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Debora


di Membro VIP di Annunci69.it Francesco1152
15.06.2023    |    310    |    2 9.0
"Quando rientrai nel nostro bilocale mi depilai dappertutto con la ceretta, mi rinfrescai sotto la doccia, indossai un paio di slip di Debora per sentirla..."
Quel mattino ero appoggiato allo stipite della porta della piccola stanza da bagno osservando Debora, la mia fidanzata, che si truccava davanti lo specchio.

“Come mai sei tanto concentrato nel modo in cui mi trucco ?” mi chiese tra un sorriso e l'altro.

“Perché lo fai bene e mi piacerebbe imparare a truccarti.”

“Oscar è bello saperlo ma ho premura e non voglio perdere il treno delle undici; ti prometto che al mio rientro ti insegnerò a truccarmi ma intanto prendi dall'armadio la biancheria intima, la gonna e la maglietta che più gradisci.”

“Senz'altro !”

Indossavo soltanto un paio di infradito e stando davanti l'armadio ebbi la morbosa curiosità di indossare una sua minigonna in jeans che in virtù delle mie misure mi veniva un po' stretta; nonostante ciò mi avvicinai a Debora per porgerle gli indumenti e le chiesi :

“Dì un po', che impressione ti faccio con la tua minigonna ?”

Debora si girò subito a guardarmi e mi scrutò alquanto incredula sorridendo morbosamente.

“Eppure non avevo mai pensato di fare questa prova su di te. Coi capelli alquanto lunghi che ti ritrovi e i tuoi fini lineamenti, questa minigonna dona molto e ti calza a pennello. Avvicinati perché a questo punto voglio rimarcarti le labbra col rossetto.”

Dopo che mi ebbe cosparso il rossetto si allontanò guardandomi compiaciuta.

“Ad esserti sincera mi è venuto il desiderio di conciarti come una donna e di gioire vedendoti in abiti femminili; dovrei truccarti per bene e insegnarti ad ancheggiare ma lo farò senz'altro al mio ritorno. Comunque avrai sempre quel qualcosa in più che fa impazzire a noi donne.” disse allungando il braccio e stringendomi fortemente le palle da sotto la minigonna.

“Adesso togliti la minigonna, vestiamoci e portami subito alla stazione.”

Giunti alla stazione, acquistò il biglietto e ci dirigemmo verso il vagone.

“Anche se rimarrò dai miei solo una settimana ci sentiremo telefono.” mi disse dopo esserci concessi un ultimo lungo bacio prima di abbordare il treno.

Entrambi eravamo iscritti all'università presso la stessa facoltà e condividevamo un bilocale. Inizialmente cominciammo a scopare normalmente ma successivamente Debora volle sperimentare nuove sensazioni aggiungendo dolore al piacere; rimasi sbalordito sin dal primo momento avvertendo una piacevolissima e nuova sensazione di piacere quando mi applicava delle mollette in diverse parti, mi picchiava sia con le mani che con la frusta e addirittura mi sodomizzava con un fallo. Non appena il treno si allontanò mi recai presso un centro commerciale poco distante da Firenze e approfittando della poca affluenza di gente, scelsi con cura una minigonna, una maglietta, un perizoma ed un paio di sandali molto aperti con tacco da 12 centimetri. Quando rientrai nel nostro bilocale mi depilai dappertutto con la ceretta, mi rinfrescai sotto la doccia, indossai un paio di slip di Debora per sentirla vicino a me, mi truccai il viso alla meglio, ed ebbi la morbosa curiosità di vedere come apparivo con gli indumenti che avevo appena acquistato. Mi proposi di imparare ad ancheggiare sensualmente con i sandali e dopo avermi inserito il fallo, iniziai a camminare lentamente lungo la stanza. Il piacere che provavo quando Debora mi sodomizzava col fallo di gomma, l'amore che provavo per lei e la sua frequente voglia del mio cazzo furono tali che mi venne la curiosità di avere un cazzo vero fra le mani per assaporarlo e scoprire il piacere che Debora sperimentava quando la scopavo. Ero talmente eccitato che mi spogliai e mi rivestii per andare a comprare una rivista pornografica locale; rientrato a casa la sfogliai e mi concentrai sugli annunci relativi ai transessuali in quanto cercavo un maschio con le fattezze da donna. Dopo svariate telefonate un travestito mi fissò un appuntamento a breve e non esitai a raggiungerlo; lui mi accolse gentilmente con un bacio nella penombra del suo appartamento, mi porse subito la mano con molta delicatezza e ancheggiando con molta sensualità, mi condusse in una camera da letto ben arredata. Volle essere pagato all'istante e non esitò ad accendere le luci appena glielo chiesi. Era molto fine, bello, alto, profumato, capelli lunghi oltre il collo, il viso leggermente truccato, unghia delle mani e dei piedi smaltati di rosso, perfettamente depilato e ostentava un'invidiabile corporatura medio magra; indossava soltanto un paio di sandali aperti con tacchi alti e un piccolo aderente string bianco munito di un sottile filo interdentale che evidenziava la bellezza dei glutei, la totalità del pube folto di peli neri tagliati a forma rettangolare e un piccolo ma accattivante strato di tessuto bianco che copriva la sua accattivante protuberanza. Mi aiutò a spogliare con molta libidine lasciandomi addosso soltanto il perizoma che avevo acquistato quella mattina, ci abbracciammo e ci accarezzammo con molta sensualità palpandoci a vicenda la schiena e i glutei; proseguimmo scambiandoci morbose effusioni di piacere sdraiati sul suo ampio letto mentre ci strofinavamo a vicenda i cazzi sopra i nostri ridotti indumenti intimi. Il mio cazzo reagì subito e deformando il perizoma ne fuoriuscì prepotentemente una parte; nonostante il suo cazzo fosse ancora flaccido, mi fu possibile vederne una parte in quanto mentre ci strofinavamo, il mio cazzo si insediò inevitabilmente all'interno del suo string e oltre a strisciare sul suo cazzo, riuscì a spostargli anche lo string. A quel punto lui divaricò una gamba in modo da dedicarmi più comodamente a raddrizzarglielo e quindi glielo accarezzai teneramente da sopra lo string fin quando mi chiese di toglierglielo per leccargli il cazzo come se fosse un gelato. Dapprima mi lasciai scivolare le labbra sul suo pube in quanto mi piacque molto il taglio rettangolare che aveva conferito ai suoi peli e dopo che gli ebbi baciato, leccato e succhiato un po' il cazzo e le palle, il suo cazzo cominciò a indurirsi lentamente fin quando lui mi tolse il perizoma e cambiando nuovamente di posizione ci concedemmo un morbosissimo 69. Notai che quando il suo cazzo sviluppò tutta la sua folgorante virilità era leggermente più grosso del mio e fu allora che lui mi suggerì gentilmente di sdraiarmi di spalle sul letto; oltre ad aiutarmi mentre mi giravo prese un cuscino e me lo depose con cura sotto il culo. Di seguito mi sollevò delicatamente le gambe, le adagiò sulle sue spalle e infine mi divaricò le cosce; intanto che i nostri sguardi si incrociavano libidinosamente, indossò un preservativo, vi cosparse della crema, appoggiò la cappella del suo cazzo sul mio buco e con molta delicatezza me lo introdusse lentamente facendomi gemere di dolore misto a piacere. Con molta abilità fece in modo che il suo carnoso e pietrificato cazzo esplorasse per bene la mia cavità entrando ed uscendo dolcemente a suo completo piacimento durante alcuni minuti fin quando lo estrasse e mi suggerì di mettermi alla pecorina in modo da incularmi più energicamente. Il suo cazzo irruppe al mio interno con piacevolissime incursioni durante alcuni minuti fin quando si fermò lasciandomelo tutto dentro ma trattenendomi fortemente le anche in modo da rimanere ancora agganciato intimamente a lui. Infine mi liberò e dopo che ebbe estratto il suo cazzo dal mio culo, si adagiò compiaciuto di spalle sul letto.

“Sebbene esigo dai miei clienti una cifra maggiore di quella che mi hai pagato, sento il dovere di concederti gratuitamente quell'eccitante piacere che tanto brami di vedermi sborrare; apri quindi la bocca, accogli il mio cazzo, adoperati nel modo che più gradisci e lascia schizzare la sborra del mio cazzo all'interno della tua bocca.”

“Non so come ringraziarti per quest'ulteriore piacere che pensi offrirmi in quanto so bene che esercitando questa professione non è affatto opportuno che all'inizio del pomeriggio ti liberi di una buona quantità di sborra.”

“Mi fa piacere sapere che mi comprendi perfettamente giacché in qualità di puttano è imperativo che il mio cazzo sia sempre in tiro e che nelle mie palle vi sia sempre la giusta quantità di sborra da offrire al momento opportuno a qualche esigente cliente maschio o femmina che sia. Dato che stamattina ho già offerto la mia sborra ad un mio assiduo cliente, ti suggerisco che se decidi di ritornare da me, fallo verso le dieci del mattino in modo da trovarmi abbastanza riposato e in grado di offrirti quella consistente quantità di sborra nonché il vigore sessuale di cui sei bisognoso.”

“Quali sono i tuoi orari ?”

“Tutti i giorni dalle ore 10 alle 23, ma già in prima serata sono stracotto e quindi obbligato ad offrirmi esclusivamente da passivo. Comunque vorrei che adesso non esitassi più a prendere il mio cazzo in bocca in quanto essendo troppo eccitato ho un impellente bisogno di sborrarti in bocca.”

Lo obbedì con piacere e glielo succhiai fin quando avvertii che il suo bel cazzo schizzò all'interno della mia bocca una buona dose di calda e densa sborra. Di seguito mi chiese di inginocchiarmi sul letto mentre lui si sistemava in modo che le mie palle sfiorassero la sua bocca; capii che lui aveva scelto quella posizione con lo scopo di leccare ed ingoiare avidamente le mie palle. Dal canto mio non potei evitare di osservare compiaciuto il suo ormai flaccido cazzo e segare il mio fino a sborrare copiosamente sul suo. Mi sdraiai accanto a lui pienamente soddisfatto ma poco dopo ci alzammo per lavarci i cazzi e ci congedammo in quanto a breve sarebbe arrivato un altro cliente. Rientrato a casa non potei fare a meno di rinfrescarmi sotto una rilassante doccia e dopo mi distesi nudo sul letto ricordando i dolci momenti stracolmi di proibito piacere che avevo vissuto con quel bel transessuale e allo stesso tempo riflettendo con una dovuta introspezione su ciò che avevo fatto in quanto quel pomeriggio mi ero accorto di possedere una doppia anima che mi aveva spinto prepotentemente verso l'omosessualità. Ero pienamente cosciente che godevo molto quando Debora mi faceva leccare il fallo di gomma e anche quando lo usava per sodomizzarmi ma dovevo anche ammettere che quel pomeriggio avevo goduto come non mai leccando quel transessuale dappertutto. Mi ero eccitato molto dal momento in cui che avevo visto quel transessuale e dilettato accarezzandogli e succhiandogli il cazzo, rosicchiando e ingoiando ardentemente le sue palle ed infine sentendomi impalare dal suo stupendo e ferreo cazzo. Avevo goduto molto anche quando con la punta della lingua avevo lambito ogni parte del suo morbido prepuzio abbellito da sporgenti vene nonché quando glielo scappellavo morbosamente con le labbra. C'era una differenza abissale fra il suo cazzo e il fallo col quale Debora mi sodomizzava e specialmente quando quel transessuale mi inculava. Fu così che compresi il motivo per cui Debora aveva tanto bisogno del mio cazzo ma a quel punto non potei evitare di introdurmi il fallo di gomma e di farmi una rilassante sega ricordando sia Debora che quel bel transessuale e dopo che ebbi sborrato mi appisolai senza estrarmi il fallo dal culo. Al mio risveglio preparai una cena leggera dopodiché mi misi un preservativo, un'assorbente intimo di Debora, indossai il nuovamente il perizoma, un paio di shorts alquanto corti e leggeri, una maglietta, un paio di infradito, un borsello a tracollo e andai in un cinema a luci rosse. La sala era alquanto affollata e dopo aver fatto qualche giro di perlustrazione ancheggiando lentamente e scrutando gli spettatori, mi avvicinai spudoratamente ad un tizio in giacca e cravatta, presumibilmente sulla cinquantina, che mentre si concentrava sul film, si accarezzava la pacca dei pantaloni.

“Scusi, questa poltrona è libera ?” gli chiesi regalandogli un morboso sorriso.

“Sì !”

“Disturbo se la occupo ?”

“Affatto; prego, si accomodi pure.”

“Grazie per la gentilezza !”

“Ma si figuri !” mi rispose scrutandomi con occhi luccicanti di lussuria.

Mi accomodai affianco a lui e accavallai le gambe in modo spudorato e provocante indirizzando lo sguardo verso lo schermo ma anche verso la sua pacca.

“Mi accorgo che quell'attrice sbocchina molto bene; sicuramente quel superbo cazzo non tarderà a sborrare.” gli sussurrai morbosamente all'orecchio.

“Dovrebbe essere come dice lei, ma tenga conto che essendo dei professionisti, sospetto che questo bocchino durerà parecchio.” affermò sorridendo mentre mi scrutò fugacemente le gambe.

“Ha proprio ragione; quel bel cazzo merita senz'altro un tale trattamento.”

“Secondo me tutti i cazzi lo meriterebbero.” aggiunse guardandomi negli occhi e poi nuovamente le gambe.

“Gradisce qualche gustosa pallina di patatine al formaggio intanto che ci godiamo questa scena ? Ne ho appena comprato una bustina.” gli chiesi aprendo il borsello.

“Sì grazie, è molto gentile !”

“Anche lei !” gli sussurrai all'orecchio mentre estraevo la bustina dal borsello.

Nel momento in cui si portò la patatina in bocca notai che la pacca dei suoi pantaloni era già abbastanza sporgente; mentre mi allargavo un po' più le gambe per stare più comodo, uno degli infradito mi si staccò dal piede e scivolò per terra. Lui si apprestò a prenderlo e con molta delicatezza me lo ricollocò nel piede con una mano mentre che con l'altra mi tratteneva la gamba.

“Ma lei è un vero cavaliere ! Grazie per rimettermelo a posto.”

“Semplice dovere !” esclamò con un sorriso dandomi teneramente una leggera pacca sul ginocchio.

“Se lo desidera prenda pure altre patatine.” dissi lasciando la bustina sugli shorts.

“Grazie, ne prenderò altre due solo per non rifiutare.”

“Ne prenda a volontà in quanto una patatina tira l'altra; se gradisce posso offrirle degli arachidi giacché ne ho una bustina intera.” gli proposi.

Ancor prima che mi rispondesse, mi alzai lentamente e mi piegai leggermente dandogli le spalle sia per accedere comodamente al mio borsello che per consentirgli di osservarmi meglio e a suo piacere le cosce. Mi accomodai nuovamente ma stavolta per rivolgermi più sfacciatamente verso di lui, appoggiai la spalla sinistra sullo schienale della poltrona e accavallai le gambe urtando delicatamente le sue.

“Scusi se lo ho urtato.”

“Non si preoccupi affatto.”

“Grazie. Lascio comunque le due bustine sui miei shorts in modo che le prenda quando vuole. Gradisce di più le patatine o gli arachidi ?” chiesi con disinvoltura.

“Mi piacciono entrambi.” rispose con un tono alquanto spudorato.

“Mi fa piacere.”

Continuai a guardare con interesse il film ma intanto dirigevo spudoratamente lo sguardo verso la pacca dei suoi pantaloni e lui faceva lo stesso nei confronti delle mie gambe. Quando prelevava qualche patatina dalla bustina che tenevo sui miei shorts, faceva in modo da premere anche la mia pacca. Dato che prelevavo parecchie patatine alla volta, la bustina fu presto vuota.

“Purtroppo abbiamo già svuotato la bustina ma rimangono gli arachidi e come vede non sono salati.” gli sussurrai maliziosamente all'orecchio.

“Infatti, sono squisiti.” disse mentre prendeva qualche arachide incidendo con maggior decisione sulla mia pacca attraverso la bustina.

Dato che un giovanotto seduto dietro di me si segava lentamente, non potei evitare di osservargli il cazzo e di rivolgergli un morboso sorriso quando i nostri sguardi si incrociarono. Lui contraccambiò il mio sorriso e rivolse il cazzo verso me con molta libidine come a volermelo offrire; gli risposi chinandomi leggermente il capo e socchiudendo gli occhi per un istante. Poi mi girai alternando lo sguardo allo schermo e alla pacca dei pantaloni del tizio che mi stava accanto che in seguito seppi chiamarsi Achille. Con frequenza mi giravo a guardare morbosamente il cazzo del giovanotto che continuava a volgere il cazzo verso me.

Ad un tratto gli diedi alcuni colpetti sulla coscia di Achille incitandolo ad osservare la scena del film.

“Guardi, guardi quanta sborra sta schizzando quel bel cazzo sul volto dell'attrice.”

“In effetti è una bella sborrata; beata lei che se la sta godendo.” mi rispose stringendosi il cazzo da sopra i pantaloni.

“E' la seconda volta che vedo questo film; dato che questa sborrata le è piaciuta tanto, le suggerisco di prestare attenzione alla prossima scena in quanto un'altra bella attrice sbocchinerà simultaneamente due formidabili cazzi.” mi sussurrò all'orecchio quel giovanotto avvicinandosi pur rimanendo seduto.

“La ringrazio per il suggerimento. Gradisce anche lei qualche arachide prima che mi finiscano ?” gli chiesi.

“La ringrazio; accetto con piacere. Mi chiamo Brando.”

“Piacere, Oscar.” gli dissi presentandomi.

Dopo avergli dato una manciata di arachidi, la ingoiò tutta e continuò a segarsi. Dopo che ebbi ingoiato l'ultimo arachide gettai la bustina per terra e mi appoggiai spudoratamente sulla spalla di Achille spostandogli lentamente anche la mano dalla pacca dei suoi pantaloni.

“Scusi se mi prendo questa libertà ma vorrei essere io a stimolarle il cazzo.”

“Non deve scusarsi affatto; si accomodi pure e se desidera si conceda qualsiasi altra libertà. A questo punto è opportuno darci del tu; mi chiamo Achille.”

Lo baciai d'istinto sulla guancia e dopo essermi girato per inviare un bacio con le labbra al giovanotto ancora seduto dietro di me, abbassai la cerniera dei pantaloni di Achille e dopo avergli estratto il cazzo, iniziai ad accarezzarglielo lentamente. A sua volta Achille si lasciò scorrere la mano sulle mie cosce e dopo avermi palpato abilmente la pacca degli shorts, sciolse con cura il nodo del cordoncino che me li tratteneva. In quel momento mi sollevai e mentre Achille mi toglieva gli shorts, mi girai verso il giovanotto affinché notasse il filo interdentale posteriore del mio perizoma. A quel punto il giovanotto si accostò alla destra dello schienale della mia poltrona per osservarmi meglio.

“Complimenti, hai un bel perizoma ma noto che hai qualcosa sul cazzo.” mi disse Achille.

“E' un'assorbente che indosso per sentirmi protetto ed eccitarmi più facilmente.”

Achille non esitò ad accarezzarmi l'assorbente da sopra il perizoma e inserendo la mano all'interno del perizoma notò con piacere che indossavo anche un preservativo. Mi girai verso Brando e lo vidi risistemarsi il cazzo negli shorts e abbandonare la poltrona; seguendolo con lo sguardo compresi che si apprestava a raggiungermi.

“Scusa Oscar, posso accomodarmi affianco a te ?” mi chiese accostando il suo volto al mio.

“Con piacere Brando, accomodati pure; speravo tanto averti accanto. Il tuo bel cazzo mi è piaciuto subito ed è bello vederti in shorts e infradito come me.” gli dissi baciandolo sulla guancia.

“Vesto leggero per l'eccessivo caldo e comunque il mio cazzo è a tua completa disposizione.”

“Grazie Brando, anch'io sono a tua disposizione. Vorrei accedere subito al tuo cazzo.”

“Fallo pure Oscar giacché quando sono entrato in sala mi sono tolto gli slip.”

“Ma sei proprio birichino ! Allora alzati in modo da toglierti gli shorts.” gli dissi.

Intanto Achille si abbassò mutande e pantaloni fin sotto i ginocchi e porse la mano a Brando per presentarsi; poi si dedicò nuovamente al mio cazzo intanto che io con una mano continuai ad accarezzargli il cazzo e con l'altra accarezzavo quello di Brando che si apprestò a palparmi abilmente le cosce e il torace. Achille no tardò a liberarmi dall'assorbente e dopo averlo odorato lo porse a Brando che a sua volta lo odorò e se lo passò morbosamente sulle palle. Quando Achille si inginocchiò per succhiarmi il cazzo, prelevai due preservativi dal borsello e li diedi ad entrambi; Achille tornò ad accomodarsi sulla poltrona e mi chinai per succhiargli il cazzo intanto che Brando si era inginocchiato per succhiare avidamente il mio. Ad un certo punto Brando ci invitò a risistemarci e ci propose di recarci presso la comoda zona, protetta da un'ampia tendina, ubicata a ridosso della sala. Nonostante l'oscurità di quel luogo, scorsi alcuni spettatori che si sbocchinavano e inculavano indisturbati. Ci spogliammo subito e Achille mi chiese di inginocchiarmi affinché gli spompinassi il cazzo intanto che Brando, inginocchiatosi dietro di me, cominciò a incularmi lentamente ma in seguito con una tale foga che non tardò a sborrarmi dentro. Di seguito Achille prese il posto di Brando e mentre mi inculava ardentemente, Brando si inginocchiò davanti a me e si diede a segarmi il cazzo fino a farmi sborrare. Non appena Achille mi sborrò dentro, ci alzammo e dopo esserci rivestiti uscimmo dalla sala per dirigerci alla macchinetta delle bevande. Mentre ci rinfrescavamo con del thé freddo chiacchierammo un po' del più e del meno ed infine ci congedammo lieti di esserci conosciuti. Quando rientrai a casa non potei evitare di soffermarmi a guardarmi dalla testa ai piedi davanti lo specchio. Notai che mi era caduta una rivista sul pavimento e appena la raccolsi vidi che una pagina riportava un articolo intitolato BE YOU, cioè, sii te stesso; anziché leggerlo, continuai ad osservarmi e non potei evitare di dirmi : “Oscar, soltanto un frocio si dedica a certe pratiche e quest'oggi hai manifestato chiaramente la tua vera indole di finocchio ma nonostante tutto, sii te stesso, accetta la tua ambiguità e rassegnati perché da oggi devi ritenerti ufficialmente ricchione.” Dopo tale riflessione non esitai a farmi una doccia e quando mi distesi sul letto mi addormentai subito. Il giorno dopo mi dedicai interamente allo studio ma dopo cena decisi di indossare lo stesso abbigliamento del giorno prima e uscii da casa per gironzolare con la mia utilitaria. Mi fermai nel parcheggio di un parco ubicato nella periferia di Firenze che a quell'ora era solitamente frequentato da finocchi. Mi tolsi gli infradito, indossai i sandali che avevo acquistato il giorno prima, accesi una sigaretta, spalancai lo sportello della macchina e accavallai le gambe come una troia. Parecchie automobili mi passavano davanti soffermandosi a guardarmi per ripassare nuovamente in un secondo momento e dato che mi sembrava di trovarmi al centro di una giostra, chiusi la macchina, mi tolsi la maglietta e mi inoltrai all'interno del parco dove vidi diversi tizi girovagare da soli ed altri in compagnia. Mi avvicinai ancheggiando verso una panchina libera e mi accomodai accavallando le gambe lasciandomi dondolare continuamente uno dei sandali; scambiai alcune parole con qualche passante, ricercatore di piacere, finché ne scorsi uno che mi osservava incuriosito. Mi alzai e mi inoltrai fra gli alberi rivolgendogli morbosi sguardi; quando constatai che mi seguiva, mi fermai e lo attesi appoggiato ad un albero. Si avvicinò e senza proferire alcuna parola, appoggiai sfacciatamente un ginocchio sulla sua pacca; lui non esitò ad abbracciarmi e leccarmi. Si lasciò cadere i pantaloncini e in un batter d'occhio mi ritrovai il suo grosso cazzo premere prepotentemente contro la pacca dei miei shorts; ci sdraiammo indisturbati sul prato e dopo parecchie effusioni di ardente piacere, indossò rapidamente il preservativo che gli avevo fornito, mi mise alla pecorina e iniziò a incularmi senza sosta fin quando sborrò. Ci rivestimmo e senza che glielo chiedessi, tirò fuori il portafogli e mi elargì una bella banconota; ci congedammo e abbandonammo il parco. Rientrai subito a casa e mi guardai allo specchio dicendo a me stesso : “Oscar, non cercare alcuna giustificazione ma accetta e riconosci apertamente che ormai sei diventato un puttano. E' altresì imperativo che Debora non venga mai a conoscenza di questo tuo nuovo status in quanto non sai come potrebbe reagire.”

Fin quando Debora rimase a Roma passai le giornate studiando ma trascorsi le serate recandomi prima in quel cinema a luci rosse e dopo in quel parco fino a tardi.

Il pomeriggio in cui andai alla stazione ero felicissimo di rivedere Debora e riabbracciarla dopo quella lunga settimana.

“Mi sei mancato troppo in questi giorni.”

“Anche tu mi sei mancata e non immagini quanto.” le dissi mentre eravamo in macchina diretti a casa.

“Oh, casa, dolce casa !” esclamò non appena chiusi la porta del nostro piccolo nido d'amore.

“Oscar, ho una sorpresa alquanto particolare per te ma te la mostrerò dopo. Adesso ho una voglia matta di essere scopata e di incularti per bene col nuovo fallo che ho comprato; è un po' più duro dell'altro e tra l'altro è collegato a una cintura da legare ai fianchi. L'ho comprato apposta per dominarti meglio. ” aggiunse mentre mi spogliava.

“Oh, vedo che ti sei depilato del tutto. Come mai ?”

“Ricordi che mi avevi detto che al tuo ritorno mi avresti insegnato a truccarmi ?”

“Certo; lo farò con piacere.”

“Ho deciso di depilarmi per avere la pelle completamente liscia ad eccezione del pube.”

“Oscar, hai fatto benissimo; così stai molto meglio e comunque questa stessa sera ti depilerò parzialmente il pube in modo da renderlo più eccitante. Lascia fare a me; vedrai che ti piacerà.”

“Va bene Debora, depilamelo pure a tuo piacere e comunque ti ringrazio per la sorpresa che mi hai portato ma sappi che sei tu la mia vera sorpresa in quanto sei persona a cui tengo di più. L'amore che provo per te è illimitato; sappi inoltre che anch'io ti ho riservato qualche sorpresina.” le dissi intanto che la spogliavo con gli occhi che irradiavano una sproporzionata passione.

“Oscar so bene che mi ami ma se accetterai la mia sorpresa la considererò come la tua più grande prova d'amore verso me; comunque scopiamo subito senza sprecare altro tempo in quanto la fica mi prude troppo.”

“Debora, sarò felice di accettare la tua sorpresa, qualsiasi essa sia; scopiamo, anch'io ho un impellente voglia di introdurre il cazzo nella tua deliziosa fica.”

“Sai bene che la mia fica ti appartiene e che il tuo cazzo appartiene a me.” mi disse stringendomi fortemente le palle con la mano.

La scopai a lungo con una smisurata e incontenibile passione. Di seguito estrasse dalla valigia il fallo e se lo legò ai fianchi; mi inculò fino a stancarsi e poi ci lavammo. Cenammo e infine ci sdraiammo nudi sul letto.

“Oscar sono curiosa di sapere qualcosa riguardo le sorpresine di cui parlavi.”

“Te li mostrerò con piacere ma prima vorrei che mi truccassi come mi avevi promesso.”

Debora si alzò subito e dopo avermi truccato il viso a suo piacere, mi smaltò le unghia delle mani e dei piedi e infine mi mise al collo una sua collana. Mi guardò compiaciuta del suo operato e disse :

“Oscar, il trucco è perfetto e quanto prima ti perforerò i lobi delle orecchie in modo che possa metterti anche gli orecchini. Adesso sono curiosa di vedere le sorpresine di cui parlavi.”

“Debora si tratta di alcuni indumenti che ho acquistato per me; mi auguro tanto di non essermi sbagliato ma più che altro spero che piacciano anche a te.”

A quel punto le chiesi di recarsi nell'altra stanza e di rientrare non appena l'avessi chiamata. Quando mi trovai da solo indossai il perizoma, la minigonna, la maglietta e i sandali. La chiamai e quando mi vide si compiacque tanto da ammutolire. Diedi quindi parecchi passi ancheggiando lungo la stanza e mi fermai assumendo una postura alquanto sensuale e stuzzicante.

“Congratulazioni Oscar, questa sì che è una bella sorpresa ! Ti trovo affascinante e inoltre ancheggi benissimo.”

“Debora, questo non è tutto. Ti dispiacerebbe togliermi la minigonna ?”

Dopo che me la ebbe tolta, si allontanò e mi scrutò ancora più compiaciuta.

“Oscar, non trovo parole per esprimere il piacere e l'entusiasmo di vederti trsformato tanto bene. Sei stato bravissimo; accetta i miei più sinceri complimenti !”

Mi abbracciò e ci baciammo con passione.

“Quando pensi mostrarmi la tua sorpresa ?” le chiesi incuriosito.

“Prima è necessario che ti depili il pube, quindi, andiamo subito in bagno.”

Debora mi depilò per bene lo scroto e dopo conferì al mio pube lo stesso taglio di peli del suo pube.

“Oscar prima di consegnarti il regalo, devo necessariamente segarti il cazzo per farti sborrare nuovamente; dopo ne capirai il motivo.”

Debora mi sbocchinò per bene e dopo avermi segato freneticamente il cazzo, sborrai rimanendo completamente estenuato. Mi lavò il cazzo con acqua e sapone intimo e prendendomi per mano, mi condusse ai piedi del letto. Estrasse dalla valigia una scatoletta avvolta in carta da regalo e me la porse in mano.

“Amore mio, eccoti la sorpresa; apri la scatoletta e consegnami il contenuto in modo che io stessa te lo possa mettere.”

Aprii incuriosito la scatoletta e mi ritrovai fra le mani una gabbietta di plastica per il cazzo. Dato che rimasi letteralmente sbalordito, lei mi sorrise morbosamente.

“Amore, te l'ho comprata con molto piacere e mi auguro tanto che la gradisca.”

“Debora ti amo troppo e accetto con gioia tutto ciò che proviene da te. Mettimela subito; non voglio privarti neanche di questo piacere e tra l'altro, voglio vedere come mi sta .”

Debora era visibilmente emozionata; mi prese il cazzo baciandone teneramente la cappella, aprì la gabbietta che aveva una forma ricurva, vi inserì il mio cazzo con cura e la bloccò con un piccolo lucchetto. Dato che la gabbietta mi lasciava buona parte dello scroto libero, dapprima lo strinse fortemente e dopo me lo baciò teneramente. Fece sobbalzare un po' la gabbietta come a volerci giocare e guardandomi fissamente negli occhi, fece oscillare morbosamente la chiave del lucchetto fra le dita.

“Amore mio, ti sta benissimo e dato che la sua misura si adatta perfettamente al tuo cazzo, penso che ti debba sentire comodo; d'ora in poi sarò soltanto io a custodire la chiave di questo lucchetto e inoltre deciderò quando e per quanto tempo ti terrò il cazzo ingabbiato. Questa gabbietta rappresenta il nostro più intimo segreto e mi fa molto piacere che indossi qualcosa di così sexy senza che la gente se ne accorga. Dato che hai accettato questa gabbietta mi sento fortunata di averti come fidanzato in quanto mi hai appena concesso la prova d'amore più grande che una donna possa ricevere da un uomo giacché la chiave di questa gabbietta mi conferisce una grande responsabilità e un pieno potere su di te. Questa gabbietta mi procura molto piacere e col tempo noterai che migliorerà di molto il nostro rapporto sia fisico che affettivo in quanto mi permetterà di controllare e gestire pienamente la tua attività sessuale. Fidati di me giacché col cazzo ingabbiato sperimenterai senz'altro nuove sensazioni molto più eccitanti, soddisfacenti e divertenti di prima. Con questa gabbietta il tuo cazzo non potrà raddrizzarsi, non potrai segartelo e non potrai avere rapporti sessuali senza il mio consenso e specialmente in mia assenza. Vorrei comunque conoscere il tuo parere e sapere se ti senti comodo.”

“Questa gabbietta mi fa sentire alquanto protetto e in effetti la trovo abbastanza comoda. Per il resto sono felice di procurarti quest'ennesima gioia.”

“Amore mio, mi fa molto piacere constatare che neanche stavolta ti sei opposto al mio desiderio e comunque mi adopererò per femminilizzarti in quanto, anche se non me lo hai mai detto chiaramente, so che è tuo desiderio apparire e comportarti da donna e quindi sin da adesso sarai la mia femminuccia tuttofare e ti chiamerò Maya.”

“Hai pienamente ragione, mi piacerebbe molto essere donna. Maya è senz'altro un bel nome e mi piace però si riferisce a una popolazione del centro America.”

“In effetti, ma è anche un nome di origine indiana che significa illusione e ti si adatta perfettamente. Tra l'altro ricorda che le donne abbiamo soltanto i cromosomi XX mentre gli uomini XY e che prima o poi nell'uomo affiora il suo aspetto femminile. Comunque adesso rilassiamoci in quanto sono stanca e ho bisogno di dormire.”

Confesso che nonostante ero consapevole di rinunciare a qualcosa di tanto importante, ero felice di indossare quella gabbia che manifestava la mia sottomissione a Debora; tra l'altro incrementava sia il mio bisogno di sentirmi frocio che quello di cedere a Debora il controllo di me stesso, offrendole la mia servilità, permettendole di decidere per me in quanto non mi ritenevo meritevole di godere un orgasmo all'insaputa di Debora e bisognoso di quella ferrea disciplina che soltanto Debora poteva impartirmi. Dato che quella notte Debora si svegliò quando notò che mi ero alzato per svuotarmi la vescica, mi raggiunse subito in bagno.

“No mia cara Maya, non lo puoi fare più stando in piedi ma devi sederti come le donne. Ti abituerai presto a questa nuova posizione; ne trarrai molto piacere e tra l'altro lo concederai anche a me intanto che ti osserverò.” mi disse con tenerezza mentre mi faceva accomodare sul water.

Mi svegliai nuovamente poco prima dell'alba in quanto avvertii un forte dolore al cazzo, che intrappolato nella gabbietta, era preda di una normale erezione che mi spinse a lamentarmi e muovermi tanto freneticamente che anche Debora si svegliò.

“Maya amore mio, capisco il tuo dolore in quanto il tuo cazzo cerca di raddrizzarti ma è intrappolato.” mi disse guardandomi teneramente mentre mi baciava in bocca e mi accarezzava le palle.

“Debora ho troppo dolore al cazzo, per favore aiutami.”

“Maya rimarrò sveglia accanto a te perché il tuo dolore mi sta eccitando; ti aiuterò a convertire il dolore che provi in piacere. Accostati a me, baciami e leccami dappertutto a cominciare dai miei piedi.”

Nonostante provassi tanto dolore mi accostai ai piedi del letto per esaudire il suo desiderio e mi accorsi che mentre più io mi lamentavo, più lei si eccitava.

“Brava Maya, non cessare di baciarmi e leccarmi ardentemente. Continua ad offrirmi il tuo dolore in quanto mi eccita a dismisura.”

Debora sembrava fuori di sé e la sua eccitazione era tale che non poteva evitare di dimenarsi continuamente le gambe né di gioire freneticamente facendosi un ditalino.

“Brava Maya, adesso succhiami la figa intanto che ti lecco le palle.”

Dopo un pò si alzò dal letto, si allacciò il fallo ai fianchi e mi inculò con prepotenza fin quando se lo tolse per legarlo ai miei fianchi in modo che io potessi lenire l'atroce dolore che provavo, inculandola a mio piacere. Rimasi sbalordito quando il mio dolorante cazzo, sebbene ingabbiato, sborrò. Quando ci alzammo dal letto mi liberò il cazzo e notai i segni della sua prolungata prigionia; mi lavò delicatamente il cazzo col del sapone intimo e poi ci facemmo una rilassante doccia.

“Debora ti ringrazio molto in quanto non avevo mai goduto così tanto.”

“Maya, anch'io ho goduto molto; il tuo dolore mi ha procurato ben tre orgasmi.”

Quello stesso giorno mi comprò dell'altro abbigliamento femminile nonché un piccolo grembiule e dato che ormai ero diventata la sua sissy, mi affidò tutti i mestieri domestici; ogni mattina desiderava che la svegliassi leccandole i piedi e che le portassi la colazione a letto. Mi sentivo felice di essere diventata la sua fedele, obbediente e incondizionata serva. Sperimentammo un ottimo rapporto fisico e sentimentale fin quando, circa sei mesi dopo, mi abbandonò giacché si era invaghita di un benestante trentenne che sposò meno di un anno dopo. Dato che l'epilogo del nostro fidanzamento mi stava spingendo verso la depressione, reagii telefonando una settimana dopo a Brando, il giovanotto che avevo conosciuto al cinema in quanto ci eravamo scambiati i numeri telefonici. Brando risultò essere un'eccellente e comprensiva persona; la sua sensibilità e la sua tenerezza riuscirono a condurmi fuori da quell'oscuro tunnel in cui mi ero imbattuta a causa della triste e sconvolgente delusione di aver perso definitivamente Debora. Brando mi rimase sempre vicino e immedesimandomi sempre di più nell'identità di Maya, ripresi a studiare e vivere con moderazione e riservatezza da sissy.
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