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Gay & Bisex

.....Oltre l'amicizia


di LoQuiero
13.04.2023    |    361    |    1 8.0
"Il movimento delle sue mani era armonico e dolce, regolato da un raffinato quanto semplice meccanismo di autoapprendimento, eravamo immersi totalmente in un..."

Da circa tre mesi ero andato in pensione, e con mia moglie (anche lei pensionata ) decidemmo di investire quei soldi in un casetta con un po’ di giardino.
Finalmente la trovai in collina da un privato
Gentilmente il proprietario mi fece visionare la casa era tutta ad un piano e circondata da un giardino di circa di 300 m2 sul retro e un piccolo terreno di 2.500 m2 a ulivi
La villetta mi convinse.
Uscendo notai un altra villetta gemella a circa una trentina di metri e sua anche quella?
Era mia, li ci stava mia figlia, poi per motivi di lavoro di suo marito si sono dovuti trasferire ed hanno venduto
Entusiasta tornai subito a casa a dirlo a mia moglie
Lei sempre molto critica – quanto costa
il prezzo non l’ho trattato prima la vedi poi si decide.
Per farla corta, quando la vide non batté ciglio.
Dopo tutte le pratiche burocratiche la casa era nostra, dopo un periodo di tre mesi ( concordato ) il vecchio proprietario lasciò definitivamente la casa, ed iniziai a fare piccoli lavori di ristrutturazione all’interno.
Le belle giornate cominciavano a far sentire il loro effetto ed io nel tempo libero cominciai a potare gli ulivi che erano stati leggermente abbandonati
Era un pomeriggio di una bella giornata intento a potare due ulivi nel giardino:
Buongiorno….
Al di la della siepe che divideva le due proprietà un signore con un aria interessante, si presento:
-mi chiamo Sauro siamo confinanti
Buongiorno risposi
-Piacere Fabio
-Sa potare gli ulivi?
-Insomma, mi arrangio un po’ non sono un veterano, ma neanche un principiante.
Appunto stavo cercando un potino per i miei ulivi, perché l’anno scorso me li hanno massacrati ho raccolto poco più di due quintali di olive, di solito ne raccoglievo dai 4 ai 5 quintali
-Quanti ulivi ha
-36
- Uno di questi giorni vengo a vederli
- Può venire quando crede tanto sono in pensione, ma non vorrei disturbarla troppo.
- Niente disturbo aggiunsi
Lo stesso pomeriggio andai a vedere gli ulivi.
Mi dette subito a gli occhi il suo fisico ben fatto corporatura esile, capelli corti brizzolati tirati all’indietro, alto circa 1,70 (era leggermente più basso di me) senza barba, indossava solo una maglietta e un paio di jeans, non erano attillati, ma comunque facevano immaginare un bel culetto tondo ben proporzionato.
Insomma i suoi ulivi non erano poi messi male, erano vecchi, gli spiegai che molto probabilmente gli avevano potati cercando di rigenerare rami nuovi e produttivi.
Da quel giorno giorno ma sopratutto dopo avergli potato gli ulivi ad un prezzo veramente vantaggioso, la nostra amicizia si fece più assidua
Sauro aveva una compagna, una vedova, ma non coabitavano, perché lei, ma anche lui, volevano la propria libertà, stavano insieme ma ognuno a casa sua.
Quando andavo a trovarlo la sua casa era sempre profumata di quegli incensi asiatici molto rilassanti
Con il passare del tempo abbiamo cominciato a fidarsi l’uno dell’altro e a confidarsi anche cose intime.
Sauro mi raccontava spesso dei suoi rapporti sessuali con la sua compagna, che non erano proprio idilliaci, lo facevano solo per un bisogno fisiologico, e di questo ne era proprio rammaricato. Successivamente conobbi anche lei, un bel fisico come lui ma non mi fece una bella impressione una donna piuttosto sulle sue, che non concedeva di più di quanto richiesto.
Un giorno andai a trovarlo perché aveva avuto un abbassamento di pressione, lo trovai rilassato sul divano, gli feci un po’ di compagnia, poi mi chiese se potevo portagli una bottiglietta di acqua che teneva in cucina.
Sul tavolo c’erano alcuni indumenti notai subito un perizoma calze e reggicalze.
Certo la tua compagna sarà come dici, ma veste un intimo molto sex.
-Come lo sai
-Sul tavolo in cucina ci sono dei panni, e non ho fatto a meno di notargli.
-Che testona ha levato i panni dall’asciugatrice e si è dimenticata di portarli via.
- Ha sempre portato indumenti intimi sex, perché gli piace essere provocante ma si ferma li.
- Però ti rifai un po’ l’occhio dissi ridendo
Io avrei bisogno di altro di un rapporto più completo fatto di carezze, di abbracci, di baci, di tenerezza, di tutto ciò che può rendere un rapporto sessuale piacevole.
-Anche con un uomo feci a battuta e ridendo
-E perché no, se serve a placare i bollori sessuali esclamò ridendo a sua volta.
Cambiando discorso, gli dissi:
- Però non ho sentito Elena (cosi chiamava la sua compagna) arrivare con la macchina.
-È venuta in bicicletta.
-Ha….. rimasi ancora qualche minuto fargli compagnia e venni via
I giorni passavano, l’estate aveva fatto il suo ingresso prepotentemente, il caldo cominciava a farsi sentire, la nostra amicizia si faceva sempre più forte, Sauro aveva due condizionatori che gli raffrescavano la casa ed io ogni tanto andavo a trovarlo per refrigerarmi.
I nostri argomenti erano a tutto campo, non avevamo più segreti, alcune volte avevo l’impressione che la nostra amicizia andasse oltre, ma non davo importanza, mi rendevo conto che era più il tempo che passavo con lui che con mia moglie.
-Domani sera porto mia moglie in ospedale domani l’altro la operano.
-Cosa ha fatto
-Niente di particolare un piccolo intervento, ma la tengono in osservazione una notte.
- Quindi sei due notti da solo?
-Non è la prima volta
- se hai bisogno sai come fare mi disse
-Tranquillo so sfangarmela da solo
Il giorno dopo portai mia moglie in ospedale, sono stato fino a sera inoltrata con lei poi verso le 21,30 sono venuto via
La mattina successiva giorno dell’operazione ero da lei presto poi venni via.
Tornato a casa venne a trovarmi Sauro
-Che ne dici se oggi mangiamo insieme, e anche stasera.
-Guarda ti ringrazio, mangio un boccone veloce poi vado all’ospedale, magari per stasera se non ti disturba .
- A che ora pensi di esserci?
Non lo so comunque verso la 20,00 - 20,30
Ok allora ti aspetto
La giornata passò, mia moglie stava bene verso le cinque del pomeriggio dopo tanta insistenza volle che andassi a casa a riposarmi.
Feci una doccia veloce poi andai da Sauro venne ad aprirmi
con addosso un accappatoio
-Sei già qui? Entra stavo per entrare in doccia
-Guarda vengo più tardi
Entra, faccio veloce siediti sul divano e guardati la televisione.
La casa era sempre più profumata
Trasmettevano il dopo tappa del tour de France con le immagini più importanti.
Di tempo ne era trascorso, ma Sauro era ancora in bagno, preoccupato mi avvicinai
-Tutto a posto?
Tranquillo fra un po’ esco.
- che ti sei fatto d’oro? E tornai a sedermi sul divano
Dopo pochi minuti si presentò sulla porta di sala un figura a me sconosciuta.
Ti piaccio?
Sauro esclamai ad alta voce!
Ero sconvolto da quella visione davanti a me c’era un altra persona, si era presentata con un perizoma calze e reggicalze nere un babydoll trasparente, una parrucca mora in testa leggermente truccata.
Ti è piaciuta la sorpresa?
Era perfetta, faceva la passerella davanti ai miei occhi mi ha affascinato la disinvoltura con cui lei si muoveva , la padronanza dei movimenti, nonostante indossasse scarpe con tacchi alti, era fantastica.
Mostrava generosamente e orgogliosamente due belle cosce e un bel culetto tondo, restai colpito dalla bellezza e disinvoltura con cui mi parlava.
Le sue mani, dita lunghe e unghie laccate di rosso, la sua bocca ampia e labbra che promettevano fuoco
Mi son subito reso conto che, nonostante tutte le mie esperienze, non conoscevo nulla di questo aspetto dell’eros, di questo tipo di trasgressione.
Me ne ero sempre chiamato fuori, ed ora volevo colmare questa lacuna.
L’eccitazione era salita alle stelle si è seduta vicino a me sul divano, io la guardava, in quanto era bellissima, era indiscutibilmente affascinante e deliziosa.
Allora allungai timidamente una mano per carezzarle il mento e al tocco la sentì calda, emanava una sorta d’energia invisibile, sfiorai il suo volto, lei sorrise debolmente.
Mi sussurrò mi chiamo Melissa.
I suoi lunghi capelli erano un po’ spettinati e un ciuffo ribelle le cadeva sulla fronte, soffiai delicatamente per spostarli.
Soffiai di nuovo, questa volta più a lungo, lei strinse debolmente gli occhi allungò lentamente una mano mi afferrò la nuca mi attrasse a sé, la lasciai fare, dal momento che le nostre bocche erano vicinissime sentivo la fragranza del suo profumo.
“Il tuo non è un profumo, il tuo è un incantesimo, è proprio una genuina insidia, anzi, una seduzione”
Lei scoprì i suoi bianchi denti in un sorriso furbastro, mi attrasse a sé ancora di più, fino a farmi posare le labbra sul suo collo assaggiai con le labbra la pelle calda e pulsante, poi in un gioco antico s’affacciò, con la punta della lingua per toccarle a lungo il collo fino alle orecchie.
Lei sobbalzò e inarcò la schiena, facendosi sfuggire un debolissimo sospiro, compresi subito che il gioco stava iniziando ed era lei a condurlo, ci guardammo per un attimo senza dire niente.
Poi come in un sogno offuscato ci lanciammo in carezze sempre più animose e risolute, il pene che si espandeva nei miei pantaloni come ad annaspare alla ricerca di nuova aria.
Mi spostavo per avvicinarmi con il corpo più a lei era in atto un’autentica guerra tra il suo desiderio ed il mio, che sfociò nella liberazione della mia asta rigonfia dai pantaloni e dai boxer lo afferrò stretto nella mano destra, mentre cedevo sotto accorte e sagaci carezze proibite.
Premevo la mia bocca contro il collo e la guancia di Melissa fino a sfiorarle le le labbra.
Il movimento delle sue mani era armonico e dolce, regolato da un raffinato quanto semplice meccanismo di autoapprendimento, eravamo immersi totalmente in un puro piacere carnale.
Lei osservò il mio pene mentre con le mani stavo sondando in profondità sconosciute la sua figa anale, flettevo le dita dentro di lei e Melissa sentiva dentro di se ogni difesa vinta.
Lei implorava sottovoce di straziarla sempre di più, perché lo voleva dentro di sé, visto che non resisteva più.
Sentivo la mano di lei che cercava il caldo sacco, che stringeva delicatamente le mie tenere olive che sgusciavano sotto il suo magico tocco fatato, io allo stesso istante pizzicavo il perineo e l’asta di quella donna meravigliosa e strabiliante.
Eravamo in visibilio, poiché nessuno dei due voleva terminare quel momento delicato e gentile dei sensi.
Inaspettatamente mi spogliò in un attimo ci mettemmo in nella posizione di 69, la mia mano insistente prese il cazzo di Melissa, un cazzo bello grosso e duro, fu per me una cosa naturale anche se non lo avevo mai fatto, baciare il cazzo e iniziare a succhiare, mentre l’altra mano si faceva sempre più selvaggia nella sua figa anale.
Anche le sue mani esploravano il mio corpo, anche Lei a sua volta prese il mio cazzo, iniziando a menarlo, poi lo prese in bocca, delicatamente avvolgendolo con le sue labbra carnose
Che bello, era sensazione troppo nuova per me, iniziò a carezzarmi l'ano, poi infilò, un dito, due dita, il mio ano si stava dilatando per il piacere, mi trovai a mugolare come un gatta in calore, con il cazzo di lei in bocca
Mentre entrambi eravamo ai colpi finali di quell’amplesso idilliaco, Melissa abbassò il mento e aspirò tutta l’aria che poteva, in quel preciso istante un orgasmo di un’intensità sbalorditiva e sorprendente la riempì tutta.
Quella secrezione bianca e densa le invase violentemente il palato, gli spruzzi abbondanti di quella concentrata sostanza la costrinsero a ingoiare più volte, visto che lei non se ne perse nemmeno una singola goccia, così mentre io continuavo a riversarle in bocca il mio più intimo piacere, lei con accortezza mi puliva periodicamente il glande.
Ormai, anche lei era al limite la spompinavo con una goduria immensa e le forti contrazioni della sua figa anale la indussero ad un riflesso eiaculatorio alquanto straripante, inondando la mia bocca.
Non volevo ingoiare, ma inevitabilmente un po’ di crema andò giù per la gola
Sfiniti restammo seduti sul divano uno accanto all’altro.
Restammo qualche minuto in silenzio, le nostre mani accarezzavano i nostri corpi, le bocche si unirono in un bacio senza fine, lei mi ha sempre tenuto il cazzo in mano, quasi avesse paura che le potesse sfuggire.
Non servivano parole, i nostri corpi si erano detti tutto quello che c’era da dire.
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