La moglie dell’arbitro

Rimanere lucido ed inflessibile, essere un arbitro imparziale non è facile quando i tuoi sensi sono ottenebrati e ti senti anche notevolmente eccitato.
Dodici ragazze in campo sui 20 anni, con corpi tonici e sportivi, con seni appena sbocciati, con culi di marmo metterebbero a dura prova qualsiasi uomo.
Specie me che sono un cultore delle donne, di quasi tutte.

La partita finisce alle 21,30, per fortuna senza intoppi e i miei interventi sono stati applauditi anche dal pubblico sugli spalti.
Sono orgoglioso di me, mi piace quando il mio arbitraggio viene compreso e non contestato.

Vado nello spogliatoio degli arbitri, mi spoglio e mi infilo sotto il getto caldo della doccia.

Mi faccio lo shampoo e mi insapono.
Il mio cazzo è abbastanza turgido per via dello spettacolo che ho avuto davanti agli occhi fino a pochi momenti fa.

Non ho a portata di mano l'accappatoio e esco dalla doccia solo con le ciabatte di gomma, grondante, nudo.

Ho quasi un sobbalzo.
Non posso credere a ciò che vedo.

Tre delle atlete della squadra che ha vinto sedute in accappatoio e ciabatte sulla panchetta dello spogliatoio.
Una di loro tiene in sulle gambe il mio accappatoio: "Ha bisogno di questo, signor arbitro?", indicandolo.

Si alzano insieme e cominciano ad strofinare il mio corpo bagnato con la spugna.
Anche i loro accappatoi scivolano immediatamente per terra, e mi ritrovo nudo con tre giovani valchirie.

Una, bionda coi capelli corti, non altissima ma con un seno grande e i capezzoli pronunciati mi bacia in bocca.
Un'altra, capelli lunghissimi ancora bagnati, si inginocchia e comincia ad accarezzarmi le palle e a giocare con la lingua sulla punta del mio cazzo.
La terza continua ad asciugarmi.

Neppure nei sogni più incredibili avrei potuto immaginare che tutto ciò stesse capitando a me.

La mia erezione è vistosa, la mia voglia di farle mie tutte e tre è prepotente.

La ragazza inginocchiata mi leccava le palle, tutte intorno, prima un testicolo, poi l'altro.
Formando con la lingua dei circoletti a forma di otto.
Poi risaliva sull'asta e mi succhiava la cappella con avidità.

Le altre due guardavano la scena e avevano fatto una specie di giaciglio con gli asciugamani per terra e appoggiate lì sopra cominciano a baciarsi e a toccarsi tra loro.

Faccio alzare la ragazza dai capelli lunghissimi, è altissima, quasi quanto me.
Le divarico i glutei di alabastro.
Faccio scorrere l'indice e medio nella sua fessurina, è completamente depilata e già grondante di umori, il clitoride turgido ed un po' esposto.

È il mio momento di abbassarmi per assaggiare quel frutto appena maturo.
Sentivo il suo piacere crescere, il suo corpo si inarcava quando la lambivo con la lingua, senza smettere di stuzzicarla anche con le mani.
Bevevo i suoi umori copiosi, era buona e profumata.

Intanto la biondina si era sdraiata accanto a me e ha cominciato a segarmi e al contempo teneva la punta del mio cazzo tra le labbra.

Con il gioco di lingua e di mani la ragazza cominciò a tremare scossa dai brividi di piacere e schizzò dentro la mia bocca.
Avevo il liquido del suo squirt che mi colava giù per tutto il torace.

Intanto il pompino della biondina si faceva sempre più intenso ed era difficile trattenersi.
Non potevo resistere oltre.
Il mio cazzo era duro e grosso, stavo scoppiando.
Esplosi in un forte orgasmo, il mio corpo fu scosso dal piacere estremo.
Credo di aver gridato molto per il piacere.

A questo punto la terza ragazza che nel frattempo era rimasta apparentemente in disparte scansò la biondina per ripulire bene tutto lo sperma rimasto.
Mentre toglieva ogni goccia con la lingua, accuratamente infilò un paio di dita nel mio buchetto, si muoveva dolcemente e mi stimolava.

Il mio cazzo tornò ad essere duro.
Afferrai la ragazza per i fianchi e la penetrai, fui deciso, spero non violento.
Lei si appoggiava con le mani alla panchetta e le due amiche lì vicino continuavano a guardarsi lo spettacolo e a toccarsi tra loro.
Vedere le altre due mi eccitava ulteriormente e cominciai a spingere sempre più forte.
Quella coi capelli lunghi mentre scopavo la sua amica mi succhiava i capezzoli.
Ero ad un soffio dal venire di nuovo.
Volevo però far godere il più possibile la ragazza.
Respirava profondamente.
Ad un certo punto gridò, godeva, tremava e si inarcava come un giunco.

Sfilai il mio cazzo e le due ragazze cominciano a coccolarsi tra loro, presi quindi la terza, la biondina e feci mettere anche lei a pecorina.

Le massaggiai il secondo buchino.
Ricevere la punta del pene può essere abbastanza doloroso, ma una volta che tutta l'asta è dentro la sentii gemere di godimento.
Le due amiche a turno le carezzavano la fica, così la biondina godeva davanti e di dietro.

Oramai ero ad un passo dall'arrivo del secondo orgasmo, stavo per godere prepotentemente.
Diedi l'ultimo colpo e con un gemito ed un urlo sborrai nel culo della biondina.

Completamente sudato feci scivolare fuori il mio cazzo, ed un rivolo di sperma corse giù per le gambe della ragazza.

Ero stremato e mi accorsi che le tre ragazze avevano indissato gli accappatoi e stavano andando via senza neppure salutare.
Incredulo mi stavo domandando se fosse stato realmente un sogno.

Rimasi nudo nel centro della stanza e fui riportato alla realtà dallo squillo del telefono.
"Amore la partita si è protratta per tutti e cinque i set, sto entrando sotto la doccia ora... Tra poco sarò di rientro."

Se solo le mogli che aspettano con la cena in caldo a casa sapessero.

I racconti di Portia