la schiena ed esegui il Mio ordine”, “Si Signore e Padrone” risposi con un filo di voce avvicinando il naso al rigonfiamento dei Suoi pantaloni cominciando ad inspirare con vigore. Mi sentii prendere per i capelli e fui spinto con violenza contro la Sua patta, facevo fatica a respirare ma Lui non accennava a mollare la presa incitandomi a inalare a fondo i suoi odori di Maschio Padrone. ”Adesso sbottonami e prendi in bocca la Mia Verga” continuò, io eseguii impaurito ed eccitato, sbottonai con delicatezza i pantaloni e feci uscire il Cazzo Divino del mio Signore e Padrone dalle mutande, era già abbastanza in tiro, rimisi le mani dietro la schiena e cominciai a succhiarlo con tutta la devozione che l’essere al servizio di quell’Uomo tremendo e meraviglioso mi ispirava. Se lo fece lavorare al lungo ordinandomi di alternare il massaggio con la lingua e quello con le labbra, i suoi sospiri di godimento mi rendevano orgoglioso per il piacere che Gli stavo procurando; Aprì la cintura e sbottonò l’ultimo bottone dei pantaloni, inarcò il bacino e li fece calare fino alle caviglie, mi allontanò con un colpo deciso sulla fronte e mi ordinò di togliergli le scarpe, i pantaloni e i calzini, eseguii appoggiando ordinatamente le Sue calzature a lato del divano riponendo dentro ad ognuna un calzino, poi Gli tolsi i pantaloni, li ripiegai e li appoggiai con cura al Suo fianco. “Prenditi cura dei miei coglioni adesso troia” mi intimò con il solito tono perentorio, naturalmente non esitai nemmeno un istante e cominciai a rendere doveroso omaggio alle Sue Palle Divine, baciandole, leccandole, succhiandole con tutta la delicatezza e le passione di cui ero capace, mi fece continuare a lungo sottolineando più volte il Suo gradimento per il mio lavoro, poi si sporse col bacino in avanti, sollevò le gambe portando il Suo buco a pochi centimetri dalla mia bocca, di nuovo mi afferrò per i capelli spingendomici contro e appoggiando i piedi sulla mia schiena, non ebbe bisogno di proferire parola perché capii subito cosa desiderava ed iniziai a leccare e baciare avidamente il Suo Divino Culo a tratti spingendo la lingua come per leccarlo all’interno, i sospiri sempre più intensi del mio Signore e Padrone furono interrotti da una chiamata in arrivo sul Suo cellulare. Prese il telefono dal tavolino accanto al divano e rispose sospirando, dopo i saluti rituali il mio Signore e Padrone domandò al Suo interlocutore quanto tempo ci avrebbe messo per arrivare poi, evidentemente rispondendo ad una domando della persona all’alto capo disse sospirando “ Si, la troia è qui, e in questo momento mi sta leccando il culo, sbrigatevi ad arrivare”. Capii che stava aspettando più di un ospite e un brivido di paura ed eccitazione mi attraversò la schiena, provocandomi un attimo di esitazione nel lavoro che stavo compiendo, la mia paura non sfuggì al mio Signore e Padrone “Si troia, avremo ospiti, e tu sarai a nostra disposizione” sussurrò sospirando mentre riappoggiava il telefonino sul tavolo, poi mi spinse via con un colpo deciso del tallone e mi ritrovai disteso a terra, “Adesso troia apri quella porta entrando alla tua sinistra troverai la tua divisa appesa ad un attaccapanni, spogliati completamente, indossala e torna subito qui” alzai lo sguardo e vidi che indicava una porta qualche metro alla mia sinistra. Mi rimisi a quattro zampe e mi diressi prontamente ad eseguire l’ordine del mio Signore e Padrone. Entrai e mi ritrovai nel ripostiglio delle scope, mi spogliai e rimasi completamente nudo poi indossai un gilè a righe sottili ed un grosso collare in cuoio al quale era attaccato un guinzaglio di una cinquantina di centimetri di cuoio anch’esso, appesi ordinatamente le mie cose all’attaccapanni e tornai a i piedi del mio Signore e Padrone che nel frattempo si era completamente denudato “Seguimi troia” sibilò schiccando le dita. Obbedii e lo seguii fino a quella che doveva essere la Sua camera da letto, ”Faccia a terra troia” disse fermandosi e aprendo un’anta di un grande armadio, assunsi subito la posizione ordinata e il mio Signore e Padrone poggiò il Suo Piede Divino sulla mia nuca mentre sceglieva l’abbigliamento per la giornata, tirò fuori dall’armadio un paio di pantaloni ed un gilè in pelle appoggiandoli ordinatamente sul letto, “Adesso vestimi troia” , presi i pantaloni e glieli infilai facendoli risalire delicatamente lungo le sue cosce, li abbottonai facendo attenzione al suo Membro Regale visto che non indossava mutande, poi presi il gilè, mi alzai in piedi e glielo feci indossare per poi abbottonare i quattro bottoni in metallo dorato, un attimo di esitazione nel rimettermi a quattro zampe mi costò un violento ceffone che mi fece scattare nella mia “posizione naturale”. Il mio Signore e Padrone prese il guinzaglio e mi condusse nel soggiorno, si sedette di nuovo sul divano e mi ordinò di sdraiarmi ai Suoi Piedi per fargli da zerbino mentre fumava una sigaretta. Dopo circa un quarto d’ora qualcuno suonò il campanello e mi fu ordinato di andare ad aprire e di attendere gli ospiti a quattro zampe dietro la porta rendendo omaggio con la lingua alle loro scarpe non appena fossero entrati, erano in quattro, due uomini e due donne, salutarono calorosamente il mio Signore e Padrone e si disposero a semicerchio di fronte a me potevo vedere solo le loro scarpe che iniziai immediatamente a leccare, il primo alla mia sinistra era un uomo, indossava stivali in pelle nera sotto un paio di pantaloni neri anch’essi, nessuno mi rivolgeva la parola, conversavano del più e del meno tra di loro e con il mio Signore e Padrone che nel frattempo li aveva raggiunti, quindi leccai devotamente la punta e passai alla donna al suo fianco e ai suoi stivali dal tacco altissimo, poi all’altra Signora e alle sue decolletè scamosciate ed infine all’ultimo ospite ed alle sue scarpe allacciate. Quando ebbi finito mi misi a quattro zampe con la faccia a terra ad un centimetro dalle dita dei piedi nudi del mio Signore e Padrone, passarono pochi istanti poi sentii tirare il guinzaglio dal mio Signore e Padrone che invitava i Suoi ospiti ad accomodarsi sul grande divano. Si adagiarono comodamente “Vediamo cosa ci propone il nostro Carlo, in ginocchio schiavo !” disse una delle due Signore, eseguii cercando di scorgere, anche mantenendo lo sguardo basso, le sembianze dei nuovi arrivati. Le due Donne erano entrambe sulla cinquantina, una, quella con gli stivali che arrivavano appena sotto il ginocchio, bionda con i capelli lisci sulle spalle, indossava un tubino nero smanicato abbastanza aderente che lasciava intuire forme pronunciate e ben proporzionate, carnagione chiara, occhi azzurri e bellissime mani impreziosite da un paio di anelli di gran pregio e unghie lunghe, curate e laccate di rosso vermiglio, l’altra, quella con le decolletè, era molto alta e robusta di corporatura, capelli neri, corti, con un ciuffo cadente sulla fronte, indossava una camicia bianca un giacchino avvitato ed una gonna coordinata marrone scuro calze bianche velatissime. I due uomini erano entrambi molto maturi, non saprei dire l’età, quello con gli stivali era vestito completamente in pelle nera, camicia e pantaloni, sembrava di media statura vedendolo seduto e di fisico robusto, testa completamente rasata, sguardo gelido, l’altro era molto più alto, di corporatura esile, capelli mossi ed un abito grigio di taglio classico con camicia e cravatta. Di più non riuscii a vedere in quanto mantenni sempre lo sguardo al pavimento. “Alzati in piedi verme” era la voce di quello vestito in pelle, tagliente come il suo sguardo, eseguii in silenzio “Adesso mettiti di spalle” continuò, subito ruotai su me stesso dando loro le spalle, “Adesso piegati in avanti e apriti le natiche, facci vedere il tuo buchetto” adesso era l’altro uomo a parlare, eseguii in un misto di eccitazione e vergogna, mi stavano esaminando come un animale al mercato, “Lo hai già provato Carlo ?” chiese signora con gli stivali “Non ancora” rispose il mio Signore e Padrone “Stavo iniziando a vedere come sa usare la lingua” “E come se la cava ?” riprese l’uomo vestito di pelle, “Benino, si impegna molto, ma è decisamente migliorabile, provalo, dimmi cosa ne pensi” L’amico del mio Signore e Padrone si parò innanzi a me con la patta sbottonata e il cazzo fuori, ”Giù !” sibilò con tono arrogante, scattai in ginocchio e lui mi prese la testa e la spinse verso la sua verga ancora a riposo, “Lecca schiavo !” mi diedi subito da fare succhiandolo e leccandolo al meglio delle mie possibilità, mi sentivo soddisfatto del mio lavoro perché quell’arnese prese subito vigore diventando grosso e duro nella mia bocca. ”Si, non è affatto male” disse rivolgendosi al mio Signore e Padrone mentre anche l’altro ospite si avvicinò prendendo la mia mano e guidandola verso il suo cazzo che prontamente iniziai a menare “Avevi ragione Carlo” disse con tono di scherno la Signora dai capelli neri “E’ proprio una gran troia !!!” nel frattempo ero passato a succhiare il bastone dell’uomo in abito grigio al quale piaceva dare dei colpi di bacino per farmelo arrivare fino in gola provocandomi dei conati di rigetto mentre l’altro si era messo dietro di me e mi dava il ritmo spingendomi la testa. Il mio Signore e Padrone e le due Signore si godevano la scena dal divano senza lesinare apprezzamenti osceni sul mio conto. Passai alcuni minuti prendendomi cura con devozione della verga di quell’uomo, poi la Signora coi capelli neri si alzò e raggiunse i due “Siete due maleducati” disse fingendo irritazione “Lasciate divertire anche le Signore”, prese il guinzaglio e mi trascinò fino al divano, prima di sedersi si alzò la gonna poi mi assestò due sberle sonore, “Spero tu non sia già stanco verme perché adesso tocca a noi e siamo molto esigenti, datti da fare su !!!” capii al volo, insinuai la testa tra quelle cosce possenti e iniziai a leccarla “Niente male questo schiavetto” sospirò mentre la fica iniziava a bagnarsi copiosamente, sentivo la sua mano che mi accarezzava la testa come quella di un cane e roteavo la lingua sul clitoride incitato dai suoi sospiri sempre più intensi, l’uomo vestito di pelle venne dietro di me, appoggiò un piede sul divano accanto alla signora e le diede il cazzo da succhiare, alla nostra sinistra vedevo la bionda che si occupava dello scettro del mio Signore e Padrone mentre l’altro la penetrava da dietro. Pochi minuti e le due donne vennero quasi all’unisono mugolando, mi ritrovai la bocca riempita dell’umore muschiato della Signora che dopo qualche istante si rilassò allontanandomi dal suo sesso, rimasi in ginocchio in attesa di ordini mentre anche mio Signore e Padrone e gl’altri ospiti si presero una pausa rilassandosi sul divano. “Vieni qui schiavo” ora era l’altra Signora a rivolgermi la parola, “Toglimi gli stivali”, obbedii e subito mi stampò in faccia i suoi piedi arroganti costringendomi a sdraiarmi con la mia faccia come zerbino, mi calpestava la faccia quasi impedendomi di respirare, subito le mie narici poterono inebriarsi dell’aroma misto sudore e cuoio di quelle magnifiche estremità. Si divertì a lungo in questo modo mentre il mio Signore e Padrone proponeva a lei ed agl’altri un altro modo divertente di usarmi : “Vediamo se è bravo come cesso ?” tutti furono entusiasti della proposta ed allora la Signora, dopo un ultimo pestone sulla bocca mi tolse i piedi dalla faccia mentre il mio Signore e Padrone prese il guinzaglio e preceduto dal resto della compagnia mi condusse verso il bagno “Dentro la vasca troia” mi disse sferrandomi un poderoso calcio sul culo, obbedii e mi ritrovai in ginocchio nella grande vasca semicircolare posta in un angolo della stanza “Alza la testa cagna !” mi disse uno degl’altri due, mentre eseguivo mi arrivò sulle labbra il suo potente fiotto di pioggia dorata “Apri bocca troia, bevi !” sibilò il mio Signore e Padrone, adesso anche l’altro uomo mi stava pisciando in bocca, io cercavo disperatamente di bere il loro champagne ma ovviamente la maggior parte mi colò addosso “Dobbiamo addestrarlo, non riesce a bere a sufficienza”, disse la Signora bionda, “E dobbiamo punirlo perché ha osato disperdere il nostro nettare” concluse issandosi in piedi sui bordi della vasca facendo in modo che la sua fica fosse a pochi centimetri dalla mia bocca “Qui schiavo, vieni a bere direttamente alla fonte” ghignò afferrandomi per i capelli, mi pisciò in bocca a piccoli getti dandomi il tempo di non disperdere nemmeno una goccia di urina, il sapore era intenso e molto acre, ma ormai i miei freni inibitori erano completamente andati e feci in modo di non deluderla, quando ebbe finito pretese che la ripulissi da ogni residuo e mentre scendeva anche il mio Signore e Padrone mi fece omaggio del suo prezioso succo, aprii la bocca e bevvi quanto più potevo, anche lui pretese di essere ripulito, gli ciucciai il cazzo con amore e Lui mi ricompensò on una pacca sulla testa. Ero completamente bagnato di urina, stanco, abbrutito ma eccitatissimo all’idea di essere alla mercé del mio Signore e Padrone e dei Suoi amici, il pensiero di cosa mi stesse aspettando mi spaventava, ma allo stesso tempo non vedevo l’ora di scoprire quali di altre turpi perversioni sarei stato oggetto. Mi lasciarono in bagno con l’ordine di ripulirmi e di raggiungerli nel soggiorno, mi lavai accuratamente con acqua tiepida e sapone, mi asciugai e mi avviai a quattro zampe, mentre attraversavo il corridoio fui raggiunto dalla Signora bionda che si sedette sulla mia schiena con l’intento di farsi un giro su di me, mi fece camminare tutto intorno al soggiorno spronandomi con i talloni sulle cosce, la cosa evidentemente la divertiva e aveva tutta l’intenzione di godersela a lungo, io invece dopo alcuni minuti cominciai ad essere stanco e a rallentare il passo “Forza cavallino, trotta !!!” mi incitava, ovviamente facevo di tutto per non deludere la mia amazzone spronato anche dai poderosi calci sulle natiche che cominciarono ad arrivarmi quando il mio Signore e Padrone si mise dietro di noi per sollecitarmi al mio dovere, cominciavo ad essere stremato, le braccia mi tremavano, il sedere mi doleva e mi bruciava per la pioggia di calci che non accennava a diminuire, il peso della Signora adagiata sulla mia schiena cominciava a diventare poco sopportabile e pensavo di non riuscire a resistere ancora a lungo, fortunatamente fu soddisfatta della cavalcata e scese assestandomi un calcione sul torace he mi fece rotolare ansimante su pavimento, neanche il tempo di prendere fiato e subito iniziò a schiaffeggiarmi violentemente in faccia col piede, pochi colpi e l lacrime iniziarono a solcarmi il volto “Pietà Signora” mormorai, per tutta risposta mi tappò la bocca col piede premendo con forza “Nessuna pietà per te verme, sei in addestramento, ti faremo diventare un servo come si deve!” mi rispose urlando e riprendendo a colpirmi, se possibile più forte di prima, oramai ero ridoto uno straccio, piangevo come un bambino e bofonchiavo implorazioni che avevano l’unico effetto di divertire i Padroni che la incitavano a continuare a massacrarmi, stavo per svenire, quando per fortuna si stancò o più probabilmente intuì che ero arrivato otre il mio limite di sopportazione. Mi lasciarono qualche minuto sdraiato sul pavimento per consentirmi di recuperare un minimo di forze, poi l’uomo vestito in pelle mi fece rimettere in ginocchio strattonando il guinzaglio con forza e trascinandomi al divano.(continua...)

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